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lunedì 13 febbraio 2017

Rottamatori d’Italia – Prima Puntata


TITANIC EUROZONA

E’ da oltre quattro anni che l’Italia non esprime più leader votati democraticamente ma Gauleiter esecutori di ordini, designati dalla Cabala Ordoliberista e Oligarchica che schiaccia sotto il suo tallone oppressivo i Paesi Europei brutalizzati dalla UE e dall’Euro.
Solo un’informazione distorta, al soldo del circuito latomistico reazionario e antidemocratico, quale appunto è la stampa mainstream italiana, finge di non rendersi conto che l’Eurozona, presa a tenaglia dalla stagnazione secolare provocata dalle politiche tecno-naziste di austerità e da decine di milioni di migranti («dall’Africa prima o poi si preparano a sbarcare 60 milioni di migranti economici»i), è come il Titanic che viaggia a folle velocità verso il suo tragico destino.
Titanic_Eurozona
Gli Italiani, assieme ai Greci e agli altri Popoli del Sud Europa, sono passeggeri di terza classe e quindi destinati a perire, mentre i Tedeschi hanno a loro disposizione tutte le scialuppe di salvataggio.
Il paragone termina qui, poiché il capitano Edward Smith affondò con la sua nave, mentre i responsabili (rectius,rottamatori) dello sfascio italiano ed europeo, le sedicenti “istituzioni”, hanno già trovato posto nell’enorme arca dell’eversiva e sovversiva Massoneria Mondiale Neofeudale e, sdraiate su comode poltrone, sorseggiano aperitivi e margarita, osservando con sadica voluttà il Titanic Eurozona che affonda.
Sogghignano, costoro, nel vedere i Tedeschi – salvi e asciutti nelle loro scialuppe – che spingono metaforicamente sott’acqua le teste di Italiani, Greci, Portoghesi… annaspanti nel tentativo (vano) di aggrapparsi o, almeno, di non andare a fondo.
Mervin King, ex governatore della Banca d’Inghilterra è molto chiaro al riguardo:
La situazione greca esemplifica perfettamente il problema dell’indebitamento estero in un’unione monetaria. Il PIL in Grecia è crollato più di quanto crollò il PIL statunitense durante la Grande Depressione degli anni ’30. Nonostante un’enorme contrazione fiscale abbia portato il deficit pubblico dal 12 percento del 2010 a meno del 3 percento nel 2014, il rapporto tra debito pubblico e PIL ha continuato a salire, e ora ha quasi raggiunto il 200 percento del PIL.
Tutto questo debito è denominato in una monetaii il cui valore è probabilmente destinato a salire rispetto ai redditi greci. Quando il debito è stato ristrutturato nel 2012, i creditori del settore privato sono stati salvati. Molto del debito greco, oggi, è in mano a istituzioni pubbliche come la Banca Centrale Europea, altri paesi dell’area euro, e il Fondo Monetario Internazionale. L’austerità fiscale si è dimostrata autolesiva perché il tasso di cambio non aveva modo di scendere per favorire il commercio. Nella loro crisi del debito degli anni ’80, i paesi dell’America Latina trovarono la strada verso la crescita solo quando riuscirono a scrollarsi di dosso l’enorme peso del debito estero. […]
È stato non poco deprimente vedere i paesi dell’eurozona mercanteggiare quanto denaro prestare alla Grecia per permettere alla Grecia di ripagare una parte del suo debito precedente. Un tale flusso circolare di pagamenti non fa praticamente nessuna differenza per l’economia greca. È particolarmente misero vedere che la Germania ha dimenticato la propria Storia.
Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, il Trattato di Versailles imponeva pesanti debiti di riparazione ai paesi sconfitti – in primis alla Germania, ma anche all’Austria, all’Ungheria, alla Bulgaria e alla Turchia.
Una parte dei pagamenti richiesti fu effettuato in natura (per esempio tramite carichi di carbone o di bestiame), ma nel caso della Germania la gran parte dei pagamenti doveva essere effettuata in oro o in moneta straniera.
La Commissione per la Riparazione impose inizialmente una cifra di 132 miliardi di marchi d’oro. Irritati dalla reticenza della Germania nell’effettuare tali pagamenti, Francia e Belgio occuparono la regione della Ruhr nel gennaio 1923, con lo scopo di forzare i pagamenti. Ciò portò infine a un accordo tra gli Alleati – il cosiddetto piano Dawes del 1924 – che ristrutturava e riduceva il debito di riparazione. Ma anche i pagamenti che seguirono furono effettuati tramite ulteriore indebitamento verso l’estero, e questa era una situazione insostenibile. I debiti di riparazione furono in larga parte cancellati alla conferenza di Losanna nel 1932. Alla fine la Germania pagò, in totale, meno di 21 miliardi di marchi, gran parte dei quali furono finanziati tramite debito estero sul quale, successivamente, la Germania fece default.
Una delle dichiarazioni più convincenti sulla disperata situazione della Germania fu fatta dall’allora governatore della sua Banca Centrale, Hjalmar Schacht. Nel 1934, scrivendo nella più rispettabile e americana delle pubblicazioni, cioè su Foreign Affairs, Schacht spiegò che “un paese debitore può pagare il suo debito solo nel momento in cui acquisisce un surplus sulla bilancia commerciale, e… l’attacco contro le esportazioni tedesche tramite dazi, boicottaggi, ecc., conduce solo al risultato opposto“. […]
La causa più probabile di una rottura dell’eurozona è che gli elettori dei paesi del sud si stanchino definitivamente di questa devastante e disperata disoccupazione di massa e dell’emigrazione dei giovani di maggiore talento. Il contro-argomento – che cioè l’uscita di un paese dall’eurozona possa portare il caos, la caduta degli standard di vita e una continua incertezza sulla sopravvivenza dell’unione monetaria – è reale.
Ma se l’alternativa è una devastante austerità, il proseguimento della disoccupazione di massa, e un debito che pesa all’infinito, allora l’uscita dall’eurozona potrebbe essere davvero l’unica strada per rimettersi sulla carreggiata della crescita economica e della piena occupazione. I benefici a lungo termine potrebbero in altre parole superare i costi a breve termine. Chi è fuori da tutto questo non può prendere la decisione per gli altri, ma può incoraggiare la Germania e il resto dell’eurozona ad affrontarla.
Se i paesi membri dell’eurozona decidono di continuare a stare legati assieme, il peso del debito estero potrebbe diventare troppo grande per consentire una stabilità politica. Come scrisse John Maynard Keynes nel 1922, “È assurdo supporre che esista un qualsiasi mezzo tramite il quale una nazione moderna può esigere da un’altra un tributo costante per molti anni di seguito.”iii
I massoni Merkeliv, Schäublev, Juncker, Draghivi et similia, al di là di mere dichiarazioni di facciata e azioni quale l’inconcludente Quantitative Easing della BCE (per non parlare dell’ectoplasmatico Piano di investimenti Juncker), stannoscientemente condannando a morte per fame e stenti decine e decine di milioni di abitanti dei Paesi del Sud Europa (PES).
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Angela Merkel – immagine satirica
La deflazione in cui stiamo precipitando è l’effetto voluto delle politiche di austerità imposteci negli ultimi trent’anni. L’attuale è una crisi della domanda, non dell’offerta e fino a quando il ceto medio-basso verrà taglieggiato da alte tasse, bassi salari, posto in competizione con profughi (veri e falsi) e derubato di beni e servizi pubblici svenduti alle Locuste Finanziarie (cotali misure deflattive e pro-crisi vengono umoristicamente definite nella neolinguavii dei Massoni neoliberisti come le “riforme strutturali”), non si uscirà mai dalla crisi provocata con precisione chirurgica dalla Cabala Finanziaria Mondiale.
Anzi, con la deflazione, il debito reale, sia privato che pubblico, non fa altro che aumentare.
Nel dibattito seguito alla diffusione dei dati [sul PIL italiano, ndr], è stata messa in evidenza la debolezza della crescita italiana in rapporto a quella delle altre principali economie (+2,4% negli Stati Uniti, +2,2% nel Regno unito, +1,7% in Germania, +1,2% in Francia) e le difficoltà che stanno emergendo nel recuperare le pesanti perdite accumulate negli ultimi anni. Procedendo a un ritmo dell’1% l’anno, bisognerà attendere il 2024 per tornare ai livelli pre-crisi del 2007. E’ stato, tuttavia, in gran parte trascurato un aspetto affatto secondario: la qualità della crescita. Attraverso la scomposizione della variazione del PIL in volume, è possibile ricavare un’informazione fondamentale […]. Nel 2015 in Italia si è importato (+1,6%) più di quanto si è esportato (+1,3%) con un saldo con l’estero negativo (-0,3%); si è consumato poco (+0,8%) […] con la conseguenza che la produzione in eccesso è andata ad aumentare le scorte di magazzino (+0,5%). E l’eredità lasciata al 2016 potrebbe rivelarsi pesante. Con una domanda interna ed estera deboli, la produzione rallenterà per smaltire le scorte accumulate, con riflessi negativi su occupazione, redditi e domanda interna, esercitando anche un’azione depressiva sui prezzi. […] Rispetto al 2007 il Pil italiano è diminuito dell’8,3%, mentre quello tedesco è aumentato del 7,1%.viii
Ciò che la Trimurti Massonica reazionariaix, insieme ai Bankster$ criminali e agli squali della finanza internazionale, non sembra essere in grado di capire è che la continua deflazione salariale, con il crollo planetario della domanda, farà collassare tutto il sistema capitalistico mondiale è già adesso la serpe finanziaria ha iniziato a mordersi la coda.
I serpenti, avendo i denti rivolti all’interno, non possono rilasciare la preda. Una volta che iniziano – per voracità o follia – a mordere sé stessi, non possono far altro che iniziare a digerire le loro stesse carni e quindi morire.
Altro che ouroboros. Il Sistema Capitalistico Mondiale, guidato dalla Cabala Massonica – a causa della sua avidità genocida e criminale – sta per collassare definitivamente:
Salari adeguati sono critici perché il sistema possa funzionare. Mentre il sistema tendeva sempre di più alla globalizzazione, i politici hanno iniziato a preoccuparsi sempre di più sulle esigenze delle imprese e dei governi, e sempre meno di quelle dei lavoratori. A un certo punto, la mancanza di domanda per l’offerta complessiva del sistema tenderà a far collassare l’intero sistema.
Perciò, a un certo punto, la tendenza verso la globalizzazione e l’automazione dovrà fermarsi. Abbiamo bisogno di acquirenti per l’offerta dal sistema, e questo è esattamente l’opposto della direzione in cui il sistema sta andando. Se non si trova un modo per ripararlo, collasserà.x
L’ex Gauleiter Mario Montixi non ne è, evidentemente, a conoscenza, viste le dichiarazioni soddisfatte rese alla CNN nei satolli panni di premier nominato da Giorgio Napolitanoxii e votato da nessuno – dopo il Golpe del 2011 – ove si vantava di aver distrutto la Domanda Interna:
E che dire di quando lo stesso appagato Monti declinava la sua fedeltà all’ordoliberalismus merkeliano affermando che proprio «la Grecia era la massima espressione del successo dell’Euro?»
«Tra il 2008 e il 2014 la ricchezza individuale degli Italiani si è ridotta di oltre mille euro da 27.600 a 26.500 all’anno. Nello stesso periodo, la media del Pil pro capite europeo è salito di 1.500 euro: da 26 mila a 27,500 all’anno. Quella italiana è diminuita del 4%, quella media europea è salita del 5,7%.
A dirlo, questa volta, non è qualche economista euroscettico. Ma l’Eurostat, cioè l’Istituto di statistica europeo».xiii
Il principale Rottamatore d’Italia rimane, senza dubbio, Mario Monti.
Ha distrutto il mercato immobiliare con una tassazione inverosimile e asfissiante, mettendo in crisi anche i bilanci di molte banche con il crollo del valore degli immobili dati in garanzia,
«Non è difficile vedere gli effetti della crisi dietro il calo degli introiti derivanti dalle imposte su birra e alcolici (-4,2%) o su sigarette e tabacchi (-5,9%). Stesso discorso per l’imposta di registro (-30,2%), il cui gettito è sceso di pari passo con il mercato immobiliare – dimezzato rispetto ai livelli di dieci anni fa».xiv
Scrive Francesco Forte:
le ragioni per cui le banche italiane sono in questa difficile situazione, non dipendono da loro medesime, bensì dai vari governi a guida Pd che si sono insediati in Italia dal 2011 in poi, in regime di sospensione delle regole ordinarie. Infatti, i prestiti delle nostre banche erano e sono accompagnati da robuste garanzie immobiliari, si nei riguardi delle imprese, che delle famiglie. Ma i tre governi Monti, Letta e Renzi hanno depresso il mercato immobiliare con un’asfissiante tassazione più che doppia della precedebte. Mancano gli investimenti nel risanamento delle città inondate da nuova immigrazione e con periferie abbandonate. La depressione del valore degli immobili ha generato la riduzione del valore delle garanzie bancarie. Come se non bastasse, sono emersi fattacci come quelli di Banca Etruria, controllata da persone vicino al governo attuale e i problemi del Monte dei Paschi, banca storicamente gestita dal Pdxv
Che le nostre “istituzioni” siano subalterne e quisling di poteri allogeni e di una massoneria oligarchica ed eversiva è fuor di dubbio.
Ne è convinto l’opinionista Marco Della Luna,
L’inefficienza e la corruzione del sistema-Italia derivano dalla collocazione subalterna e asservita dell’Italia nella gerarchia delle potenze, quindi non è possibile curarle dall’interno dell’Italia, con mezzi politici o giudiziari o di altro genere. […]
L’Italia, dall’alto medioevo in poi, non è mai stata indipendente (tolta Venezia e qualche altra città), ma è stata assoggettata a potenze e interessi esterni; questa sua posizione è stata consolidata dai secoli, è divenuta uno dei principi cardine del diritto internazionale; i suoi governanti sono sostanzialmente al servizio di questi interessi e potenze: ottengono e mantengono la poltrona in quanto obbediscono un padrone esterno, e in cambio possono fare i loro comodi all’interno a spese dei cittadini.[…] Gli esempi di scelte eseguite da governi e presidenti italiani su ordine straniero e contro gli interessi nazionali sono abbondanti e macroscopici. Ne citerò alcuni che mi paiono particolarmente significativi:
– L’adesione a tre successivi sistemi di blocco dei tassi di cambio, di cui l’ultimo si chiama “Euro”, tutti molto dannosi per l’Italia e molto vantaggiosi per i paesi del Nord Europa; i primi due sono già saltati dopo aver cagionato disastri. Tutti ci hanno inflitto deindustrializzazione e indebitamento, apportando per contro sviluppo e attivo commerciale ai paesi forti. Tutti hanno aumentato il divario rispetto a questi paesi, sotto la promessa di ridurlo.
– L’accettazione di scelte europee in materie monetarie, bancarie e fiscali che consentono ai paesi forti di violare le regole a cui invece deve sottostare l’Italia – vedi il sistema bancario tedesco, cui è concesso di usare leve multiple di quelle italiane e di ricevere aiuti di Stato – congiuntamente al fatto che all’economia italiana viene negato l’uso di strumenti finanziari che invece sono disponibile ai paesi forti dell’UE, i quali quindi possono fare shopping e concorrenza sleale nei confronti dell’Italia, lo si sente!
– La partecipazione alla guerra contro la Libia, imposta via Quirinale a Berlusconi poco dopo la conclusione di un trattato di pace vantaggioso per l’Italia, e voluta nell’interesse di Regno Unito e Francia, a danno dall’Italia, che, per effetto della guerra, ha perso quote di risorse petrolifere a favore di quei due Paesi, e inoltre si ritrova l’Isis a soli 80 km e un flusso disastroso di migranti.
– L’imposizione, sempre via Quirinale, come premier di Monti, che ha irrimediabilmente spezzato le gambe all’economia nazionale soprattutto dove competitiva con quella tedesca, e ha trasferito decine di miliardi spremuti dagli italiani mediante tasse folli per assicurare a banchieri tedeschi e francesi i profitti delle loro speculazioni criminali in Spagna e Grecia.
– La demenziale adozione del principio di pareggio di bilancio in periodo di recessione, che automaticamente determina la rarefazione monetaria (perché per realizzare un avanzo primario il governo estrae dal Paese più soldi di quanti ne reimmetta, svuotandolo di liquidità), quindi insolvenze, licenziamenti, morie aziendali e avvitamento recessivo.
Come abbiamo visto, non sono solo i commentatori politici a condividere tale motivato sprezzo nei confronti dell’Eurozona, ma anche i migliori economisti mondiali (categoria alla quale non sembrano appartenere i Bocconi Boys) hanno la stessa opinione. Ricordiamo, tra gli altri, i premi Nobel Stiglitz, Krugman e Amartya Sen.
Roberto Orsi, della prestigiosa “London School of Economics and Political Science, fu esplicito fin dal 2013, quando ancora gli appecoronati giornalisti di regime intingevano le penne nella bava, celebrando i SuperMario (Draghi e Monti) quali“Salvatori d’Italia”:
Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un paese che, in soli vent’anni, è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale a una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di completo caos politico-istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato sta crescendo, coi ricavi dalla tassazione diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil superiore al 3% e un debito pubblico sopra il 130%, destinato a peggiorare ulteriormente. Ancora dieci anni, e del nostro paese non resterà più nulla. […] Il declino: una classe politica miope, pronta a imporre tasse in nome della stabilità. Ieri Monti, oggi Letta [aggiungiamo l’attuale Renzi, ndr]. Un disastro.
Politici e stampa mainstream annunciano una ripresa imminente? Perfettamente possibile, un trimestre positivo, per un’economia che ha perso l’8% del suo Pil. Ma chiamare “ripresa” un eventuale +0,3% «è una distorsione semantica, considerando il disastro economico degli ultimi cinque anni: più corretto sarebbe parlare di una transizione da una grave recessione a una sorta di stagnazione». Numeri impietosi: il 15% del settore manifatturiero, che in Italia (prima della crisi) era il più grande in Europa dopo quello tedesco, è stato distrutto. E circa 32.000 aziende sono scomparse. «Questo dato, da solo, dimostra l’immensa quantità di danni irreparabili che il paese subisce». […] Oggi, l’Italia è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono certa «la scomparsa completa della nazione».
Da noi, il livello di tassazione sulle imprese è il più alto dell’Ue, e uno dei più elevati al mondo. Questo, insieme alla catastrofe dello Stato, sta spingendo gli imprenditori all’estero – non solo verso destinazioni che offrono lavoratori a basso costo (Oriente, Asia meridionale), ma anche verso la vicina Svizzera e la stessa Austria dove, nonostante i costi relativamente elevati di lavoro, le aziende trovano uno Stato «pronto a collaborare con loro, anziché a sabotarli». Aggiunge Orsi: «La scomparsa dell’Italia in quanto nazione industriale si riflette anche nel livello senza precedenti di fuga di cervelli, con decine di migliaia di giovani ricercatori, scienziati, tecnici che emigrano in Germania, Francia, Gran Bretagna, Scandinavia, così come in Nord America e Asia orientale». Chi è istruito e produce valore pensa solo a emigrare. Così, «l’Italia è diventato un luogo di saccheggio demografico per gli altri paesi più organizzati, che hanno l’opportunità di attrarre facilmente lavoratori altamente addestrati a spese dello Stato italiano, offrendo loro prospettive economiche ragionevoli che non potranno mai avere in Italia».
Inoltre, siamo entrati «in un periodo di anomalia costituzionale», dopo che i partiti nel 2011 hanno «portato il paese ad un quasi-collasso», evento che avrebbe avuto gravi conseguenze a livello globale. Chi comanda, oggi? «Il paese è stato essenzialmente governato da tecnocrati provenienti dall’ufficio del presidente della Repubblica, i burocrati di diversi ministeri chiave e la Banca d’Italia. Il loro compito è quello di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell’Ue e dei mercati finanziari a qualsiasi costo. Questo è stato finora raggiunto emarginando sia i partiti politici sia il Parlamento a livelli senza precedenti, e con un interventismo onnipresente e costituzionalmente discutibile del presidente della Repubblica, che ha esteso i suoi poteri ben oltre i confini dell’ordine repubblicano. L’interventismo del presidente – aggiunge Orsi – è particolarmente evidente nella creazione del governo Monti e del governo Letta, che sono entrambi espressione diretta del Quirinale».
«L’illusione ormai diffusa, che molti italiani coltivano, è credere che il presidente, la Banca d’Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese». Errore: «Saranno amaramente delusi», perché «l’attuale leadership non ha la capacità, e forse neppure l’intenzione, di salvare il paese dalla rovina». Sarebbe facile, aggiunge Orsi, sostenere che Monti ha aggravato la già pesante recessione. Ma Letta sta seguendo esattamente lo stesso percorso: tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità. […] Letta, Napolitano e le loro coorti di tecnici «sono in realtà i garanti della scomparsa dell’Italia».
A sconcertare è la rapidità del declino: di questo passo, «in meno di una generazione non rimarrà nulla dell’Italia nazione industriale moderna».
(segue)
i Adriana Cerretelli, “La strada in salita di un’intesa Ue-Turchia”, Il Sole 24 ore del 17 marzo 2016.
ii L’Euro che è, de facto, una valuta straniera emessa dalla BCE, la quale BCE è controllata dalle BCN (Banche Centrali Nazionali) che ne detengono il capitale sociale. A loro volta, le BCN hanno un azionariato detenuto esclusivamente da merchant bank, banche commerciali e assicurazioni, cioè privati, Quindi la BCE è una banca privata che fa esclusivamente gli interessi delle banche private, ndr.
iii Mervin King sul “Telegraph” tradotto da vocidallestero.it.
iv Affiliata alle Ur-Lodges “Golden Eurasia”-”Valhalla”-”Parsifal”, Cfr. Gioele Magaldi, Laura Maragnani, “Massoni Società a responsabilità illimitata”, Chiarelettere Editore
v Maestro Venerabile della Ur-Lodge “Der Ring” – affiliato alla “Joseph de Maistre”, Cfr. Magaldi-Maragnani, op. cit.
vi Affiliato alle Ur-Lodges «Pan-Europa», «Edmund Burke» e in seguito anche alla «Three Eyes», alla «Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum» e alla «White Eagle», Cfr. Magaldi-Maragnani, op. cit.
vii La lingua che il Socing, il Partito Socialista Inglese o Grande Fratello, usava in !984” di George Orwell
viii Franco Mostacci, “Il Pil spiegato a tutti: cresce poco e male. E il futuro è nero”, Il Fatto Quotidiano del 16 marzo 2016.
ix La triade delle Ur-Lodges “Three Eyes”, “White Eagle”, “Edmund Burke” a cui si è aggiunta l’eversiva “Hathor-Pentalpha”.
x “Perché la globalizzazione ha raggiunto il suo limite”, vocidallestero.it
xi Affiliato in forma più o meno coperta alla United Grand Lodge of England e alla Ur-Lodge «Babel Tower», Cfr. Magaldi-Maragnani, op. cit.
xii Affiliato alla Ur-Lodge «Three Eyes» fin dal 1978, Cfr. Magaldi-Maragnani, op. cit.
xiii Fabrizio Ravoni, “Italiani sempre più poveri. Crolla il Pil nelle regioni”, “il Giornale” del 14 marzo 2016.
xiv Dell’Oste, Mobili e Parente, “Fisco aumenti record per le tasse sul risparmio”, “Il Sole 24 ore” del 14 marzo 2016.
xv Francesco Forte, “Ma così l’Italia potrà raccogliere solo le briciole”, “il Giornale” dell’11 marzo 2016.
fonte http://www.isoladiavalon.eu/rottamatori-ditalia-prima-parte/

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