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giovedì 26 marzo 2015

ES 2007



M’appresto ad utilizzare termini iperbolici per descrivere un’esperienza gustativa che mi ha entusiasmato, e me ne vergogno un po’. Di questi tempi, di  grandi sofferenze globali, quando per molti il problema è scampare alla morte, parlare di vino con tanta enfasi sembra quasi sacrilego.
Io so del mondo e dei drammi che l’attraversano,della fame e della sete,dell’oltraggio di tante dignità umane perpetrato ovunque.
Proprio per questo sento di dover dare voce alla passione che mi muove. E’ la mia personalissima risposta al nulla che avanza. Contrapporre la passione all’aridità, la gioia alla mestizia, il piacere al dolore.
Mi sento un privilegiato ogni qualvolta la brezza discreta della felicità mi regala i profumi delle cose belle della vita.
Centellinare il Primitivo di Manduria di Gianfranco Fino è stato come rispondere ad una chiamata,soggiacere ad un fato. Dalle arcane viscere della terra àpula una linfa generosa ha irrorato secolari viti ad alberello che hanno prodotto sparuti grappoli dagli acini minuti e zuccherosi,dove la buccia…recante colore,profumi,struttura….è gran parte del frutto. Parossistica intensità che si trova tale e quale nel vino. La ricchezza in estratti(a quanto ammonterà l’estratto secco?) produce un bouquet multidimensionale dai potenti effluvi odorosi. L’estremo portato alcolico non deborda dall’alveo di una placida armonia. Il dolce e vigoroso tannino sostiene un frutto mantecato da un alcol furibondo,opportunamente stemperato da una misurata acidità. Rimandi analogici pressoché infiniti scoraggiano dall’intento di snidarli. Quali frutti rossi dichiarare fra le miriadi evocate?Quali legni,spezie,minerali?
Certi vini meritano di più di una corretta analisi organolettica:anelano a stregare chi gli si accosta e a soggiogarne i sensi. Missione che l’Es ha centrato pienamente.

Rosario Tiso


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