C’è un posto nel bosco, tra Motta Montecorvino e San Marco
La Catola in provincia di Foggia, che profuma di antico e di cose buone, riluce
di bellezza e di integrità, trasuda umanità ed autenticità: la “Locanda Bosco
San Cristoforo”, ex “Greentime”. Il verde,
“green”, è il suo colore. Il colore del manto arboreo che l’avvolge da più
parti; il colore della speranza del suo “patron”, Giuseppe di Iorio, di
conservare “puro” uno spicchio di mondo per potervi svolgere un’esistenza
naturale insieme ai suoi amici. Perché alla “Locanda Bosco San Cristoforo” è
difficile restare clienti. Sei rapito da un sottile fraseggio interiore al
primo sguardo, di persone che ti guardano negli occhi. Ogni fortilizio formale
cede di schianto:vuoi partecipare di quell’empatia! Dell’ultima volta alla
Locanda, ricordo di un’uva pigiata coi piedi per dar vita ad un vino
particolare, il “Fraccato”. Perché presso la Locanda ha sede un’azienda
agricola biologica e il “Fraccato” è il frutto più pregiato del “vitarium”
aziendale. Alcuni giorni dopo la festa della pigiatura ricordo che promossi una degustazione dei vini della Locanda. Come antefatto procedemmo allo stappo,o per meglio dire alla
sboccatura,di una falanghina spumantizzata realizzata col metodo classico in
quel luogo remoto e silvano. Lo “champagne” si chiama “Breccioloso”;il luogo
della vigna è nei pressi del Bosco di
S.Cristoforo,sul limitare della provincia di Foggia che occhieggia al Molise. Lo
trovammo coralmente intrigante:bella
sapidità,bella acidità,per nulla banale. Vale la pena perciò spendere ulteriori
parole. L’azienda produttrice, come già detto,
si chiama “Agricola Biologica Belvedere” ed è una creatura di Giuseppe di
Iorio, assicuratore prestato all’agricoltura dalla sua immensa passione per il
vino, come la “Locanda Bosco San Cristoforo” che la ospita. Tre i vini
prodotti: il ROSSO MALVONE ,aglianico in purezza ottenuto senza diraspare,il
FRACCATO,rosato da uvaggio in vigna di uve
bianche e rosse come vuole la tradizione e impreziosito da un’arcaica pigiatura
con i piedi e infine il BRECCIOLOSO ,falanghina spumantizzata secondo i dettami
del metodo classico ma senza sboccatura. Proprio l’esigenza di liberarsi delle
fecce suggerisce una procedura artigianale di
“degorgement” : ad uno strato
di cubetti di ghiaccio di qualche centimetro posto in un contenitore qualsiasi
si aggiunge del sale grosso che funge da moltiplicatore dell’azione di
raffreddamento del ghiaccio. La bottiglia si inserisce “di collo” nel ghiaccio
e dopo mezz’ora di freezer ecco
palesarsi un cilindretto di ghiaccio sotto il tappo a corona privo di “bidule”. L’apertura della bottiglia e la
spinta dell’anidride carbonica liberano il cilindretto che imprigiona i lieviti
morti e restituiscono un prodotto limpido e pronto alla beva. Da tempo non vado
alla “Locanda”. Ma è il momento di ritornarci
per rinverdire la pervicace voglia di
sano e di salubre che alberga in ognuno di noi.
Rosario Tiso
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