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sabato 25 aprile 2015

Trittico reale



Trittico reale a casa dell’amico e sodale di bevute Antonio Lioce: Vintage Tunina 2010 di Jermann, Champagne  Brut Grande Sendrèe 2004 di Drappier e Villa Gemma 1999 del compianto Gianni Masciarelli. Solita grande tessitura e opulenza per il Vintage Tunina a cui è toccato accendere la beva. Negli anni ’90 tutti erano concordi nell’indicarlo come il più grande vino bianco italiano. Oggi,nell’epoca di “mantra” quali sapidità, acidità, sorbevolezza, in tanti  lo considerano d’antan. Resta un grande classico di didattica pulizia e complessità e nella fattispecie perfetto accompagnatore di un golosissimo e delicato “primo” con scampi e rucola. Poi è facile accedere all’eleganza e all’alto lignaggio dello Champagne Grande Sendrèe 2004. Nulla da dire se non “chapeau”  al lavorìo di lieviti alacri nel chiuso di una bottiglia fino all’estremo sacrificio,l’autolisi,valorizzato da un lungo affinamento. Un grande Champagne “orizzontale”. Infine il Villa Gemma 1999.  Grandissimo  olfatto;a seguire grande incipit gustativo per qualche secondo. Poi,come tanti campioni ultradecennali,ha mostrato la corda pur generando una cospicua piacevolezza. Nello specifico siamo incappati a tratti nelle sabbie mobili del tannino “invalidante”,quello per cui fai quasi fatica a parlare. Spogliato parzialmente del portato fruttuoso, il vino ha scoperto le cuspidi delle sue durezze. Forse accompagnare il Montepulciano con una “fiorentina” sanguinolenta avrebbe giovato. Ma qui esplode  l’annoso interrogativo:il grande vino deve ricorrere a stampelle organolettiche recate dal cibo o deve potersi bere da solo con piena soddisfazione? Io propendo per l’autarchia. Un grande vino deve contenere l’universalità dei sapori e produrre in autonomia una beva entusiasmante,quasi dimentico della funzione e dell’interazione alimentare. Per il Villa Gemma è rimasto un po’ di rimpianto per i fasti che sciorina in gioventù. Ancora una volta inseguire la terzietà del gusto non è stata la scelta giusta. Che un vino semplicemente regga non è un valore. Deve essere armonico o nei paraggi,questo sì che è un valore. Altrimenti  sarà sempre un campione da osannare sulla carta(ho letto certe recensioni del ’99…) e mai da amare. Si ama ciò che suscita piacere e induce il vagheggiamento estatico. Questo Villa Gemma solo parzialmente è riuscito a farlo.
Rosario Tiso


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