premio

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mercoledì 24 ottobre 2018

#peronordifirma Di Stefano Davidson


Lui firma, non ci piove. Firma tutto. Un po' come quelli della Margherita in Trentino quando anche lui vi fu candidato "modello Boschi" (1)
Incostituzionalità del premio di maggioranza?
Firmato
Italicum?
Firmato
Trivelle?
Firmato
Rosatellum?
Firmato
Vaccini?
Firmato
Def Padoan?
Firmato
Def gialloverde?
Firmato
(1) è stato "trapiantato" dal suo partito in Trentino-Alto Adige. Poi arrivò il rinvio a giudizio di 17 esponenti locali, accusati si una sfilza di irregolarità nei documenti necessari a metterlo in lista. Ma nel 2004 il reato è stato depenalizzato e tutto è finito prescritto
Stefano Davidson

Liguria


Il treno lentamente scivola lungo i binari che bucano la montagna in una lunga teoria di gallerie. Ad ogni squarcio di luce si intravvedono riviere: la Liguria è una terrazza protesa sul mare! Anche l’entroterra profuma di salsedine!
A Boccadasse ho capito il concetto di “creuza de ma”.
Ripide stradine che precipitano su gorghi marini che impazzano.
Lo sciabordìo dell’acqua è come un richiamo prima che si sveli l’immensità degli spazi aperti.
Boccadasse, già Genova, non più Genova, è depositaria della cultura ligure più autentica. Atmosfere bohemien nelle mansarde che si affacciano sul mare; osterie dove l’anima aspra di una terra avara di doni si sposa al respiro minerale, sapido, intenso delle brezze, delle culture, dei sapori, dei profumi che reca il Mediterraneo.
Verso Levante è Rapallo. Eleganza e signorilità promanano da ogni suo scorcio.
Non è l’opulenta S. Margherita Ligure né la preziosa ,nello scrigno naturale che l’accoglie, Portofino. Non è l’anfratto segreto di S. Fruttuoso o la pittoresca Camogli.
E’ di più. E’ la poesia di Montale nei caffè dai “fumi che svolgono tazze…”,delle mattine
ancorate come barche in rada…”.
Rapallo, vera regina del Tigullio. Con l’incanto discreto del lungomare dove regna la quiete. Dove nei ristoranti gourmet esibiscono giganteschi porcini delle valli dell’entroterra prima di prepararli con maestria. Dove la biblioteca comunale è ospitata in una villetta stile liberty immersa nel verde e, in un’atmosfera ovattata, vi passa il mondo. E dall’alto del Santuario di Montallegro la abbracci tutta, Rapallo.
Corre il treno, in un tratto che spiana. Poi viene inghiottito di nuovo dal budello nero di una galleria, fino a fermarsi una , due, tre , quattro, cinque volte. Fino a Riomaggiore, l’ultima delle Cinque Terre. La meta è precisa: la via dell’amore, incantevole sentiero che si snoda a mezza costa a strapiombo sul mare e collega Riomaggiore a Manarola. Percorrerla è professione di fede nel sentimento che tutti soggioga. Farlo con la propria compagna non ha eguali. Vale una consacrazione. Scolpisce un ricordo indelebile.
La via dell’Amore, nome più evocativo non c’è dato pronunciare!
Poi, il cerchio dell’incanto si chiude con una visita fugace alla più bella delle Cinque Terre. Un’occhiata rapida a quel nido d’aquile che è Corniglia ed ecco la sagoma inconfondibile di Vernazza.
Il porticciolo è fiabesco. Donne sparse prendono il sole sugli scogli. Una si muove e si tuffa. Mi sovviene ancora Montale….
”…T’alzi e t’avanzi sul ponticello esiguo/sopra il gorgo che stride:
il tuo profilo s’incide contro uno sfondo di perla.
Esiti a sommo del tremulo asse,
poi ridi, e come spiccata da un vento
t’abbatti fra le braccia
del tuo divino amico che t’afferra.
Ti guardiamo noi, della razza
Di chi rimane a terra”

Rosario Tiso




martedì 16 ottobre 2018

Paragone a Fubini: ‘Spieghi quali rapporti intrattiene con la Open Society Foundations di Soros’


paragone-fubini
Gianluigi Paragone chiede maggiore trasparenza a Federico Fubini, il vicedirettore ad personam
del Corriere della Sera che lo scorso fine settimana ha sollevato il caso del “giallo” delle “dimissioni”
 dal fondo Euklid da parte del ministro per gli Affari europei Paolo Savona.
“Per tutto il week end” scrive Paragone su Facebook “ci siamo sorbiti le inchiestone del vicedirettore
 del Corriere della sera, Federico Fubini, che ha accusato il ministro Savona di non essersi dimesso
dal fondo inglese Euklid”.
La notizia, però, – spiega – si è rivelata “falsa, visto che il ministro ha poi dimostrato di aver lasciato
 il fondo ben prima della formazione del Governo gialloverde”.
La “sonora smentita” di Savona – continua il senatore pentastellato – “ha costretto Fubini anche
a cancellare precipitosamente un post su Twitter, consumando una brutta figura: sarebbe bastato
 ammettere che Savona era nel giusto, ma tant’è”.
“Ora,” afferma Paragone “anche noi vorremmo toglierci alcuni dubbi e ci piacerebbe sapere da Fubini –
sempre cosi pungente nei suoi scritti – se gli avanza un po’ di inchiostro per spiegare ai lettori
 del Corriere e a chi lo guarda in tv quali rapporti intrattiene con la Open Society Foundations
del finanziere speculatore Soros, uno che in passato ha fatto soldi a palate scommettendo
sul crollo di monete come la lira o la sterlina. Dalla scheda pubblicata sul sito dell’organizzazione,
 infatti, non solo si apprende che Fubini fa parte del board europeo di Open Society, ma addirittura
‘porta i suoi legami con le istituzioni politiche italiane'”.
“Allora domandiamo:” conclude “cosa significa di preciso questa missione? Perché un giornalista
che si vanta della sua imparzialità mette in relazione Open Society con la politica italiana? Non trova
 in questo suo ruolo un velo malizioso di… lobbismo?”.
fonte https://www.silenziefalsita.it/2018/10/16/paragone-a-fubini-spieghi-quali-rapporti-intrattiene-
con-la-open-society-foundations-di-soros/

Italo Calvino è l'inferno dei viventi

Italo Calvino 
« L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. »
 (Italo Calvino, Le città invisibili, 1972)

Pasolini parla dei napoletani


Pier Paolo Pasolini
Io so questo che i napoletani oggi sono una grande tribù che anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg e i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. Questa tribù ha deciso – in quanto tale, senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte – di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quella che chiamiamo la storia o altrimenti la modernità. È un rifiuto sorto dal cuore della collettività contro cui non c'è niente da fare. Finché i veri napoletani ci saranno, ci saranno, quando non ci saranno più, saranno altri. I napoletani hanno deciso di estinguersi, restando fino all'ultimo napoletani, cioè irripetibili, irriducibili ed incorruttibili

Alda Merini...mi hai tolto la pelle dell'anima


Alda Merini

Riottosa a ogni tipo di amore
sei entrato tu a invadere il mio silenzio
e non so dove tu abbia visto le mie carni
per desiderarle tanto.
E non so perché tu abbia avuto il mio corpo
per poi andartene
con il grido dell'ultima morte.
Se mi avessi strappato il cuore
o tolto l'unico arto che mi fa male
o scollato le mie giunture
non avrei sofferto tanto
come quando tu un giorno insperato
mi hai tolto la pelle dell'anima

venerdì 12 ottobre 2018

Paolo Savona fulmina Sergio Mattarella: "Meno parla, meglio è"



Sergio Mattarella si è nuovamente messo di traverso sulla manovra. L'occasione è stata una secca replica alle parole di Luigi Di Maio su Bankitalia, invitata a "candidarsi" (non si sa come) dopo aver criticato il Def. Il Quirinale ci è andato giù duro, ricordando che "il potere inebria. Servono pesi e contrappesi". Dunque, Mattarella ha aggiunto che Bankitalia ha "la funzione di garante del buon funzionamento del sistema". Una tirata d'orecchie in primis a Di Maio, ma anche al governo. Parole alle quali, però, ha deciso di rispondere Paolo Savona. E il ministro degli Affari europei lo ha fatto a modo suo, come di consueto senza alcun pelo sulla lingua. Una sola battuta, bruciante, rilasciata all'uscita da una seduta parlamentare dove è stato tra i mattatori (è giù un cult il suo attacco ai tecnici che hanno, parimenti, bocciato la manovra). Il Quirinale difende Bankitalia?, imbeccano Savona. E lui, tranchant: "Meno parla meglio è". Dunque si è dileguato. Restano le parole, durissime, contro il capo dello Stato. Contro quel Mattarella che si oppose in tutti i modi, vincendo la partita, alla sua nomina al ministero dell'Economia poi finito a Giovanni Tria.

fonte https://tv.liberoquotidiano.it/video/vista-e-libero-tv/13387618/paolo-savona-sergio-mattarella-meno-parla-meglio-e-manovra-bankitalia.html

giovedì 11 ottobre 2018

Elenco completo delle banche possedute e controllate dai Rothschild



Rothschild: la loro ricchezza è stimata in circa 500 miliardi di dollari, in realtà personalmente, credo che non sia possibile stimare la loro ricchezza in quanto incalcolabile.
Ecco l’elenco completo di tutte le banche Rothschild possedute e controllate. La voce degli Stati Uniti potrebbe sorprendervi.
Afghanistan: Bank of Afghanistan 
Albania: Bank of Albania 
Algeria: Banca d’Algeria 
Argentina: Banca Centrale Argentina 
Armenia: Banca centrale dell’Armenia 
Aruba: Banca centrale di Aruba 
Australia: Reserve Bank of Australia 
Austria: Austrian National Bank 
Azerbaigian: Banca centrale dell’Azerbaijan Ceca 
Bahamas: Banca centrale delle Bahamas 
Bahrain: Central Bank of Bahrain 
Bangladesh: Bangladesh Bank 
Barbados: Banca centrale di Barbados 
Bielorussia: Banca nazionale della Repubblica di Belarus 
Belgio: Banca nazionale del Belgio 
Belize: Banca centrale del Belize 
Benin: Banca centrale della Stati dell’Africa occidentale (BCEAO) 
Bermuda: Bermuda Monetary Authority 
Bhutan: Reale Monetary Authority of Bhutan 
Bolivia: Banca centrale di Bolivia 
Bosnia: Banca centrale della Bosnia-Erzegovina 
Botswana: Banca del Botswana 
Brasile: Banca centrale del Brasile 
Bulgaria: Bulgaria Banca nazionale 
Burkina Faso : Banca centrale degli Stati dell’Africa occidentale (BCEAO) 
Burundi: Banca della Repubblica del Burundi 
Cambogia: Banca nazionale della Cambogia 
Came Roon: Banca degli Stati dell’Africa centrale 
Canada: Bank of Canada – Banca del Canada 
Isole Cayman: Isole Cayman Monetary Authority 
Repubblica Centro Africana: la Banca degli Stati dell’Africa centrale 
Ciad: la Banca degli Stati dell’Africa centrale 
Cile: Banca centrale del Cile 
Cina: Banca popolare di Cina 
Colombia: Banca della Repubblica 
Comore: Banca centrale delle Comore 
Congo: la Banca degli Stati dell’Africa centrale
Costa Rica: Central Bank of Costa Rica 
Costa d’Avorio: banca centrale degli Stati dell’Africa occidentale (BCEAO) 
Croazia: banca nazionale croata 
Cuba: banca centrale di Cuba 
Cipro: banca centrale di Cipro 
Repubblica Ceca: Czech National Bank 
Danimarca: banca nazionale di Danimarca 
Repubblica Dominicana: Banca centrale della Repubblica Dominicana 
zona dei Caraibi orientali: Eastern Caribbean Central Bank 
Ecuador: Banca centrale dell’Ecuador 
Egitto: Banca centrale d’Egitto 
El Salvador: Central Reserve Bank di El Salvador 
Guinea Equatoriale: la Banca degli Stati dell’Africa centrale 
Estonia: Banca d’Estonia 
Etiopia: Banca nazionale dell’Etiopia 
Unione europea: Banca centrale europea 
Fiji: Reserve Bank of Fiji 
Finlandia: Banca di Finlandia 
Francia: Banca di Francia 
Gabon: Banca degli Stati dell’Africa centrale 
Gambia: Banca centrale del Gambia 
Georgia: Banca nazionale della Georgia 
Germania: Deutsche Bundesbank 
Ghana: Bank of Ghana 
Grecia: Banca di Grecia 
Guatemala: Bank of Guatemala 
Guinea-Bissau: Banca centrale degli Stati dell’Africa occidentale (BCEAO) 
Guyana: Banca della Guyana 
Haiti: Banca centrale di Haiti 
Honduras: Banca centrale dell’Honduras 
Hong Kong: Hong Kong Monetary Authority 
Ungheria: Magyar Nemzeti Bank 
Islanda: Banca centrale d’Islanda 
India: Reserve Bank of India 
Indonesia: Bank Indonesia 
Iran: la Banca centrale della Repubblica islamica dell’Iran 
Iraq: Banca centrale irachena 
Irlanda: Banca centrale e Financial Services Authority of Ireland 
Israele: Bank of Israel 
Italia: Banca d’Italia 
Giamaica: Bank of Jamaica 
Giappone: Banca del Giappone 
Jordan: Banca centrale di Giordania 
Kazakhstan: Banca nazionale del Kazakhstan 
Kenia: Banca centrale del Kenya 
Korea: Banca di Corea 
Kuwait: Banca centrale del Kuwait 
Kyrgyzstan : Banca nazionale del Kirghizistan 
Lettonia: Banca di Lettonia 
Libano: Banca centrale del Libano 
Lesotho: Banca centrale del Lesotho 
Libia: Central Bank of Libya (il loro più recente conquista) 
Uruguay: Banca centrale dell’Uruguay 
Lituania: Banca di Lituania 
Lussemburgo: Central banca del Lussemburgo
Macao: Monetary Authority of Macao 
Macedonia: banca nazionale della Repubblica di Macedonia 
Madagascar: banca centrale del Madagascar 
Malawi: Reserve Bank of Malawi 
Malesia: banca centrale della Malesia 
Mali: banca centrale degli Stati dell’Africa occidentale (BCEAO) 
Malta: centrale Bank of Malta, 
Mauritius: Bank of Mauritius 
Messico: banca del Messico 
Moldova: banca nazionale della Moldova 
Mongolia: Bank of Mongolia 
Montenegro: banca centrale del Montenegro 
Marocco: banca del Marocco 
Mozambico: banca del Mozambico 
Namibia: Bank of Namibia 
Nepal: banca centrale della Nepal 
Paesi Bassi: Paesi Bassi Banca 
Antille olandesi: Banca delle Antille olandesi 
Nuova Zelanda: Reserve Bank della Nuova Zelanda 
Nicaragua: Banca centrale del Nicaragua 
Niger: Banca centrale degli Stati dell’Africa occidentale (BCEAO) 
Nigeria: Banca centrale della Nigeria 
Norvegia: Banca centrale della Norvegia 
Oman: Central Bank of Oman 
Pakistan: State Bank of Pakistan 
Papua Nuova Guinea: Bank of Papua Nuova Guinea, 
Paraguay: Banca centrale del Paraguay 
Perù: Central Reserve Bank del Perù 
Filippo Pini: Bangko Sentral ng Pilipinas 
Polonia: Banca nazionale di Polonia 
Portogallo: Banca del Portogallo 
Qatar: Qatar Central Bank 
Romania: Banca nazionale di Romania 
Rwanda: Banca nazionale del Ruanda 
San Marino: Banca centrale della Repubblica di San Marino 
Samoa: Banca centrale di Samoa 
Arabia Saudita: Saudi Arabian Monetary Agency 
Senegal: Banca centrale dell’Africa occidentale Uniti (BCEAO) 
Serbia: Banca nazionale di Serbia 
Seychelles: Banca centrale delle Seychelles 
Sierra Leone: Bank of Sierra Leone 
Singapore: Monetary Authority of Singapore 
Slovacchia: Banca nazionale della Slovacchia 
Slovenia: Banca di Slovenia 
Isole Salomone: Banca centrale delle Isole Salomone, 
Sud Africa : South African Reserve Bank 
Spagna: Banca di Spagna 
Sri Lanka: Banca centrale dello Sri Lanka, 
Sudan: Banca del Sudan 
Suriname: Banca centrale del Suriname 
Swaziland: La Banca centrale dello Swaziland 
Svezia: Sveriges Riksbank 
Svizzera: Banca nazionale svizzera 
Tagikistan: National Bank of Tajikistan 
Tanzania: La Banca della Tanzania 
Thailandia: Bank of Thailand 
Togo: Banca centrale degli Stati dell’Africa occidentale (BCEAO) 
Tonga: National Reserve Bank di Tonga 
Trinidad e Tobago: Banca centrale di Trinidad e Tobago 
Tunisia: Banca centrale della Tunisia 
Turchia: Banca centrale della la Repubblica di Turchia 
Uganda: Banca dell’Uganda 
Ucraina: Banca nazionale di Ucraina 
Emirati Arabi Uniti: Banca centrale degli Emirati Arabi Uniti 
Regno Unito: Bank of England 
Stati Uniti: *Federal Reserve,  Bank di New York 
Vanuatu: Reserve Bank di Vanuatu 
Venezuela : Banca centrale del Venezuela 
Vietnam: la State Bank of Vietnam 
Yemen: Banca centrale dello Yemen 
Zambia: Bank of Zambia 
Zimbabwe: Banca centrale dello Zimbabwe
* Quasi del tutto sconosciuto al grande pubblico è il fatto che la Federal Reserve è una società privata, posa su un proprio pezzo di terra, immune alle leggi degli Stati Uniti.
Ora, finito l’elenco, mi rendo conto che forse era meglio scrivere i paesi dove non hanno banche, si faceva prima !!! Ho elencato solo le banche, poi ovviamente ci sono altri mille settori dove hanno investito le loro ricchezze. Nonostante tutto questo potere e tutte queste ricchezze difficilmente sentirete parlare di loro sui giornali o in TV, difficilmente li troverete sui libri di storia, eppure hanno partecipato dove più, dove meno (solo finanziando), in ogni importante evento storico degli ultimi 200 anni. Strano vero?  A voi l’ardua sentenza.
http://www.complottisti.info/elenco-completo-delle-banche-possedute-e-controllate-dai-rothschild-2/

Rinaldi: Italia avanti tutta, contro di noi l’Ue ha già perso


«È arrivato il momento di “tirar fuori le palle”, di fare veramente gli interessi di questo paese, perché finora non sono stati perseguiti gli interessi dell’Italia ma interessi che sono al di fuori di questo paese: riprendiamoci le chiavi di casa, finché siamo in tempo, altrimenti è la fine». Così si esprime l’economista Antonio Maria Rinaldi, fondatore di “Scenari Economici”, interpellato da Debora Billi per “ByoBlu”, il video-blog diretto da Claudio Messora. Italia sotto attacco, dopo l’annuncio del deficit al 2,4% nel Def: l’Unione Europea minaccia fuoco e fiamme, contro la “flessibilità” introdotta nei conti pubblici del governo gialloverde per cominciare a ridurre le tasse, alzare le pensioni abolendo la legge Fornero e supportare chi cerca lavoro anche con il reddito di cittadinanza. Il lettone Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Ue, avverte che, con l’Italia, si applicheranno le regole del rigore. Gli fa eco lo stesso Juncker, che invoca la “linea dura”: sanzioni, se Di Maio e Salvini insistono nel voler espandere gli investimenti sociali. Siamo in trappola, o nella trappola cadrà Bruxelles? Rinaldi vota la seconda ipotesi: «Qualsiasi cosa succederà – scandisce – hanno già perso». E spiega: stanno solo bluffando, sperando che a Roma qualcuno si spaventi. In realtà, sanno benissimo di non potersi permettere di “perdere” l’Italia.
«Noi andiamo avanti con la nostra linea», dichiara Rinaldi: «Abbiamo il sacrosanto diritto di dare le giuste risposte al paese: proprio quelle risposte che l’Europa non è riuscita a dare negli anni. Quindi – aggiunge il professor Rinaldi – ben venganoAntonio Maria Rinaldiinvestimenti pubblici, ben venga il sostegno alle parti socialmente più deboli e ben venga anche il supporto per le pensioni. Se “l’Europa” dirà di no, vuol dire che evidentemente persegue altri interessi, che non sono quelli dei cittadini». Intanto, visto che bufera sembra avvicinarsi, il premier Giuseppe Conte ha ribadito che l’euro, per l’Italia, è una moneta irrinunciabile: e qualsiasi altra opinione non rispecchia la politica del governo. Sta smentendo il leghista Claudio Borghi, che ha appena ricordato quanto staremmo meglio senza l’euro, o sta solo tranquillizzando il Colle? «Conte sta tranquillizzando il Quirinale», dice Rinaldi, anche perché la permanenza o meno nell’euro non è inserita nel “contratto di governo”. Ma basta così poco, come una semplice dichiarazione di Borghi, per far crollare l’intera costruzione europea? «Mi sembra un po’ strano: se è così – commenta Rinaldi – vuol dire che siamo ridotti veramente ai minimi termini».
Si dice che a giugno, sui migranti, l’Italia abbia applicato con l’Europa la politica del fatto compiuto: sta succedendo anche con la manovra economica? È questa la strategia italiana? «Sì, è la giusta è perfetta strategia», risponde Rinaldi, «perché con i migranti abbiamo visto che l’Europa se n’è “fregata altamente”: chiudendo le frontiere, non ha assolutamente considerato le giustissime esigenza dell’Italia». Dai migranti alla legge di bilancio: «Anche in questo caso il governo italiano sta facendo benissimo, ad andare incontro alle esigenze dei cittadini, quelle dell’economiareale. D’altronde – aggiunge Rinaldi – l’Europa non è venuta incontro all’Italia: anzi, ha seguito solo delle politiche a supporto dell’élite finanziaria, delle banche, del mondo finanziario. Quindi il governo Conte, supportato da Lega e 5 Stelle, fa benissimo a fare quello che fa. E soprattutto, ha il Juncker tra Merkel e Macronsupporto dei cittadini nel fare quello che l’Europa non ha mai fatto». Tutto ciò, nonostante le resistenze del ministro Giovanni Tria, che in effetti «fu scelto da Paolo Savona», anche se questo – precisa Rinaldi – «non significa che poi abbia continuato a stare dietro indicazioni di Savona: anzi, forse è andato per la sua strada», avvicinandosi alle posizioni eurocratiche.
E sempre a proposito di Europa, domanda Debora Billi: c’entra qualcosa, con l’agitarsi dell’Ue contro l’Italia, la difficile vigilia delle elezioni tedesche del 14 ottobre, con il bavarese Horst Seehofer che si schiera con Salvini e contesta alla Merkel la politica finora seguita sui migranti? «In questo momento l’Italia fa molto comodo», spiega Rinaldi: con la scusa del deficit italiano i boss della politica europea «nascondono sotto il tappeto i grossissimi problemi che si stanno manifestando sia in Germania che in Francia: ogni giorno si dimette un ministro, in Francia, ma non se ne parla. E in Germania si sa che la Baviera è una polveriera: prendersela con l’Italia fa molto, molto comodo». Ma il trucco non funzionerà, aggiunge Rinaldi, rivolgendosi a Macron e alla Merkel: «Potete prendervela quanto vi pare, con l’Italia, ma alla fine a maggio – alle elezioni europee – i conti li faremo noi. Soprattutto, li faranno i cittadini europei: buttandovi fuori a calci nel sedere».
fonte http://www.libreidee.org/2018/10/rinaldi-italia-avanti-tutta-contro-di-noi-lue-ha-gia-perso/

La verità sulla morte di Stefano Cucchi



DI GIOVANNI TIZIAN
espresso.repubblica.it
Colpo di scena nell’ultima udienza del processo in corso a Roma. Un carabiniere imputato ammette il pestaggio eseguito da due colleghi. E denuncia le pressioni per non farlo parlare. Da chi ha subito tutto questo? Qualcuno lo ha minacciato? Chi ha protetto i picchiatori?
Nove anni di insulti. Nove anni di menzogne. Nove anni di ingiustizia per la famiglia Cucchi, che ha lottato senza tregua per giungere alla verità sulla morte di Stefano. Una cosa è certa: il geometra romano è stato pestato a sangue da uomini in divisa. Oggi però arriva un’altra, decisiva, conferma. Destinata a stravolgere il processo bis in corso a Roma.
Un colpo di scena, «uno snodo significativo per il processo, ma anche un riscatto per il mio assistito e per l’intera Arma dei Carabinieri», ha commentato l’avvocato Eugenio Pini, difensore del militare Francesco Tedesco, imputato nel dibattimento Cucchi bis. La conferma che il muro di silenzi e complicità si sta sgretolando. «Le ulteriori indagini», ha aggiunto Pini, «individuano nel mio assistito il carabiniere che si è lanciato contro i colleghi per allontanarli da Stefano Cucchi, che lo ha soccorso e che lo ha poi difeso. Ma soprattutto è il carabiniere che ha denunciato la condotta al suo superiore ed anche alla Procura della Repubblica, scrivendo una annotazione di servizio che però non è mai giunta sul tavolo dei magistrati. E poi costretto al silenzio contro la sua volontà. Come detto, è anche un riscatto per l’Arma dei Carabinieri perché è stato un suo appartenente a intervenire in soccorso di Stefano Cucchi, a denunciare il fatto nell’immediatezza e ad aver fatto definitivamente luce nel processo».
Siamo, dunque, a una vera svolta, con la verità sempre più vicina. Stefano Cucchi è stato picchiato violentemente da due carabinieri. Un fatto, del resto, che L’Espresso aveva anticipato due anni fa con l’intervista esclusiva a Riccardo Casamassima, il testimone-carabiniere che con le sue dichiarazioni ha permesso la riapertura dell’indagine bis sulla morte di Cucchi. Oggi alla voce isolata di Casamassima si aggiunge quella di Tedesco, un altro appuntato, questa volta però presente sulla scena del crimine, tanto da essere tra gli imputati.
Giovanni Tizian
Fonte: http://espresso.repubblica.it
Link: http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/10/11/news/la-verita-sulla-morte-di-stefano-cucchi-1.327734
q1.10.2018

https://comedonchisciotte.org/la-verita-sulla-morte-di-stefano-cucchi/

mercoledì 10 ottobre 2018

ALZARE GLI SCUDI. Di Alberto Micalizzi

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

ALZARE GLI SCUDI

Grazie alla credibilità costruita da Claudio Messora nel corso degli anni attraverso il canale “Byoblu”, e ad un lavoro di squadra che porto avanti da lungo tempo con Guido Grossi - e di recente con Marco Cattaneo - oggi il Corriere della Sera ha dato risalto alla notizia che negli ambienti governativi sta rimbalzando la nostra proposta di sostituire debito pubblico verso residenti esteri con debito pubblico rivolto al mercato domestico ed ai risparmiatori italiani.

Si tratta di UNA delle mosse chiave che abbiamo indicato per aggirare la speculazione internazionale, lo spread e i giudizi delle agenzie di rating che puntano a screditare la solidità del sistema Italia.

Non basta ma è un inizio. Nei prossimi giorni insieme a Guido e con il supporto di Byoblu pubblicheremo articoli e interviste mirate per espandere i punti chiave della nostra manovra di messa in sicurezza della finanza pubblica italiana e degli interessi delle famiglie e delle aziende italiane.

Il momento è solenne. Se questo Governo avrà il coraggio di andare fino in fondo smascherando il trucco del debito pubblico cadrà l'intera menzogna dell'austerità e con essa i partigiani dell'establishement.

Faranno di tutto per fermarci.

Alberto Micalizzi

fonte Alberto Micalizzi