Quando si
desidera fortemente qualcosa, tutto l’universo congiura affinchè si realizzi. Questo devono aver pensato i “bevitori”
convenuti all’ora mediana, per chissà quali imperscrutabili sentieri elettivi, al
wine-bar Cairoli, in un sabato di incipiente primavera. E’ stato come se
l’entità “astrale” di ciascuno avesse convocato le altrui per celebrare un rito,per suggellare un’intima
intesa,per un appuntamento con il destino. Alcuni amici da tempo custodivano
una bottiglia preziosa,di quintessenziale portata enologica e didattica
esemplarità:RIESLING SCHARZHOFBERGER SPATLESE 1990 di EGON MULLER. Il solo
pronunciarne il nome evoca le alte
vette,l’intelligenza e l’operosità umana che osa sempiternamente l’eccellenza. Mossi
da uno spirito “guida”,i “nostri” hanno
varcato la soglia del locale,decisi a stappare quel gioiello enologico come se
un’entità superiore ne avesse decretato il momento, senza convenevoli e
preparativi. Prodigiosamente e parallelamente anche altri, come asserpati e
congiunti da una forza arcana,si sono ritrovati a far da cornice all’evento,con
la complicità del patron del wine-bar, nel giorno del suo trentaduesimo
compleanno. Ad uno champagne il compito di ammostare le papille, come da
consolidato schema gustativo:EGLY-OURIET “LES VIGNES DE VRIGNY”. Fresco e
fragrante, frutta, fiori e crosta di pane,dal fine e persistente perlage a
tratti vorticoso,ha svolto diligentemente il suo compito. Poi è stata la volta del riesling. Dopo
vent’anni di affinamento quel che doveva essere uno sciame odoroso di
idrocarburi si è risolto in una “nuance” dolce e pacata,solleticante le nari
quel tanto da essere netta e riconoscibile. Ma è il fraseggio fra spina acida e dolcezza mielata,sponda esotica e dorsale speziata ad
incantare. In un profluvio di aromi e un ginepraio di rimandi analogici delicatamente suggeriti,
l’equilibrio è perfetto. Sorge un termine, secco, unico, a risolvere e nel
contempo descrivere l’insieme: ARMONIA. Il riesling di EGON MULLER ha
realizzato l’Armonia! Il miracolo del vitigno principe delle latitudini
estreme,catturante ardue e stente luminosità e fonde riserve di mineralità, si
è ancora una volta compiuto:succulenti e untuosi sorsi per memorabili momenti
di piacere. La “chiusa” di Selosse, con il suo pur eccellente EXQUISE SEC,è
mero fatto di cronaca.La
memoria emozionale, ormai satura ed esausta, ne registra solo la citazione.
Rosario Tiso
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