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martedì 30 giugno 2015

IL PENSIERO E CITAZIONI DI GIORDANO BRUNO

Prima di riportare quelle che, a nostro giudizio, sono le più belle frasi di Giordano Bruno (Nola 1548 – Roma 1600) tratte dalle sue opere, riassumiamo brevemente il suo pensiero.
Il concetto fondamentale della sua Filosofia è l’infinità dell’Universo.
Questa sua idea, che a noi moderni potrebbe sembrare quasi ovvia, era, per la sua epoca, estremamente rivoluzionaria: se l’Universo è infinito, nessun suo punto ne può essere considerato il centro e questa considerazione era in estremo contrasto con la dottrina della Chiesa Cattolica che poneva la Terra al centro dell’Universo.
Ma questo concetto portava Bruno ancora più avanti rispetto alle conoscenze scientifiche del suo tempo: Copernico aveva dimostrato che la Terra ed i pianeti ruotavano attorno al Sole, ma non si era spinto più in là. L’intuizione di Bruno aveva invece come conseguenza che neanche il Sole potesse essere il centro dell’Universo, in pieno accordo con quanto sappiamo ora, quattro secoli dopo.
Il concetto dell’infinità dell’Universo portò poi Bruno a postulare, quasi profeticamente, il concetto della pluralità dei mondi.
Se l’Universo è infinito, non può esistere null’altro all’infuori di esso e da qui deriva il Panteismo del frate di Nola: tutto è Dio che si manifesta sotto due aspetti: Materia (Natura naturata) ed Anima del mondo (Natura naturans). L’una non può esistere senza l’altra.
La Materia, intesa come parte essenziale della Sostanza divina è dunque rivalutata, in piena antitesi, anche in questo caso, col concetto del Cristianesimo Medievale che vedeva nel mondo materiale il regno del male e del peccato.
In questo contesto, secondo Bruno, il compito dell’uomo è una continua evoluzione spirituale, affrontata con “Eroico Furore”, con un progressivo autosuperamento, verso il raggiungimento di stadi spirituali sempre più elevati.
La Religione, secondo il filosofo nolano, è utile per governare i “rozzi popoli”, ma gli uomini superiori devono seguire la Ragione ed a loro spetta il governo dei popoli.
A causa del suo pensiero, il 17 febbraio del 1600, con la lingua serrata da una morsa affinchè non potesse parlare, Giordano Bruno veniva bruciato vivo sul rogo dalla Chiesa Cattolica in piazza Campo dei Fiori a Roma.( Fonte)
Lasciamo ora parlare il filosofo di Nola …..
Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all'uomo, non servirà all'uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l'uomo.
Non è la materia che genera il pensiero, è il pensiero che genera la materia.
L'altezza è profondità, l'abisso è luce inaccessa, la tenebra è chiarezza, il magno è parvo, il confuso è distinto, la lite è amicizia, il dividuo è individuo, l'atomo è immenso.
Dio è in ogni luogo e in nessuno, fondamento di tutto, di tutto governatore, non incluso nel tutto, dal tutto non escluso, di eccellenza e comprensione egli il tutto, di defilato nulla, principio generatore del tutto, fine terminante il tutto.
E noi, per quanto ci troviamo in situazioni inique [...] tuttavia serbiamo il nostro invincibile proposito [...] tanto da non temere la morte stessa.
Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo.
“Che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell’illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini”.
Chiudiamo questa carrellata di aforismi con la celebre frase che Giordano Bruno rivolse ai suoi giudici al momento della condanna, prima che gli fosse chiusa la lingua in una morsa per evitargli di parlare ulteriormente:
(Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell’ascoltarla).
FONTE: http://altrarealta.blogspot.it/

lunedì 29 giugno 2015

Preparare acqua alcalina per normalizzare il pH del corpo


Preparare acqua alcalina per normalizzare il pH del corpo
L’acqua è un elemento fondamentale per il nostro corpo, sia perché costituisce una parte importante della sua composizione, sia perché è essenziale per le funzioni vitali di molti dei nostri organi. Dovremmo tutti bere almeno 6-8 bicchieri di acqua al giorno per idratarci in modo corretto e per migliorare la salute del nostro organismo. Tuttavia, per poter sfruttare tutti i benefici dell’acqua, questa deve essere di alta qualità o, ancor meglio, acqua alcalina.

Attenzione con l’acqua del rubinetto!

L’acqua del rubinetto può sembrare acqua potabile, ma in realtà, nella maggior parte dei casi, contiene grandi quantità di cloro con antibiotici, ormoni, agenti contaminanti e altri metalli, che finiscono direttamente nel nostro corpo quando la beviamo senza prendere precauzioni.
Bere acqua di bassa qualità può danneggiare il nostro sistema immunitario, scatenare diverse malattie e compromettere il nostro apparato digerente. Se vogliamo mantenerci in salute, è molto importante imparare a usare l’acqua correttamente e cercare sempre di utilizzare quella di buona qualità.

Acqua alcalina per normalizzare il pH del corpo

È probabile che abbiate già sentito parlare dell’equilibrio acido-alcalino del corpo, che è necessario per mantenerci sani. Quando seguiamo un’alimentazione scorretta e conduciamo uno stile di vita sedentario, il nostro corpo diventa acido e ciò può scatenare vari problemi di salute come disturbi digestivi, malattie croniche, affaticamento e aumento di peso. Per alcalinizzare il nostro organismo, è importante bere acqua di qualità e consumare alimenti che sono in grado di equilibrare il pH del nostro corpo.
Il pH si misura da 0 a 14. Un pH equivalente a 7 è considerato neutro, un pH da 7 a 14 è basico, mentre da 0 a 7 è acido. Il pH di un organismo sano deve essere tra 7,35 e 7,45.
Acqua alcalina
Uno dei rimedi per normalizzare il pH del corpo è il consumo di acqua alcalina. Di solito, l’acqua alcalina si ottiene tramite sistemi di filtraggio che possono essere molto costosi. Per fortuna, esistono anche ricette da fare in casa per preparare l’acqua alcalina senza spendere un patrimonio e ottenendo un prodotto altrettanto efficace.

1. Ricetta a base di acqua, limone e sale dell’Himalaya

Questa ricetta per preparare l’acqua alcalina è uno dei metodi più comuni e utilizzati in tutto il mondo. Gli ingredienti sono abbastanza economici ed è anche molto facile da preparare.

INGREDIENTI

  • 1 brocca d’acqua limpida.
  • 1 limone biologico.
  • 1 cucchiaino di sale dell’Himalaya.

PREPARAZIONE

Riempite la brocca con dell’acqua pulita e aggiungete il limone tagliato in 8 pezzi. Per ultimo, aggiungete il sale dell’Himalaya e conservate ben coperto per 12 ore a temperatura ambiente. La mattina dopo, bevetene 3 bicchieri prima di fare colazione.

2. Ricetta a base di acqua bollente

Questa seconda ricetta per preparare l’acqua alcalina è molto semplice.Basta bollire l’acqua per 5 minuti.
Di solito, l’acqua al suo stato neutro ha un pH che non supera il 7,2. Quando si fa bollire per 5 minuti e poi si lascia raffreddare, il pH aumenta fino a 8,4, il che aiuta a regolare il pH del corpo.
C’è chi sostiene che l’acqua preparata in questo modo vada bevuta calda, ma in realtà mantiene la stessa alcalinità anche quando si raffredda. Tuttavia, vi consigliamo di conservarla in una bottiglia di vetro ben chiusa o in un recipiente d’acciaio inossidabile dotato di un tappo.

3. Ricetta a base di acqua e bicarbonato di sodio

Bicarbonato_di_sodio
Questo ultimo metodo per preparare l’acqua alcalina fatta in casa sfruttai benefici del bicarbonato di sodio.

PREPARAZIONE

Per preparare l’acqua alcalina con questa ricetta, basta aggiungere un cucchiaino di bicarbonato di sodio a un bicchiere d’acqua. In questo modo, aumenterete il pH da 7,2 a 7,9.
Perché l’acqua possa essere considerata acqua alcalina, i suoi livelli di pH devono essere più alti di 7,3. Più è alto è ilvalore del pH, più alcalina sarà l’acqua.

Benefici dell’acqua alcalina

Oltre a regolare il pH del corpo, consumare acqua alcalina migliora molti altri aspetti della nostra salute:
  • Aiuta a prevenire le malattie dell’apparato digerente.
  • Aiuta a prevenire malattie croniche come il cancro.
  • Impedisce l’accumulo di radicali liberi nell’organismo e stimola l’eliminazione delle tossine.
  • Regola il flusso sanguigno e il pH del sangue.
  • Idrata il corpo e previene l’invecchiamento precoce.

lunedì 22 giugno 2015

ISIS? NO, JUST PRO-KIEV BATTALION ‘TORNADO’ (PHOTOS)

We offer to you the some incredible evidence of a common Ukrainian patriotism. Do you think these guys from ISIS? No, they are not. These guys are famous Ukrainian patriots of well-known pro-Kiev battalion ‘Tornado’ taking part in so-called ‘anti-terrorist operation’ in Donbass…
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Dalla perdita della sovranità alimentare alla schiavitù


Gianni Tirelli

Quattrocento anni fa, gli esseri umani, prima dell’avvento del capitalismo, si nutrivano con più di 500 specie diverse di piante. Cento anni fa, con l’egemonia della rivoluzione industriale, si sono ridotte a 100 le specie diverse di cibo, che dopo l’aratura passavano ai processi industriali. Da trent’anni, dopo l’egemonia del capitale finanziario, la base di tutta l’alimentazione dell’umanità è rappresentata per l’80% da soia, mais, riso, fagioli, orzo e manioca. Il mondo è diventato un grande supermercato, unico. Le persone, indipendentemente da dove vivono, si nutrono della stessa dieta di base, fornita dalle stesse imprese, come se fossimo i maiali di una grande porcilaia che aspettano, passivi e dominati, la distribuzione della stessa razione giornaliera.

C’è stata una enorme concentrazione della proprietà della terra, dei beni della natura e del cibo. Qual è la soluzione?
In primo luogo abbiamo bisogno di rinegoziare in tutto il pianeta il principio che il cibo non può essere una merce. Il cibo è l’energia della natura (sole più terra, più acqua, più vento) che muove gli esseri umani, prodotti in armonia e collaborazione con gli altri esseri viventi che formano l’immensa biodiversità. Tutti dipendiamo da tutti, in questa sinergia collettiva di sopravvivenza e di riproduzione. Il cibo è un diritto di sopravvivenza. E quindi, ogni individuo della terra dovrebbe avere accesso a questa energia per riprodursi, in maniera egualitaria e senza alcun vincolo.
Noi sosteniamo il concetto di sovranità alimentare, che è il bisogno e il diritto che in ogni territorio, ci sia un villaggio, una tribù, un insediamento, una città, uno stato e anche un paese, ogni popolo abbia il diritto e il dovere di produrre il proprio cibo.
[João Pedro Stédile] ...



L’inquinamento prodotto dal capital/liberismo ha fatto tabula rasa di ogni forma di vita. Così non c’è più niente da pescare, da cacciare, un orto da coltivare, e più in breve, la possibilità procurarsi quel cibo, al fine di soddisfare i bisogni primari della gente. Ci è stato impedito di seminare, costringendoci ad acquistare al Mercato del Grande Malfattore, sementi geneticamente modificate, ortaggi e animali da cortile, clonati e pompati, e quella lunga lista di sostanze chimiche cancerogene che devastano i corpi dei nostri figli, dispensando dolore e paura fra la cittadinanza. L’obiettivo di tutto questo è di controllare la catena alimentare globale per renderci schiavi, e dipendenti dalla loro insanguinata mercanzia – non che sterco del diavolo.

Questo non ha niente a che vedere con l’idea di alimentare il mondo. Il vero scopo è di aumentare gli introiti delle grandi *corporation dell’industria chimica, e cancellare ogni nostra risorsa, capacità, e residua volontà – Renderci inoffensivi, insomma, per poi schiacciarci come un pugno di mosche, ronzanti e fastidiose. Noi, le inconsapevoli cavie di laboratorio, di un progetto di sperimentazione di stampo nazista, di dimensioni planetarie, che terminerà con “la soluzione finale”. Uno sterminio, questo, scientificamente programmato, che rientra in un progetto di sfruttamento integrale di ogni risorsa energetica e degli individui, asserviti e resi schiavi in ragione della loro (presunta) inferiorità, incapacità e inutilità. Esseri non uomini, né animali, che non appartengono ad alcuna razza, specie, e forma di vita, ma meri ingranaggi di un Sistema necrofilo, e clienti classificabili esclusivamente sulla base del loro potere d’acquisto.
Io, da questo preciso momento, impugno contro lo Stato, il mio diritto di nascita – naturale, inderogabile e inalienabile – in virtù del quale a ogni uomo spetta un pezzo di terra da coltivare, l’accesso all’acqua, e un riparo. Inoltre chiedo e pretendo il risarcimento di tutti danni procurati all’ambiente (non che la sua immediata bonifica), e causa i quali, si è determinato un livello di contaminazione tale, da avere resa impossibile qualsiasi condizione di autonomia e di autosufficienza, che dall’alba dei tempi era alla base di ogni società che si definisca “civile” e libera.
Così, ci è stata sottratta ogni sovranità, e calpestato il più naturale fra tutti i diritti dell’uomo: il diritto alla felicità.
Ma io non ci sto!!! Noi non ci stiamo!!! Da questo preciso momento, si è resa necessaria, e prioritaria a tutto il resto, una dichiarazione di guerra contro tutti quegli stati che non intendono rispettare i diritti naturali, intangibili e irrinunciabili dell’individuo, dal giorno del suo concepimento su questa terra.
E quando presto la disoccupazione raggiungerà livelli inimmaginabili, e la qualità della vita a caduta libera costringerà centinaia di milioni di individui del mondo occidentale all’accattonaggio e a ogni sorta di aberrazione, allora, e solo allora, comprenderemo il valore incommensurabile della Madre Terra e del suo infinito potere – La Terra, il solo padrone al quale avremmo dovuto sottometterci, sottostare e ubbidire, rispettandone le sue regole ancestrali, senza diventarne schiavi e servi, ma attraverso Lei, ritrovare l’autentico e primigenio significato di libertà. E quando tutto sarà palese e noi, volenti o nolenti, ignoranti e intelligenti, dovremo per forza e necessità prendere atto di quali erano le reali finalità del Sistema Bestia e del suo piano diabolico di omologazione, a quel punto, saremo già tutti schiavi.

A ogni essere umano, ripeto, spetta un pezzo di terra, l’accesso all’acqua, una dimora, e la possibilità inderogabile di potere soddisfare i suoi bisogni primari con la sola forza delle sue braccia, e attraverso quella passione vivifica e salvifica, che nasce da quel rapporto simbiotico di mutuo scambio che da sempre si era stabilito fra uomo e natura. Ma oggi questo diritto è stato calpestato e reso ridicolo.
Da qui, nasce la necessità di assegnare i beni della natura (terra, acqua, energia) ripartiti fra tutti gli individui della terra.
Fino al momento in cui non saranno ripristinati tali diritti e le condizioni necessarie atte all’epocale e radicale cambiamento di riconversione, i governi delle nazioni tutte si dovranno nel frattempo accollare l’onere e l’obbligo di provvedere alla sussistenza dei cittadini (reddito di cittadinanza), in virtù di una somma congrua mensile per ciascuno di loro. In seconda battuta, va messo in campo un piano di esproprio, a danno dei grandi proprietari terrieri, grandi detentori di patrimoni, latifondisti, multinazionali dell’agroalimentare, e dell’industria chimica, per dare inizio ad un’equa distribuzione del suolo, sull’onda di una nuova e luminosa rinascita.
Le società si potranno definire democratiche e civili, solo a patto di garantire ai cittadini il diritto alla sopravvivenza e all’autonomia, avendo accesso al cibo-energia necessario.

*Monsanto, Syngenta, DuPont, Dow, Bayer e Basf -

http://crepanelmuro.blogspot.it/2014/02/dalla-perdita-della-sovranita.html

Usa il tuo nome come un Mantra

"Entra nel suono del tuo nome e, attraverso questo suono, tutti i suoni."
l tuo nome può essere usato come un mantra: i risultati saranno tangibili, perché è sceso in profondità nel tuo inconscio. Null'altro è sceso tanto in profondità. D'altro canto, esso è connesso a un fatto molto bello: tu non lo chiami mai, solo gli altri lo fanno. Gli altri lo usano, tu non lo usi mai. Quindi, quando evocherai il tuo nome, sembrerà che appartenga a qualcun altro: sarà un fenomeno estremamente rivelatore. Potrai diventare un testimone del tuo stesso nome, e col nome tutta la tua vita è coinvolta. Dunque, usalo come un suono. Attraverso questo suono puoi scendere alle stesse profondità a cui il tuo nome è giunto dentro di te. Il tuo nome diventa una semplice porta per tutti i nomi. Ma prima di tutto entra nel suono del tuo nome: se continui a ripetere il nome velocemente, ben presto diventerà un suono del tutto privo di significato, e il suono si diffonde in tutto il corpo, il suo significato è limitato alla testa. Attraverso questo suono, entrerai in tutti i suoni. Questo suono diventerà la soglia di tutti i suoni. E “tutti i suoni” indica tutto ciò che esiste. Questa è una delle comprensioni essenziali della ricerca interiore: l'unità fondamentale dell'esistenza non è l'elettricità, bensì il suono. Avrete sentito alcune storie riferite al suono. Ad esempio, le mura della città di Gerico furono distrutte grazie a un suono particolare. Che sia vero o meno, una cosa è certa: se riesci a creare un suono particolare in maniera così continuativa da fargli perdere ogni significato, anche la mente si perde, e le mura del tuo cuore verranno rimosse.

OSHO


http://divinetools-raja.blogspot.it/ La Via del Ritorno... a Casa

sabato 20 giugno 2015

IL NUOVO ORDINE MONDIALE. (di Nino Galloni)


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Diverso dai precedenti l’ultimo, recentissimo librone di Henry Kissinger: vi si riconosce che il vecchio ordine mondiale Usa-centriconon c’è più, che il futuro è incerto, ma potrebbe riservarci – oltre alla prospettiva di un terrificante conflitto globale – equilibri fra aree di influenza, nella migliore delle ipotesi basati sulla logica del Trattato di Vestfalia. Vale a dire ciascuna area di influenza rispetta l’altra e non ammette ingerenze esterne. Insomma, abbattuti gli Stati nazionali, secondo il volere dei grandi potentati finanziari e industriali mondialisti, forse (sono parole dello stesso Kissinger) non ci ammazzeremo tutti quanti in una guerra…ma non è detto.
Insomma la grande finanza mondiale annuncia che ha fatto un casino, ha massacrato i popoli, non ha risolto nulla anche perché, ad un certo punto si è accorta che l’abbattimento degli Stati non produceva un modello nuovo – magari antidemocratico o ademocratico, chissà – ma solo un grande casino dove non si sa cosa succederà domani o, addirittura, stasera.
Da Mussadec a Lumumba, da Allende a Moro, le classi dirigenti nazionali, degne di questo nome, sono state decapitate con conseguenze irreparabili; è seguita una lunga stagione di destabilizzazioni regionali che hanno prodotto ingovernabilità dalla ex Jugoslavia all’Afganistan, dall’Iraq alla Libia (e l’elenco sarebbe ben lungo), solo per assicurare affari per pochi, disastri per molti (l’immigrazione è uno di questi casi), senza un ordine, un senso, un modello da difendere.
Il liberismo, infatti, ci ha regalato trent’anni di regressi e di incubi dal G7 di Tokio del 1979 al crollo del sistema interbancario del 2008, senza che dopo si potesse capire né dove andavamo, né dove si potrebbe andare.
Si potrebbe dire che siamo nelle mani di gente così:  “Tiriamo una bella atomica da qualche parte, poi vediamo cosa succede…dai!”…
Ovviamente esistono opzioni alternative alla grande finanza e allo stesso capitalismo, oggi l’umanità dispone di tecnologie eccezionali che potrebbero farci star bene tutti, ma se non entriamo nell’ordine di idee di prendere in mano il nostro destino, risulteremo – in modo crescente – in balia di dittatori, approfittatori, predatori, delinquenti e pasticcioni anche nel prossimo futuro.
Nino Galloni
http://scenarieconomici.it/il-nuovo-ordine-mondiale-di-nino-galloni/

SAPIR: LA GRECIA, L’EUROPA E LA SOVRANITÀ

Un bell’articolo del prof. Jacques Sapir fa emergere le lezioni profonde che si possono trarre dalla crisi greca, qualunque sarà il suo esito. Perseguendo nei fatti la resa del governo greco e il principio della sovranità limitata, la UE si è mostrata per quello che è, un risorto Patto di Varsavia in versione fascista. Secondo Sapir, occorre prenderne atto e fare della riconquista della sovranità l’obiettivo imprescindibile e primario di un fronte unito.
di Jacques Sapir · 15 giugno 2015
Quale immagine rimarrà dell’Unione europea, in seguito alla crisi greca? Infatti, qualunque sarà l’esito di questa crisi, che si risolva in un default greco e una possibile uscita dalla zona euro, con il riconoscimento che la posizione della Grecia è ben fondata e con una gestione politica del debito, oppure in una capitolazione del governo greco, le conseguenze di questa crisi sull’Unione europea e sulla sua immagine saranno molto profonde. La crisi farà piena luce sull’opacità del processo decisionale sia della UE che dell’Eurogruppo che della Banca centrale europea. Metterà in evidenza il carattere antidemocratico di molte di queste decisioni e la profonda avversione alla sovranità dei popoli. L’Unione europea, senza rendersene conto, portando avanti l’equivalente di una dottrina della “sovranità limitata”, ha assunto il ruolo della defunta Unione Sovietica. Quale che sia l’esito di questa crisi, quindi, il suo impatto sull’immagine della UE sarà disastroso.
Il mancato dialogo e le sue ragioni.
Le condizioni di gestione della crisi sono state disastrose, ma è un disastro di cui la Commissione europea ha la piena responsabilità. Dopo l’avvento al potere del nuovo governo greco (governo di coalizione tra SYRIZA i separatisti di ANEL), era chiaro che il quadro dei negoziati non avrebbe potuto essere quello del “memorandum”. Questo fatto è stato negato dai negoziatori dell’Eurogruppo, che hanno sempre cercato di riportare il governo greco in un contesto che quest’ultimo aveva respinto. La Commissione europea, e le varie “istituzioni” europee, hanno finto di credere che il negoziato vertesse sulla quantità degli aiuti, mentre il governo greco proponeva di superare questa logica degli aiuti e affrontare politicamente il problema del debito, come era stato fatto nel 1953 con il debito della Germania. Questo rifiuto da parte della Commissione di intendere quanto veniva detto dal governo greco ha portato alla trasformazione di questi negoziati in quel che il ministro delle Finanze greco, il sig Yanis Varoufakis, una “guerra”. Come c’era da attendersi, ciò ha determinato un irrigidimento della posizione greca. Oggi c’è un’alleanza de facto della sinistra di SYRIZA con i sovranisti di ANEL, alleanza che condiziona in gran parte l’atteggiamento del primo ministro Alexis Tsipras.
Se oggi siamo sull’orlo di un precipizio, è in gran parte perché l’Unione europea ha perseguito in questi negoziati degli obiettivi anch‘essi politici: piegare la Grecia al fine di garantire che una messa in discussione del quadro dell’austerità voluta dalla Germania e dai paesi che hanno accettato il ruolo di vassalli di quest‘ultima, e qui dobbiamo parlare di Spagna, Francia e Italia, non possa avvenire con mezzi democratici. A poco a poco, nella primavera del 2015, è così diventato chiaro che ciò che l’Unione europea stava perseguendo non era un accordo con la Grecia, ma la resa totale del governo greco. Qualunque sia l’esito finale di questi “negoziati”, i popoli europei comprenderanno quindi che da parte di Bruxelles c‘è stata solo mala fede, e che il signor Juncker pensava solo a una pace cartaginese.
Da questo punto di vista, e questo ha un enorme importanza, l’Unione europea ha perso la battaglia dell’immagine. Si è mostrata per quel che è: una struttura oppressiva e repressiva, profondamente antidemocratica. La reputazione della UE è ormai compromessa a causa del suo comportamento in relazione alla Grecia.
L’Unione europea per quello che è.
L’Unione europea è stata presentata come una costruzione nuova, né un “super-Stato”, né una semplice associazione. Affermando perentoriamente, per bocca del signor Barroso, che l’Unione europea è un progetto “sui generis” (1), i leader europei si sono esonerati da ogni controllo democratico e così hanno seppellito il principio della sovranità nazionale, ma senza sostituirlo con un altro principio. E’ il Re in tutta la sua nudità. Ciò è stato ribadito, più brutalmente, da Jean-Claude Juncker, il successore dell’ineffabile Barroso a capo della Commissione europea: “Non ci può essere scelta democratica contro i trattati europei”. Questa dichiarazione rivelatrice risale alle elezioni greche del 25 gennaio 2015, che avevano visto la vittoria di Syriza. In poche parole, è stato detto tutto.
Il diritto costituzionale, cioè le norme con le quali ci diamo delle regole per organizzare la nostra vita di comunità, di solito si concentra sulla questione della sovranità. Ora, è proprio questa questione che gli oligarchi di Bruxelles e Francoforte vorrebbero far scomparire. Abbiamo visto lo schema messo a punto, consciamente o inconsciamente, a Bruxelles, e che rivela come, sia il discorso di Barroso che la dichiarazione di Juncker non abbiano altro scopo che quello di escludere la sovranità e lasciare i leader della UE senza controllo democratico sulle loro azioni. Ma la dichiarazione di Juncker si spinge ancora oltre. Toglie a un paese il diritto di contestare le decisioni adottate nei trattati. Oggi siamo nel contesto di una nuova “sovranità limitata”.
Queste parole riprendono l’approccio dell’Unione Sovietica nei confronti dei paesi dell’Europa orientale nel 1968, in occasione dell’intervento del Patto di Varsavia a Praga. Mostrano di considerare i paesi membri dell’Unione europea come colonie, o più precisamente come dei “protettorati” nell’ambito del Commonwealth, la cui sovranità era soggetta a quella della metropoli (la Gran Bretagna). Tranne che in questo caso non c’è metropoli. L’Unione europea sarebbe un sistema coloniale, senza metropoli. E, forse, è solo un colonialismo per procura. Dietro la figura di un‘Europa presunta unita, ma che ora è in realtà divisa nei fatti dalle istituzioni europee, si profila la figura degli Stati Uniti, paese a cui Bruxelles continua a cedere, come si è visto nella questione del trattato transatlantico o TAFTA (ora ribattezzato TTIP, ndt), o nella crisi ucraina.
Riconquistare la sovranità, ricostruire lo Stato, rifondare la democrazia.
Questa rivelazione della vera natura dell’Unione europea ha portato alcuni autori a paragonarla ad un “fascismo morbido“. Laurent de Sutter, professore di diritto e direttore alla Presses Universitaires de France, dà anche questa spiegazione: “Questo delirio diffuso che mostrano le autorità europee, deve essere messo in discussione. Perché si svolge così spudoratamente davanti ai nostri occhi? Perché si continua a fingere di trovare delle ragioni, quando queste ragioni non hanno più alcun significato – sono solo parole vuote, slogan falsi dalla logica incoerente? La risposta è semplice: si tratta di fascismo. Si tratta di darsi una copertura ideologica puramente convenzionale, un discorso a cui si fa finta di aderire, per poi, in verità, fare un’altra cosa“.
E’ quindi necessario trarne tutte le conseguenze, anche se la formula del “fascismo morbido” potrebbe risultare scioccante. Oggi è ormai chiaro che la lotta per recuperare la sovranità è un requisito essenziale. Potremo discutere di questioni importanti solo una volta che la sovranità verrà ristabilita e lo Stato ricostruito. È per questo che dobbiamo accogliere la decisione, anche se appare molto tardiva, di Jean-Pierre Chevènement di lasciare il Mouvement Républicain et Citoyen, MRC (da lui fondato), per collocarsi all’interno di uno spazio di dibattito che trascenda “... le sensibilità storiche, perché altrimenti la Francia non si rimetterà in moto“.
E’ ormai chiaro che le differenze non si faranno più su un asse “destra-sinistra”, almeno fino a quando la questione della sovranità non sarà risolta. “Non vi è di irrimediabile che la perdita dello stato”, aveva detto Enrico IV. (2) Quando fece questa dichiarazione davanti ai giudici di Rouen, in quanto il Parlamento all’epoca era un‘assemblea di giudici, egli voleva far comprendere che un interesse più elevato si imponeva al di sopra degli interessi particolari e che il perseguimento da parte dei singoli individui dei propri legittimi scopi non dovrebbe avvenire a spese dell’obiettivo comune della vita sociale. Ristabilendo il senso della nazione, egli pose fine alla guerra civile. Oggi noi siamo a questo punto. Possiamo rammaricarcene, ma dobbiamo prenderne atto, e trarne le necessarie conseguenze.
Dunque oggi è chiaro che dovrebbe delinearsi un fronte unito di sovranisti. Contrariamente a quello che si pensa, non si tratta di una formula semplice. Come ogni fronte unito, non vuole essere una formula magica che produca una unanimità artificiale, ma uno strumento tattico in vista di un obiettivo politico preciso. Sarà opportuno, alla fine, che si distinguano bene le critiche che potranno essere fatte all’interno di questo fronte, da quelle che dovremmo riservare ai nostri nemici.
Note
(1) Manuel Barroso JM Barroso, “Europa globale dall’Atlantico al Pacifico”, Discorso alla Stanford University, 1 maggio 2014

Finché tu esisti,


Finché tu esisti,
finché il mio sguardo
ti cerca al di là delle colline,
finché niente
mi riempie il cuore,
se non è la tua immagine, e c’è
una remota possibilità che tu sia viva
da qualche parte, illuminata
da una luce – qualunque…
Finché
io ho il senso che sei e che ti chiami
così, con quel nome tuo
così piccolo,
continuerò come adesso, amata
mia,
affranto di distanza,
sotto l’amor che cresce e che non muore,
questo amor che continua e non finisce.
Ángel González

Mafia capitale: delitto o bomba mediatica a copertura del furto delle nostre tasse?

Ancora una volta lo sdegno ed il dissenso dei cittadini va esattamente nella direzione che vogliono coloro che questa crisi economica la stanno causando davvero.
Stamani ho letto un tweet ingenuo e banale che mi ha fatto ribollire il sangue: “mafia capitale, ecco dove vanno a finire le tasse che Equitalia ci spreme”. Ebbene non è così. Non c’entra nulla ed il danno erariale è ben più limitato di quanto ci raccontano.
Esempio: se abbiamo 60 miliardi di corruzione (fonte Corte dei Conti 2014) secondo voi il costo reale per le casse dello Stato è davvero 60 miliardi? Se mi rispondete che certamente è così allora voi supponete che colui che percepisce una tangente la bruci istantaneamente nel caminetto. Comprenderete invece che se tali soldi vengono spesi ed iniziano a circolare comporteranno inevitabilmente entrate per lo Stato e PIL per il paese.
Ovvio che qui si parli di reati e che quei 60 miliardi debbano essere spesi per altro ma non cadete nell’errore, davvero da analfabeti macroeconomici, di pensare che avreste avuto 60 miliardi in meno da pagare con le vostre tasse. Anzi non è nemmeno da escludere che anche il moltiplicatore monetario della corruzione sul PIL sia largamente positivo come ogni altra spesa pubblica con conseguente miglioramento dei conti del Paese.
Ovviamente vi può essere un’obiezione a tale ragionamento. Ovvero si può affermare che i soldi delle tangenti non sono spesi in Italia ma portati all’estero. L’obiezione non coglie nel segno perché solo una minima parte del denaro viene effettivamente trafugato dal Paese. La realtà è nei numeri. Secondo due ricercatori della Banca d’Italia, Valeria Pellegrini ed Enrico Tosti, gli italiani avrebbero occultato all’estero disponibilità totale per 150 miliardi. Dunque se questo è il dato totale, ed ovviamente comprende anche altre fonti illecite (quali criminalità di altro genere stimata in 130 miliardi all’anno secondo il Tesoro o evasione fiscale stimata in 120 miliardi all’anno), la quota parte di denaro proveniente dalla corruzione che finisce all’estero è assolutamente minimale rispetto al totale, altrimenti i fondi occulti dovrebbero essere molto più cospicui.
Dunque, fermo restando che la corruzione è e resta una vergogna da estirpare e punire con severità, è bene scolpirsi nella mente che con la crisi non c’entra nulla come non centrano i borseggi o le rapine ed infatti mai nessuno lo ha millantato in televisione. Provo a farvi un esempio stupido per farvi capire che la liceità di un’attività economica non ha nulla a che vedere con i suoi effetti macroeconomici.
Immaginate un cittadino straniero regolare sul nostro territorio che guadagna 1200 euro al mese. Ogni mese manda metà del suo guadagno al proprio paese di origine, ovvero 600 euro. Ebbene un mese viene rapinato dei 1200 euro ed il rapinatore si spende l’intera somma in consumi in pochi giorni. Ecco che il comportamento lecito avrebbe sottratto 600 euro dalla nostra economia mentre quello illecito ci ha evitato il danno.
Insomma non fermatevi alle apparenze! La crisi dipende da altro, la crisi economica dipende da scelte volutamente recessive imposte dal vincolo esterno UE che ha aggredito le nostre economie e le nostre democrazie. Ci è stato imposto di tassare più di quanto spendiamo e di farlo per sempre, a prescindere dal ciclo economico. Ovviamente, visto che la moneta non cresce nei campi (e non possiamo più crearla a causa dell’illecita cessione della sovranità monetaria), tali politiche ci hanno via via impoverito a favore degli speculatori finanziari che sono gli unici che lucrano davvero sulle nostre tasse.
Mario Monti lo ha spiegato più volte: la crisi è lo strumento con cui ci obbligano a cedere sovranità nazionale. Ovvero ci obbligano a sostituire la democrazia con la legge violenta della dittatura dei mercati. Oggi abbiamo un’Unione Europea che non tutela più il lavoro ma unicamente la stabilità dei prezzi per evitare perdite ai creditori finanziari. Ecco che in questo quadro dove ci vogliono imporre il “meno Stato” (per togliere i diritti costituzionali) scandali vergognosi come “mafia capitale” diventano lo strumento principale per condurre l’opinione pubblica nella direzione scelta, per far dire alla gente basta Stato e viva il neoliberismo, viva i padroni della nostra moneta. Così non capiamo la verità ovvero che soccombiamo semplicemente perché nell’economia reale c’è meno moneta di quella necessaria e la rarefazione monetaria è una scelta precisa per smantellarci.
Aprite le menti, informatevi, chiedete ai più esperti. Ma non fermatevi a ciò che appare, mai!
Riscattare la nostra sovranità monetaria ed economica è l’unica via di uscita.

La Coalizione contro l’Isis è la vergogna dell’Occidente


Caro Quirico, ormai da mesi è stata annunciata la coalizione di 40 nazioni, poi aumentata, contro l’Isis e il califfato. Fatto sta che non mi pare che la strategia adottata da questa «squadra», senza un esercito terrestre, stia risultando vincente visto che, a rimo cadenzato, il mondo dell’informazione ci propina filmati di carneficine messe in atto dall’Isis. A questo punto sorge il dubbio sulla compattezza di questa coalizione che, evidentemente, alle parole non fa seguire i fatti. Quali possono essere i motivi di questo quasi fallimento, almeno in questa fase?  
Giovanni Attinà  

La cosiddetta Coalizione è il Baedeker delle vergogne dell’occidente e delle sue macerie eloquenti. I nostri alleati sono impresentabili: regimi pestiferi non diversi nella natura sozza e violenta dal califfato che dovrebbero combattere, finanziatori per vile tornaconto dei catecumeni del terrorismo, emiri gaglioffi e ayatollah assassini, europei in ordine sparso bigi, prudenti e pantofolai, che si preoccupano di esserci ma soprattutto di non correre rischi. Ecco la Coalizione. Che non abbia combinato nulla non dovrebbe stupire. Le guerre, come è noto, non sono né morali né immorali. L’importante è vincerle. Attività che sembra fuori portata per i coalizzati la cui strategia è un alfabeto di misteri.  
La propaganda bugiarda non appartiene, purtroppo, solo agli sgherri giulivamente comunicativi del califfo. Da mesi i telegiornali rigurgitano di filmati di scenografici bombardamenti ovviamente chirurgici. Posti comando, convogli di blindati, capi sottocapi e gregari di ogni ordine e grado islamista, depositi di armi, tutto è stato sbriciolato per le edizioni della sera. Non dovrebbe esistere più nulla, visto anche i numeri riferiti dalla solita intelligence, di quei forsennati tra il Tigri l’Eufrate e i monti del Libano. E invece la non metafisica presenza di quelle forze terribili e crudeli continua. Abu Bakr è già morto e risorto almeno quattro volte. Le annibaliche avanzate degli eroici peshmerga curdi e delle legioni sciite a comando persiano sono servite in realtà per qualche conferenza stampa di notabili mediorientali e statunitensi.  
Purtroppo sta per arrivare il primo anniversario della proclamazione del califfato di Mossul. Un anno. Un infinito tempo nella Storia: perché quella micidiale e sanguinaria costruzione politica si è conficcata nel territorio e nelle coscienze di coloro che vivono laggiù, sta pericolosamente diventando, ovvia, naturale e permanente nello spazio e nel tempo. Mentre i droni affilano i denti, il califfato con le giaculatorie sorrette dagli sgozzamenti amministra e plasma le coscienze di centinaia di migliaia di sventurati «sudditi». Srotolando tappeti davanti all’Iran e affidandogli la «riconquista» del Nord dell’Iraq abbiamo garantito al califfo l’alleanza eterna delle tribù sunnite che costituiscono la massa delle sue fanterie. Cosa potrebbero fare di diverso? L’arrivo dei «liberatori» iraniani e sciiti significherebbe per loro la necessità di fuggire o di essere ridotti, al meglio, al ruolo di iloti. 
La Coalizione lambiccata da Obama per non far nulla pone già le premesse per massacri e caos per i prossimi trent’anni. Proprio ciò che serve al Califfato! 

Domenico Quirico, inviato de «La Stampa», è stato capo-servizio degli Esteri e corrispondente da Parigi. Ha raccontato le tragedie africane, è affondato su un barcone di migranti nel 2011, è stato sequestrato dai soldati di Gheddafi e dai jihadisti siriani. Ha scritto numerosi saggi, tra cui il recente «Il grande califfato».  
 http://www.lastampa.it/2015/04/23/cultura/opinioni/secondo-me/la-coalizione-contro-lisis-la-vergogna-delloccidente-aGnMPjR4FXY4Xd7PjM5iKN/pagina.html

Quando avremo tolto questo “kintir” (clitoride) tu e tua sorella sarete pure.


"In Somalia, come in molti paesi dell’Africa e del Medio Oriente, le bambine sono rese “pure” asportando parte dei loro organi genitali. Non c’è altro modo di descrivere questa procedura, che in genere si esegue verso i cinque anni. Dopo che clitoride e piccole labbra sono state letteralmente raschiati via, nei casi più compassionevoli tagliati, gli organi genitali vengono ricuciti in modo che una spessa fascia di tessuto formi una cintura di castità costituita dalla carne cicatrizzata. Viene lasciata una minuscola apertura, opportunamente posizionata, per la fuoriuscita di un sottilissimo flusso di orina ( Ci si accorge che una donna non è infibulata semplicemente sentendola orinare. Le donne infibulate riconoscono subito la non infibulata, la donnaccia perché orina con un getto forte, cioè “come un uomo”.) Solo con grande forza e sofferenza si potrà in seguito allargare l’apertura, lacerando il tessuto cicatriziale e permettendo così di avere rapporti sessuali.
Poi toccò a me. Ormai ero terrorizzata.
- Quando avremo tolto questo “kintir” (clitoride) tu e tua sorella sarete pure.- Dalle parole della nonna e degli strani gesti che faceva con la mano, sembrava che quell’orribile kintir, il mio clitoride, dovesse un giorno crescere fino a penzolarmi tra le gambe. Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo ... Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare…Vidi le forbici scendere tra le mie gambe e l’uomo tagliò piccole labbra e clitoride. Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne. Un dolore lancinante, indescrivibile e urlai in maniera quasi disumana. Poi vennero i punti: il lungo ago spuntato spinto goffamente nelle mie grandi labbra sanguinanti, le mie grida piene di orrore … Terminata la sutura l’uomo spezzò il filo con i denti…Ricordo le urla strazianti di Haweya, anche se era più piccola, aveva quattro anni, scalciò più di me per cercare di liberarsi dalla presa della nonna, ma servì solo a procurarlo brutti tagli sulle gambe di cui portò le cicatrici tutta la vita.
Mi addormentai, credo, perché solo molto più tardi mi resi conto che le mie gambe erano state legate insieme, per impedire i movimenti e facilitare la cicatrizzazione (dato che c’è stata una perdita di sostanza, clitoride e piccole labbra, le gambe legate insieme permettono la cicatrizzazione, ma la cicatrizzazione avviene in retrazione. Non c’è più tutto il tessuto necessario perché le gambe possano essere divaricate completamente. Nessuna farà più la spaccata. Anche dare un calcio a un pallone può essere impossibile, come andare a cavallo o, nei casi più gravi, nuotare a rana. Nei casi più gravi, dove infezioni riducono ulteriormente il tessuto, le donne non possono più divaricare le gambe per accovacciarsi e urinare e, dove non esistono water, devono urinare dalla posizione in piedi con l’orina che scola tra le gambe, scola un filino alla volta, una goccia alla volta.) Era buio e mi scoppiava la vescica, ma sentivo troppo male per fare pipì. Il dolore acuto era ancora lì e le mie gambe erano coperte di sangue. Sudavo ed ero scossa dai brividi. Soltanto il giorno dopo la nonna mi convinse a orinare almeno un pochino. Oramai mi faceva male tutto. Finché ero rimasta sdraiata immobile il dolore aveva continuato a martellare penosamente, ma quando urinai la fitta fu acuta come nel momento in cui mi avevano tagliata. Impiegammo circa due settimane a riprenderci. La nonna accorreva al primo gemito angosciato. Dopo la tortura di ogni minzione ci lavava con cura la ferita con acqua tiepida e la tamponava con un liquido violaceo, poi ci legava di nuovo le gambe e ci raccomandava di restare assolutamente ferme o ci saremmo lacerate e allora avrebbe dovuto chiamare quell’uomo a cucirci di nuovo. Lui venne dopo una settimana per esaminarci. Haweya doveva essere ricucita. Si era lacerata urinando e lottando con la nonna…L’uomo ritornò a togliere il filo dalla mia ferita. Ancora una volta furono atroci dolori per estrarre i punti usò una pinzetta. Li strappò bruscamente mentre di nuovo la nonna e altre due donne mi tenevano ferma. Ma dopo questo anche se avevo una ruvida spessa cicatrice tra le gambe che faceva male se mi muovevo troppo, almeno non fui più costretta a restare sdraiata tutto il giorno con le gambe legate. Haweya dovette attendere un’altra settimana e ci vollero quattro donne per tenerla ferma… Non dimenticherò mai il panico sul suo viso e nella sua voce…Da allora non fu più la stessa…aveva incubi orribili. La mia sorellina un tempo allegra e giocosa cambiò. A volte si limitava a fissare il vuoto per ore. (svilupperà una psicosi) … cominciammo a bagnare il letto dopo la circoncisione."
- Hirsi Ali

mercoledì 17 giugno 2015

L’Esercito siriano infligge una dura sconfitta al gruppo terrorista di Al Nusra, patrocinato da USA, Israele e Arabia Saudita.

L’Esercito siriano infligge una dura sconfitta al gruppo terrorista di Al Nusra, patrocinato da USA, Israele e Arabia Saudita. Lasciati sul campo i corpi di 270 miliziani terroristi uccisi.
Le operazioni militari nella provincia di Suweida hanno lasciato un bilancio di 270 terroristi uccisi e varie decine di più feriti, a seguito dei combattimenti svoltisi lo scorso Lunedì vicino alla base di Thalet, dove è stato respinto con successo un altro attacco dei gruppi dei mercenari takfiri armati da USA, Israele, Arabia Saudita e Turchia.
“L’Esercito siriano, con l’aiuto delle Forze di Difesa Nazionale, ha respinto i tentativi dei terroristi di Al-Nusra di prendere possesso della base aerea strategica di Thalet, nella provinci adi Suweida”, lo ha dichiarato un comunicato emesso dall’Esercito siriano.
Nello stesso comunicato si segnala che, nell’attacco svoltosi Lunedì contro la base aerea di Thalet, più di 120 terroristi sono stati uccisi ed i loro cadaveri abbandonati sul terreno ed aggiunge: “L’Esercito ha annientato altri 25 terroristi che stavano cercando di entrare nella città di Um Walad”.
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L’Artiglieria dell’Esercito siriano ha bombardato duramente le posizioni del Fronte Al Nusra nella provincia uccidendo altri 150 terroristi arrivati dall’estero ed equipaggiati con armi USA ed israeliane.
La scorsa settimana il direttore dell’Osservatorio per i Dirittti Umani, Rami Abdulrahman, con sede a Londra, aveva segnalato che il fattore congiunto dei massicci attacchi aerei realizzati dall’aviazione siriana, l’arrivo di rinforzi per l’Esercito e la partecipazione di volontari civili elle Forze di Difesa Nazionale hanno dato luogo ad una vittoria dell’Esercito siriano e una grave sconfitta per il Fronte di Al Nusra, che ha lasciato in totale centinaia di morti sul terreno.
25.000 volontari accorrono dal Libano
Da parte sua il presidente del Partito di Unificazione e l’ex ministro libanese, Wiam Wahhab, ha detto che l’Esercito siriano ha distribuito 25.000 armi a Suweida tra i volontari e d ha rinforzato la presenza dell’aviazione in quella regione.
Wahhab ha dichiarato che la sopravvivenza della popolazione drusa del Libano dipende da una vittoria del Governo siriano del presidente Bashar al-Assad sui gruppi terroristi takfiri, i nemici di tutte le minoranze , assassini dei cristiani e dei drusi e dei sunniti moderati.
Fonte: Al Manar
Traduzione: Luciano Lago

Scuola. Una tentata estorsione dopo la sconfitta In evidenza

E' un problema contenere il linguaggio nei limiti del codice penale quando bisogna parlare del guitto di Pontassieve, ma ci sforziamo di farlo.
Cosa direste voi di un presidente del consiglio che a ventiquattro ore da una sonora batosta elettorale, seppur solo in amministrative locali, non trova di meglio che mettere sul piatto un autentico ricatto sulla scuola? Seduto sulla poltroncina berlusconiana del salotto di Bruno Vespa ha annunciato che le previste assunzioni dei precari storici - solo 100.000 nei suoi calcoli, molti di più nella realtà - non si faranno finchè non sarà lasciata passare la "riforma Giannini". Proprio quella idiozia privatistica che tutto il mondo della scuola, al completo (e dovrebbe essere un segnale piuttosto forte, viste le storiche divisioni nel mondo sindacale), ha rifiutato con forza, scioperando come mai era avvenuto negli ultimi venti anni e bloccando persino gli scrutini.
"Quest'anno con tremila emendamenti in commissione non si riesce ad assumere i 100mila a settembre. Le scelte dell'opposizione hanno come conseguenza che il provvedimento non riuscirà ad entrare in vigore in tempo per settembre".
"Vediamo adesso come rispondono i sindacati, se vogliono o no l'assunzione di 100 mila precari. Una cosa è certa: non farò mai una sanatoria. Le assunzioni sono legate alla riforma della scuola altrimenti si faranno nel 2016".
Non serve essere esperti di diritto per qualificare un discorso del genere come un tentativo di estorsione. Anche un cerebroleso arriva a capire che non esiste nessuna relazione logica tra una pianta organica così largamente deficitaria e un qualsiasi progetto di "riforma"; e che quindi la logica elementare vorrebbe che le due cose procedessero su binari e tempi diversi: le assunzioni subito, la "riforma" se e quando ci sarà consenso intorno ad un progetto serio.
Tutto il ragionamento di Renzi, diciamo così, si regge infatti sul potere che possiede un presidente del consiglio: io ho il potere di assumere o no chi avrebbe comunque diritto di essere assunto, ma se tutti voi non accettate il mio stravolgimento dell'istituzione, non se ne fa nulla.
E' un ragionamento volgare, che viola persino il principio guida della politica da quando esiste un ragggruppamento umano più grande della famiglia: non si governa contro il popolo. Nel senso, piuttosto semplice, che ci vuole un po' di consenso sociale per fare cose che magari vanno anche contro i veri interessi del "popolo"; ma se non hai quel consenso, lascia perdere.
Di solito, i governanti che dimenticano questa legge fondamentale della politica finiscono male. Non possiamo dunque che augurare al massone toscano di finire nel peggiore dei modi.
Nella serata vespiana Renzi ha messo in mostra tutto il peggio di una classe politica "per conto terzi", incaricata di raggiungere alcuni obiettivi "strutturali" (distruzione della Costituzione repubblicana, del mercato del lavoro e delle relative tutele, privatizzazione dell'istruzione e della sanità, taglio drastico dei trattamenti pensionistici, ecc), ma che ora vede in salita la strada per completare l'opera.
Ha un anno di tempo, in cui non ci saranno elezioni di nessun tipo, poi sa benissimo che verrà travolto (da destra o dai grillini, proprio grazie a quell'altra idiozia chiamata "Italicum"). E vuole usarlo per intero, accelerando al massimo. Proprio per questo, l'unica possibilità di impedirglielo sta nella mobilitazione di massa. A milioni di persone, non poche centinaia in ordine sparso, Solo la paura della rabbia dei "poveri" può fermare il potere criminale dei servi dei "ricchi".

La corrotta e irresponsabile burocrazia UE cancella la messa al bando dei pesticidi

di William Engdahl - Con il pretesto delle discussioni top secret sul Partenariato Transatlantico per il Commercio e l’Investimento, e le enormi pressioni esercitate da giganti dell’industria chimica come Bayer AG e BASF, la Commissione UE ha silenziosamente accantonato i piani per rendere più stringenti le norme di sicurezza sui pesticidi. Il che non è una questione burocratica di poco conto. Sono a rischio la salute e la sicurezza di centinaia di milioni di persone nell’UE, per non parlare di animali, uccelli e insetti e dell’ecosistema nel suo insieme.
Nel 1999, 16 anni fa, la Commissione UE cominciò a considerare i possibili danni alla salute causati da una classe di pesticidi chimici noti come EDC, o “interferenti endocrini”. La tragedia è che Bruxelles non ha ancora fatto nulla per salvaguardare la salute dei suoi cittadini in base al principio di precauzione, per il quale: se qualcosa potrebbe nuocere, ci sono prove che nuoccia e non si può essere più precisi, meglio metterlo al bando finché si sia acquisita assoluta certezza; che si tratti di prodotti OGM, diserbante Roundup al glifosato, ECD o DDT.
Gli scienziati mettono in relazione l’esposizione agli ECD, anche a basse dosi, con un aumento di anomalie fetali, mutazioni genitali, minore numero di spermatozoi, malformazioni genitali, mancata discesa dei testicoli, infertilità, cancro e perfino riduzione del quoziente intellettivo. Uno studio recente condotto dalla Washington University School of Medicine ha trovato un collegamento tra 15 ECD contenuti in plastiche, prodotti per la cura personale, cosmetici e molti utensili domestici, e menopausa precoce.
Si stima che nell’UE il costo sanitario annuo dei danni derivanti dall’esposizione agli EDC sia tra i 157 e i 270 miliardi di euro. Si possono trovare interferenti endocrini nei contenitori alimentari, nelle plastiche, in mobili, giocattoli, moquette e cosmetici. Il professor Philippe Grandjean della Harvard University, facente parte dei 18 massimi endocrinologi mondiali che hanno condotto uno studio sugli effetti degli interferenti, ha commentato: “La cosa scioccante è che gran parte di quel costo è legata alla perdita di funzionalità cerebrale nella prossima generazione.” (TheGuardian.com).
In base a tali studi scientifici, l’UE aveva preparato una lista di 31 interferenti endocrini da mettere completamente al bando nel 2014. Sempre più studi avevano dimostrato che gli ECD producono effetti tossici in dosi estremamente basse, e perciò l’unica soluzione è bandirli completamente.
Angeliki Lyssimachou, tossicologa ambientale con Pesticides Action Network-Europe (PAN) ha affermato: “Se i criteri proposti dalla commissione fossero stati applicati correttamente, ormai sarebbero stati messi al bando 31 pesticidi, assolvendo così il compito di proteggere uomini e ambiente dall’esposizione cronica a bassi livelli di interferenti endocrini nei pesticidi.” Invece, ora l’UE favorisce l’opzione, appoggiata dall’industria, di misurare gli EDC, ovvero di stabilire dei limiti al di sotto dei quali l’esposizione verrebbe considerata sicura, sebbene non siano stati condotti studi complessivi sugli effetti a lungo termine sugli esseri umani.
L’industria chimica prevale sulla nostra salute e sicurezza
Apparentemente gli interessi del commercio internazionale di sostanze tossiche sono stati considerati più importanti dagli opachi e non eletti burocrati senza volto della Commissione UE a Bruxelles, che possiede un enorme potere anonimo sulla nostra vita quotidiana, lontano da controlli ed equilibri democratici.
Il burocrate chiave senza volto che ha impedito la messa al bando degli interferenti ha ora un nome: si chiama Catherine Day. Siede a fianco del presidente UE Jean Claude Junker e probabilmente esercita maggiore potere come attuale Segretario Generale della Commissione Europea, carica che detiene da 10 anni e due presidenze.
Secondo documenti UE ottenuti dal britannico Guardian, appena resi pubblici, l’irlandese Day cancellò la prevista messa al bando degli EDC il 2 luglio 2013, appena poche ore dopo la visita a Bruxelles di rappresentanti degli ufficiali statunitensi per il TTIP in missione in Europa. Quello stesso giorno, la Segretaria Generale Day inviò una lettera al Direttore Generale per l’Ambiente, il tedesco Karl Falkenberg, dicendogli di abbandonare le bozze dei criteri che avrebbero bandito gli EDC in base al principio di precauzione, in attesa venissero condotti studi sanitari a lungo termine.
Colossi chimici europei come la Bayer AG e la BASF si unirono alla Camera di Commercio Americana nell’esercitare forti pressioni contro la messa al bando. Nelle settimane precedenti il 2 luglio 2013, il comitato per il TTIP della Camera di Commercio Americana a Washington inviò una lettera alla Commissione UE, affermando: “Siamo preoccupati nel vedere che questa decisione [di mettere al bando gli EDC], oggetto di molti dibattiti scientifici, potrebbe venire presa su base politica, senza prima valutare i suoi effetti sul mercato europeo.” Anche la BASF lamentò che la messa al bando delle sostanze contenute nei pesticidi “restringerà il libero scambio di prodotti agricoli a livello globale.”
I documenti interni dell’UE ottenuti dal Guardian rivelano che una delegazione di alto livello della Camera di Commercio Americana incontrò gli ufficiali commerciali dell’UE il 2 luglio 2013, insistendo affinché l’UE facesse cadere i criteri previsti per identificare gli EDC, a favore di un nuovo “studio sull’impatto” che avrebbe lasciato gli EDC così com’erano. I documenti riportano che a un certo punto dell’incontro gli ufficiali dell’UE pregavano di considerare che “nonostante desiderassero il successo del TTIP, non avrebbero voluto esser visti abbassare gli standard dell’UE”.
Se anche fossero stati messi al bando tutti i 31 EDC che erano stati proposti, l’impatto sulle vendite di prodotti chimici nell’UE sarebbe forse arrivato a 9 miliardi di euro annui. Confrontatelo con i costi derivanti dall’esposizione a EDC, valutati fino a 270 miliardi annui.
Quando i giornalisti hanno richiesto alla Commissione UE di rendere pubblici gli appunti e le discussioni, una portavoce della Commissione ha replicato: “La Commissione non ha nessun obbligo di pubblicare i documenti interni. Come sapete, essa agisce in piena indipendenza e nell’interesse generale europeo.”
Mi scusi, signora portavoce, potrebbe ripetere, lentamente? “Come sapete, la Commissione Europea agisce in piena indipendenza e nell’interesse generale europeo”?
Catherine Day, difendendo il suo annullamento della messa al bando proposta, ha mentito e dichiarato che: “Ovviamente non c’è niente di vero nelle accuse secondo cui la nostra posizione è stata influenzata dall’industria o da nessun altro. La nostra preoccupazione è solo per la qualità e la coerenza del lavoro della commissione, ma non tutti vogliono aspettare per questo.” Sì, il suo lavoro alla Commissione è coerentemente distruttivo per la popolazione dell’UE, ma ecco perché Bruxelles preferisce restare il più senza volto possibile.
Continuiamo a lasciare che gli ineletti e immorali burocrati senza volto dell’UE esercitino il potere sulla nostra salute, su quella dei nostri figli e sulle nostre vite, permettendo i tossici OGM o gli EDC. Sembriamo ipnotizzati da qualcosa che ci rende passivi di fronte alle incredibili azioni palesemente dannose per tutti noi. Non è curioso?
Fonte: The Journal-neo.org
Traduzione: Anacronista
Nota: Dichiarazione di Matteo Renzi e del pres. Confindustria relativamente al TTIP (Trattato Trans Atlantico)
“Ogni giorno che passa è un giorno perso per l’intesa, il nostro è un appoggio totale e incondizionato”. La dichiarazione del premier Matteo Renzi non lascia spazio a dubbi o ripensamenti, il Ttip si farà e l’Italia è pronta a firmarlo in bianco. Dello stesso avviso il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che due giorni fa, intervenendo ad un convegno sul trattato transatlantico, ha dichiarato: “il negoziato va rilanciato mettendo in luce i vantaggi, che sono tanti. Bisogna perseguire con tenacia la strada del dialogo intercontinentale perché c’è sempre più bisogno di accesso al mercato”. Vedi: Il Primato Nazionale
Dichiarazione del ministro degli Esteri Italiano Gentiloni: “ il TTIP è uno dei punti da tenere in cima all’agenda della presidenza italiana dell’unione, almeno per impedire la paralisi del negoziato“.