F.X., per
gli esoteristi del bicchiere, è più che sufficiente traccia per indicare il n°
1 tra i viticoltori austriaci di ogni tempo: FRANZ XAVIER PICHLER. E di arte vinicola “esoterica” sembra trattarsi al cospetto del
liquido denso e iridescente che scorre davanti ai nostri occhi dentro al
bicchiere. E’ come se risuonasse
d’intorno l’invito e il dettame biblico contenuto nell’Ecclesiaste:” Lascia che
i sensi si dilettino col vino…”
Ritrovarsi
il Sabato mattina per l’aperitivo al wine-bar Cairoli sembra un pretesto per i
“sedicenti” migliori “palati” di Foggia per forzare la routine quotidiana e
generare lampi di autentico godimento sensoriale. Ancora una volta è dallo
scrigno della personale dotazione di nettari paradisiaci dei più quotati degli astanti che proviene
l’ennesimo capolavoro enologico
degustato: un Riesling Smaragd Trocken 2000, grand cru Kellerberg, della
regione danubiana del WACHAU. Bene lo sapevano le legioni romane della
vocazione vinicola della zona. Ai cugini francesi e a tutto il mondo servirebbe
più spesso ricordare che senza l’illuminata(nonché efferata…) dominazione
romana non esisterebbe viticultura moderna in tutto il continente europeo. A
simili latitudini è un dato ancora più cruciale. Dove non esistevano vigne né
tradizioni, ma c’erano potenziali “terroir”, i romani hanno impiantato migliaia
di chilometri di filari. Dopo l’esperienza iniziatica di un GRUNER VELTLINER
SMARAGD dal cru VON DE TERRASSEN del 2001 e l’incanto di un RIESLING SMARAGD “M”, la “M” non a caso sta per
monumentale, ancora una volta ci si imbatte in un vino che sembra frutto di un
processo alchemico che rimanda alla leggenda della pietra filosofale: F.X.
detiene il segreto della trasmutazione dei corpi in “oro”, l’oro liquido dei
suoi gioielli enoici, derivati dai cru-crogiuolo più reputati. La solarità del
colore balena maestosa in riflessi luminosissimi e cangianti, viranti su tonalità
che manifestano una profonda, antica
e sobria eleganza. Al gesto olfattivo un attento Michele coglie una nota di
mandorla amara, un setoso amaretto. Poi si sprigiona un’inarrestabile crescendo
fruttato che si compone in un bouquet esotico. Al gusto tanta vivacità
confluisce in un perfetto bilanciamento fra durezze e morbidezze e il campione
risulta prodigiosamente fresco e nitido a dieci anni della vendemmia e, forse, al
suo apogeo sensoriale. Ben presto il palato, come l’olfatto, declina su toni
arabescati e barocchi, tale e tanta è l’opulenza e la multidimensionalità
dell’estratto, ma senza sbavature, disarmonie, eccessi. Notoria è la grandezza
del Riesling renano. Con i grandi
interpreti, è un vitigno che regala vini
magici, eleganti, raffinati, complessi, completi, longevi. Solo ai “signori del
freddo” riesce sempre. E F.X. , non solo un nome, non più una sigla, lo è.
Rosario Tiso
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