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sabato 18 aprile 2015

Fallet-Prevostat, Pierre Peters, Marguet : “crescendo rossiniano” !



Metti insieme a cena quattro “moschettieri”  del gusto in uno dei ristoranti più seducenti di Foggia e fatalmente ne scaturirà un’esperienza enoica destinata a diventare  punto di memoria! Al ristorante  “Al Primo Piano” dello chef Nicola Russo i “Degustatori indipendenti”  nonché “Bevitori d’Alta quota” Sergio Panunzio, Antonio Lioce  e il sottoscritto, affiancati dallo stesso “chef” nella veste di commensale, hanno dato fondo a tutta la loro creatività e ricercatezza per approntare un desco degno di siffatti palati. Saporitissimi tranci di pizza, pane abbrustolito e ”pettoline”  hanno sedato gli arrembanti appetiti iniziali. Sergio, da Manfredonia, ha portato del  pesce ancora profumato  di umori marini. E’ servito a realizzare  degli “Spaghettoni agli scampi” e  una leggera, croccante e prelibata fritturina di triglie e calamaretti. A  chiudere , sublimi scaglie di formaggio erborinato da una superba forma di “Stilton”  . La differenza, come di consueto, l’ha fatta il vino. Si parte con il “T zero” riserva 2006 di Arcari e Danesi. Sempre intriganti le sfide del terzetto ( Giovanni Arcari, Nico Danesi e Andrea Arici) più battagliero e innovativo della Franciacorta. La loro voglia di competere con “bollicine” italiche e d’oltralpe di alto profilo si manifesta apertamente nella realizzazione di questa riserva. Fresco di furente acidità, I 72 mesi (o giù di lì…) sui lieviti hanno inevitabilmente  imbrunito la potenziale purezza espressiva del prodotto, sciorinata copiosamente nelle fragranze  di  altre realizzazioni aziendali. Da valutare l’entità della perdita in termini di franchezza ed il guadagno in complessità. Abbrivio comunque di livello adeguato alle circostanze. A seguire, la prima grande novità, con  conseguente piacevole sorpresa, della serata: l’Extra Brut  di Fallet-Prevostat. Siamo alle prese con un autentico “vigneron” della Cote des Blancs, in quel di Avize, ed il suo Blanc de Blancs  Grand Cru. Convincente l’olfatto; ancor più seducente la beva! Unico vino del produttore, in cui riversa tutta la sua poetica!!  Lo Chardonnay di Fallet-Prevostat  ha introdotto la perla enoica, anch’essa di solo chardonnay, di Rodolphe Peters del domaine Pierre Peters: “Les Chetillons” 2005. Recoltant- Manipulant di Le Mesnil-sur-Oger, Rodolphe possiede parcelle anche nei Grand Cru di Oger, Cramant e Avize. Da vigne di età compresa tra i 48 e i 70 anni, il nostro realizza questa prestigiosa cuvée solo nelle annate migliori per farne specchio fedele del terroir dove la “craie”, il peculiare strato calcareo-gessoso della regione, costituisce il fondo minerale e umorale più significativo a cui attecchiscono i vasti apparati radicali delle vetuste viti . Dal bevante infatti si issano fino alle nari strali iodati di memoria oceanica a far da bordura ad una complessità gusto-olfattiva cangiante e avvincente. Ma non ci si può sentire appagati se all’orizzonte spunta all’improvviso l’ultimo dei gioielli  passati  in rassegna, estratto stavolta dal cilindro enoico di Nicola: Vintage 2008 di Marguet. Va colto, subito!  Siamo ad Ambonnay, nella Montagne de Reims. Le sole 8717 bottiglie del “Vintage” sono un blend di Pinot Nero al 62%  e Chardonnay al 38%. Ma soprattutto siamo di fronte ad uno di quei produttori che centra l’eccellenza con tutte le sue etichette. Benoit Marguet colpisce per eleganza, sostanza, dinamismo, energia. Nella fattispecie si avvertono  profumi intonsi, cenni agrumati,  tatto vellutato, mineralità. E il riverbero dei supremi spasmi dei lieviti a far da discreto sottofondo. Non si poteva concludere meglio quel che è risultato, in ultima analisi,  un autentico “crescendo rossiniano”.
Rosario Tiso




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