Cos’è questo
vino che esala purezza, cancella i ricordi, regala l’estasi ,comunica maestà ?
Cos’è la luce che lampeggia negli occhi e riempie lo sguardo di chi l’accosta?
Rotto a tutte le degustazioni, vagavo
errabondo nel dominio del “paradosso di Chandler”. A furia di capire e
di voler capire, di accumulare nozioni ed esperienze, mi son ritrovato a non
sapere più nulla per aver osato sapere troppo. Ma sul fatto che fosse l’ultimo
stadio mi sbagliavo. C’era ancora la “tabula rasa”, l’estremo raggiungimento,
l’ultima Thule. Ma in questo non basta esser soli: occorre il vino “giusto”.
Quello che ti rivolta l’anima sul verso nascosto e intonso della primigenia
esperienza. E quando meno me l’aspettavo, eccolo il fenomeno: Barbaresco Asili
2008 di Roagna. Nasce nel rinomato cru Asili ( 0,22 ettari la parte di Roagna!)
da vecchissime viti. La collina dell’Asili è il naturale proseguimento del
“Vigneto Pajè” ed i Roagna hanno acquistato la loro parcella negli anni ’60 per
mano di Giovanni Roagna. La conduzione agronomica è di commovente ancestralità:
inerbimento perenne del terreno tra i
filari ove nessun agente chimico o estraneo allo sviluppo vegetativo viene
introdotto; la raccolta è manuale e la fermentazione attivata da lieviti
autoctoni si protrae quanto deve; la macerazione può raggiungere i 100 giorni a
cappello sommerso; l’affinamento è svolto in botti grandi per 24 mesi ed altre
lune scorrono in bottiglia prima che il vino veda i banchi delle enoteche e le
cantine dei ristoranti. Solo 1430 bottiglie di quest’annata sono state prodotte.
Solo una manciata di degustatori potrà fruirne. Mi sento un privilegiato ed un
predestinato. Accosto le nari al bevante
e sono investito dalla dolcezza di fragolina e lampone,da un ricco bagaglio
floreale, da finezze balsamiche. In bocca è di suadenza sublime. Infinito il
riverbero emozionale. In questo vino
nessuna voce manca; i miei sensi, il paese più felice.
Rosario Tiso
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