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lunedì 13 febbraio 2017

Il nemico alle porte

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tecnonazisti fanno rullare i tamburi di guerra non solo contro gli Italiani e la Domanda Interna nazionale, ma anche contro il loro ex Gauleiter, il nominato Matteo Renzi.
Le critiche e gli attacchi che piovono a catinelle dalla stampa economica internazionale, da Financial Times a The Economist, da Frankfurter Allgemeine Zeitung a New York Times, sull’operato renzista non lasciano dubbio alcuno: la Cabala Massonica e i Nazisti tecnocratici hanno messo nel mirino il caudillo di Rignano sull’Arno.
Sono finiti i tempi dell’idillio tra il Führer d’Europa, la massona Angela Merkel e il rottamatare dei diritti sociali e del welfare italiano, Matteo Renzi, al punto che il toscano subisce pesanti attacchi anche dall’ex re Giorgio Napolitano, colui che lo ha nominato – primo caso nella Storia d’Italia – presidente del Consiglio pur non essendo il Renzi parlamentare italiano.
E se lo ha nominato è solo perché il Quarto Reich merkeliano ha espresso il suo avallo e il suo placet, a suo tempo manifestati sia con Mario Monti che con Enrico Letta.
I renzisti di Palazzo Chigi iniziano ad avvertire puzza di bruciato e le critiche su riforme, debito pubblico e scandalo Banca Etruria, la banca del padre di Maria Elena Boschi, ricordano l’estate del 2011, quando la Cabala Massonica, con la collaborazione determinante di Deutsche Bank e Goldman Sachs, innescò la speculazione al ribasso dei titoli di Stato italiani tanto che, nel novembre 2011, venne nominato premier d’italia (sempre da Napolitano) il Gauleiter tecnocratico di Angela Merkel: Mario Monti.
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Mario Monti – caricatura
Le invettive del 17 febbraio 2016 contro il rignanese, scagliate al Senato da un Mario Monti quanto mai aggressivo, hanno provocato a Palazzo Chigi attacchi isterici e biliosi, insieme a scariche di puro terrore, determinando la nascita della“sindrome del complotto”.
La spallata di Monti non poteva essere più dura e più chiara:
«Presidente Renzi, lei non manca occasione per denigrare le modalità concrete di esistenza della Unione Europea, conla distruzione sistematica a colpi di clava e scalpello di tutto quello che la UE ha significato finoraQuesto sta introducendo negli italiani, soprattutto in quelli che la seguono, una pericolosissima alienazione nei confronti della UE. Con il rischio di un ‘benaltrismo’ su scala continentale molto pericoloso. In modo accorato dico che dovrebbe riflettere molto su questo»
concludeva,
«Lei rischia di far fare passi indietro all’Europa.»
Una pesantissima minaccia.
Chiunque si sia opposto all’idea della Paneuropa propugnata dal Kalergi – con la liquidazione sistematica delle culture nazionali, la morte di milioni di autoctoni sostituiti dai cosiddetti profughi e l’imposizione della cultura distopica delmeticciato – ha avuto una fine politica ben miseranda.
Un breve inciso:
nell’epoca ormai dominata da The Babylonian Woe cioè dalla turpe Cabala Massonica delle Ur-Lodges oligarchico-reazionarie, la quale si spaccia come Finanza Internazionale o Libero Mercato [avendo dato vita a potentati paramassonici quali The Round Table, Società delle Nazioni, ONU, CFR, Bilderberg, Trilateral, World Bank, IMF, PNAC, RIIA, Club di Roma, Aspen Institute, UE, BCE et al.],
nell’epoca ove massoni à la Soros destabilizzano Nazioni come Ucraina, Libia, Iraq, Afghanistan, Siria, Somalia, Egitto, etc. al solo fine di creare un’immensa massa umana di migranti utile a destabilizzare un intero Continente – l’Europa –,
nell’epoca ove l’immonda e vergognosa Willkommenskultur merkeliana è metro di paragone e mezzo per liquidare secoli di libertà sociali e spazzare via le culture nazionali,
non possiamo attenderci altro che un «futuro stile di vita» fatto solo di stenti e morte precoce.
Sempre più ambasciatori stranieri pongono ai renzisti la stessa domanda: «Ci risulta ci sia un piano per far cadere questo governo. Siete sicuri che il presidente del Consiglio non faccia la fine che ha fatto Berlusconi nel 2011?»
Tutto ciò non è figlio (come afferma il giornale filorenziano “il Foglio”)
[della] presenza sulla scena internazionale di un pezzo di establishment italiano, un po’ sgangherato, che da alcune settimane tende a sponsorizzare la tesi, esplicita, che ci sia una connessione precisa tra lo stato di salute delle Borse italiane e lo stato di salute del governo. Un pezzo di establishment, dicevamo, guidato da uno speciale club con ottimi contatti in Europa formato da ex presidenti del Consiglio (Enrico Letta, Massimo D’Alema, Romano Prodi) che da tempo, a vario titolo, sostiene, in modo più o meno implicito, che – per salvare l’Italia e non condannare il nostro paese a una nuova recessione e a un imminente collasso economico – sia necessario, urgentissimo, preparare la strada a un’alternativa all’attuale presidente del Consiglio, (“Chi vuol mandare in pensione Renzi”)
ma è la conseguenza del fatto che il circuito latomistico internazionale reazionario non si fida più del wannabe Matteo Renzi (la cui affiliazione alla Ur-Lodge Leviathan sembrerebbe essere stata bloccata da Mario Draghi).
E imporrà presto all’Italia un nuovo “salvatore della Patria”, un nuovo Monti.
In ogni caso, chiunque vinca, per noi Italiani è l’alternativa del diavolo
Da un lato la retorica renzista della “rottamazione”, del “giovanilismo”“nuovismo”“riformismo”“dinamismo” e “ottimismo”,ricopiata di peso dalla magniloquenza futurista del Mussolinismo (con relativa disarticolazione dei corpi democratici intermedi, la nomina in tutti i gangli vitali dello Stato di corifei inetti ma fedeli e la totale occupazione di ogni settore dello Stato,Totaler Staat), dall’altro l’ennesimo fautore dei “conti a posto” e  della “distruzione della domanda interna”.
Il nemico è alle porte.

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