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sabato 31 maggio 2014

NAPOLITANO? ANCOR PIU’ MASSONE DI BERLUSCONI. E’ FIGLIO D’ARTE. FU INTRODOTTO ADDIRITTURA DAL PADRE. CAPITO PERCHE’ E’ COSI’ FEDELE ALLA TROIKA?

Silvio e Giorgio, affinità e “fratellanza”?


Estratto dal libro “I panni sporchi della sinistra” di Ferruccio Pinotti e Stefano Santachiara (pubblicato per gentile concessione di Chiarelettere)

Il complesso rapporto creatosi nel corso degli anni tra Berlusconi e Napolitano suggerisce sintonie che spesso vanno oltre la simpatia personale e il reciproco rispetto che può esistere tra figure che dovrebbero essere radicalmente lontane, sia per storia intellettuale e professionale sia per schieramento politico. Di Berlusconi è nota l’appartenenza massonica, che non si manifesta solo nella documentata affiliazione alla loggia P2 di Licio Gelli, ma anche nel sistema di simboli che costellano il cosiddetto mausoleo di Arcore, la tomba che il Cavaliere ha fatto realizzare per sé e per i propri cari dallo scultore Pietro Cascella. Ma c’è dell’altro.
Il discusso leader del Grande Oriente democratico Gioele Magaldi, noto per le sue dichiarazioni forti, ha affermato in un’intervista: «Il fratello Silvio Berlusconi, iniziato apprendista “libero muratore” nel 1978 presso la loggia P2, e diventato successivamente “maestro” in questa stessa officina, ha proseguito il suo percorso massonico alla corte del Gran maestro Armando Corona dal 1982 al 1990. Successivamente, ha ritenuto di farsi una loggia segreta e sopranazionale autonoma. Uno dei nomi utilizzati per questa officina era “loggia del Drago”». Magaldi rivela: «L’attività massonica di Berlusconi e Marcello Dell’Utri è stata essenziale per costruire il consenso sociale e politico che ha condotto alla vittoria elettorale del 1994. Dell’Utri e altri fratelli della cerchia massonica di Villa San Martino hanno girato la penisola in lungo e in largo, come proconsoli massonici di Berlusconi, intessendo accordi con la maggioranza delle logge del Belpaese in favore della neonata Forza Italia. In anni successivi, le relazioni massoniche dell’autoproclamatosi Maestro venerabile di Arcore gli hanno consentito di risollevarsi in momenti di particolare difficoltà». Dalla conversazione con Magaldi emergono altri dettagli degni di nota: «Più in generale, Berlusconi coltiva interessi esoterico-iniziatici da molti decenni. La qual cosa da un lato ha spinto lui e la sua seconda moglie Veronica Lario a iscrivere i propri figli a scuole di orientamento pedagogico antroposofico (cioè ispirate agli insegnamenti spirituali esoterizzanti di Rudolf Steiner), dall’altro ha determinato la sua ferma volontà di percorrere un sentiero massonico, ancorché riservato e dissimulato pubblicamente. Ma riservato fino a un certo punto: nella cerchia intima del padrone di Mediaset sono in molti ad aver praticato e a praticare officine liberomuratorie o a frequentare circuiti di spiritualità esoterica».
Tra questi, secondo Licio Gelli, l’ex governatore del Veneto ed ex ministro Giancarlo Galan, ex dipendente di Publitalia e poi tra i fondatori di Forza Italia, che il capo della P2 ha qualificato come massone. Sul «fratello» Berlusconi, Magaldi ha aggiunto: «Certamente, la sociabilità massonica è servita – a lui come ad altri – anche a facilitare obiettivi di potere e lucrosi affari, ma esiste nel “fratello Silvio” una vocazione autentica e genuina verso discipline esoteriche come l’astrologia, l’ermetismo egizianeggiante e la magia sessuale». Un’indicazione, quest’ultima, che richiama alcuni «rituali» delle notti del bunga bunga. È la massoneria che orienta Berlusconi o Berlusconi che orienta la massoneria? Secondo Magaldi, «nessuna delle due ipotesi. Berlusconi ha avuto molto, in passato, in termini di supporto e relazioni significative, dall’ambiente libero-muratorio. Per converso, sono stati proprio alcuni circuiti massonici sovranazionali a pretendere e a determinare la caduta politica del “fratello Silvio” nell’autunno del 2011, imponendo il collocamento del “fratello” Mario Monti a Palazzo Chigi». Un’affermazione forte, che Magaldi non ha avuto timore di fare assumendosene la responsabilità.
Torniamo a Berlusconi, che ha rinnegato l’esperienza della P2: una volta affiliati si rimane massoni per tutta la vita? O essere in sonno significa interrompere ogni rapporto con l’Obbedienza? Secondo Magaldi, «l’iniziazione massonica è indelebile come quella sacerdotale: essa presuppone, secondo la Weltanschauung massonica, una trasmutazione esistenziale e spirituale non reversibile. Mettersi in sonno non significa cessare di far parte della catena iniziatica libero-muratoria, la quale va persino oltre le singole “comunioni” o “obbedienze” territoriali, afferendo a una dimensione planetaria e universale. Spesso, il cosiddetto “assonnamento” equivale soprattutto a una presa di distanza da una determinata obbedienza, ma può significare l’avvicinamento ad altri cenacoli massonici più o meno ufficiali».
Molto più complesso il discorso che riguarda Napolitano. È possibile che le sintonie con Berlusconi siano state facilitate da comuni vicinanze su questo terreno? Secondo Magaldi – che lo ha affermato in numerose interviste – non vi sono dubbi sul fatto che il presidente della Repubblica sia un «fratello». Dichiarazioni certamente insufficienti. Abbiamo perciò voluto approfondire questa pista. E abbiamo incontrato un’autorevole fonte, che ha chiesto di rimanere anonima: un avvocato di altissimo livello, cassazionista, consulente delle più alte cariche istituzionali, massone con solidissimi agganci internazionali in Israele e negli Stati Uniti, figlio di un dirigente del Pci, massone, e lui stesso molto vicino al Pd. La prima indicazione che ci offre è interessante: «Già il padre di Giorgio Napolitano è stato un importante massone, una delle figure più in vista della massoneria partenopea».
Avvocato liberale, poeta e saggista, Giovanni avrebbe trasmesso al figlio Giorgio (notoriamente legatissimo al padre, che ammirava profondamente) non solo l’amore per i codici ma anche quello per la «fratellanza». A rafforzare la connotazione «muratoria» dell’ambiente in cui è nato Giorgio Napoletano c’è un altro massone, amico fraterno del padre: Giovanni Amendola, padre di Giorgio, storico dirigente del Pci e figura fondamentale per la crescita intellettuale e politica dell’attuale presidente della Repubblica. Va detto che l’appartenenza alla massoneria non è un reato, anzi, molto spesso figure a essa legate sono diventate protagoniste di rivoluzioni innovatrici e progressiste. Il fatto indiscutibile, però, è che il legame massonico rappresenta una modalità di gestione del potere di cui poco si conosce e che è spesso determinante per capire i fatti più recenti della politica italiana e internazionale.
La nostra fonte ha conosciuto bene e conosce Napolitano, cui si considera molto vicino. «Tutta la storia familiare di Napolitano è riconducibile all’esperienza massonica partenopea, che ha radici antiche e si inquadra nell’alveo di quella francese. Per molti aspetti Napolitano è assimilabile a Mitterrand, che era anche lui massone. Si può stabilire un parallelismo tra i due: la visione della république è la stessa, laica ma anche simbolica. L’appartenenza massonica di Napolitano è molto diversa da quella di Ciampi, fa riferimento a mondi molto più ampi. Ciampi inoltre è un cattolico. Napolitano si muove in un contesto più vasto.» La massoneria italiana, dal canto suo, ha sempre espresso grande simpatia verso il presidente della Repubblica. Il Gran maestro del Grande Oriente d’Italia (Goi), avvocato Gustavo Raffi, si è rivolto più volte pubblicamente a Napolitano, esprimendo simpatia e deferenza. Il 10 maggio 2006, dopo l’elezione alla presidenza della Repubblica, Raffi esultava indicando la scelta di Giorgio Napolitano come «uno dei momenti più alti nella vita democratica del paese. A nome dei liberi muratori del Grande Oriente d’Italia e mio personale desidero manifestare pubblicamente le nostre vivissime felicitazioni».
Nel marzo del 2010 Raffi esprimeva nuovamente a Napolitano «gratitudine per la sua diuturna, appassionata e tenace difesa dei valori fondanti la nostra Nazione». E il 13 giugno 2010 si spingeva sino alla soglia di pesanti rivelazioni, rispondendo a una domanda non casuale di Lucia Annunziata, nella sua trasmissione Rai In mezz’ora: «Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, potrebbe essere un massone sotto il profilo dei valori?» chiedeva Annunziata. Netta la risposta di Raffi: «A mio avviso sì, per umanità, distacco, intelligenza, per avere levigato la pietra, per averla sgrezzata, lo dico in linguaggio muratorio, in questo senso sì». Anche nel 150° anniversario dell’unità d’Italia si registrano convergenze tra la spinta celebrativa del Colle e i momenti pubblici organizzati dalla massoneria italiana, artefice forte del Risorgimento. Il 7 gennaio 2011 Raffi apre le danze dichiarando: «Come ci ricorda con il suo esempio altissimo il capo dello Stato Giorgio Napolitano, abbiamo il compito di ritrovare fiducia, unità e coesione nazionale, capacità di risolvere i problemi, insieme a progetti che indichino la strada al di là di ogni polemica di parte e del cortile degli interessi».

Urss, Kissinger, massoneria. Ecco i misteri di Napolitano

Da dirigente Pci intrattenne rapporti riservati con Unione sovietica e Usa, dove andò durante il sequestro Moro. E da allora la "fratellanza" mondiale lo tratta con riguardo
«Il presidente Napolitano è stato sempre garante dei poteri forti a livello nazionale e degli equilibri internazionali sull'asse inclinato dal peso degli Stati Uniti» scrivono i giornalisti di inchiesta Ferruccio Pinotti (del Corriere della sera) e Stefano Santachiara (Il Fatto) in I panni sporchi della sinistra (ed.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano
Chiarelettere). Il primo ritratto, di 60 pagine, è dedicato proprio al presidente della Repubblica («I segreti di Napolitano»), «l'ex ministro degli esteri del Pci» come lo definì Bettino Craxi interrogato dal pm Di Pietro nel processo Enimont. I rapporti con Mosca, quelli controversi con Berlusconi (il mensile della corrente migliorista del Pci, Il Moderno, finanziato da Fininvest, ma anche dai costruttori Ligresti e Gavio), e le relazioni oltreoceano, con Washington. Una storia complessa, dalla diffidenza iniziale del Dipartimento di Stato Usa e dell'intelligence americana («nel 1975 a Napolitano gli fu negato il visto, come avveniva per tutti i dirigenti comunisti»), alle aperture dell'ambasciata Usa a Roma, al «misterioso viaggio» di Napolitano negli Stati uniti nel '78, nei giorni del sequestro Moro, l'altro viaggio insieme a Occhetto nel 1989, fino «all'incontro festoso, molti anni dopo, nel 2001, a Cernobbio, con Henry Kissinger, ex braccio destro di Nixon, che lo saluta calorosamente: “My favourite communist”, il mio comunista preferito. Ma Napolitano lo corregge ridendo: “Il mio ex comunista preferito!”».
Il credito di Napolitano presso il mondo anglosassone si dipana nel libro-inchiesta anche su un fronte diverso, che Pinotti segue da anni, la massoneria, e che si intreccia con la storia più recente, in particolare con le dimissioni forzate di Berlusconi nel 2011, a colpi di spread e pressioni delle diplomazie internazionali. Su questo terreno gli autori fanno parlare diverse fonti, tra cui una, di cui non rivela il nome ma l'identikit: «Avvocato di altissimo livello, cassazionista, consulente delle più alte cariche istituzionali, massone con solidissimi agganci internazionali in Israele e negli Stati Uniti, figlio di un dirigente del Pci, massone, e lui stesso molto vicino al Pd». Il quale racconta: «Già il padre di Giorgio Napolitano è stato un importante massone, una delle figure più in vista della massoneria partenopea» (proprio nei giorni successivi all'uscita del libro sarebbe spuntata, dagli archivi di un'associazione massonica di primo piano, la tessera numerata del padre di Napolitano, ndr). Tutta la storia familiare di Napolitano è riconducibile all'esperienza massonica partenopea, che ha radici antiche e si inquadra nell'alveo di quella francese...». Avvocato liberale, poeta e saggista, Giovanni Napolitano avrebbe trasmesso al figlio Giorgio (legatissimo al padre) non solo l'amore per i codici «ma anche quello per la “fratellanza”» si legge. E poi: «Per quanto riguarda l'attuale presidente, negli ambienti massonici si sussurra da tempo di simpatie della massoneria internazionale nei confronti dell'unico dirigente comunista che a metà anni Settanta, all'epoca della Guerra fredda, sia stato invitato negli Stati Uniti a tenere un ciclo di lectures presso prestigiosi atenei. Napolitano sarebbe stato iniziato, in tempi lontani, direttamente alla «fratellanza» anglosassone (inglese o statunitense)». Da lì il passo ad accreditare la tesi, molto battuta in ambienti complottisti, di un assist guidato a Mario Monti, è breve, e viene illustrata da un'altra fonte, l'ex Gran maestro Giuliano Di Bernardo («criteri massonici nella scelta di Mario Monti») e da uno 007 italiano. L'asse di Berlusconi con Putin - specie sul dossier energia - poco gradito in certi ambienti, entra in questo quadro (fantapolitica?). Con un giallo finale nelle pagine del libro, raccontato dalla autorevole fonte (senza nome): Putin avrebbe dato a Berlusconi delle carte su Napolitano. Se queste carte esistono, riguardano più i rapporti americani di Napolitano che quelli con i russi». Materiale per una avvicente spy story su Berlusconi, Napolitano, Monti, Putin, la Cia, il Bilderberg...

http://www.ilgiornale.it/news/interni/urss-kissinger-massoneria-ecco-i-misteri-napolitano-971870.html

Nigel Farage, la verità

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"La politica di libertà di voto dell'Europe of Freedom and Democracy (EFD) è rispettosa di ogni partito politico. A differenza dei Verdi e di molti altri gruppi del Parlamento europeo, il gruppo EFD permette alle delegazioni nazionali di votare come ritengono opportuno secondo la propria ideologia, preferenze politiche e di interesse nazionale. Per l'EFD , un gruppo non è un partito politico. Si tratta di una scelta strategica e pragmatica al fine di ottenere posizioni nelle commissioni del Parlamento europeo, per ottenere finanziamenti, tempo di parola in parlamento, e un segretariato esperto e professionale. Non è programmatica. Ciascuna delle parti all'interno del gruppo è libera di scegliere il proprio modello di voto, direzione ideologica ecc. Nell'ottica del gruppo EFD si tratta di un matrimonio di convenienza per il reciproco vantaggio.

Lo statuto del gruppo
Il gruppo è aperto ai deputati che credono in una Europa della Libertà e della Democrazia e che riconoscono la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti umani e la democrazia parlamentare.
Il Gruppo sottoscrive il seguente programma :
1 . Libertà e cooperazione tra le persone di Stati diversi
2 . Più democrazia e il rispetto della volontà popolare
3 . Rispetto per la storia d'Europa , delle tradizioni e dei valori culturali. Popoli e nazioni d'Europa hanno il diritto di proteggere i propri confini e rafforzare i propri valori storici, tradizionali, religiose e culturali. Il Gruppo rifiuta la xenofobia, l'antisemitismo e qualsiasi altra forma di discriminazione
4 . Rispetto delle differenze e degli interessi nazionali: libertà di voto
Accettando di far propri questi principi nei suoi procedimenti, il Gruppo rispetta la libertà delle sue delegazioni e deputati di votare come meglio credono.

UKIP è contro la guerra
A differenza dei leader verdi e liberali ( ALDE ), che hanno entrambi urlato per la guerra in Libia, quando Hermann Van Rompuy ha visitato il parlamento a dicembre 2012, l'UKIP ha avuto una opposizione coerente e di principio alle guerre imperialistiche straniere e contrario alla Gran Bretagna come cagnolino della politica estera aggressiva dell'UE o degli Stati Uniti. UKIP si è opposta all'intervento militare dell'UE e del Regno Unito in Iraq, Afghanistan, Libia e Siria
UKIP è un'organizzazione democratica, con delle procedure decise dai suoi membri
Nigel Farage è il leader del partito UKIP, ma non decide la politica UKIP. Questa è una questione dei membri del partito e del Consiglio Direttivo Nazionale. UKIP è un'organizzazione democratica e non una dittatura. Nessuna forma di razzismo, sessismo o xenofobia è tollerataNessuno che sia mai stato membro di un partito di estrema destra può unirsi a UKIP. Questo è scritto nellacostituzione del partito.
La costituzione del partito è stata modificata in modo che i membri del partito e ideputati che infrangono la legge o mettono in imbarazzo il partito possono essere espulsi. Ex eurodeputato UKIP Nikki Sinclaire è stato espulso dal UKIP dopo essere stato sorpreso nell'appropriazione indebita di denaro da parte del Parlamento europeo. La politica UKIP sugli errori dei membri è "Una volta che si trovano fuori, si sono gettati fuori". Nigel Farage si è offerto di testimoniare in tribunale contro l'ex deputato che è stato scoperto a prendere i soldi da parte del Parlamento europeo.
E' stato affermato nel corso della riunione dell'Ufficio di presidenza del Parlamento europeo all'inizio di quest'anno che le accuse formulate contro il signor Farage dal deputato liberal democratico MacMillan Scott sono state vagliate e nulla di male è emerso nei confronti del signor Farage.
Farage ha lavorato come broker al London Metal Exchange, non è mai stato un banchiere e non ha nulla a che fare con le banche o servizi finanziari.
Vedi biografia sul sito della BBC
Farage non ha mai sostenuto offerte di libero scambio UE e ha detto pubblicamente che non sosterrà l'affare TTIP. Farage ha attaccato le grandi banche, le grandi imprese e i grandi burocrati che come lui afferma dominano l'UE .
Il 15 gennaio 2014, nel Parlamento di Strasburgo, Farage ha detto: "Siamo dominati da grandi imprese, grandi banche e sotto forma di Barroso, da grandi burocrati. E in realtà è su questo che si giocheranno queste elezioni europee: sarà una battaglia tra le democrazie nazionali contro la burocrazia europea."

UKIP si oppone alla dominazione tedesca e al controllo della Troika
Farage ha difeso il diritto dei paesi di proteggere i loro poveri dagli effetti disastrosi della UE, della Commissione Europea, FMI, BCE (la Troika). Egli si oppone al federalismo dell'UE, più correttamente chiamato centralizzazione.Farage è contro la dominazione tedesca dell'Europa attraverso il suo potere politico ed economico. Il 1 febbraio 2012 ha dichiarato a Strasburgo che:
"Cameron sostiene attivamente questo patto spregevole, questo piano per distruggere e umiliare gli Stati nazionali che non sopravvivono alla visione germanica di come le economie dovrebbero funzionare. Ora, devo dire che ho pensato che le proposte del fine settimana uscite dal del Ministero delle Finanze tedesco suggerissero che un commissario europeo e il suo staff occupassero un grande edificio ad Atene per prendere le redini del paese. Nessuno può negare oggi che la Grecia è poco più che una colonia. E questo è tutto un terribile errore enorme. La Grecia non è una società controllata. La Grecia è una nazione con un'anima, una nazione con orgoglio, con la storia. Hanno inventato la democrazia! Stanno soffrendo, hanno la disoccupazione giovanile del 50% causata dal signor Van Rompuy."
Politica energetica UKIP
UKIP si oppone alla politica energetica dell'UE perché sovvenziona turbine eoliche inefficienti e assurdamente costose. Si ritiene che la politica energetica dell'Unione europea stia spingendo al rialzo i prezzi, provocando povertà di combustibile per i poveri e guidando l'industria di Europa e verso la Cina e l'India dove la manodopera e l'energia sono a buon mercato. Ha una politica di sostegno per il carbone, il gas di scisto, l'energia nucleare e delle maree.
L'appartenenza al gruppo EFD consente al MoVimento 5 Stelle di perseguire una propria politica distinta per l'energia

UKIP sostiene la democrazia diretta e si oppone all'Euro
UKIP ha sempre difeso la democrazia locale e nazionale. E' un appassionato sostenitore dei referendum locali e nazionali. Si oppone alle imponenti leggi comunitarie e alle politiche economiche sulle popolazioni che non danno il loro consenso per tali politiche. E' fortemente contrario alla centralizzazione della UE e al controllo della Troika. Si ritiene che il progetto euro abbia generato povertà e disoccupazione per milioni di persone nel sud Europa e debba per ciò essere combattuto.
Nigel Farage a Strasburgo il 15 febbraio 2012 disse: "Beh Commissario, hai scelto l'uomo giusto. Puppet Papademos è al suo posto ad Atene. Ha detto: "La violenza e la distruzione non hanno posto in un paese democratico" Quale paese democratico? Non è neanche un primo ministro democraticamente eletto. E 'stato nominato da voi. La Grecia non è gestita attraverso la democrazia, è gestita da una Troika. Tre funzionari stranieri che volano in aeroporto di Atene e raccontano ai Greci quello che possono e non possono fare. La violenza e la distruzione che si è vista è causata proprio perché le persone sono state espropriate dei diritti democratici. Che altro si può fare? E devo dire: se fossi un cittadino greco sarei stato là fuori durante le proteste! Sarei là fuori cercando di abbattere questa mostruosità."
Ufficio stampa di Nigel Farage

venerdì 30 maggio 2014

Goldman Sachs vota per il PD! E Matto Renzi scappa senza rispondere


Miniatura
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SCONTRI IN CORSO A BRASILIA.




Cavalleria e reparti antisommossa della polizia attaccano manifestazione pacifica di INDIOS, MOVIMENTI SOCIALI E "NO COPPA"
Questo pomeriggio un corteo unitario di centinaia di indios di varie tribù ed altri movimenti sociali e "No Coppa" si è diretto verso lo Stadio Mané Garrincha, dove era in programmazione l'esposizione della Coppa del Mondo. Appena giunta nelle vicinanze dello stadio la manifestazione, pacifica, è stata duramente attaccata dalla cavalleria e dalle truppe antisommossa della polizia, che ha fatto un largo uso di lacrimogeni e sparato pallottole di gomma. La programmata esibizione del trofeo mondiale è stata sospesa. Migliaia di indios di diverse tribù ed etnie si trovano a Brasilia questa settimana per una serie di mobilitazioni per chiedere l'avanzamento delle demarcazioni delle loro terre e per sporgere denuncia contro alcuni parlamentari che hanno pubblicamente incitato alla violenza contro i loro popoli. Gli scontri sono tuttora in corso.
FONTE:Il Resto del Carlinho (Utopia)

J.P.Morgan e Goldman Sachs hanno il controllo della Nato.




MAINSTREAM - ARMI DI DISTRAZIONE DI MASSA!!



MAINSTREAM - ARMI DI DISTRAZIONE DI MASSA!!
"Il ruolo di sbarramento che svolge l'artiglieria nella preparazione dell'attacco della fanteria in futuro sarà assunto dalla propaganda rivoluzionaria. Si tratta di spezzare psicologicamente il nemico prima che le truppe comincino ad entrare in azione."
Adolf Hitler
La plateale distorsione della verità e la sistematica manipolazione delle fonti di informazione sono parte integrante della pianificazione bellica; uccidere un uomo è una cosa di poco conto, uccidere le sue opinioni produce effetti di gran lunga più duraturi.
Uno dei grandi progressi di questo secolo è stato, senza ombra di dubbio, il graduale passaggio dalla guerra convenzionale alla guerra con i media, cioè a quella che, in gergo tecnico, viene definita disinformazione.
Nel momento storico in cui viviamo, la frase scritta da Adolf Hitler in "Mein Kampf", ci sembra persino ottimista.
Dal dopoguerra in poi, infatti, le truppe sarebbero entrate in azione per oltre quarant'anni, per essere sostituite completamente e definitivamente, verso la fine degli anni Novanta, dai media.
E così, contrariamente alla visione "profetica" lasciataci da Adolf Hitler, anche l'attacco finale sarebbe stato sferrato attraverso i mezzi d'informazione o di "disinformazione"...

RENZI LO HANNO VOLUTO GLI USA PER VENDERE L’ITALIA

 
 Informazionemsm
DI FABIO FRANCHINI
ilsussidiario.net
Intervista a Giulietto Chiesa
"È tutto spettacolo". Così Giulietto Chiesa, giornalista e politico storicamente di sinistra, commenta l'operazione Renzi, spinto a Palazzo Chigi dalla mano degli States per rispondere agli interessi di Wall Street e per amicarsi Italia, preziosa pedina, nello scacchiere che vede contrapposti gli Usa alla Germania della Merkel. "Io credo che Renzi sia la persona più adatta per fare una politica filoamericana. D’altronde lo ha rivelato lui stesso quando si è paragonato a Tony Blair, che è stato un servo degli Stati Uniti" continua Chiesa.
Dietro l’ascesa di Matteo Renzi a Palazzo Chigi non c’è solo De Benedetti. Pare che una spinta importante sia arrivata anche dagli States, direttamente dalla Casa Bianca…


Io credo che Renzi sia la persona più adatta per fare una politica filoamericana. D’altronde lo ha rivelato lui stesso, senza esitazioni, quando si è paragonato a Tony Blair, che è stato un servo degli Stati Uniti: se lo vuole imitare vuol dire che ha questa intenzione. Del resto il personaggio, per come si presenta, punta molto in alto e siccome i padroni universali stanno là, dalle parti di Wall Street, immagino che voglia puntare proprio verso quella direzione. È dunque facile capire perché Obama è ben felice che Renzi sia al potere (e che possibilmente vi rimanga).

Prima c’era Letta che è sempre stato etichettato come l’uomo delle banche; a un certo punto non è più andato bene. Perché?

Enrico Letta era un uomo della vecchia guardia. Bisogna fare attenzione ai particolari: Letta, a differenza di Obama, è andato a Sochi. Queste cose, per chi ha il comando, sono molto interessanti; si misurano tra di loro con i dettagli. Letta ha fatto un errore a partecipare alle Olimpiadi invernali in Russia: ma come? Cosa ci è andato a fare? Non si devono fare queste cose... Renzi non ci sarebbe mai andato, ecco la differenza. Da queste piccole cose si possono capire le preferenze dei padroni del vapore, che un tempo erano più duttili e civili e adesso, invece, stanno diventando sempre più prepotenti, pretendendo servitori molto più fedeli.

Renzi, come uomo "scelto" dagli Stati Uniti, va collocato nel puzzle dello scontro politico economico Germania-Usa? Obama, più volte, ha criticato la linea Merkel…

Io penso che lo scontro Germania-Stati Uniti sia in corso da tempo ed entrambi i Paesi fanno i propri rispettivi interessi. Siccome la Germania è molto forte in Europa, se io fossi al posto di Obama cercherei di accerchiarla, togliendole ogni aiutante di campo, isolandola. È un’operazione, ripeto, in corso da tempo. Per esempio...

Prego.

La guerra di Libia è stato un episodio in cui i grandi alleati americani, Francia e Gran Bretagna, si sono messi in campo, mentre la Merkel non è andata in Libia a combattere al fianco degli Usa e della Nato. Il terzo protagonista europeo – di un certo peso economico e storico – è l'Italia. Conquistare pienamente l'Italia in una visione esclusivamente atlantica è una mossa che può avere un grande significato per il futuro. E io credo che a Washington stiano pensando proprio a questo.

Dunque Renzi come pedina fondamentale in questo scacchiere di rapporti di forza?
Io non ho un solo documento a sostegno di questa tesi – sono cose che rimangono all’interno di colloqui segretissimi –, ma la mia impressione generale è che se Enrico Letta fosse uguale a Renzi non lo avrebbero certo cambiato; lo hanno fatto perché Renzi è molto più filo-americano.

Dovrà dare qualcosa in cambio?
È al potere con tutti i vantaggi del caso. Lo scambio è: "tu stai al potere e noi facciamo quello che vogliamo fare". In questi casi non è mai questione di gratitudine: quanto dai, tanto avrai…

Qualche settimana fa il Financial Times e il Wall Street Journal hanno speso belle parole per Renzi. Ultimamente il fondo (americano) Blackstone ha acquistato partecipazioni in Versace e Intesa San Paolo e il magnate (americano) George Soros il 5% di Immobiliare grande distribuzione. È un caso?
Mi sembra che, appunto, siano tutti elementi che vadano in questa direzione. I grandi proprietari universali – come li chiama Luciano Gallino – si consultano, si parlano e si danno segnali. Ecco, questi sono tutti segnali in questo senso: maggiore simpatia e sicurezza verso un governo (meno tedesco e più americano) che dà garanzie più precise e complete.

Quello degli Stati Uniti potrebbe essere una sorta di nuovo "Piano Marshall"?
Ma qui non c'è alcuna politica di investimenti a difesa della libertà. Adesso si devono fare le privatizzazioni, a questo starà pensando il nostro premier. Si deve vendere l'Italia: questo è il progetto. I grossi pescecani della finanza aspettano proprio questo. A dire il vero, lo aveva detto anche Letta, ma siamo al discorso di prima: ci sono quelli che eseguono gli ordini senza tirare le briglie e chi – poco gradito – le tira. Semmai...

Dica.
L’unico Piano Marshall possibile in questo momento sarebbe cambiare le regole della finanza internazionale: mettere fuori legge gli off-shore, congelare per i prossimi 50 anni un'ingente massa di derivati e così via. Insomma, tutta una serie di medicine – inevitabili e inesorabili – che naturalmente modificherebbero il quadro degli equilibri finanziari a svantaggio di Wall Street, motivo per il quale non si faranno mai.

Cosa si farà invece?
All’ordine del giorno, ribadisco, ci sono le immediate privatizzazioni di quasi tutto il patrimonio industriale (e anche immobiliare e artistico-culturale) italiano: è questo che ci dobbiamo aspettare secondo la strategia dei 50 miliardi del Fiscal Compact. Gli orizzonti sono questi. Renzi è qui per eseguire i compiti che furono assegnati a Mario Monti.

È un bene o un male per l’Italia?
Se ci si riferisce alla finanza internazionale è un bene, ma se ci si riferisce alla condizione umana e materiale del popolo italiano è un male. Non può essere un fatto positivo, la gente si aspetta tutt'altro. Naturalmente molti non hanno ancora capito, perché le dinamiche mediatiche con le quali si promuovono queste operazioni convincono milioni di persone che questo sia un uomo nuovo, giovane e affascinante che mette otto donne del governo. Figuriamoci...

Il suo giudizio è dunque negativo.
È tutto uno spettacolo, e la gente, che non ne conosce le regole, ci casca. Poi piange, a danno fatto. Nell'immediato Renzi prenderà un sacco di voti, tutti dovuti alla speranza disperata della gente di cavarsela. Una volta per svelare gli altarini ci volevano 5 o 6 anni, oggi in molto meno tempo: fra un anno saremo già lì a fare i conti. L’accelerazione della crisi rende il tutto molto trasparente...

Fabio Franchini
Fonte: www.ilsussidiario.net
Link: http://www.ilsussidia

Renzi, affondo sulla Ue E avverte: lavoro madre di tutte le battaglie



Prima riunione della Direzione pd dopo un successo elettorale che, dice il segretario-premier, «ci impone di cambiare l’Italia e l’Europa». Quella dell’Ue, afferma infatti Matteo Renzi, «è una risposta insufficiente alle attese dei cittadini in un momento di crisi. Il nostro compito è quello di tracciare una nuova strada di politica economica. L’Europa può cambiare e se non cambia non si salva. E – osserva il capo del governo – se non lo fa il primo partito del continente non lo fa nessuno». Un partito che, aggiunge Renzi, dopo il 25 maggio «non può arretrare di un centimetro rispetto alle aspettative suscitate». GIUGNO «CRUCIALE» Così il mese di giugno torna ad essere «cruciale» per il programma di riforme del governo, al centro del quale Renzi pone le misure per il lavoro che «sono la madre di tutte le battaglie. Sulla riforma del lavoro c’è la necessità – dice il premier – di un passo avanti sul Ddl delega. Si tratta di insistere e andare avanti, come ha detto il ministro Poletti, con la responsabilità di chi su questo tema sarà giudicato più che dai mercati internazionali dai potenziali investitori». Nella scaletta di Renzi primeggiano anche le riforme già in discussione in Parlamento, avanti a tutte quella costituzionale del Senato che, dopo il primo passaggio a palazzo Madama, dovrà vedere, «entro l’estate, l’approvazione dell’Italicum». E questo, sottolinea il premier, «non per andare a votare, considerato anche che agli altri è passata la voglia di andare alle urne». Di qui l’opportunità, per la legislatura, di «riflettere nell’orizzonte del 2018, non perché lo vogliamo noi ma perché si sono verificate circostanze come la scomparsa di altri partiti, che per dei sinceri bipolaristi non è di per sé un male ». NUOVA SEGRETERIA Al partito Renzi si rivolge auspicando che l’assemblea nazionale del 14 giugno, che designerà una nuova segreteria – «la metà dell’attuale sta al governo» – sia l’occasione di un nuovo inizio, con una «gestione unitaria che non potrà essere una sommatoria di correnti o la riproposizione di spartizioni e vecchi schemi che non interessano più a nessuno ». Prospettiva che il segretario dem fa discendere anche dal «superamento di quel 40% che nessuno poteva immaginare, ma che oggi si tratta di valutare come un accidente della storia, un colpo di fortuna oppure come un obiettivo stabile su cui farci la residenza, la nostra casa, piuttosto che limitarci a vivere la soddisfazione dell’istante». In quest’ottica, per Renzi, andrà vissuta la sfida delle riforme che sempre a giugno vedrà – è l’elenco del premier – quella della Pubblica amministrazione, il provvedimento sulla competitività, l’attuazione della delega fiscale e l’avvio della riforma della giustizia. L’intenzione manifestata dal presidente del Consiglio è quella di «portare, nel semestre di presidenza italiana e nell’azione dei prossimi anni, le istanze di cambiamento dell’Europa in tutte le sedi. Di dare alla Ue un respiro più ampio delle piccole e grandi questioni che l’attraversano, come quella dell’immigrazione che viene lasciata solo a noi, mentre l’Europa si occupa di tutto il resto». Infine, una battuta – l’unica riservata agli avversari della recente campagna elettorale – su Beppe Grillo che «in streaming manda i dibattiti, mentre quando si reca a trovare i leader populisti inglesi ci va di nascosto… ».
http://www.passionetecno.com/2014/05/30/renzi-affondo-sulla-ue-e-avverte-lavoro-madre-di-tutte-le-battaglie-6814

Per coprire gli 80 euro ci tassano le pensioni

Coperture certe, ma un po’ ballerine. Il bonus Irpef ridisegna i confini della tassazione. Sposta, diluisce, riallo- ca.Ma alla line.. tassa. E se prima erano i professionisti a pagare pegno, adesso con una geniale trovata i relatori Cecilia Guerra (Pd) e Antonio D’Alì (Ncd), in commissioni Bilancio e Finanze del Senato, hanno spostato una tassa dalle casse previdenziali priva-te ai fondi di previdenza integrativa. Chiariamo: era sbagliata la tassa immaginata a marzo sulle casse previdenziali (tassazione dal 20 al 26% dei rendimenti), ma è pure clamorosamente sbagliato il ritocco (solo per il 2014?) per i fondi integrativi. Ora le casse previdenziali dei professionisti (dai medici agli avvocati, dai notai ai giornalisti), saranno escluse dalla tassazione applicata sulle rendite finanziarie (26%). L’aliquota resta quindi quella del 20%. Ma per compensare le minori entrate sarà aumentata la tassazione sulla previdenza complementare, che passerà dall’ 11% al 11,5%. Dato per assodato che l’Italia è l’unico Paese dell’Unione europea che già tassa due volte le pensioni dei professionisti, era folle imporre un balzello di 100 milioni sul sistema previdenziale privato già in sofferenza. Ora però la toppa è forse peggiore dello strappo. Andare a penalizzare fiscalmente la previdenza complementare – già in affanno per la scarsa attenzione degli italiani e a causa della crisi – è smentire quel cambio di rotta ipotizzato all’insediamento del governo Renzi. Si poteva almeno distinguere tra fondi chiusi e investimenti privati, e invece no. Si tratta di una quota di reddito che il lavoratore accumula (a parte il contributo aziendale, mediamente del- l’1%), per ottenere dopo 30, 35 o anche 40 anni, un salvadanaio previdenziale ulteriore. Il famoso Secondo pilastro tanto decantato a parole, sempre dimenticato se non per spremerlo. Certo oggi la previdenza integrativa gode di una tassazione agevolata (circa l’11% che può scendere al 9% dopo decenni di versamenti e adesione), però spremere il salvadanaio previdenziale degli italiani (sono 6,2 milioni quelli iscritti, 4,8 milioni quelli che versano), è un autogol che si ripercuoterà sulle generazioni future. Ma per quel tempo forse solo pochi (tra relatori e ministri) saranno più tra noi. Le casse privatizzate fanno bene a esultare: spiega ilpresi- dente dell’Associazione (Adepp), Andrea Camporese che si è battuto come un leone per evitare questo ennesimo scippo ai danni dei professionisti: «La soddisfazione è evidente perché per la prima volta un governo ha compreso che bisogna fermare una spirale di tassazione della previdenza di primo pilastro ingiusta e senza pari europei. Ci aspettiamo che si completi il percorso di riduzione, come previsto dalla norma, arrivando al primo gennaio con un sistema che si possa rafforzare, accrescere il welfare, migliorare le pensioni attese». Resta da vedere cosa ne penseranno gestori e fondi di previdenza. Uno 0,5% in più non è molto ma rosicchia un po’ di ricchezza da un sistema previdenziale che non pesa sulle casse pubbliche. I gestori dei fondi assicurativi e bancari probabilmente si rifaranno sui sottoscrittori, aumentando l’aggio. E a pagare saranno i risparmiatori che già fanno fatica a versare. Se solo i relatori avessero letto i titoli della relazione 2013 del presidente della Covip, Rino Tarelli (presentata giusto l’altro ieri), si sarebbero resi conto che invece di spremere il settore, bisognerebbe incentivare (anche fiscalmente) l’adesione. Oltre 1,4 milioni di iscritti ai fondi hanno smesso nel 2013 di versare la quota mensile, segnale chiaro che si fa già fatiNuove tasse a parte, l’iter parlamentare del dl Irpef è tut- t’altro che in discesa. Si doveva chiudere ieri e invece probabilmente si arriverà a martedì prossimo. L’altro problema è l’estensione del bonus alle famiglie monoreddito con 3 o più figli. Ncd ne ha fatto argomento di campagna elettorale e vuole metterci il cappello. Pd e governo, invece, temono di sforare dalle coperture. La discussioni è aperta anche sugli sconti alle imprese. E così slitta il via libera delle commissioni del Senato. Si tratta poi per rendere più pesante il taglio dell’Irap (ora al 10%). Resta il problema Tasi. Sempre la prossima settimana dovrebbe essere approvato il dl per lo slittamento della Tasi al 16 ottobre (il bollettino è stato pubblicato in Gazzetta, ma non è precompilato), che verrebbe inglobato nel dl Irpef. Risolti questi pasticci il testo, cesellato, passerà in Aula e l’allungamento dei tempi in commissione fa dare per certo il voto di fiducia. Il decreto deve essere convertito a stretto giro (entro il 23 giugno) e manca ancora il passaggio alla Camera dove l’approdo in Aula è previsto per il 13 giugno. C’è di buono che nella platea dei beneficiari del bonus 80 euro – secondo una nota dell’Inps – rientreranno anche i lavoratori in malattia e in congedo di matenità obbligatorio. Resta ilbalzello sul canone Rai (150 milioni). Trasversalmente si vorrebbe evitarlo (si temono ripercussioni occupazionali e sugli istituti di categoria) e Viale Mazzini è stato chiesta in cambio una spending review pesante sui compensi di conduttori e conduttrici. Altre novità l’obbligo di aggiornare trimestralmente il timer sui pagamenti alle imprese e viene anche alleggerito il taglio delle consulenze per gli enti locali. Insomma, il solito assalto alla diligenza.
http://www.passionetecno.com/2014/05/30/per-coprire-gli-80-euro-ci-tassano-le-pensioni-6810

Le ragazze prima violentate dal branco, sono state poi impiccate.


Nuda, cruda, sconvolgente e nauseante immagine.
Terribile testimonianza di disumanità e di una ferocia indicibile contro le donne. Se l’abbiamo fatto è perché ci è sembrato di dover cogliere il messaggio di quei contadini della casta dalit, gli «intoccabili», e la loro disperata volontà di rompere, attirando l’attenzione dei media, il silenzio che altrimenti coprirebbe le atrocità che ancora si compiono nei loro confronti.
Sono stati questi umili – e umiliati – abitanti di un villaggio dell’Uttar Pradesh, lo stato più popoloso dell’India, a ottenere, circondando l’albero da cui pendevano, che i corpi delle due adolescenti, vittime di uno stupro collettivo e poi impiccate, rimanessero appesi in modo da poter essere ripresi dalle televisioni e dai fotografi.
Chi conosce la società indiana sa benissimo che nei villaggi indiani la piaga della violenza contro le donne è un fenomeno drammatico e antico, e che riveste una persistente dimensione castale. I dalit, fuori casta trattati da untermenschen, non sono ancora riusciti - nonostante le promesse della democrazia indiana e il messaggio del mahatma Gandhi – a ottenere nei fatti il riconoscimento non diciamo dell’uguaglianza, ma della stessa dignità umana. La violenza carnale è ovviamente criminalizzata dal codice penale indiano, ma è risaputo (e non manca di essere denunciato da giornalisti e attivisti) che nei villaggi le donne dalit sono spesso considerate «a disposizione» dei maschi appartenenti alle innumerevoli caste indiane – dagli aristocratici bramini agli shudra, lavoratori manuali. Ed è anche risaputo che a livello locale la polizia tende ad ignorare le angherie e i crimini compiuti nei confronti dei «fuori casta». È stato così anche in questo caso, e infatti risulta che alcuni agenti locali siano stati messi sotto inchiesta perché non avevano fatto niente quando i parenti avevano denunciato la scomparsa delle due ragazze.
Le ragazze prima violentate dal branco, sono state poi impiccate. Grande Paese l 'india.!!!!
ये तस्वीर किसी तालिबानी इलाके की नहीं जनाब, ये अपने हिन्दुस्तान की है। जिसे देखकर आप भी ये सोचने के लिए मजबूर हो जाएंगे कि क्या वाकई ये हिन्दुस्तान ही है। जानिए कैसे गैंगरेप के बाद पेड़ से टांग दी गईं नाबालिग बहनें...

EBOLA DILAGA IN SIERRA LEONE

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ORMAI, IL VIRUS E’ ‘FUGGITO’ DALLA GUINEA

Una seconda persona è morta a causa dI Ebola, presso un ospedale nella parte orientale della Sierra Leone, ha annunciato poco fa ilMinistero della Salute a Freetown. 
Sei altri casi sospetti sono ancora sotto trattamento” , ha detto intanto un funzionario del ministero, Dr Brima Kargbo.
La morte del paziente si è verificata in una cella di isolamento presso l’ospedale pubblico di Kenema, analisi per altri sei indagati in questaregione sono in corso.

http://voxnews.info/2014/05/28/ebola-dilaga-in-sierra-leone/

RISSA TRA LE DONNE DEL GOVERNO PER I ‘TROFEI’ CONGOLESI

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Dopo le foto opportunity della ragazza immagine di Renzi con i bimbi congolesi – che poi cresceranno e ci creeranno problemi – è lite nel governo tra la  Boschi  e il ministro degli Esteri Mogherini: eraquest’ultima infatti che voleva volare a Kinshasa per la passerella strappalacrime, ma non è la ragazza immagine del governo .
Insomma, si litigano i trofei colorati.
Una domanda: ma siete così sicuri del ritorno di immagine di questa vicenda?
Ricordiamo ai piedini abusivi al governo, che li hanno votati appena il 23% degli italiani. Al restante 77% fate piuttosto ribrezzo.  Voi, e le vostre politiche etnocide.
http://voxnews.info/2014/05/29/rissa-tra-le-donne-del-governo-per-i-trofei-congolesi/

EURO: ‘UN GIORNO GLI STORICI SI CHIEDERANNO PERCHÉ’


L’accademico di Oxford, il Professor Kevin O’Rourke  ha lanciato un appello contro quello che definisce ‘impoverimento dell’Europa’ in un articolo scritto per il FMI.
L’economista si dice scioccato per il fatto che i politici UE trattino gli attuali livelli di disoccupazione simili a quelli della Grande Depressione come ‘normali’ e che, allo stesso tempo, considerino nonallarmante, che il PIL italiano sia ancora del 10% inferiore al picco della decade scorsa.
Secondo lui, e secondo chiunque abbia un cervello, questi ‘non sono dettagli, ma la misura del totale fallimento dell’euro’
Per O’Rourke è quindi ‘inutile prolungare l’agonia’.
Quando l’euro sarà abbandonato, la mia previsione è che gli storici, a 50 anni da oggi, si chiederanno come possa essere nata l’idea di introdurlo“, ha detto.
Per mangiarci meglio
http://voxnews.info/2014/05/28/euro-un-giorno-gli-storici-si-chiederanno-perche/