I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo I
Parleremo apertamente, discuteremo il significato di ogni
riflessione e, per mezzo di paragoni e deduzioni, arriveremo a dare una
spiegazione completa esponendo così il concetto della nostra politica e di
quella dei Goys (parola ebraica per definire i non ebrei, animali da addomesticare).
Si deve anzitutto notare che gl'individui corrotti sono assai più numerosi di
coloro che hanno nobili istinti, perciò nel governare il mondo i migliori
risultati sono ottenuti colla violenza e l'intimidazione, anziché con le
discussioni accademiche. Ogni uomo mira al potere, ognuno vorrebbe essere un
dittatore e sono, in vero, assai rari coloro che non sono pronti a sacrificare
il benessere altrui pur di raggiungere le proprie finalità. Che cosa ha frenato
quelle belve che chiamiamo uomini? Che cosa li ha governati? Nei primordi della
civiltà si sono sottomessi alla forza cieca e brutale, poi alla legge la quale
- in realtà - è la stessa forza, ma mascherata. Da ciò debbo dedurre che,
secondo la legge della natura, il diritto sta nella forza. La libertà politica
non è un fatto, ma una idea.
Si deve sapere come applicare questa idea quando necessita,
allo scopo di servirsene come di un'esca per attirare la forza della plebe al
proprio partito, se detto partito ha deciso di usurpare il potere di un rivale.
Il problema viene semplificato, se questo rivale diventa infetto da idee di
"libertà" - dal cosiddetto liberalismo - e se per questo ideale cede
una parte del suo potere. In queste circostanze trionfa il nostro concetto. Una
nuova mano afferra le abbandonate redini del Governo, secondo vuole la legge
vitale, perché la forza cieca del popolo non può esistere per un solo giorno
senza un Capo che la guidi, ed il nuovo Governo non fa che sostituire il
vecchio indebolito dal suo liberalismo.
Oggi giorno la potenza dell'oro ha sopraffatto i regimi
liberali. Vi fu un tempo in cui la religione governava. Il concetto della
libertà non è realizzabile perché nessuno sa adoperarla con discrezione. Basta
dare l'autonomia di governo ad un popolo, per un periodo brevissimo, perché
esso diventi una ciurmaglia disorganizzata. Da quel momento stesso cominceranno
i dissidi, i quali presto si trasformano in guerre civili, l'incendio si
appicca ovunque e gli Stati cessano virtualmente di esistere. Lo stato, sia che
si esaurisca in convulsioni interne, sia che la guerra civile lo dia in mano a
un nemico esterno - può considerarsi definitivamente e totalmente distrutto e
sarà in nostro potere. Il dispotismo capitalista, che è interamente nelle
nostre mani, gli tenderà un fuscello al quale lo Stato dovrà inevitabilmente
aggrapparsi per evitare di cadere inesorabilmente nell'abisso. Se qualcuno per
motivo di liberalismo asserisce che simili discussioni sono immorali farò una
domanda: perché non è immorale per uno Stato che ha due nemici, uno esterno e
l'altro interno, il servirsi contro l'uno di mezzi difensivi diversi da quelli
che usa contro l'altro, formando cioè piani segreti di difesa, e di attacco di
notte o con forze superiori? Dunque, perché dovrebbe essere immorale per lo
Stato di servirsi di questi medesimi mezzi contro ciò che rovina le sue
fondamenta ed il benessere della sua stessa esistenza? Può una mente sana e
logica sperare di governare una massa con successo per mezzo di argomenti e
ragionamenti, quando sussiste la possibilità che essi siano contraddetti da
altri i quali, anche se assurdi e ridicoli, vengano presentati in guisa
attraente a quella parte della plebe, che non è capace di ragionare o di
approfondire, guidata come è interamente da piccole passioni e convenzioni, o
da teorie sentimentali?
Il grosso della plebe, non iniziata ed ignorante, assieme a
coloro che sono sorti e saliti da essa, vengono avviluppati in dissensi di
partito, che rendono impossibile qualsiasi accordo anche sulla base di
argomenti sani e convincenti. Ogni decisione della massa dipende da una
maggioranza casuale o predisposta la quale, nella sua totale ignoranza dei
misteri politici, approva risoluzioni assurde, seminando in questo modo i germi
dell'anarchia. La politica non ha niente di comune con la morale; un sovrano
che si lascia guidare dalla morale non è un accorto politico, conseguentemente
non è sicuramente assiso sul trono. Chi vuol regnare deve ricorrere all'astuzia
ed all'ipocrisia. L'onestà e la sincerità, grandi qualità umane, diventano vizi
in politica. Esse fanno perdere il trono più certamente che non il più acerrimo
nemico. Queste qualità devono essere gli attributi delle nazioni Gentili, ma
noi non siamo affatto costretti a lasciarci andare da esse. Il nostro diritto
sta nella forza. La parola "diritto" rappresenta un'idea astratta
senza base alcuna, e significa né più né meno che: "datemi quello che
voglio perché io possa dimostrarvi in conseguenza che io son più forte di
voi".
Dove principia il diritto e dove termina? In uno Stato dove
il potere è male organizzato, ove le leggi e le personalità del regnante sono
resi inefficaci dal continuo liberalismo invadente, io mi servo di una nuova
forma di attacco usando del diritto della forza per distruggere i canoni e i regolamenti
già esistenti, impadronirmi delle leggi, riorganizzare tutte le istituzioni, e
diventare così il dittatore di coloro i quali hanno spontaneamente rinunciato
al loro potere conferendolo a noi. La nostra forza, nelle attuali traballanti
condizioni dell'autorità civile, sarà maggiore di qualsiasi altra, perché sarà
invisibile, sino al momento che saremo diventati tanto forti da non temere più
nessun attacco per quanto astutamente preparato. Dal male temporaneo, al quale
siamo obbligati a ricorrere, emergerà il benefizio in un regime incrollabile
che reintegrerà il funzionamento dell'esistenza naturale, distrutto dal
liberalismo.
Il fine giustifica i mezzi. Nel formulare i nostri piani,
dobbiamo fare attenzione non tanto a ciò che è buono e morale, quanto a ciò che
è necessario e vantaggioso.
Abbiamo davanti un piano dove è tracciata una linea
strategica dalla quale non dobbiamo deviare, altrimenti distruggeremo il lavoro
di secoli. Per stabilire uno schema d'azione adeguato, dobbiamo tener presente
la meschinità, l'incostanza e la mancanza di equilibrio morale della folla,
nonché l'incapacità sua di comprendere e di rispettare le condizioni stesse del
suo benessere e della sua esistenza. Si deve comprendere, che la forza della
folla è cieca e senza acume; che porge ascolto ora a destra ora a sinistra. Se
il cieco guida il cieco, ambedue cadranno nella fossa. Conseguentemente quei
membri della folla che sono venuti su da essa, non possono, anche essendo degli
uomini d'ingegno, guidare le masse senza rovinare la Nazione. Solamente chi è
stato educato alla sovranità autocratica può leggere le parole formate con
l'alfabeto politico. Il popolo abbandonato a sé stesso, cioè in balìa di
individui saliti su dalla plebe, viene rovinato dai dissensi di partito che
hanno origine dall'avidità di potere e dalla bramosia di onori, generatrici di
agitazioni e disordini.
È forse possibile che le masse possano giungere
tranquillamente ed amministrare senza gelosia gli affari di Stato che non
devono confondere con i loro interessi personali? Possono le masse organizzare
la difesa contro il nemico esterno? Ciò è assolutamente impossibile, perché un
piano suddiviso in tante parti quante sono le menti della massa, perde il suo
valore e quindi diventa inintelligibile ed ineseguibile. Soltanto un autocrate
può concepire piani vasti, assegnando la sua parte a ciascun ente del
meccanismo della macchina statale. Quindi concludiamo essere utile per il
benessere del paese, che il governo del medesimo sia nelle mani di un solo individuo
responsabile. Senza il dispotismo assoluto la civiltà non può esistere, perché
la civiltà può essere promossa solamente sotto la protezione del regnante,
chiunque egli sia, e non dalla massa.
La folla è barbara, ed agisce barbaramente in ogni
occasione. La turba, appena acquista la libertà, rapidamente la trasforma in
anarchia, la quale è per sé stessa la massima delle barbarie. Date uno sguardo
a quei bruti alcoolizzati ridotti all'imbecillità dalle bevande il cui consumo
illimitato è tollerato dalla libertà! Dovremo noi permettere a noi stessi ed ai
nostri simili di fare altrettanto? I popoli della Cristianità sono fuorviati
dall'alcool; la loro gioventù è resa folle dalle orgie classiche e premature
alle quali l'hanno istigata i nostri agenti - e cioè i precettori, i domestici,
le istitutrici, gli impiegati, i commessi e via dicendo -; dalle nostre donne
nei loro luoghi di divertimento; ed a queste ultime aggiungo anche le
cosiddette "Signore della Società" - loro spontanee seguaci nella
corruzione e nella lussuria.
Il nostro motto deve essere: "Qualunque mezzo di forza
ed ipocrisia!". In politica vince soltanto la forza schietta, specialmente
se essa si nasconde nell'ingegno indispensabile per un uomo di Stato. La
violenza deve essere il principio; l'astuzia e l'ipocrisia debbono essere la
regola di quei governi che non desiderano di deporre la loro corona ai piedi
degli agenti di una potenza nuova. Il male è l'unico mezzo per raggiungere il bene.
Pertanto non dobbiamo arrestarci dinanzi alla corruzione, all'inganno e al
tradimento, se questi mezzi debbono servire al successo della nostra causa.
In politica dobbiamo saper confiscare le proprietà senza
alcuna esitazione, se con ciò possiamo ottenere l'assoggettamento altrui e il
potere per noi. Il nostro Stato, seguendo la via della conquista pacifica, ha
il diritto di sostituire agli orrori della guerra le esecuzioni, meno
appariscenti e più utili, che sono i mezzi necessari per mantenere il terrore,
producendo una sottomissione cieca. La severità giusta ed implacabile è il
fattore principale della potenza dello Stato. Non solo perché è vantaggioso, ma
altresì per dovere e per la vittoria, dobbiamo attenerci al programma della
violenza e dell'ipocrisia. I nostri principi sono altrettanto potenti quanto i
mezzi coi quali li mettiamo in atto. Questo è il motivo per cui non solo con
questi mezzi medesimi ma anche con la severità delle nostre dottrine,
trionferemo ed assoggetteremo tutti i Governi al nostro Super-Governo. Basta
che si sappia che siamo implacabili per prevenire ogni recalcitranza. Anche nel
passato noi fummo i primi a gettare al popolo le parole d'ordine:
"Libertà, uguaglianza, fratellanza". Parole così spesso ripetute, da quel
tempo in poi, da pappagalli ignoranti accorrenti in folla da ogni dove intorno
a quest'insegna. Costoro, ripetendole, tolsero al mondo la prosperità ed
all'individuo la vera libertà personale, che prima era stata così bene
salvaguardata, impedendo alla plebaglia di soffocarla.
I Gentili sedicenti dotti e gli intelligenti, non
percepirono quanto fossero astratte le parole che pronunciavano e non si
accorsero che queste parole non solo non si accordavano, ma si contraddicevano
addirittura.
Essi non seppero vedere che l'eguaglianza non esiste nella
natura, la quale crea calibri diversi e disuguali di mente, carattere e
capacità. Così è d'uopo assoggettarsi alle leggi della natura. Questi
sapientoni non seppero intuire che la massa è una potenza cieca e che coloro i quali,
emergendo da essa, vengono chiamati al governo, sono ugualmente ciechi in fatto
di politica; che un uomo destinato a regnare può governare, anche se sia uno
sciocco, ma che un uomo il quale non è stato preparato a tale compito, non
comprenderebbe nulla di politica anche se fosse un genio. I Gentili hanno messo
da parte tutto ciò, mentre è su questa base, che fu fondato il governo
dinastico.
Il padre soleva istruire il figlio nel significato e nello
svolgimento delle evoluzioni politiche in maniera tale che nessuno, fuorché i
membri della dinastia, potesse averne conoscenza e che pertanto nessuno potesse
svelarne i segreti al popolo governato. Col tempo il significato dei veri
insegnamenti politici, quali erano trasmessi nelle dinastie da una generazione
all'altra, andò perduto, e questa perdita contribuì al successo della nostra
causa. Il nostro appello di: "libertà, uguaglianza, fratellanza",
attirò intiere legioni nelle nostre file dai quattro canti del mondo attraverso
i nostri inconsci agenti, e queste legioni portarono i nostri stendardi
estaticamente.
Nel frattempo queste parole rodevano, come altrettanti
vermi, il benessere dei Cristiani e distruggevano la loro pace, la loro
costanza, la loro unione, rovinando così le fondamenta degli Stati. Come
vedremo in seguito, questa azione determinò il nostro trionfo. Esso ci dette,
fra l'altro, la possibilità di giocare l'asso di briscola, vale a dire di
ottenere l'abolizione di privilegi; ossia, in altre parole, l'abolizione
dell'aristocrazia dei Gentili, la quale era l'unica difesa che le Nazioni ed i
paesi possedevano contro di noi. Sopra le rovine di una aristocrazia naturale
ed ereditaria, costruimmo un'aristocrazia nostra a base plutocratica. Fondammo
questa nuova aristocrazia sulla ricchezza, che noi controllavamo, e sulla
scienza promossa dai nostri dotti. Il nostro trionfo fu facilitato dal fatto,
che noi, mediante le nostre relazioni con persone che erano indispensabili,
abbiamo sempre agito sulla parte suscettibile della mente umana; cioè sfruttando
l'avidità di guadagno delle nostre vittime, la loro ingordigia, la loro
instabilità, nonché profittando delle esigenze naturali dell'uomo, poiché
ognuna di queste debolezze, presa da sé, è capace di distruggere l'iniziativa,
ponendo così la potenza volitiva del popolo in balìa di coloro che vorrebbero
privarlo di tutto il suo potere di iniziativa.
Il significato astratto della parola libertà rese possibile
di convincere le turbe che il Governo non è altro che un gerente rappresentante
il possessore - vale a dire la Nazione -; e pertanto può essere messo da parte
come un paio di guanti usati. Il fatto che i rappresentanti della Nazione
possono essere destituiti li diede in nostro potere e fece sì che la loro
nomina è praticamente nelle nostre mani.
I Protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo II
Per il nostro scopo è indispensabile che le guerre non
producano modificazioni territoriali. In tal modo, senza alterazioni
territoriali, la guerra verrebbe trasferita sopra una base economica. Allora le
nazioni dovranno riconoscere la nostra superiorità per l'assistenza che sapremo
dare ad esse, e questo stato di cose metterà entrambe le parti alla mercè dei
nostri intermediarii internazionali dagli occhi di lince, i quali hanno inoltre
mezzi assolutamente illimitati. Allora i nostri diritti internazionali
cancelleranno le leggi del mondo e noi governeremo i paesi nello stesso modo
che i singoli governi governano i loro sudditi.
Sceglieremo fra il pubblico amministratori che abbiano
tendenze servili. Essi non avranno esperienza dell'arte di governare, e perciò
saranno facilmente trasformati in altrettante pedine del nostro giuoco; pedine
che saranno nelle mani dei nostri astuti ed eruditi consiglieri, specialmente
educati fino dall'infanzia nell'arte di governare il mondo. Come già sapete,
questi uomini hanno studiato la scienza del governo dai nostri piani politici,
dall'esperienza dataci dalla storia e dalla osservazione degli avvenimenti che
si susseguono. I Gentili non traggono profitto da costanti osservazioni
storiche, ma seguono una routine teorica senza considerare quali possano
esserne le conseguenze, quindi non occorre prenderli in considerazione.
Lasciamo che si divertano finché l'ora suonerà, oppure lasciamoli vivere nella
speranza di nuovi divertimenti, o nel ricordo di godimenti che furono.
Lasciamoli nella convinzione che le leggi teoriche, che abbiamo ispirato loro,
siano per essi di suprema importanza. Con questa mèta in vista e coll'aiuto della
nostra stampa, aumentiamo continuamente la loro cieca fiducia in queste leggi.
Le classi istruite dei Gentili si vanteranno della propria erudizione e
metteranno in pratica, senza verificarle, le cognizioni ottenute dalla scienza
che i nostri agenti scodellarono loro allo scopo prefisso di educarne le menti
secondo le nostre direttive. Non crediate che le nostre asserzioni siano parole
vane: notate il successo di Darwin, di Marx e di Nietsche, che fu intieramente
preparato da noi. L'azione demoralizzatrice di queste scienze sulle menti dei
Gentili dovrebbe certamente esserci evidente. Per evitare di commettere errori
nella nostra politica e nel nostro lavoro di amministrazione, è per noi
essenziale di studiare e di tener presente l'attuale andamento del pensiero, le
caratteristiche e le tendenze delle nazioni.
Il successo del nostro piano consiste nella sua adattabilità
al temperamento delle nazioni colle quali veniamo a contatto. Esso non può
riuscire se la sua applicazione pratica non è basata sull'esperienza del
passato, integrata con le osservazioni dell'ora presente. La stampa è una
grande forza nelle mani dei presenti Governi, i quali per suo mezzo controllano
le menti popolari. La stampa dimostra le pretese vitali della popolazione, ne
rende note le lagnanze e talvolta crea lo scontento nella plebe. La
realizzazione della libertà di parola nacque nella stampa, ma i governi non
seppero usufruire di questa forza ed essa cadde nelle nostre mani. Per mezzo
della stampa acquistammo influenza pur rimanendo dietro le quinte. In virtù
della stampa accumulammo l'oro: ci costò fiumi di sangue ed il sacrificio di
molta gente nostra, ma ogni sacrificio dal lato nostro, vale migliaia di
Gentili nel cospetto di Dio.
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo III
Protocolli dei savi anziani di Sion
Oggi vi posso assicurare che siamo a pochi passi dalla
nostra mèta. Rimane da percorrere ancora una breve distanza e poi il ciclo del
Serpente Simbolico - emblema della nostra gente - sarà completo. Quando questo
ciclo sarà chiuso, tutti gli Stati Europei vi saranno costretti come da catene
infrangibili. La bilancia sociale ora esistente andrà presto in isfacelo,
perché noi ne alteriamo continuamente l'equilibrio, allo scopo di logorarla e
distruggerne l'efficienza al più presto possibile. I Gentili credettero che
tale bilancia fosse forte e resistente e confidavano di tenerla sempre
accuratamente in equilibrio, ma i suoi sostegni, cioè i capi degli Stati,
trovano un impedimento nei loro servitori i quali non giovano nulla ad essi,
perché sono trascinati dalla loro illimitata forza d'intrigo, causata dai
terrori che prevalgono nelle Corti.
Il Sovrano, siccome non ha i mezzi per penetrare nel cuore
del suo popolo, non può difendersi contro gli intriganti avidi di potere.
Dacché noi abbiamo scisso il potere vigile dal potere cieco della popolazione,
entrambi hanno perduto il loro significato, perché una volta divisi, sono
spersi l'uno e l'altro come un cieco al quale manchi il suo bastone. Per
indurre gli amanti del potere a fare cattivo uso dei loro diritti, aizzammo
tutte le Potenze, le une contro le altre, incoraggiandone le tendenze liberali
verso l'indipendenza. Abbiamo fomentato ogni impresa in questo senso, ponendo
così delle armi formidabili nelle mani di tutti i partiti, e abbiamo fatto sì
che il potere fosse la mèta di ogni ambizione. I governi li abbiamo trasformati
in arene dove si combattono le guerre di partito. Fra poco il disordine ed il
fallimento appariranno ovunque. Chiacchieroni irrefrenabili trasformarono le
assemblee parlamentari ed amministrative in riunioni di controversia.
Giornalisti audaci, e sfacciati scrittori di opuscoli, attaccano continuamente
i poteri amministrativi. L'abuso del potere preparerà definitivamente il crollo
di tutte le istituzioni e tutto cadrà sotto i colpi della popolazione
inferocita. Il popolo è assoggettato nella miseria dal sudore della sua fronte
in un modo assai più formidabile che non dalle leggi della schiavitù. Da
quest'ultima i popoli poterono affrancarsi in un modo o in un altro, mentre
nulla li potrà liberare dalla tirannide della completa indigenza. Ponemmo cura
di inserire nelle costituzioni molti diritti che per le masse sono puramente
fittizi.
Tutti i cosidetti "diritti del popolo" possono
esistere solo in teorie le quali non sono praticamente applicabili. Qual
vantaggio deriva ad un operaio del proletariato, curvato dalle sue dure fatiche
ed oppresso dal destino, dal fatto che un ciarlone ottiene il diritto di
parlare, od un giornalista quello di stampare qualsiasi sciocchezza? A che
giova una costituzione al proletariato, se da essa non riceve altro benefizio
che le briciole che gli gettiamo dalla nostra tavola quale ricompensa perché
dia i suoi voti ai nostri agenti? I diritti repubblicani sono un'ironia per il
povero, perché la dura necessità del lavoro quotidiano gli impedisce di
ricavare qualsiasi beneficio da diritti di tal genere e non fa che togliergli
la garanzia di uno stipendio fisso e continuo rendendolo schiavo degli
scioperi, di chi gli dà lavoro e dei suoi compagni. Sotto i nostri auspici la
plebe ha completamente distrutto l'aristocrazia, la quale sempre la sovvenne e
la custodì per il vantaggio proprio, che era inseparabile dal benessere della
popolazione. Oggi giorno il popolo, avendo distrutto i privilegi
dell'aristocrazia, è caduto sotto il giogo di furbi sfruttatori e di gente
venuta su dal nulla. Noi abbiamo l'intenzione di assumere l'aspetto di
liberatori dell'operaio, venuti per affrancarlo da ciò che lo opprime, quando
gli suggeriremo di unirsi alla fila dei nostri eserciti di socialisti,
anarchici e comunisti. Sosteniamo i comunisti, fingendo di amarli giusta i
principii di fratellanza e dell'interesse generale dell'umanità, promosso dalla
nostra massoneria socialista. L'aristocrazia, la quale - per diritto - spartiva
il guadagno delle classi operaie, si interessava perché queste classi fossero
ben nutrite, sane e robuste.
Il nostro scopo è invece l'opposto, vale a dire che ci
interessiamo alla degenerazione dei Gentili. La nostra forza consiste nel
tenere continuamente l'operaio in uno stato di penuria ed impotenza, perché,
così facendo, lo teniamo assoggettato alla nostra volontà e, nel proprio
ambiente, egli non troverà mai la forza e l'energia di insorgere contro di noi.
La fame conferirà al Capitalismo dei diritti sul lavoratore infinitamente più
potenti di quelli che il legittimo potere del Sovrano potesse conferire alla
aristocrazia.
Noi governiamo le masse mediante i sentimenti di gelosia ed
odio fomentati dall'oppressione e dalla miseria. Ed è facendo uso di questi
sentimenti che togliamo di mezzo tutti coloro che ci ostacolano. Quando verrà
il giorno dell'incoronazione del nostro Sovrano Mondiale, provvederemo con
questi stessi mezzi, e cioè servendoci della plebe, a distruggere tutto ciò che
potrebbe ostacolare il nostro cammino. I Gentili non sono più capaci di
ragionare in materia di scienza, senza il nostro aiuto. Per questo motivo essi
non comprendono la necessità vitale di certe condizioni, che noi ci facciamo un
dovere di tener nascoste sino al momento in cui giungerà la nostra ora;
specialmente, che nelle scuole si dovrebbe insegnare la sola vera e più
importante di tutte le scienze, e cioè la scienza della vita dell'uomo e delle
condizioni sociali, le quali richiedono entrambe la spartizione del lavoro e
conseguentemente la classificazione degli individui in caste e classi.
È indispensabile che tutti sappiamo che la vera eguaglianza
non può esistere, data la natura diversa delle varie qualità di lavoro; e che
pertanto coloro i quali agiscono a detrimento di tutta una casta incorrono in
una responsabilità ben diversa, davanti alla legge, di quelli che commettono un
delitto nocivo soltanto al loro onore personale.
La vera scienza delle condizioni sociali, ai segreti della
quale non ammettiamo i Gentili, convincerebbe il mondo che il lavoro e gli
impieghi si dovrebbero assegnare a caste ben distinte, allo scopo di evitare
insofferenze umane derivanti da una educazione non corrispondente al lavoro che
gli individui sono chiamati ad eseguire. Se essi studiassero questa scienza, il
popolo si sottometterebbe volontariamente ai poteri governativi e alle caste di
governo classificate da essi. Date le condizioni attuali della scienza, che
segue una linea tracciata da noi, la plebe, nella sua ignoranza, crede
ciecamente nelle parole stampate e nelle illusioni erronee opportunamente
ispirate da noi, ed odia tutte le classi che crede più elevate della sua. Ciò
perché essa non comprende l'importanza di ogni singola casta. Questo odio
diventerà ancora più acuto quando si tratterrà di crisi economiche, perché
allora arresterà i mercati e la produzione. Determineremo una crisi economica
universale con tutti i mezzi clandestini possibili coll'aiuto dell'oro, che è
tutto nelle nostre mani. In pari tempo getteremo sul lastrico folle enormi di
operai, in tutta l'Europa. Allora queste masse si getteranno con gioia su
coloro dei quali, nella loro ignoranza, sono stati gelosi sin dall'infanzia, ne
saccheggeranno gli averi e ne verseranno il sangue. A noi non recheranno danno,
perché il momento dell'attacco ci sarà ben noto, e prenderemo le misure
necessarie per proteggere i nostri interessi. Siamo riusciti a persuadere i
Gentili che il liberalismo avrebbe dato loro il regno della ragione. Il nostro
dispotismo sarà di questa specie perché avrà il potere di sopprimere le
ribellioni e di sradicare con giusta severità ogni idea liberale dalle
istituzioni.
Protocolli dei savi anziani di Sion
Quando la plebe si avvide che in nome della libertà le
venivano concessi diritti di ogni genere, si immaginò di essere la padrona e
tentò di assumere il potere. Naturalmente s'imbatté come un cieco qualsiasi, in
ostacoli innumerevoli. Allora, non volendo tornare al regime di prima, depose
il suo potere ai nostri piedi.
Ricordatevi della rivoluzione francese, che chiamiamo la
Grande Rivoluzione: ebbene, tutti i segreti della sua preparazione organica ci
sono ben noti, essendo lavoro delle nostre mani. Da allora in poi abbiamo fatto
subire alle nazioni una delusione dopo l'altra, cosicché esse dovranno perfino
rinnegarci, in favore del Re Despota, uscito dal sangue di Sionne, che stiamo
preparando al mondo. Nel momento attuale noi come forza internazionale siamo
invulnerabili, perché quando siamo assaliti da uno dei governi dei Gentili,
altri ci sostengono. Nella loro immensa bassezza, i popoli Cristiani aiutano la
nostra indipendenza. Ciò fanno quando si prosternano davanti alla forza; quando
sono senza pietà per i deboli; crudeli per le colpe e indulgenti per i delitti;
quando si rifiutano di ammettere le contraddizioni della libertà; quando sono
pazienti fino al martirio nel sopportare la violenza di una tirannia audace.
Essi tollerano da parte dei loro attuali dittatori,
Presidenti dei Consigli e Ministri, degli abusi per il più piccolo dei quali
avrebbero ucciso cento re. Come si spiega questo stato di cose? Perché le masse
sono tanto illogiche nel farsi un concetto degli avvenimenti? La ragione è che
i despoti persuadono il popolo, per mezzo dei loro agenti, che l'abuso del
potere con evidente danno allo Stato è compiuto per uno scopo elevato, vale a
dire per ottenere la prosperità della popolazione e per l'amore della
fratellanza internazionale, dell'unione e dell'eguaglianza. Si capisce che
questi agenti non dicono al popolo, che tale unificazione può essere ottenuta
soltanto sotto il nostro dominio; di modo che vediamo la popolazione condannare
gl'innocenti ed assolvere i colpevoli, convinta che potrà sempre fare ciò che
le pare e piace. La plebe, data questa sua condizione mentale, distrugge tutto
ciò che è stabile e crea lo scompiglio ovunque. La parola "libertà"
porta la società a lottare contro tutte le potenze, persino contro le potenze
della Natura e di Dio. Questo è il motivo per cui, quando noi arriveremo al
potere, dovremo cancellare la parola "libertà" dal dizionario umano,
essendo essa il simbolo della forza bestiale che trasforma le popolazioni in
belve assetate di sangue. Occorre però tener presente che queste belve si
addormentano appena saziate di sangue e che in quel momento è facile
affascinarle e ridurle in ischiavitù. Se non si procura ad esse del sangue, non
si addormenteranno ma lotteranno fra di loro.
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo IV
Ogni Repubblica attraversa varie fasi. La prima fase è
rappresentata dai primi giorni di furia cieca, quando le turbe annientano e
distruggono a destra e a sinistra. La seconda è il regno del demagogo che
promuove l'anarchia ed impone il potere assoluto. Questo dispotismo non è
ufficialmente legale ed è, pertanto, irresponsabile; esso è nascosto ed
invisibile, ma nel medesimo tempo si fa sentire. Esso è generalmente
controllato da una organizzazione segreta la quale agisce dietro le spalle di
qualche agente ed è conseguentemente tanto più audace e senza scrupoli. A
questa forza segreta non importerà di mutare gli agenti che la mascherano.
Questi mutamenti aiuteranno persino l'organizzazione, la quale con questo mezzo
si sbarazzerà dei suoi vecchi servitori, ai quali avrebbe dovuto dare un forte premio,
data la durata del loro servizio. Chi o che cosa può detronizzare una potenza
segreta? Ebbene tale è appunto il nostro Governo. La loggia massonica in ogni
parte del mondo agisce inconsciamente da maschera al nostro scopo. Ma l'uso che
faremo di questa potenza nel nostro piano di azione, come i nostri quartieri
generali, restano perpetuamente sconosciuti all'universo.
La libertà potrebbe non essere danno e sussistere nei
governi e nei paesi senza pregiudicare il benessere del popolo, se fosse basata
sulla religione, sul timore di Dio e sulla fratellanza umana, scevra da quei
concetti di uguaglianza che sono in contraddizione diretta con le leggi della
creazione che hanno ordinato la sottomissione. Retto da una fede simile, il
popolo sarebbe governato dalle parrocchie e vivrebbe tranquillamente ed
umilmente sotto la tutela dei suoi pastori spirituali, sottomettendosi
all'ordinamento da Dio stabilito sulla terra. Ed è perciò che dobbiamo
cancellare persino il concetto di Dio dalle menti dei Cristiani, rimpiazzandolo
con calcoli aritmetici e bisogni materiali. Allo scopo di stornare le menti
Cristiane dalla nostra politica è assolutamente necessario di tenerle occupate
nell'industria e nel commercio. Così tutte le nazioni lavoreranno
incessantemente per il loro proprio vantaggio, ed in questa lotta universale
non si accorgeranno del nemico comune. Ma perché la libertà sconnetta e rovini
completamente la vita sociale dei Gentili, dobbiamo mettere il commercio sopra
una base di speculazione. Il risultato di ciò sarà che le ricchezze della
terra, ricavate per mezzo della produzione, non rimarranno nelle mani dei
Gentili, ma passeranno, attraverso la speculazione, nelle nostre casseforti. La
lotta per la supremazia e la speculazione continua nel mondo degli affari,
produrrà una società demoralizzata, egoista e senza cuore. Questa società
diventerà completamente indifferente e persino nemica della religione e
disgustata dalla politica. La bramosia dell'oro sarà l'unica sua guida. E
questa società lotterà per l'oro, facendo un vero culto dei piaceri materiali
che esso può procacciarle. Allora le classi inferiori si uniranno a noi contro
i nostri rivali - cioè contro i Gentili privilegiati - senza neppur fingere di
essere animate da un motivo nobile, e neppure per amore delle ricchezze, ma
unicamente per il loro odio schietto contro le classi più elevate.
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo V
Che genere di governo si può dare ad una società nella quale
il subornamento e la corruzione sono penetrate ovunque; dove le ricchezze si
possono ottenere solamente di sorpresa o con mezzi fraudolenti; dove il
dissenso prevale in tutto, e la moralità si mantiene unicamente per mezzo del
castigo e di leggi severe, e non in conseguenza di principi volontariamente
accettati; dove il sentimento patriottico e religioso affoga nelle convinzioni
cosmopolitane? Quale altra forma di governo si può dare a simili società,
fuorché quella despotica che vi descriverò ora? Organizzeremo un governo
fortemente centralizzato, in modo da acquistare le forze sociali per noi. Per
mezzo di nuove leggi regoleremo la vita politica dei nostri sudditi come se
fossero tanti pezzi di una macchina. Tali leggi limiteranno gradatamente tutte
le franchigie e le libertà accordate dai Gentili. In questo modo il nostro
regno si svilupperà in un dispotismo così possente, da essere in grado di
schiacciare i Gentili malcontenti o recalcitranti in qualunque ora ed in
qualunque luogo. Ci diranno che il genere di potere assoluto che suggerisco non
si confà col progresso attuale della civiltà, ma vi dimostrerò, invece, che è
proprio vero il contrario.
Allorquando i popoli consideravano i loro sovrani come
l'espressione della volontà di Dio, si sottomettevano tranquillamente al
dispotismo dei loro monarchi. Ma dal giorno in cui infondemmo nelle popolazioni
il concetto dei loro diritti, esse cominciarono a considerare i Re come
semplici mortali. Al cospetto della plebe la Santa unzione cadde dal capo dei
monarchi, e quando ad essa togliemmo anche la religione, il potere fu gettato
sulla via come pubblica proprietà e venne afferrato da noi. Oltre a ciò, fra le
nostre doti amministrative contiamo quella di saper governare le masse e
gl'individui per mezzo di fraseologie astute, di teorie confezionate
furbamente, di regole di vita e di ogni altro mezzo d'inganno allettante. Tutte
queste teorie, che i Gentili non comprendono affatto, sono basate sull'analisi e
sull'osservazione unite ad una così sapiente argomentazione, che non trova
l'uguale fra i nostri rivali, così come essi non possono competere con noi
nella costruzione di piani di solidarietà e di azione politica. L'unica società
da noi conosciuta che sarebbe capace di farci concorrenza in queste arti
potrebbe essere quella dei Gesuiti. Ma siamo riusciti a screditare i Gesuiti
agli occhi della plebe stupida per la ragione che questa società è
un'organizzazione palese, mentre noi ci teniamo dietro le quinte, mantenendo il
segreto della nostra. Al mondo, in fin dei conti, importerà poco se diventerà
suo padrone il capo della Chiesa Cattolica, oppure un tiranno del sangue di
Sionne. Ma per noi "popolo prediletto" la questione non è
indifferente. Per un certo periodo i Gentili potrebbero forse esser capaci di
tenerci testa. Ma a questo riguardo non abbiamo da temere perché siamo
salvaguardati dall'odio profondamente radicato che nutrono gli uni verso gli
altri e che non si può estirpare.
Abbiamo messo in contrasto gli uni con gli altri tutti gli
interessi personali e nazionali dei Gentili, fomentandone tutti i pregiudizi
religiosi e nazionali per quasi venti secoli. A tutto questo lavorìo si deve il
fatto, che nessun governo troverebbe appoggio nei suoi vicini, se si appellasse
ad essi per opporsi a noi, perché ognuno di essi sarebbe convinto che un'azione
contro di noi potrebbe essere disastrosa per la sua esistenza individuale. Noi
siamo troppo potenti; il mondo intero deve fare i conti con noi. I Governi non possono
fare il più piccolo trattato senza il nostro intervento segreto. "Per me
reges regunt" - i sovrani regnano per mezzo mio -. Leggiamo nella Legge
dei Profeti, che siamo prescelti da Dio per governare il mondo. Dio ci ha dato
l'ingegno e la capacità di compiere questo lavoro. Se vi fosse un genio nel
campo nemico, egli potrebbe forse ancora combatterci, ma un nuovo venuto non
potrebbe competere con dei vecchi lottatori come noi, e il conflitto fra lui e
noi assumerebbe un carattere tale, che il mondo non ne avrebbe ancora visto
l'eguale. Oramai è troppo tardi per il loro Genio. Tutte le ruote del
meccanismo statale sono messe in moto da una forza che è nelle nostre mani:
l'oro! La scienza dell'economia politica studiata dai nostri grandi sapienti ha
già dimostrato che la forza del capitale supera il prestigio della Corona.
Il capitale per avere il campo libero, deve ottenere
l'assoluto monopolio dell'industria e del commercio. Questo scopo viene già
raggiunto da una mano invisibile in tutte le parti del mondo. Questo privilegio
farà sì che tutta la forza politica sarà nelle mani dei commercianti, i quali
col profitto abusivo opprimeranno la popolazione.
Oggi giorno conviene disarmare i popoli piuttosto che
condurli alla guerra. È più importante sapersi servire per la nostra causa
delle passioni ardenti che spegnerle. Incoraggiare le idee altrui e farne uso
pel piano nostro piuttosto che disperderle. Il problema principale per il
nostro governo è questo: come indebolire il cervello pubblico mediante la critica;
come fargli perdere la facoltà di ragionare che è fomite d'opposizione; come
distrarre la mentalità del pubblico per mezzo di fraseologie insensate.
In tutti i tempi le nazioni, al pari degli individui, hanno
preso le parole per fatti, perché si contentano di quello che odono e ben di
rado si curano di verificare se le promesse siano state adempiute, o pur no.
Conseguentemente noi, soltanto per darla ad intendere, organizzeremo delle
istituzioni i cui membri dimostreranno e loderanno, con eloquenti discorsi, le
loro contribuzioni al "progresso".
Prenderemo un atteggiamento liberale per tutti i partiti e
per tutte le tendenze e lo comunicheremo a tutti i nostri oratori, i quali
saranno talmente loquaci, da stancare il pubblico, il quale sarà stufo e
ristucco di qualunque genere d'eloquenza e ne avrà abbastanza. Per impadronirci
della pubblica opinione dovremo anzitutto confonderla al massimo grado mediante
la espressione da tutte le parti delle opinioni più contraddittorie, affinché i
Gentili si smarriscano nel labirinto delle medesime. Ed allora essi
comprenderanno, che la miglior via da seguire è quella di non avere opinioni in
fatto di politica; la politica non essendo cosa da essere intesa dal pubblico,
ma riservata soltanto ai dirigenti gli affari. E questo è il primo segreto. Il
secondo segreto, necessario al successo completo del nostro governo, consiste
nel moltiplicare ad un punto tale gli errori, i vizi, le passioni e le leggi
convenzionali del paese, che nessuno possa vederci chiaro in simile caos.
Quindi gli uomini cesseranno di comprendersi a vicenda. Questa politica ci
aiuterà pure a seminare la zizzania in tutti i partiti; a dissolvere tutte le
forze collettive, a scoraggiare ogni iniziativa individuale, la quale potrebbe
in qualche modo intralciare i nostri progetti. Non vi è nulla di più dannoso
dell'iniziativa individuale: se è assecondata dall'intelligenza essa ci può
recare maggior danno dei milioni di esseri che abbiamo aizzato a dilaniarsi
vicendevolmente.
Dobbiamo dare all'educazione di tutta la società cristiana
un indirizzo tale, che le cadano le braccia per disperazione in tutti i casi
nei quali un'impresa domandi dell'iniziativa individuale. La tensione prodotta
dalla propria libertà d'azione, perde di forza quando incontra la libertà
d'azione altrui. Ne conseguono le scosse morali, le disillusioni ed i
fallimenti. Con questi mezzi opprimeremo i Cristiani ad un tale punto, che li
obbligheremo a chiederci di governarli internazionalmente. Quando raggiungeremo
una simile posizione, potremo immediatamente assorbire tutti i poteri
governativi del mondo e formare un Super-governo universale; al posto dei
governi ora esistenti, metteremo un colosso che si chiamerà
l'"Amministrazione del Supergoverno". Le sue mani si allungheranno
come immense tanaglie e disporrà di una tale organizzazione, che otterrà
certamente la completa sottomissione di tutti i paesi.
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo VI
Fra breve principieremo ad organizzare vasti monopoli -
serbatoi di ricchezze colossali - nei quali persino le grandi fortune dei
Gentili saranno coinvolte in modo tale che crolleranno insieme al credito del
loro governo il giorno dopo che avrà avuto luogo la crisi politica [L'intenzione
degli Ebrei di ritirare il loro denaro all'ultimo momento è evidente. (Nota del
T. inglese)]. Coloro fra gli astanti che sono economisti, calcolino
l'importanza di questo progetto. Dobbiamo adoperare ogni mezzo per sviluppare
la popolarità del nostro supergoverno, presentandolo come il protettore e il
rimuneratore di tutti coloro che volontariamente si sottometteranno a noi.
L'aristocrazia dei Gentili non esiste più quale potenza
politica, di modo non dobbiamo ulteriormente tenerne conto da questo punto di
vista. Però essa, in quanto proprietaria di terreni, costituisce sempre un
pericolo per noi, giacché le sue rendite le assicurano l'indipendenza. Pertanto
è essenziale per noi di privare l'aristocrazia delle sue terre, a qualunque
costo. Per raggiungere questo scopo, il modo migliore è quello di aumentare
continuamente le tasse e le imposte, e con ciò il valore dei terreni si
manterrà al più basso livello possibile.
Gli aristocratici dei Gentili, i quali, date le loro
abitudini ereditarie, sono incapaci di accontentarsi di poco, andranno presto
in rovina.
Nel medesimo tempo dobbiamo dare con ogni impegno la massima
protezione possibile alle industrie ed al commercio e specialmente alla
speculazione, il cui compito principale è di agire come contrappeso alle
industrie. Senza la speculazione, l'industria aumenterebbe il capitale privato
e tenderebbe a sollevare l'agricoltura, liberando le terre dai debiti e dalle
ipoteche per gli anticipi delle banche agricole. E' invece essenziale che
l'industria prosciughi la terra di tutte le sue ricchezze, e che la
speculazione concentri nelle nostre mani tutte le ricchezze del mondo ottenute
con questi mezzi. In questo modo tutti i Gentili verranno ridotti nelle file
del proletariato, ed allora essi si piegheranno davanti a noi per ottenere il
diritto di esistere.
Allo scopo di rovinare le industrie dei Gentili e di aiutare
la speculazione, incoraggeremo l'amore pel lusso sfrenato, che abbiamo già
sviluppato. Aumenteremo i salari, ciò che non porterà beneficio all'operaio,
perché contemporaneamente accresceremo il prezzo delle sostanze più necessarie,
col pretesto dei cattivi risultati dei lavori agricoli. Con astuzia mineremo le
basi della produzione, seminando i germi della anarchia fra gli operai ed
incoraggiandoli nell'abuso degli alcoolici. Nel tempo stesso adopreremo tutti i
mezzi possibili per iscacciare dal paese tutti i Gentili intelligenti. Per
evitare che i Gentili realizzino prematuramente il vero stato delle cose,
nasconderemo il nostro piano sotto l'apparente desiderio di aiutare le classi
lavoratrici alla soluzione dei grandi problemi economici: questa nostra
propaganda viene aiutata in tutto e per tutto dalle nostre teorie economiche.
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo VII
L'intensificazione del servizio militare, nonché l'aumento
della polizia sono pure essenziali alla riuscita dei progetti sovraindicati.
Per noi è essenziale aggiustare le cose in modo, che oltre noi, in tutti i
paesi non siavi altro che un enorme proletariato, cioè altrettanti soldati e
poliziotti fedeli alla nostra causa.
In tutta l'Europa, e con l'aiuto dell'Europa, sugli altri
continenti dobbiamo fomentare sedizioni, dissensi e ostilità reciproche. In
questo havvi un doppio vantaggio: in primo luogo, con tali mezzi otteniamo il
rispetto di tutti i paesi, i quali si rendono ben conto che abbiamo il potere o
di suscitare qualunque rivolta a piacer nostro, oppure di ristabilire l'ordine.
Tutti i paesi hanno l'abitudine di rivolgersi a noi per la necessaria pressione
quando essa occorre. In secondo luogo, a furia di intrighi imbroglieremo i fili
tessuti da noi nei ministeri di tutti i Governi, non solo mediante la nostra
politica, ma altresì con i trattati di commercio e le obbligazioni finanziarie.
Per riuscire in quest'intento, dobbiamo usare molta astuzia e sottigliezza
durante le trattative e gli accordi; ma in quello che chiamasi "il
linguaggio ufficiale", assumeremo la tattica opposta, vale a dire avremo
l'apparenza di essere onestissimi e disposti a sottometterci. Così i governi
dei Gentili, ai quali abbiamo insegnato a vedere solamente la parte pomposa
degli affari, pel modo come glieli presentiamo, ci terranno perfino in conto di
benefattori e di salvatori dell'umanità. Dobbiamo metterci in condizioni tali da
poter rispondere ad ogni opposizione, con una dichiarazione di guerra da parte
del paese confinante a quello Stato che osasse attraversarci la strada; e
qualora tali confinanti alla loro volta decidessero di unirsi contro noi,
dovremo rispondere promuovendo una guerra universale.
Il principale successo in politica consiste nel grado di
segretezza impiegato nel conseguirlo. Le azioni di un diplomatico non devono
corrispondere alle sue parole. Per giovare al nostro piano mondiale, che si
avvicina al termine desiderato, dobbiamo impressionare i governi dei Gentili
mediante la cosidetta pubblica opinione, che in realtà viene dovunque preparata
da noi per mezzo di quel massimo fra i poteri che è la stampa, la quale - fatte
insignificanti eccezioni di cui non è il caso tener conto - è completamente
nelle nostre mani. In breve: per dimostrare che tutti i governi dei Gentili
sono nostri schiavi, faremo vedere il nostro potere ad uno di essi per mezzo di
atti di violenza, vale a dire, con un regno di terrore [Notate lo stato attuale
della Russia (Nota del T. inglese)], e qualora tutti i governi insorgessero
contro di noi, la nostra risposta sarà data dai cannoni americani, cinesi e
giapponesi.
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo VIII
Dobbiamo impadronirci di tutti i mezzi che i nostri nemici
potrebbero rivolgere contro noi. Ricorreremo alle più intricate e complicate
espressioni del dizionario della legge, allo scopo di scolparci nella eventualità
che fossimo costretti a pronunciare decisioni che potessero sembrare
eccessivamente audaci, oppure ingiuste. Perché sarà sommamente importante
esprimere queste decisioni in guisa così efficace, che si presentino alle genti
come la massima manifestazione di moralità, equità e giustizia. Il nostro
governo deve essere circondato da tutte le forze della civiltà in mezzo alle
quali esso dovrà agire. Attirerà a sé i pubblicisti, gli avvocati, i
praticanti, gli amministratori, i diplomatici ed infine gli individui preparati
nelle nostre scuole avanzate speciali. Questi individui conosceranno i segreti
della vita sociale; saranno padroni di tutte le lingue messe insieme con le
lettere e le parole politiche; avranno una perfetta conoscenza della parte
intima e segreta della natura umana, con tutte le sue corde più sensibili, che
essi dovranno far risuonare e vibrare secondo la loro volontà. Queste corde
costituiscono l'insieme del cervello dei Gentili; delle loro qualità buone o
cattive, delle loro tendenze e dei loro vizi, nonché delle loro peculiarità di
caste e di classi.
S'intende che questi sapienti consiglieri della nostra
potenza non saranno scelti fra i Gentili, che sono abituati a fare il loro
lavoro amministrativo senza tener presenti i risultati che devono conseguire, e
persino senza sapere lo scopo per cui tali risultati sono richiesti. Gli
amministratori dei Gentili formano i documenti senza leggerli e prestano
servizio o per amore o per ambizione. Circonderemo il nostro governo con un
vero esercito di economisti. Questo è il motivo per cui si insegna
principalmente agli Ebrei la scienza dell'economia. Saremo circondati da
migliaia di banchieri, di commercianti e, cosa ancora più importante, di
milionarii, perché, in realtà, ogni cosa sarà decisa dal danaro. Nel frattempo,
fintanto che non sarà prudente riempire gli incarichi di governo con i nostri
fratelli Giudei, affideremo i posti importanti a individui la cui fama e il cui
carattere siano così cattivi da scavare un abisso fra essi e la Nazione, ed
anche a gente di tal risma, che abbia timore di finire in galera se ci
disobbedirà. E tutto questo allo scopo di obbligare costoro a difendere i
nostri interessi finché abbiano fiato in corpo.
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo IX
Nell'applicare questi nostri principi dovete badare
specialmente alle caratteristiche della nazione nella quale vi trovate e nella
quale .dovete operare. Non dovete aspettarvi di applicare genericamente con
successo i nostri principi, fino a che la nazione di cui si tratta non sarà
stata rieducata secondo le nostre dottrine. Procedendo con cautela
nell'applicazione dei nostri principi, vedrete, prima che siano passati dieci
anni, cambiati i caratteri più ostinati, e noi così avremmo aggiunto un'altra
nazione alle file di quelle che ci sono già sottomesse.
Alle parole liberali della nostra divisa massonica:
"libertà, uguaglianza e fratellanza", sostituiremo, non quelle del
nostro vero motto, ma bensì delle parole esprimenti semplicemente un'idea, e
diremo: "il diritto della libertà, il dovere dell'uguaglianza ed il
concetto della fratellanza" e così prenderemo il toro per le corna. In
realtà noi abbiamo già distrutto tutte le forze di governo fuorché la nostra,
benché esistano ancora in teoria. Al momento attuale, se un Governo assume un
atteggiamento a noi contrario si tratta di una pura formalità; esso agisce
essendo noi pienamente informati del suo operato e col nostro consenso,
accordato perché le dimostrazioni anti-semitiche ci sono utili per mantenere
l'ordine fra i nostri fratelli minori. Non amplierò di più questo argomento,
perché lo abbiamo già discusso molte altre volte.
Il fatto sta ed è, che non incontriamo ostacoli di sorta. Il
nostro Governo occupa una posizione così eccessivamente forte di fronte alla
legge, che quasi possiamo, per designarlo, adoperare la potente parola:
dittatura. Posso onestamente asserire che al momento attuale noi siamo
legislatori; giudichiamo e castighiamo, giustiziamo e perdoniamo; siamo, per
così dire, il comandante in capo di tutti gli eserciti e cavalchiamo alla loro
testa.
Governiamo con una forza potentissima, perché abbiamo nelle
mani i frammenti di un partito che una volta fu forte ed è ora soggetto a noi.
Abbiamo un'ambizione senza limiti, un'ingordigia divoratrice, un desiderio di
vendetta spietato ed un odio intenso. Siamo la sorgente di un terrore che
esercita la sua influenza a grande distanza. Abbiamo al nostro servizio
individui di tutte le opinioni e di tutti i partiti: uomini che desiderano
ristabilire le monarchie, socialisti, comunisti, e tutti coloro che aderiscono
ad ogni genere di utopie. Tutti costoro sono aggiogati al nostro carro.
Ciascuno di essi mina, a modo proprio, i residui del potere cercando di distruggere
le leggi tuttora esistenti. Con questi procedimenti tutti i governi sono
tormentati, urlano tranquillità e per amor di pace sono disposti a qualunque
sacrificio. Ma noi negheremo ad essi tranquillità e pace finché non
riconosceranno umilmente il nostro super-governo internazionale.
Le plebi proclamano a gran voce la necessità di risolvere il
problema sociale, mediante l'internazionale. I dissensi fra i partiti li danno
nelle nostre mani, perché, per condurre un'opposizione è essenziale aver del
denaro, e questo lo controlliamo noi.
Temevamo che il potere esperimentato dei sovrani Gentili
facesse alleanza con la potenza cieca della plebe; ma abbiamo preso tutte le
misure preventive necessarie per evitare che ciò avvenisse. Fra queste due
potenze abbiamo edificato una muraglia che consiste nel terrore che ambedue
nutrono l'una verso l'altra. Di modo che il potere cieco della plebe è
diventato il sostegno del nostro partito. Noi soli ne saremo i capi e lo
guideremo verso l'adempimento del nostro scopo. Perché la mano del cieco non si
liberi dalla nostra stretta, dobbiamo tenerci costantemente in contatto colle
masse, se non di persona, per lo meno mediante i fedeli fratelli. Quando
diventeremo una potenza riconosciuta, arringheremo la popolazione di persona,
nelle piazze, e la istruiremo nella politica in quel modo e con quell'indirizzo
che giudicheremo conveniente.
Come potremo verificare ciò che sarà insegnato al popolo
nelle scuole di campagna? In ogni caso le parole pronunciate dall'inviato
governativo o dal sovrano stesso, saranno conosciute certamente dall'intera
nazione, perché le diffonderà la voce stessa del popolo.
Per non distruggere prematuramente le istituzioni dei
Gentili, noi vi abbiamo posto sopra le nostre mani esperte impadronendoci delle
molle motrici dei loro meccanismi. Questi erano, una volta, congegnati con
severità e giustizia; ma noi abbiamo sostituito a tutto ciò amministrazioni
liberali e disordinate.
Abbiamo messo le nostre mani ovunque: nella giurisdizione,
nelle elezioni, nell'amministrazione della stampa, nel promuovere la libertà
individuale, e, cosa ancor più importante, nell'educazione, che costituisce il
sostegno principale della libera esistenza.
Abbiamo corbellato e corrotto la nuova generazione dei
Gentili, insegnandole principii e teorie di cui conoscevamo la falsità
assoluta, pur avendoli inculcati con assidua cura. Pur senza veramente alterare
le leggi in vigore, ma soltanto deformandone il significato ed interpretandole
in senso diverso da quello che avevano in mente coloro che le formularono, abbiamo
ottenuto dei risultati estremamente utili. Si è potuto ciò ottenere
principalmente per il fatto, che l'interpretazione nostra nascose il vero
significato delle leggi, ed in seguito le rese talmente incomprensibili, che
diventò impossibile per i Governi il dipanare un codice di leggi così confuso.
Da ciò ebbe origine la teoria di non badare alla lettera della legge, ma di
giudicare secondo la coscienza.
Ci si contesta, che le nazioni possono insorgere contro di
noi qualora i nostri piani siano scoperti prematuramente; ma noi, anticipando
questo avvenimento, possiamo esser sicuri di mettere in azione una forza
talmente formidabile da far rabbrividire anche gli uomini più coraggiosi. In
quel tempo tutte le città avranno ferrovie metropolitane e passaggi sotterranei:
da questi faremo saltare in aria tutte le città del mondo, insieme alle loro
istituzioni e ai loro documenti [Probabilmente è una affermazione da intendersi
al figurato, con allusione al bolscevismo (Nota del T. inglese)].
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo X
Protocolli dei savi anziani di Sion
Oggi comincerò ripetendo ciò che è stato già detto e vi
prego tutti di tener presente che i governi e le nazioni si contentano, in
politica, del lato appariscente di qualunque cosa.
E, dove troverebbero il tempo di esaminare la parte
recondita degli avvenimenti se i loro rappresentanti non pensano che a
divertirsi?
Per la nostra politica è sommamente importante di tener
presente il particolare sopradetto, perché ci sarà di grande aiuto quando
discuteremo taluni problemi, come ad esempio la distribuzione del potere, la
libertà di parola, di stampa e di religione, il diritto di fondare
associazioni, l'eguaglianze di fronte alla legge, l'inviolabilità della
proprietà e del domicilio, la quistione della tassazione (il concetto della
tassazione segreta) e la forza retroattiva delle leggi. Tutti gli argomenti di
questo genere sono di tale natura, che non è prudente di discuterli apertamente
in cospetto del pubblico. Ma nel caso in cui saremo obbligati di farne cenno
alla folla, gli argomenti non dovranno essere enumerati bensì, senza entrare in
particolari, si dovranno fare al popolo delle dichiarazioni circa i principii
del diritto moderno riconosciuti da noi.
L'importanza della reticenza sta nel fatto, che un principio
il quale non sia stato palesato apertamente, ci lascia una grande libertà
d'azione; mentre il principio stesso, una volta dichiarato, acquista il
carattere di una cosa stabilita.
La Nazione tiene in considerazione speciale la potenza di un
genio politico e tollera tutte le sue prepotenze commentandole in questo modo:
"Che tiro birbone, ma con che abilità lo ha eseguito!". Oppure:
"Che canagliata, ma come ben fatta, e con quanto coraggio!".
Noi speriamo di attirare tutte le nazioni a lavorare per
mettere le fondamenta del nuovo edificio da noi progettato. Per questa ragione,
dobbiamo assicurarci i servizi di agenti audaci e temerarii, capaci di
abbattere qualunque ostacolo al nostro avanzare.
Quando faremo il nostro colpo di Stato, diremo al popolo:
"Tutto andava in malora; tutto avete sofferto, ma ora noi distruggiamo le
cause delle vostre sofferenze; vale a dire le nazionalità, le frontiere, e le
monete nazionali. Certamente sarete liberi di condannarci, ma il vostro
verdetto non può esser giusto se lo pronunciate prima di esperimentare ciò che
possiamo fare per il vostro bene". Allora il popolo, esultante e pieno di
speranza, ci porterà in trionfo. La potenza del voto, al quale abbiamo addestrato
i membri più insignificanti dell'umanità per mezzo di comizi organizzati e di
accordi prestabiliti, adempirà allora il suo ultimo compito. Questa potenza,
che è stato il mezzo con cui "ci siamo messi sul trono", ci pagherà
l'ultimo suo debito nella sua ansia di vedere il risultato delle nostre
proposte, prima di pronunciare il suo giudizio in proposito. Per raggiungere la
maggioranza assoluta dobbiamo indurre tutti a votare senza distinzione di
classe; una maggioranza simile non si potrebbe ottenere dalle classi educate o
da una società divisa in caste. Dunque, avendo inculcato in ogni uomo il
concetto della propria importanza, distruggeremo la vita familiare dei Gentili
e la sua influenza educatrice. Impediremo agli uomini di cervello di farsi
avanti, ed il popolo, guidato da noi, non solo li terrà sottomessi, ma non
permetterà neppure ad essi di manifestare i loro piani.
La turba è abituata a darci ascolto, perché la paghiamo per
avere l'attenzione e l'obbedienza. Con tutti questi mezzi creeremo una forza
così cieca; che non sarà mai capace di prendere una decisione senza la guida
dei nostri agenti, incaricati di guidarla.
La plebe si sottometterà a questo stato di cose perché saprà
che dal beneplacito di questi capi dipenderanno i suoi salari, i suoi guadagni
e tutti gli altri benefizi. Questo sistema di governo deve essere il lavoro di
una mente sola, perché sarebbe impossibile di consolidarlo se fosse il lavoro
combinato di molte intelligenze. Questo è il motivo per cui ci è concesso
soltanto di conoscere il piano d'azione, .ma non dobbiamo in nessuno modo
discuterlo, per evitare di distruggerne l'efficacia, il funzionamento delle sue
singole parti ed il valore pratico di ogni suo punto.
Tali piani, se fossero posti in discussione e modificati in
seguito a successivi scrutini, essi verrebbero deformati dall'insieme dei
malintesi mentali, derivanti dal fatto che i votanti non ne avrebbero penetrato
profondamente il significato.
Pertanto è necessario che i nostri piani siano decisivi e
logicamente ponderati. Questa è la ragione per cui dobbiamo evitare ad ogni
costo che l'opera grandiosa del nostro duce sia lacerata e fatta in pezzi dalla
plebe, o anche da una camarilla qualsiasi. Per ora questi piani non
sconvolgeranno le istituzioni esistenti; ne altereranno soltanto le teorie
economiche e conseguentemente tutto il corso delle loro procedure, che dovranno
seguire inevitabilmente la via tracciata dai nostri piani. In ogni paese
esistono le stesse istituzioni, quantunque sotto nomi diversi, e sono le camere
dei rappresentanti del popolo, i ministeri, il senato, una qualunque specie di
consiglio privato, nonché tutti i dipartimenti legislativi e amministrativi.
Non occorre che io vi spieghi il meccanismo connettente
tutte queste differenti istituzioni, perché ne siete perfettamente al corrente.
Notate solamente, che ciascuna delle sopraddette istituzioni corrisponde a
qualche importante funzione del governo. (Adopero la parola
"importante", non in riguardo alle istituzioni stesse, ma bensì riferendomi
alle loro funzioni). Tutte queste istituzioni si sono ripartite le varie
funzioni governative, vale a dire i poteri amministrativi, legislativi, ed
esecutivi. E le loro funzioni sono diventate simili a quelle dei singoli organi
del corpo umano. Se danneggiamo una qualunque parte del meccanismo governativo,
tutto lo Stato ne soffrirà e ne morirà, come accade per un corpo umano. Quando
inoculammo il veleno del liberalismo nell'organismo dello Stato, la sua
costituzione politica cambiò; gli Stati diventarono infettati da una malattia
mortale: la decomposizione del sangue. Dobbiamo solo attendere la fine della
loro agonia. Il liberalismo fece nascere i governi costituzionali, che
sostituirono l'autocrazia, l'unica forma sana di governo dei Gentili. La forma
costituzionale, come ben sapete, non è altro che una scuola di dissensioni,
disaccordi, contese e inutili agitazioni di partito: in breve, essa è la scuola
di tutto ciò che indebolisce l'efficienza del governo. La tribuna, come pure la
stampa, hanno contribuito a rendere i governanti deboli ed inattivi, rendendoli
in tal modo inutili e superflui; ed. è per questo motivo che in molti paesi
vennero destituiti.
Allora l'istituzione dell'era repubblicana diventò
possibile, ed al posto del Sovrano mettemmo una caricatura del medesimo nella
persona di un presidente, che scegliemmo nella ciurmaglia, fra le nostre
creature e i nostri schiavi.
Così minammo i Gentili, o piuttosto, le nazioni dei Gentili.
In un prossimo futuro faremo del presidente un agente
responsabile. Allora non avremo più scrupoli a mettere arditamente in
esecuzione i nostri piani, per i quali sarà tenuto responsabile il nostro
"fantoccio". Cosa c'importa se le fila dei cacciatori d'impieghi
s'indeboliscono; se l'impossibilità di trovare un presidente genera delle
confusioni che indeboliranno, in definitiva, il Paese? Per ottenere questi
risultati predisporremo le cose in modo che siano eletti alla carica
presidenziale individui bacati, che abbiano nel loro passato uno scandalo tipo
"Panama", o qualche altra transazione losca e segreta. Un presidente
di tale specie sarà un fedele esecutore dei nostri piani, perché temerà di
essere denunziato, e sarà sotto l'influenza di questa paura la quale si
impadronirà di colui il quale, salito al potere, è ansioso di conservarsi i
privilegi e gli onori inerenti alla sua alta carica. Il Parlamento eleggerà,
proteggerà e metterà al coperto il presidente, ma noi toglieremo al Parlamento
la facoltà di introdurre nuove leggi, nonché di mutare le esistenti. Questo
potere lo conferiremo ad un presidente responsabile, il quale sarà una semplice
marionetta nelle nostre mani. Così il potere presidenziale diventerà un
bersaglio esposto ad attacchi di vario genere, ma noi gli daremo dei mezzi di
difesa conferendogli il diritto di appellarsi al popolo direttamente, al
disopra dei rappresentanti della nazione, vale a dire, di appellarsi a quel
popolo che è nostro schiavo cieco: alla maggioranza della plebe.
Inoltre, daremo al presidente la facoltà di. proclamare la
legge marziale. Spiegheremo questa prerogativa col fatto, che il presidente,
essendo il capo dell'esercito, deve averlo ai suoi comandi per proteggere la
nuova costituzione repubblicana, essendo questa protezione un dovere per il
rappresentante responsabile della repubblica.
Protocolli dei savi anziani di Sion
Naturalmente, in simili condizioni, la chiave della
situazione recondita sarà nelle nostre mani, e nessuno all'infuori di noi
controllerà la legislazione. Inoltre, quando introdurremo la nuova costituzione
repubblicana, col pretesto della segretezze di Stato toglieremo al Parlamento
il diritto di discutere l'opportunità delle misure prese dal governo. Con
questa nuova costituzione ridurremo al minimo il numero dei rappresentanti la
nazione, diminuendo così di altrettanto le passioni politiche, e la passione
per la politica. Se malgrado ciò questi rappresentanti diventassero
ricalcitranti, li sostituiremo appellandoci alla nazione. Il Presidente avrà la
facoltà di nominare il presidente ed il vice presidente della Camera dei
deputati e del Senato.
Alle continue sessioni parlamentari sostituiremo sessioni
della durata di pochi mesi. Inoltre il Presidente, quale capo del potere
esecutivo, avrà il diritto di convocare e di sciogliere il Parlamento, e, nel
caso di scioglimento, di rinviare la convocazione del nuovo. Ma perché il
Presidente non possa esser tenuto responsabile delle conseguenze di questi atti
- che, parlando con precisione, sarebbero illegali - prima che i nostri piani
siano maturati, noi persuaderemo i ministri e gli altri alti funzionarii
amministrativi che circondano il presidente, a contravvenire i suoi comandi
emanando istruzioni di loro iniziativa, ed in tal modo li obbligheremo a
sopportarne la responsabilità invece del Presidente. Raccomanderemo. specialmente
che questa funzione venisse assegnata al Senato, al Consiglio di Stato, oppure
al Gabinetto, ma non mai a singoli individui. Le leggi che possono essere
interpretate in diverse maniere saranno interpretate a modo nostro dal
Presidente il quale, inoltre, annullerà le leggi quando lo riterremo utile, ed
avrà anche il diritto di proporne delle nuove temporanee, e persino di fare
modificazioni nel lavoro costituzionale del Governo, prendendo come pretesto le
esigenze del benessere del paese. Provvedimenti di questa specie ci metteranno
in grado di sopprimere a poco a poco quei diritti e quelle concessione che
fossimo stati costretti ad accordare da principio, nell'assumere il potere.
Tali concessioni dovremo introdurre nella costituzione dei governi per mascherare
l'abolizione graduale di tutti i diritti costituzionali, quando giungerà il
momento di cambiare tutti i governi esistenti sostituendovi la nostra
autocrazia. Può darsi che il riconoscimento del nostro autocrate avvenga prima
dell'abolizione delle costituzioni. Vale a dire che il riconoscimento del
nostro regno avrà inizio dal momento stesso che il popolo, scisso dai dissensi
e dolorante per il fallimento dei suoi governanti (e tutto questo sarà stato
preparato da noi), griderà: "Destituiteli e dateci un autocrate che
governi il mondo, che ci possa unificare distruggendo tutte le cause di
dissenso, cioè le frontiere, la nazionalità, le religioni, i debiti dello Stato
ecc., un capo che ci possa dare la pace ed il riposo che non abbiamo sotto il
governo del nostro sovrano e dei nostri rappresentanti". Ma voi sapete
benissimo, che allo scopo di ottenere che la moltitudine debba formulare a gran
voce una richiesta simile, è tassativamente necessario disturbare senza posa in
tutti i paesi le relazioni esistenti fra popolo e governo, promuovere ostilità,
guerre, odii e persino il martirio, mediante la fame, la carestia e
l'inoculazione di malattie, in tale misura che i Gentili non vedano altro modo
per uscire da tanti guai, che un appello per la protezione al nostro denaro e
alla nostra completa sovranità. Però se diamo alla nazione il tempo di
rifiatare, sarà difficile si ripresenti per noi una circostanza ugualmente
favorevole.
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo XI
Il Consiglio di Stato accentuerà il potere del regnante.
Nella sua posizione il corpo legislativo ufficiale sarà, in certo qual modo, un
comitato per la promulgazione dei comandi del regnante. Eccovi dunque un
programma della nuova costituzione che prepariamo al mondo. Faremo le leggi,
definiremo i diritti costituzionali, li amministreremo con questi mezzi: 1)
decreti della camera legislativa, suggeriti dal Presidente; 2) ordini generici,
ordini del Senato e del Consiglio di Stato, e decisioni del Consiglio dei
Ministri; 3) quando il momento opportuno sarà giunto, promoveremo un colpo di
Stato. Ora, avendo abbozzato il nostro piano d'azione, discuteremo quei
particolari che potranno esserci necessari allo scopo di compiere nell'organismo
della macchina statale, la rivoluzione nel senso che ho già indicato. Colla
parola "particolari" voglio indicare la libertà di stampa, il diritto
di formare delle associazioni, la libertà di religione, l'elezione dei
rappresentanti del popolo e moltissimi altri diritti che dovranno svanire dalla
vita quotidiana dell'uomo. Se non spariranno del tutto, dovranno subire un
cambiamento fondamentale dal giorno seguente l'annuncio della nuova
costituzione. Prima di quel momento preciso non sarebbe per noi utile di
annunciare tutti i cambiamenti che faremo e per la seguente ragione: tutti i
cambiamenti percettibili potrebbero riuscire pericolosi in qualunque altro
momento se fossero applicati per forza esigendone severamente ed
indistintamente l'esecuzione, perché ciò potrebbe esasperare il popolo, che
paventerebbe nuovi cambiamenti nelle medesime direzioni. D'altra parte, se i
cambiamenti dovessero implicare delle tolleranze ancora maggiori, il popolo
direbbe che riconosciamo i nostri errori e ciò potrebbe menomare il vanto di
infallibilità del nuovo potere. Il popolo potrebbe anche dire che siamo stati
spaventati e quindi obbligati a cedere; e se così fosse, nessuno ci sarebbe mai
riconoscente perché il popolo ritiene di aver il diritto di ottenere sempre
nuove concessioni. Sarebbe enormemente pericoloso per il prestigio della nuova
costituzione, che l'una o l'altra di queste impressioni si facesse strada nella
mente del pubblico.
Per noi è essenziale, che dal primo momento della nuova
proclamazione il popolo, mentre soffrirà ancora le conseguenze del cambiamento
repentino e sarà in uno stato di terrore e di indecisione, realizzi che siamo
così potenti, così invulnerabili, e così pieni di forza, che in nessun caso
prenderemo in considerazione i suoi interessi. Faremo capire al popolo, che non
solo non ci daremo nessun pensiero delle sue opinioni e dei suoi desiderii, ma
altresì che saremo pronti in qualunque momento ed in qualunque luogo a
sopprimere con una mano forte qualsiasi espressione o accenno di. opposizione.
Faremo sì che il popolo capisca che essendoci impadroniti di tutto quello che
desideravamo non gli permetteremo mai, in nessun modo, di partecipare al nostro
potere. Ed allora esso, preso dallo sgomento, chiuderà gli occhi su tutto ed
aspetterà pazientemente lo svolgersi di ulteriori avvenimenti.
I Gentili sono come un branco di pecore, noi siamo i lupi.
Sapete cosa fanno le pecore quando i lupi entrano nell'ovile? Chiudono gli
occhi. A questo saranno costretti anche i Gentili, perché prometteremo loro la
restituzione di tutte le loro libertà dopo che avremo soggiogato i nemici del
mondo e costretti tutti i partiti a sottomettersi. Non occorre che vi dica
quanto tempo dovranno aspettare per riavere queste loro libertà!
Per qual motivo fummo indotti a inventare la nostra politica
e instillarla nelle menti dei Gentili? Noi instillammo in essi questa politica
senza permetter loro di comprenderne l'intimo significato. Che cosa ci spinse
ad adottare questa linea di condotta? Questo: che noi, razza dispersa, non
potevamo, come tale, conseguire il nostro scopo con mezzi diretti, ma soltanto
con mezzi indiretti, subdoli e fraudolenti. Questa fu la vera causa ed origine
della nostra organizzazione massonica, che questi porci di Gentili non riescono
a scandagliare e di cui non sospettano neppure le mire. Noi li prendiamo come
lo zimbello delle nostre numerose logge, le quali hanno l'apparenza di essere
puramente massoniche, allo scopo di gettare la polvere negli occhi dei loro
camerati. Per grazia di Dio il suo Popolo prediletto fu sparpagliato, ma questa
dispersione, che sembrò al mondo la nostra debolezza, dimostrò di essere la
nostra forza, che ci ha ora condotto al limitare della Sovranità Universale.
Ci rimane da costruire ancora poco su queste fondamenta, per
raggiungere la nostra mèta.
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo XII
La parola libertà, suscettibile di diverse interpretazioni,
sarà da noi definita nel modo seguente: "La libertà è il diritto di fare
ciò che la legge permette". Tale definizione ci servirà in questo senso,
che sarà in nostro arbitrio di dire dove potrà esserci libertà e dove no, per
la semplice ragione che la legge permetterà solamente quello che a noi piacerà.
Il nostro atteggiamento verso la stampa sarà il seguente:
Che cosa fa la stampa attualmente? Essa serve a suscitare nel popolo passioni
furenti, oppure, talvolta, dissensi egoistici di partito; cause entrambe che
possono essere necessarie al nostro scopo. La stampa è spesse volte vana,
ingiusta e mendace, e la maggior parte della gente non ne capisce affatto le
sue vere intenzioni. Noi la barderemo e ne terremo fermamente in pugno le
redini. Inoltre dovremo acquistare il controllo di tutte le altre ditte
editrici. Non ci servirebbe a nulla il solo controllo dei giornali se
restassimo esposti ad attacchi con opuscoli e libri. L'attuale costosa
produzione libraria la trasformeremo in una risorsa vantaggiosa per il nostro
governo mediante una speciale tassa di bollo ed obbligando gli editori ed i
tipografi a versarci un deposito cauzionale, allo scopo di garantire il nostro
governo da qualunque forma di attacco da parte della stampa. E qualora questo
si produca, imporremo multe a destra ed a sinistra. Da questi mezzi: bolli,
cauzioni e multe, il governo ricaverà una larga sorgente di lucro.
Naturalmente, i giornali di partito non si daranno pensiero di pagare delle
multe forti, ma noi li sopprimeremo senz'altro dopo un secondo loro serio
attacco. Nessuno potrà impunemente attentare al prestigio della nostra infallibilità
politica. Per sopprimere qualunque pubblicazione prenderemo un pretesto:
diremo, per esempio, che eccita l'opinione pubblica senza ragione e senza
fondamento. Ma vi prego di tener presente, che fra le pubblicazioni aggressive
ve ne saranno anche talune istituite da noi apposta con tale intento. Ma esse
attaccheranno solo quei punti della nostra politica, che abbiamo l'intenzione
di cambiare. Nessuna informazione giungerà al pubblico senza essere stata prima
controllata da noi. Stiamo già raggiungendo questo scopo anche attualmente, per
il fatto che tutte le notizie sono ricevute da poche agenzie, nelle quali sono
centralizzate da tutte le parti del mondo. Quando giungeremo al potere, queste
agenzie ci apparterranno completamente e pubblicheranno solo quelle notizie che
noi permetteremo.
Se, date le condizioni attuali, siamo riusciti a controllare
la società dei Gentili ad un punto tale che essa vede gli affari mondiali
attraverso le lenti colorate con le quali le copriamo gli occhi; se anche ora
nulla ci impedisce di conoscere i segreti di Stato, come stupidamente li
chiamano i Gentili; quale sarà la nostra posizione, quando saremo ufficialmente
riconosciuti come governatori del mondo nella persona del nostro Imperatore
Universale?
Ritorniamo all'avvenire della stampa. Chiunque desidererà
diventare editore, libraio o tipografo, dovrà ottenere un certificato ed una
licenza, che perderanno in caso di disubbedienza. I canali attraverso i quali
il pensiero umano trova la sua espressione, saranno con questi mezzi posti
nelle mani del nostro governo, che li userà come organi educativi, e così
impedirà che il pubblico sia messo sulla falsa strada mediante l'idealizzazione
del "progresso", o con il liberalismo. Chi fra noi non sa, che questo
fantastico beneficio conduce direttamente all'utopia, da cui nacquero
l'anarchia e l'odio verso l'autorità? E ciò per la semplice ragione che il
"progresso", o piuttosto l'idea d'un progresso liberale, diede al
popolo differenti concetti della emancipazione, senza mettervi alcun limite.
Tutti i cosiddetti liberali sono degli anarchici, se non per le loro azioni,
certamente per le loro idee.
Ognuno di essi corre dietro il fantasma della libertà,
credendo di poter fare quello che vuole, vale a dire, cadendo in uno stato di anarchia
per l'opposizione che fa, unicamente per il gusto di farla. Discutiamo ora la
stampa editrice di libri ecc. Noi la tasseremo nello stesso modo della stampa
giornalistica, vale a dire per mezzo di bolli e cauzioni. Ma sopra i libri con
meno di 300 pagine metteremo una tassa doppia, li classificheremo fra gli
opuscoli per far diminuire la pubblicazione dei periodici, che costituiscono la
forma più virulenta del veleno stampato. Queste misure obbligheranno altresì
gli scrittori a pubblicare delle opere così lunghe, che avranno pochi lettori e
principalmente a causa del loro prezzo alto. Noi stessi pubblicheremo delle
opere a buon mercato per educare la mente del pubblico e avviarla nella
direzione da noi desiderata. La tassazione determinerà una riduzione della
letteratura dilettevole e senza scopo, e la responsabilità che incontreranno di
fronte alla legge darà tutti gli autori nelle nostre mani. Nessuno che desideri
attaccarci colla sua penna troverebbe un editore.
Prima di stampare qualsiasi genere di lavoro, l'editore o il
tipografo dovrà chiedere alle autorità un permesso speciale per pubblicare il
detto lavoro. In questo modo conosceremo anticipatamente qualsiasi congiura
contro di noi, e potremo colpirla prevenendola e pubblicando una confutazione.
La letteratura e il giornalismo sono le due più importanti forze educative, e
per questo motivo il nostro governo si accaparrerà il maggior numero di
periodici. Con questo sistema neutralizzeremo la cattiva influenza della stampa
privata ed otterremo un'influenza enorme sulla mente umana. Se dovessimo
permettere la pubblicazione di dieci periodici privati, noi stessi dovremmo
pubblicarne trenta e così via.
Ma il pubblico non deve avere il minimo sospetto di queste
precauzioni; perciò tutti i periodici pubblicati da noi, avranno apparentemente
vedute ed opinioni contraddittorie, ispirando così la fiducia e presentando
un'apparenza attraente ai nostri non sospettosi nemici, che cadranno nella
nostra trappola e saranno disarmati.
In prima fila metteremo la stampa ufficiale. Essa sarà
sempre in guardia per difendere i nostri interessi, e perciò la sua influenza
sul pubblico sarà relativamente insignificante. In seconda fila metteremo la
stampa semi-ufficiale, la quale dovrà attirare i tiepidi e gli indifferenti. In
terza fila metteremo quella stampa che farà finta di essere all'opposizione e
che, in una delle sue pubblicazioni, figurerà come nostra avversaria. I nostri
veri nemici confideranno in questa opposizione e ci mostreranno le loro carte.
Tutti i nostri giornali sosterranno partiti diversi: l'aristocratico, il
repubblicano, il rivoluzionario e persino l'anarchico. Ma, naturalmente, questo
sarà solamente fino a quando dureranno le costituzioni. Questi giornali, come
il dio indiano Vishnu, avranno centinaia di mani, ognuna delle quali tasterà il
polso della variabile opinione pubblica. Quando il polso batterà più forte,
queste mani faranno inclinare l'opinione pubblica verso la nostra causa, perché
un soggetto nervoso è facile ad essere guidato e facilmente cade sotto
un'influenza qualsiasi. I chiacchieroni che crederanno di ripetere l'opinione
del giornale del loro partito, in realtà non faranno altro che ripetere la
nostra opinione, oppure quella che desideriamo far prevalere; nella convinzione
di seguire l'organo del loro partito, costoro seguiranno in realtà la bandiera
che faremo sventolare d'innanzi ai loro occhi.
Perché il nostro esercito giornalista estrinsechi il
concetto intimo di questo programma, avendo l'apparenza di appoggiare i diversi
partiti, dovremo organizzare la nostra stampa con la massima cura. Col titolo
di "Commissione Centrale della Stampa", organizzeremo delle riunioni
letterarie, alle quali i nostri agenti, senza farsene accorgere, daranno il
segno di riconoscimento e la parola d'ordine. I nostri organi discutendo e
contrastando la nostra politica, sempre superficialmente, s'intende, e senza
toccarne i lati importati, faranno finta di polemizzare con i giornali
ufficiali, allo scopo di fornirci il pretesto di definire i nostri piani con
maggior accuratezza di quanto avremo potuto fare coi nostri programmi
preliminari. Si capisce, però, che tutto questo sarà fatto quando sia
vantaggioso per noi. Questa opposizione da parte della stampa, servirà anche a
far credere al popolo che la libertà di parola esiste sempre. Essa darà ai
nostri agenti l'opportunità di dimostrare che i nostri avversarii ci muovono
accuse insensate, nell'impossibilità da parte loro di trovare un terreno solido
sul quale combattere la nostra politica.
Queste misure, che sfuggiranno all'attenzione pubblica,
saranno i mezzi più proficui per guidare l'opinione pubblica ed inspirare
fiducia nel nostro governo. Grazie a queste misure potremo eccitare o calmare
l'opinione pubblica circa le quistioni politiche quando ci occorrerà di farlo.
Potremo persuaderla o confonderla stampando notizie vere o false, fatti o
contraddizioni, secondo quello che servirà al nostro scopo. Le informazioni che
pubblicheremo dipenderanno dal modo con cui il pubblico sarà in quel tempo
propenso ad accettare quel dato genere di notizie; e staremo sempre molto
attenti, scandagliando il terreno prima di camminarci sopra.
Le restrizioni che, come ho già detto, imporremo alle
pubblicazioni private ci daranno la certezza di sconfiggere i nostri nemici,
perché essi non avranno a loro disposizione organi della stampa mediante i
quali dare veramente libero e pieno corso alle loro opinioni. Non ci occorrerà
neppure di contraddire ufficialmente le loro affermazioni. Se sarà necessario,
le confuteremo semi ufficialmente con dei "ballons d'essai", che
faremo lanciare dalla nostra stampa di terza fila. Esiste già nel giornalismo
francese tutto un sistema di intese massoniche per darsi il contrassegno. Tutti
gli organi della stampa sono legati da segreti professionali reciproci, a modo
degli antichi oracoli. Nessuno dei suoi membri rivelerà mai di essere a
conoscenza di un segreto qualora non abbia ricevuto l'ordine di renderlo
pubblico. Nessun singolo editore avrà il coraggio di tradire un segreto
confidatogli, per la ragione che nessuno è ammesso nel mondo letterario, il
quale non abbia preso parte a qualche losco affare nella sua vita passata.
Pertanto, se qualcuno desse il minimo segno di disubbidienza, il triste
episodio del suo passato verrebbe palesato immediatamente. Finché il passato
losco di questi individui è conosciuto da pochi, il prestigio di ogni
giornalista attira l'opinione pubblica di tutto il paese. Il popolo lo segue e
lo ammira.
I nostri piani si debbono estendere principalmente alle
provincie. È per noi essenziale di creare certe idee e di infondere tali
opinioni nelle provincie, perché in qualunque momento possiamo servircene
lanciandole nella capitale come opinioni neutrali delle provincie.
Naturalmente, la fonte e l'origine delle idee non saranno alterate, ma le idee
saranno nostre. Per noi è assolutamente necessario, prima di assumere il
potere, che le città siano qualche volta dominate dalle opinioni delle
provincie; vale a dire, che le città sappiano l'opinione della maggioranza,
quale sarà stata preparata da noi. È per noi necessario che le capitali, giunto
il momento critico psicologico, non abbiano il tempo materiale di discutere un
fatto compiuto, ma siano obbligate ad accettarlo perché è stato approvato da
una maggioranza nelle provincie.
Quando poi arriveremo al periodo del nuovo regime - cioè
durante il periodo transitorio che precederà la nostra sovranità - non
permetteremo alla stampa di pubblicare qualsiasi resoconto di delitti, essendo
essenziale che il popolo creda il nuovo regime talmente superiore, d'aver
soppresso perfino la delinquenza. I delitti che avverranno saranno conosciuti
soltanto dalla loro vittima e da gli eventuali testimoni oculari e da nessun
altro.
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo XIII
La necessità del pane quotidiano obbligherà i Gentili a
tacere ed a rimanere nostri umili servitori. Quei Gentili che potremo impiegare
nella nostra stampa, discuteranno, dietro i nostri ordini, quei fatti che non
sarebbe conveniente per noi di pubblicare nella nostra gazzetta ufficiale. E
mentre avranno luogo così discussioni e dispute d'ogni genere, noi
promulgheremo le leggi che ci occorrono e le presenteremo al pubblico quali
fatti compiuti. Nessuno oserà chiedere che queste leggi vengano revocate,
specialmente perché faremo credere che il nostro scopo sia quello di promuovere
il progresso. Poi la stampa svierà l'attenzione del pubblico per mezzo di nuove
proposte (sapete bene che abbiamo sempre abituato le popolazioni a ricercare
nuove emozioni). Avventurieri politici senza cervello si affretteranno a
discutere i nuovi problemi: la stessa razza di gente che non comprende neppure
ora nulla di quello di cui parla. I problemi politici non sono fatti per essere
compresi, dalla gente comune, ma solamente (come ho già detto) da quella classe
di governanti, che da secoli dirigono gli affari. Da tutto questo insieme di
fatti potete concludere, che quando useremo una certa deferenza all'opinione
pubblica, di tanto in tanto, avremo lo scopo di facilitare il funzionamento del
nostro meccanismo. Vi accorgerete anche che cerchiamo di far approvare le varie
quistioni soltanto a furia di parole e non di fatti. Affermiamo continuamente,
che tutte le misure prese da noi sono ispirate dalla speranza e dalla certezza
di aiutare il benessere comune. Allo scopo di distogliere la gente troppo
irrequieta dalla discussione delle quistioni politiche, la provvederemo di
problemi nuovi; quelli cioè dell'industria e del commercio. Su questi problemi
potranno eccitarsi fin che vorranno. Le masse acconsentono di astenersi e di
desistere da ciò che credono sia l'attività politica, solamente se possiamo dar
loro qualche nuovo svago; come, ad esempio, il commercio. E tenteremo di dar da
intendere ad esse, che anche il commercio è un problema politico. Noi stessi
inducemmo le masse a prender parte alla politica per assicurarci il loro
appoggio nella nostra campagna contro i governi Gentili.
Per impedire che il popolo scopra da sé una qualsiasi nuova
linea d'azione politica, lo terremo distratto con varie forme di divertimenti:
ludi ginnici, passatempi, passioni di vario genere, osterie e via discorrendo.
Fra poco principieremo a mettere degli avvisi nei giornali
invitando il popolo a competere in ogni genere di nuove imprese, come ad
esempio alle gare artistiche, di sport, ecc. Questi nuovi interessi
distoglieranno definitivamente l'attenzione del pubblico dalle quistioni che potrebbero
metterci in conflitto con la popolazione. Il popolo, siccome perderà a poco a
poco la facoltà di pensare con la sua testa, griderà compatto insieme a noi,
per l'unica ragione che saremo i soli membri della società in grado di
promuovere nuove linee di pensiero. Questi nuovi concetti noi li metteremo
avanti per mezzo di agenti che il popolo non sospetterà siano alleati nostri.
La funzione degli idealisti liberali cesserà repentinamente il giorno in cui il
nostro governo sarà riconosciuto. Fino allora essi ci renderanno dei buoni
servizii. Per questa ragione cercheremo di indirizzare l'opinione pubblica
verso ogni specie di teoria fantastica che possa sembrare progressiva, o
liberale. Fummo noi che, col più completo successo, facemmo girare le teste
scervellate dei Gentili, colle nostre teorie di progresso, verso il socialismo.
Non si trova fra i Gentili una mente capace di intuire che in ogni occasione,
dietro la parola "progresso" è nascosta una deviazione della verità,
eccezione fatta dei casi in cui la parola libertà si riferisce alla materia
delle scoperte scientifiche. Giacché esiste soltanto una vera dottrina ed in
essa non vi è posto per il "progresso". Il progresso, come qualunque
altro falso concetto, serve a nascondere la verità, affinché essa non sia
palese ad altri che a noi, popolo prediletto da Dio, che Egli ha eletto a
custode della verità. Quando saremo al potere, i nostri oratori discuteranno i
grandi problemi che hanno agitato l'umanità, allo scopo finale e prefisso di
condurre il genere umano sotto il nostro governo benedetto. Chi vorrà, quindi,
sospettare che tutti questi problemi furono sollevati da noi, secondo un piano
politico prestabilito che nessun uomo ha compreso in tanti secoli?
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo XIV
Quando ci stabiliremo come Signori della Terra, non
ammetteremo altra religione che la nostra; cioè una religione che riconosce il
Dio solo, a Cui il nostro destino è collegato dall'averci Egli eletto, e da Cui
il destino del mondo è determinato.
Per questa ragione dobbiamo distruggere tutte le professioni
di fede. Se il risultato temporaneo di questa distruzione sarà di produrre
degli Atei, ciò si frapporrà al nostro scopo, ma servirà come esempio alle
generazioni future, che ascolteranno i nostri insegnamenti sulla religione di
Mosè, la quale, con le sue dottrine risolute e ponderate, ci impose come un
dovere il mettere tutte le nazioni sotto i nostri piedi.
Inoltre insisteremo molto sulle verità mistiche degli
insegnamenti Mosaici, sui quali, diremo, è basata tutta la loro forza
educativa. Di poi, ad ogni momento pubblicheremo articoli paragonando il nostro
governo benefico a quello del passato. Lo stato di beatitudine e di pace che esisterà
allora, servirà anche ad illustrare il benefico effetto del nostro governo,
sebbene sia stato ottenuto mediante disturbi secolari. Dimostreremo con colori
intensi gli errori amministrativi commessi dai Gentili. Provocheremo con tutto
ciò un tale sentimento di avversione per il regime precedente, che le nazioni
preferiranno uno stato di pace in condizioni di schiavitù, ai diritti della
tanta lodata "libertà", che le ha così crudelmente torturate,
esaurendone perfino le fonti dell'esistenza umana, ed alla quale furono
trascinate da una folla di avventurieri che non sapevano quel che facevano. I
cambiamenti inutili di governo che abbiamo sempre suggerito ai Gentili, e che
sono stati il mezzo col quale abbiamo minato il loro edificio di Stato, avranno
in allora talmente stancato le nazioni, che esse preferiranno sopportare
qualunque cosa da noi, piuttosto che ritornare ai tumulti ed alle disgrazie
attraversate. Attireremo specialmente l'attenzione su gli errori storici con i
quali i governi dei Gentili tormentarono l'umanità per tanti secoli, nella loro
mancanza di comprensione per tutto ciò che riguarda il vero benessere della
vita umana, e nella loro ricerca di piani fantastici per la prosperità sociale.
Giacché i Gentili non si sono resi conto che i loro piani, invece di migliorare
le relazioni fra uomo e uomo, non hanno fatto altro che farle andare di male in
peggio. E queste relazioni sono la vera base dell'esistenza umana. Tutta la
forza dei nostri principi e delle nostre misure consisterà nel fatto, che
saranno spiegati da noi quale un luminoso contrasto con le condizioni sociali
esistenti sotto l'antico regime da noi infranto.
I nostri filosofi dimostreranno tutti gli svantaggi delle
religioni cristiane, ma nessuno potrà mai giudicare la nostra religione nel suo
vero significato, perché nessuno ne avrà mai una completa cognizione fuorché i
nostri che non si arrischieranno mai a svelarne i misteri. Nei cosiddetti paesi
dirigenti abbiamo fatto circolare una letteratura squilibrata, sudicia e
ripugnante. Per un breve periodo dopo il riconoscimento del nostro regno,
continueremo a incoraggiare questa letteratura, acciocché essa dimostri, più
esplicitamente che mai, il suo contrasto con le dottrine che metteremo in
circolazione dal nostro seggio elevato. I nostri sapienti, educati allo scopo
di guidare i Gentili, faranno conferenze, concreteranno piani, scriveranno
appunti e articoli, per mezzo dei quali influiremo sugli spiriti degli uomini,
piegandoli verso quella scienza e quelle idee che ci converranno.
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo XV
Quando, infine, avremo ottenuto il potere per mezzo di
numerosi colpi di Stato, che saranno da noi preparati in modo che abbiano luogo
simultaneamente in tutti i paesi; e quando i governi di questi saranno stati
dichiarati ufficialmente incapaci di reggere la pubblica cosa (potrà
trascorrere un periodo di tempo considerevole prima che tutto ciò avvenga:
magari un secolo): faremo ogni sforzo per impedire che siano fatte delle
congiure contro di noi. Per raggiungere questo intento applicheremo la pena
capitale, senza pietà, per coloro che prendessero le armi per impedire lo
stabilimento del nostro potere.
Sarà passibile della pena capitale la fondazione di
qualunque nuova società segreta; scioglieremo, mandandone i membri in esilio
nelle parti più remote del mondo, le società segrete tuttora esistenti, che ci
sono ben conosciute e che servono ed hanno servito al nostro scopo. L'esilio
sarà la sorte di quei frammassoni Gentili che per avventura sapessero più di
quello che a noi convenga. E quei massoni che, per una ragione o per un'altra
potremo perdonare, li terremo sempre nel continuo timore d'essere esiliati.
Decreteremo una legge per condannare tutti i preesistenti membri delle società
segrete all'esilio fuori di Europa perché quivi noi avremo il centro del nostro
governo.
Le decisioni del nostro governo saranno definitive e nessuno
avrà il diritto d'appellarsi. Per mettere al dovere le società dei Gentili
nelle quali abbiamo profondamente inculcato i dissidi ed i dogmi della
religione protestante, prenderemo provvedimenti spietati i quali dimostreranno
alle nazioni che il nostro potere non può essere violato. Non dobbiamo
preoccuparci delle numerose vittime che saranno sacrificate per ottenere una
prosperità futura. Un governo il quale è convinto che la propria esistenza
dipende non solo dai privilegi di cui gode, ma anche dall'adempimento del suo
dovere, ha l'obbligo di conseguire la prosperità anche a costo di molti
sacrifici. La condizione principale della sua stabilità consiste nel
rafforzamento del prestigio del suo potere, e questo prestigio si ottiene
soltanto per mezzo di una maestosa ed incrollabile potenza, che deve mostrarsi
inviolabile, nonché circondata da un potere mistico. Ad esempio, dimostrare che
sussiste per mandato divino. Questi sono i requisiti goduti finora
dall'Autocrazia russa, l'unica nostra nemica pericolosa, se non teniamo conto della
Santa Sede. Ricordate che l'Italia. quando grondava sangue, non toccò un
capello di Silla: eppure egli era l'uomo che l'aveva dissanguata. Per la sua
forza di carattere, Silla diventò un Dio agli occhi della popolazione, ed il
suo ritorno intrepido in Italia lo rese inviolabile. La plebe non nuocerà mai
all'uomo che la ipnotizza col suo coraggio e con la sua superiorità mentale.
Fino a quando non avremo conseguito il potere, cercheremo di
fondare e moltiplicare le logge massoniche in tutte le parti del mondo.
Alletteremo a farne parte coloro che possono diventare, o sono di già, animati
da amore per il pubblico bene. Queste logge saranno la fonte principale ove
attingeremo le nostre informazioni; saranno pure i nostri centri di propaganda.
Centralizzeremo tutte queste logge sotto una direzione unica, conosciuta a noi
soli e costituita dai nostri uomini più sapienti. Queste logge avranno anche i
loro rappresentanti, per mascherarne la vera direzione. Questa soltanto avrà
diritto di decidere a chi spetti di parlare e di preparare l'ordine del giorno.
In queste logge annoderemo tutte le classi socialiste e rivoluzionarie della
società. I piani politici più segreti. ci saranno subito noti appena formulati
e ne guideremo l'esecuzione. Quasi tutti gli agenti della polizia
internazionale segreta faranno parte delle nostre logge. È per noi sommamente
importante di assicurarci i servizi della polizia, perché essi possono
mascherare le nostre imprese, inventare ragioni plausibili per spiegare il
malcontento delle masse, come pure colpire coloro che rifiutano di
sottomettersi a noi.
La maggior parte degli individui che entrano nelle società
segrete sono avventurieri, i quali desiderano di farsi strada in un modo o in
un altro e non hanno serie intenzioni. Con gente simile, ci sarà facile
perseguire il nostro scopo: essi metteranno in moto il nostro meccanismo. Se il
turbamento diventerà mondiale, ciò significherà soltanto che era necessario per
noi di produrre questa agitazione, allo scopo di distruggere la troppo grande
solidità del mondo. Se nasceranno congiure nel suo seno, significherà che uno
dei nostri agenti più fedeli è il capo di questa cospirazione. E' naturale che
noi dobbiamo essere gli unici a dirigere le imprese massoniche. Noi soltanto
sappiamo dirigerle. Noi conosciamo lo scopo finale di ogni azione, mentre i
Gentili ignorano la massima parte di ciò che riguarda la massoneria: essi non
sono neppur capaci di vedere i risultati immediati di quello che fanno.
Generalmente essi considerano soltanto i vantaggi immediati; si contentano se
il loro orgoglio personale è soddisfatto per l'adempiersi del loro intento; non
si accorgono che l'idea originale era nostra e non loro.
I Gentili frequentano le Logge Massoniche per pura
curiosità, o nella speranza di ricevere la loro parte delle spoglie; alcuni di
essi vi entrano pure per poter discutere le loro stupide idee davanti ad un
pubblico qualunque. I Gentili vanno alla ricerca delle emozioni procurate dal
successo e dagli applausi; noi glie ne diamo fin che ne vogliono. Questo è il
motivo per cui permettiamo ad essi di avere successi; cioè allo scopo di
volgere a nostro vantaggio gli uomini che credono orgogliosamente di valer
qualche cosa, e che senza accorgersene s'imbevono delle nostre idee, fiduciosi
di essere infallibili e convinti di non andar soggetti alle influenze altrui.
Non avete idea di quanto sia facile ridurre anche il più intelligente dei
Gentili in una condizione ridicola di ingenuità agendo sulla sua presunzione, e
quanto, d'altra parte, sia fucile scoraggiarlo mediante il più piccolo
insuccesso, od anche semplicemente cessando di applaudirlo; oppure anche di
ridurlo in uno stato di servile sottomissione, allettandolo con la promessa di
qualche nuovo successo. Per quanto il nostro popolo disprezza il successo,
bramando soltanto la realizzazione dei suoi piani, altrettanto i Gentili amano
il successo e sono disposti a sacrificare tutti i loro piani per raggiungerlo.
Questo lato del carattere dei Gentili rende facile di fare d'essi quello che ci
piace. Quelli che sembrano tigri, sono invece stupidi come pecore, ed hanno la
testa assolutamente vuota.
Lasceremo che cavalchino in sogno il corsiero delle vane
speranze di poter distruggere l'individualità umana mediante idee simboliche di
collettivismo. Essi non hanno ancora compreso, e non comprenderanno mai, che
questo sogno fantastico è contrario alla principale legge della natura, la
quale, fin dall'inizio del mondo, creò ogni essere, diverso da tutti gli altri,
perché ciascuno avesse un'individualità. Il fatto che fummo capaci di far
concepire un'idea così errata ai Gentili, è la prova lampante del meschino
concetto che essi hanno della vita umana, paragonato a quello che ne abbiamo
noi. In questo consiste la maggiore speranza del nostro successo. Quanto furono
previdenti i nostri sapienti d'un tempo quando ci dissero che, pur di
raggiungere uno scopo veramente grandioso, dovevamo ricorrere a qualunque mezzo
senza fermarci a contare le che si dovessero sacrificare al successo della
causa!
E noi non abbiamo mai contato le vittime uscite dal seme di
quei bruti di Gentili, e pur avendo sacrificato molta gente nostra, abbiamo
dato al nostro popolo una posizione tale nel mondo, che esso non si sarebbe mai
sognato di raggiungere. Un numero relativamente piccolo di vittime da parte
nostra ha salvato la nostra nazione dalla distruzione. Ogni uomo deve
inevitabilmente morire. E' preferibile affrettare la morte di coloro che
ostacolano la nostra causa, che di quelli che la promuovono. Noi facciamo
morire i frammassoni in maniera tale che nessuno, fuorché gli adepti, può
averne il minimo sospetto. Neppure le stesse vittime ne sospettano prima del
tempo. Muoiono tutti, quando è necessario, di morte apparentemente naturale. E
neppure gli iniziati, conoscendo questi fatti, osano protestare! Con questi
mezzi abbiamo tagliato fino alle radici ogni velleità di protesta contro i
nostri ordini almeno per quanto riguarda i frammassoni. Predichiamo il
liberalismo ai Gentili, ma d'altra parte teniamo la nostra propria nazione in assoluta
sottomissione. Per effetto della nostra influenza, le leggi dei Gentili vengono
osservate il meno possibile. Il prestigio delle loro leggi è stato minato dalle
idee liberali che vi abbiamo introdotto. Le più importanti quistioni, sia
politiche, sia morali, vengono decise dai Tribunali nel modo stabilito da noi.
Il Gentile amministratore di giustizia, esamina le cause in quel modo che a noi
pare e piace.
Questo risultato lo abbiamo ottenuto mediante i nostri
agenti e persone colle quali apparentemente non siamo in relazione, e per mezzo
di opinioni propagate con la stampa e con altri mezzi. Persino i senatori ed
altri funzionari elevati seguono ciecamente i nostri consigli. La mentalità dei
Gentili essendo di natura puramente bestiale, è incapace di osservare e di
analizzare checchessia e più ancora di prevedere le conseguenze alle quali può
condurre una causa se presentata sotto una certa luce. Ed è precisamente in
questa differenza di mentalità tra noi e i Gentili, che possiamo facilmente
riconoscere di essere gli eletti di Dio nonché la nostra natura sovrumana, in
paragone con la mentalità istintiva e bestiale dei Gentili. Costoro non vedono
che i fatti, ma non li prevedono e sono incapaci di inventare qualsiasi cosa,
eccetto le materiali. Da tutto questo risulta nettamente, che la natura stessa
ci ha destinato a guidare ed a governare il mondo. Quando verrà per noi l'ora
di governare apertamente, sarà giunto il momento di dimostrare la bontà del
nostro governo. Allora miglioreremo tutte le leggi. Le nostre leggi saranno
brevi, chiare, e concise: non avranno bisogno di interpretazioni; sicché tutti
potranno conoscerle da cima a fondo, dentro e fuori. La caratteristica
predominante di queste leggi sarà l'obbedienza dovuta all'autorità; e questo
rispetto all'autorità sarà spinto al massimo grado. Allora cesserà ogni genere
di abuso di potere, perché ognuno sarà responsabile di fronte all'unico potere
supremo, cioè a quello del sovrano. L'abuso di potere da parte di chiunque, che
non sia il sovrano, sarà così severamente punito, che tutti perderanno la
voglia di provare la loro forza in tale direzione.
Sorveglieremo molto da vicino ogni atto del nostro corpo
amministrativo, da cui dipenderà il funzionamento della macchina statale,
perché se l'amministrazione diventa fiacca, il disordine sorge dovunque. Non un
singolo atto illegale, od abuso di potere rimarrà impunito. Tutti gli atti di
simulazione, o di volontaria trascuratezza da parte degli impiegati
amministrativi, cesseranno dopo che costoro avranno veduto i primi esempi di
punizione.
La grandezza della nostra potenza esigerà che siano inflitte
punizioni adeguate ad essa. Ciò vuol dire che esse saranno durissime, anche nel
caso del più piccolo tentativo di violare il prestigio della nostra autorità
allo scopo di lucro personale. L'uomo che soffrirà per le sue colpe, anche se
troppo severamente, sarà come un soldato che muore sul campo battaglia
dell'amministrazione per la causa del potere, dei princip? e della legge, che
non ammette alcuna deviazione dal sentiero pubblico per un vantaggio personale,
neanche per coloro che guidano il carro dello stato. Per esempio, i nostri
giudici sapranno che, cercando di essere indulgenti, violeranno la legge della
giustizia, la quale è fatta per infliggere punizioni esemplari agli uomini per
le colpe che hanno commesso, e non per dare ad un giudice l'occasione di
mostrare la sua clemenza. Questa buona qualità della clemenza dovrebbe essere
esibita soltanto nella vita privata, e non nella qualità ufficiale di giudice,
che influisce su tutta la base dell'educazione del genere umano. I membri della
magistratura non serviranno più nei tribunali dopo i cinquantacinque anni di
età, per le seguenti ragioni:
Perché i vecchi sono più tenacemente attaccati alle idee
preconcette e meno capaci di ubbidire ai nuovi ordini
Perché una tale misura ci metterà in grado di fare dei
cambiamenti frequenti nel corpo della magistratura, che conseguentemente sarà
soggetta a qualunque pressione da parte nostra.
Chiunque desideri mantenere il suo posto dovrà, per
assicurarselo, ubbidirci ciecamente. Generalmente sceglieremo i nostri giudici
fra uomini i quali capiscano che il loro dovere è di punire e di fare
rispettare le leggi, e non di permettersi il lusso di sognare il liberalismo,
che potrebbe recar danno al piano educativo del nostro governo, come succede
ora con i giudici Gentili. Il nostro progetto di mutare spesso i giudici, ci
gioverà anche per impedire la formazione di qualsiasi associazione fra essi;
quindi lavoreranno soltanto nell'interesse del governo, ben sapendo che da ciò
dipende il loro avvenire. La futura generazione di giudici sarà educata in tal
modo, che preverranno istintivamente qualsiasi azione atta a danneggiare le
relazioni reciproche esistenti fra i nostri sudditi. Attualmente i giudici dei
Gentili sono indulgenti verso tutti i delinquenti, perché non hanno il giusto
concetto del loro dovere, ed anche per il semplice fatto, che i governanti,
quando nominano i giudici, non imprimono in essi il concetto del dovere, come sarebbe
necessario.
I governanti dei Gentili, quando nominano i loro sudditi a
cariche importanti, non si danno la pena di spiegar loro l'importanza delle
medesime, né per quale ragione dette cariche sono state istituite; essi
agiscono come le bestie quando mandano la loro prole in cerca dì preda. In
questo modo i governi dei Gentili vanno in pezzi per opera dei loro stessi
amministratori. Dai risultati del sistema adottato dai Gentili ricaveremo
ancora un insegnamento morale e ce ne serviremo per migliorare il nostro
governo. Gradiremo le tendenze liberali di ciascuna delle importanti
istituzioni di propaganda nel nostro governo, dalle quali possa dipendere
l'educazione di coloro che diventeranno i nostri sudditi. Questi posti
importanti saranno riservati esclusivamente a coloro che furono da noi educati
allo scopo prefisso per l'amministrazione.
Qualora si osservasse, che il mettere in ritiro troppo
presto i nostri impiegati ci costerebbe troppo caro, risponderei, che anzi
tutto cercheremo di trovare una occupazione privata a questi pensionati, per
compensarli della perdita del loro posto governativo, ed in secondo luogo che
il nostro governo possiederà in ogni caso tutto il denaro del mondo, e perciò
la spesa non va presa in considerazione. La nostra autocrazia sarà coerente in
tutte le sue azioni, quindi il nostro alto comando sarà sempre considerato con
la massima deferenza e obbedito senza riserva, qualunque sia la decisione che
gli piacerà di prendere. Ignoreremo qualunque espressione di rammarico o di
malcontento e puniremo così severamente chiunque mostrasse di non essere
soddisfatto, che gli altri, vedendo questo esempio, si cheteranno. Aboliremo il
diritto di appello, riservandolo per noi stessi; e ciò per la ragione che non
dobbiamo permettere al popolo di credere che i nostri giudici possano sbagliare
nelle loro decisioni. E, nell'eventualità di un giudizio che richiede la
revisione, destituiremo immediatamente il giudice che lo avrà emesso,
castigandolo pubblicamente, affinché un errore simile non abbia a ripetersi.
Ripeto quello che ho già detto, cioè che uno dei nostri
princip? fondamentali sarà l'attenta sorveglianza dei nostri impiegati
amministrativi: e questo si farà principalmente per soddisfare la nazione, la
quale ha pieno diritto di insistere che un buon governo abbia buoni impiegati
amministrativi.
Il nostro governo avrà l'aspetto di una fede patriarcale
nella persona del suo sovrano. La nostra Nazione ed i nostri sudditi
considereranno il sovrano come un padre, il quale si cura di tutti i loro
bisogni, si occupa delle loro azioni, sistema le relazioni reciproche dei suoi
sudditi, nonché quelle di essi verso il governo. Così che il sentimento di
venerazione per il regnante si radicherà tanto profondamente nella nazione, che
questa non potrà esistere senza le sue cure e la sua guida. Il popolo non potrà
vivere in pace senza il sovrano e finalmente lo riconoscerà come autocrate. Il
popolo nutrirà per il sovrano un sentimento di venerazione talmente profondo da
avvicinarsi alla adorazione, specialmente quando si convincerà che i suoi
dipendenti seguono i suoi ordini ciecamente e che egli solo regna su di essi.
Il popolo si rallegrerà vedendoci regolare la nostra esistenza come se fossimo
genitori desiderosi di educare la propria prole in un sentimento profondo del
dovere e dell'ubbidienza.
Per quanto poi riguarda la nostra politica segreta, tutte le
nazioni sono in uno stato d'infanzia ed i loro governi pure. Come potete vedere
da voi stessi, io baso il nostro dispotismo sul Diritto e sul Dovere. Il
diritto del governo di pretendere che la gente faccia il suo dovere è in sé
stesso un obbligo di chi regna, perché egli è il padre dei suoi sudditi. Il
diritto della forza gli viene concesso perché conduca l'umanità nella direzione
stabilita dalle leggi naturali, vale a dire verso l'ubbidienza. Ogni creatura
in questo mondo è in suggezione se non di un uomo, di qualche circostanza,
oppure della sua stessa natura: insomma di qualche cosa che è più forte di lei.
Quindi noi dobbiamo essere la forza assoggettatrice, pel bene della causa
comune. Dobbiamo sacrificare senza esitazione quegli individui che possono
violare la legge esistente, perché la soluzione del grande problema educativo
sta nella punizione esemplare.
Il Re di Israele, nel giorno che porrà sul suo capo
consacrato la corona che gli verrà presentata da tutta l'Europa, diventerà il Patriarca
Mondiale. Il numero delle vittime che il nostro Re dovrà sacrificare, non
sorpasserà mai quello delle vittime che i sovrani Gentili hanno sacrificato
nella loro ricerca di grandezza e per le loro rivalità reciproche. Il nostro
sovrano sarà costantemente in contatto col popolo, al quale parlerà dall'alto
delle tribune. I suoi discorsi saranno immediatamente messi in circolazione in
tutto il mondo.
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo XVI
Allo scopo di distruggere qualunque specie di impresa
collettiva che non sia la nostra, annienteremo sul loro nascere le opere
collettive; vale a dire, che trasformeremo le università e le riedificheremo
secondo i nostri piani.
I rettori delle università, nonché i professori di esse,
saranno preparati in modo speciale per mezzo di elaborati e segreti programmi
d'azione, nei quali saranno istruiti e dai quali non potranno deviare
impunemente. La massima cura sarà posta nella loro scelta, e dipenderanno
interamente dal governo. Escluderemo dal nostro sillabo ogni insegnamento di
diritto civile, nonché qualunque altra materia politica. Queste scienze saranno
insegnate soltanto a pochi uomini iniziati, scelti per le loro abilità
cospicue. Le università non potranno più lanciare nel mondo dei giovani
inesperti, imbevuti di idee circa nuove forme costituzionali, come se queste
fossero commedie o tragedie; oppure dediti ad occuparsi di questioni politiche
che neppure i loro padri comprendevano. Quando la massa del popolo ha delle
idee politiche sbagliate, si volge a concezioni utopistiche con il risultato di
diventare un insieme di pessimi sudditi. Ciò potete giudicare da voi vedendo il
sistema educativo dei Gentili; abbiamo dovuto introdurre tutti questi principi
nel sistema educativo allo scopo di distruggere la loro struttura sociale: cosa
che abbiamo fatto con pieno successo; ma quando saremo al potere, toglieremo
dai programmi educativi tutte le materie che potrebbero turbare lo spirito dei
giovani, e li ridurremo ad essere dei bimbi obbedienti, i quali ameranno il
loro sovrano ed in lui riconosceranno il sostegno principale della pace e del
benessere pubblico.
Invece di far studiare i classici e la storia antica, che
contengono più esempi cattivi che buoni, faremo studiare i problemi del futuro.
Dalla memoria degli uomini cancelleremo il ricordo dei secoli passati, che
potrebbe essere sgradevole per noi, ad eccezione di quei fatti che mostrano a
colori vivaci gli errori dei governi Gentili. La base fondamentale del nostro
programma educativo sarà l'insegnamento di ciò che si riferisce alla vita
pratica, alla organizzazione sociale, alle relazioni fra uomo e uomo; faremo
pure conferenze contro i cattivi esempi egoistici, che sono contagiosi e causa di
mali; come anche su altre questioni simili relative all'istinto. Questi
programmi saranno tracciati in modo differente per le differenti classi e
caste, perché l'educazione di esse dovrà essere ben distinta. Importa
moltissimo di insistere su questo punto, che ogni classe, o casta, dovrà essere
educata separatamente, secondo la sua speciale condizione ed il suo lavoro.
Eventualmente, un uomo di genio ha sempre saputo e saprà sempre penetrare in
una casta più elevata della sua; ma per amore di un caso affatto eccezionale,
non conviene mescolare l'educazione delle varie caste e ammettere gli uomini di
basso ceto nelle classi più elevate, soltanto perché occupino i posti di coloro
che son chiamati dalla nascita ad occuparli. Sapete da voi che i Gentili, quando
cedettero all'idea assurda di non ammettere differenza fra le diverse classi
sociali, andarono incontro al disastro.
Affinché il sovrano abbia un posto sicuro nel cuore dei suoi
sudditi, è necessario che, durante il suo regno, siano insegnate nelle pubbliche
scuole e nei pubblici ritrovi, l'importanza della sua attività e la buona
intenzione delle sue imprese. Aboliremo ogni specie di educazione privata. Nei
giorni di vacanza gli scolari ed i loro genitori avranno il diritto di
intervenire nei loro collegi, come se questi fossero dei "clubs", a
riunioni nelle quali alcuni professori faranno delle conferenze, apparentemente
libere, parlando sulle quistioni dei rapporti reciproci fra gli uomini, delle
leggi, dei malintesi che generalmente sono la conseguenza di una concezione
erronea intorno la posizione sociale degli uomini. Infine essi faranno delle
lezioni sulle nuove teorie filosofiche, che non sono ancora state rivelate al
mondo. Noi faremo di queste dottrine degli articoli di fede, servendocene come
di gradini per l'ascendere della Fede nostra.
Quando avrò finito di mettervi completamente al corrente del
nostro programma, e quando avremo finito di discutere i nostri piani per il
presente e l'avvenire, vi leggerò lo schema di tale nuova teoria filosofica.
L'esperienza di molti secoli ci insegna che gli uomini vivono per le idee e ne
sono guidati e che la gente viene ispirata da tali idee soltanto per mezzo
dell'educazione, che può essere impartita con i medesimi risultati agli uomini
di tutti i secoli, ma naturalmente con mezzi diversi. Con una metodica
educazione sapremo eliminare i residui di quella indipendenza di pensiero della
quale ci siamo serviti per i nostri fini da molto tempo. Abbiamo già istituito
il sistema di soggiogare la mente degli uomini col così detto metodo di
educazione dimostrativa (l'insegnamento oculare), il quale rende i Gentili
incapaci di pensare indipendentemente, e così essi - come animali ubbidienti -
attenderanno la dimostrazione di un idea prima di afferrarla. Uno dei nostri migliori
agenti in Francia è il Bouroy; egli vi ha già introdotto il nuovo metodo
d'insegnamento dimostrativo.
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo XVII
La professione il giureconsulto rende coloro che la
esercitano freddi, crudeli ed ostinati, li priva di tutti i principi e li
obbliga a formarsi un concetto della vita che non è umano ma puramente legale.
Si abituano anche a vedere le circostanze soltanto dal punto di vista di quanto
si può guadagnare facendo una difesa, senza badare alle conseguenze che essa
può avere sul bene pubblico.
Un avvocato non si rifiuta mai di difendere una causa. Egli
farà di tutto per ottenere l'assoluzione a qualunque costo, attaccandosi ai più
meschini cavilli della giurisprudenza, e con questi mezzi egli demoralizza il
tribunale. Perciò noi limiteremo la sfera d'azione di questa professione e
metteremo gli avvocati sulla stessa base dei funzionari esecutivi. Tanto gli
avvocati patrocinatori, quanto i giudici, non avranno il diritto di
intervistare i loro clienti e riceveranno il loro mandato difensivo a seconda
dell'assegnazione che ne farà il tribunale [Vale a dire che i difensori saranno
nominati d'ufficio e non scelti dagli accusati. (N. d. T. inglese)]. Essi
studieranno la causa esclusivamente attraverso i documenti ed i rapporti, e
difenderanno i loro clienti dopo che questi saranno stati interrogati in
tribunale dal pubblico ministero, basando la difesa di essi sui risultati di
questo interrogatorio. Il loro onorario sarà fisso senza tener conto se la
difesa sia, o pur no, riuscita. Essi diventeranno dei semplici relatori in
favore della giustizia, agendo in senso opposto al pubblico ministero, il quale
sarà un relatore in favore dell'accusa. In questo modo la procedura legale sarà
considerevolmente abbreviata. Inoltre, con questi mezzi otterremo una difesa
onesta ed imparziale, la quale non sarà promossa dagli interessi materiali, ma
bensì dalla convinzione personale dell'avvocato. Si avrà inoltre il grande
vantaggio di metter fine a qualunque forma di subornamento e di corruzione, che
all'epoca attuale può aver luogo nei tribunali di alcuni paesi.
Abbiamo messo molto impegno nello screditare il clero dei
Gentili agli occhi del popolo, e siamo così riusciti a nuocere alla sua
missione che avrebbe potuto ostacolare molto il nostro cammino. L'Influenza del
clero sul popolo diminuisce di giorno in giorno.
Attualmente la libertà di religione prevale ovunque, e
l'epoca che il Cristianesimo cadrà in frantumi non è oramai troppo distante.
Sarà ancora più facile per noi di distruggere le altre religioni. Ma è
prematuro per ora di discutere questo argomento.
Noi ridurremo il clero e le sue dottrine a tener così poco
posto nella vita, e renderemo la loro influenza così antipatica alla
popolazione, che i loro insegnamenti avranno risultati opposti a quelli che
avevano una volta. Quando sarà arrivata l'ora di annientare la Corte papale,
una mano ignota, additando il Vaticano, darà il segnale dell'assalto.
Allorquando il popolo, nella sua ira si scaglierà sul Vaticano, noi ci
atteggeremo a suoi protettori per evitare lo spargimento di sangue. Con questo
atto penetreremo fino al cuore di tale Corte, e nessuno potrà più scacciarcene
finché non avremo distrutto la potenza papale. Il Re di Israele diventerà il
vero Papa dell'universo: il Patriarca della Chiesa Internazionale.
Ma finché non avremo compiuto la rieducazione della gioventù
per mezzo di nuove religioni temporanee, per condurla alla nostra, non
attaccheremo apertamente le Chiese esistenti, ma le combatteremo con la
critica, la quale ha già suscitato e continuerà a suscitare dissensi fra esse.
Genericamente parlando, la nostra stampa denuncierà i governi e le istituzioni
dei Gentili, sia religiose che d'altro genere, mediante articoli d'ogni specie
spogli di qualunque scrupolo, allo scopo di screditarli al massimo grado così
come noi soli sappiamo fare. Il nostro governo somiglierà al dio centimane
Vichnu degli Indiani. Ognuna delle sue cento mani terrà una delle molle della
macchina sociale dello Stato. Sapremo tutto senza l'aiuto della polizia
ufficiale, che è stata c
osì insidiosamente corrotta da noi, da non servire ad altro
che impedire ai governi dei Gentili di venire alla conoscenza dei fatti veri.
Il nostro programma persuaderà una terza parte della popolazione a sorvegliare
il resto, per un alto senso di dovere ed in base al principio del servizio governativo
volontario. Allora non sarà più considerato come un disonore, ma anzi come cosa
lodevole il fare la spia. D'altra parte, chi porterà notizie false sarà
veramente punito, per evitare che l'alto privilegio del rapporto diventi un
abuso. I nostri agenti verranno scelti tanto fra le classi alte quanto fra le
basse. Li prenderemo fra gli amministratori, editori, stampatori, librai,
impiegati, operai, cocchieri, lacchè ecc. Questa forza poliziesca, non avrà
nessun potere indipendente di azione e nessun diritto di prendere qualsiasi
misura di sua iniziativa; quindi il dovere di questa polizia impotente
consisterà semplicemente nel fare dei rapporti e delle testimonianze. La
verifica dei suoi rapporti, e gli arresti, dipenderanno da un gruppo di
ispettori di polizia responsabili. Gli arresti saranno fatti da gendarmi e da
guardie di città. Qualunque persona, che avendone l'incarico, ometta di far
rapporto d'una mancanza qualsiasi, anche piccola, in fatto di politica, sarà
punita per delittuoso nascondimento di delitto, se potrà provarsi che ne è
colpevole. Analogamente devono agire ora i nostri fratelli, devono cioè di loro
iniziativa denunziare alle autorità competenti tutti gli apostati, nonché tutte
le azioni che potrebbero essere contrarie alla nostra legge. Nel nostro Governo
Universale, tutti i nostri sudditi avranno il dovere di servire il nostro
sovrano agendo nel modo suddetto.
Un'organizzazione come la nostra sradicherà ogni abuso di
potere nonché le varie forme di subornamento e di corruzione. Insomma, essa
distruggerà tutte le idee con le quali abbiamo contaminato la vita dei Gentili
mediante le nostre teorie sopra i diritti sovrumani. Come avremmo potuto
riuscire al nostro intento di creare il disordine nelle istituzioni
amministrative dei Gentili, se non con mezzi simili? Fra i più importanti mezzi
per corrompere le loro istituzioni, vi è l'uso di quegli agenti che sono in
grado - per la loro attività distruttiva individuale - di contaminare gli
altri, svelando e sviluppando le loro tendenze corrotte, quali l'abuso del
potere e l'uso sfacciato della corruzione.
I protocolli dei anziani savi di Sion- PROTOCOLLO XVIII
Quando verrà per noi il momento di prendere delle misure
speciali di polizia imponendo l'attuale sistema russo dell'"Okhrana"
(il più pericoloso veleno per il prestigio dello Stato) susciteremo dei tumulti
fittizi fra la popolazione, oppure la indurremo a mostrare una irrequietezza
prolungata, al che riusciremo con l'aiuto di buoni oratori i quali troveranno
molti simpatizzanti, ciò che ci fornirà la scusa di perquisire le abitazioni,
nonché di sottoporre le persone a restrizioni speciali, servendoci dei nostri
dipendenti che contiamo nella polizia dei Gentili.
Siccome la più gran parte dei cospiratori sono spinti dalla
passione che hanno sia per la congiura, sia per le chiacchiere, non li
toccheremo fin tanto che non li vedremo sul punto di mettersi ad agire contro
di noi, e ci limiteremo ad introdurre fra essi un - per così dire - elemento
delatore. Dobbiamo ricordarci che un potere perde di prestigio ogni qual volta
scopre una congiura pubblica diretta contro di esso. In simile rivelazione è
implicita la presunzione della sua debolezza, nonché, cosa ancora più dannosa,
l'ammissione dei suoi errori. Dovete sapere che abbiamo distrutto il prestigio
dei Gentili regnanti, mediante numerosi assassini privati, compiuti dai nostri
agenti, pecore cieche del nostro gregge, che possono facilmente essere indotte
a commettere un delitto purché sia di carattere politico.
Obbligheremo i governanti a riconoscere la propria debolezza
coll'introdurre apertamente delle misure speciali di polizia, tipo
"Okhrana", e così scuoteremo il prestigio del loro potere. Il nostro
sovrano sarà protetto da una guardia segretissima, giacché non permetteremo mai
che si possa credere possibile una congiura contro il nostro sovrano, che egli
non sia in grado di sventarla personalmente, o dalla quale egli sia costretto a
nascondersi. Se permettessimo che prevalesse un'idea simile, come prevale fra i
Gentili, firmeremmo la condanna a morte del nostro sovrano, e se non di lui
personalmente, della sua dinastia.
Il nostro sovrano, osservando scrupolosamente le apparenze
userà del suo potere soltanto per il beneficio della nazione, e giammai per il
suo bene personale, o della sua dinastia. Con questo severo mantenimento del
suo decoro, otterrà il risultato che la sua potenza sarà onorata e protetta dai
suoi stessi sudditi. Essi adoreranno la potenza del sovrano, ben sapendo che ad
esso è collegato il benessere dello Stato perché da esso dipende l'ordine
pubblico. Far la guardia al Re apertamente, equivale ad ammettere la debolezza
del suo potere.
Il nostro sovrano sarà sempre in mezzo al suo popolo ed avrà
l'apparenza di essere circondato da una folla indiscreta di uomini e di donne,
che per puro caso, in apparenza, occuperà sempre le file più prossime a lui,
tenendo così indietro il resto della gente, soltanto per conservare l'ordine.
Questo esempio insegnerà agli altri la padronanza di sé stessi. Nel caso che un
supplicante fra il popolo, volendo presentargli una domanda, arrivi a farsi
strada attraverso alla folla, coloro che sono nelle prime file prenderanno la
sua petizione e la consegneranno al sovrano alla presenza del supplicante
stesso, acciocché ognuno sappia che tutte le petizioni giungono al Sovrano e
che egli stesso controlla tutti gli affari. Il prestigio del potere deve, per
sussistere, occupare una posizione tale che il popolo possa dire: "Se il
Re solamente potesse sapere!" oppure: "Quando il Re lo saprà!".
Il misticismo che circonda la persona del sovrano svanisce appena lo si vede
attorniato da una guardia di polizia. Quando viene fatto uso di una simile
guardia, qualunque assassino con una certa audacia, può considerarsi più forte
della guardia e quindi, realizzando la sua forza, basta che egli attenda il
momento propizio e potrà assalire il re. Non predichiamo questa dottrina ai
Gentili; potete constatare da voi stessi il risultato che ha avuto il sistema di
circondare di guardie visibili i sovrani dei Gentili. Il nostro Governo
arresterà tutti gli individui che più o meno giustamente sospetterà di essere
delinquenti politici. Non è prudente che, per il timore di giudicare
erroneamente qualcuno, si dia l'opportunità di fuggire alle persone sospette di
tali delitti verso di esse saremo spietati. Si potrà forse, in casi
eccezionali, prendere in considerazione alcune circostanze attenuanti a favore
di delinquenti comuni, ma non vi possono essere attenuanti per un delitto
politico; vale a dire che non esiste giustificazione per un uomo che si lasci
trascinare ad occuparsi di politica, cosa che nessuno, fuorché il regnante, ha
il diritto di comprendere. Ed invero neppure tutti i governanti sono capaci di
comprendere la vera politica.
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I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo XIX
Sarà proibito a tutti di lasciarsi coinvolgere in faccende
politiche; ma d'altra parte incoraggeremo ogni genere di rapporti e di
petizioni sottoponenti all'approvazione del Governo proposte relative a
miglioramenti della vita sociale e nazionale. Con questi mezzi conosceremo gli
errori del nostro governo e le aspirazioni dei nostri sudditi. Risponderemo a
questi suggerimenti accettandoli, oppure, se non saranno accettabili,
confutandoli con validi argomenti per dimostrare che la loro realizzazione è
impossibile e basata sopra una concezione miope degli affari. La sedizione non
ha più importanza dell'abbaiare di un cane contro un elefante. In un governo
bene organizzato dal punto di vista sociale, ma non dal punto di vista della
sua polizia, il cane abbaia contro l'elefante senza comprenderne la forza, ma
basta che l'elefante glie la dimostri dandogli una buona lezione, perché tutti
i cani smettano di abbaiare.
Per togliere al colpevole politico la sua corona di eroismo,
lo metteremo al livello degli altri delinquenti, alla pari con i ladri, gli
assassini ed i più ripugnanti malfattori. Abbiamo fatto il possibile per
impedire ai Gentili di adottare questo sistema. Per raggiungere lo scopo ci
siamo serviti della stampa, di discorsi in pubblico e di libri scolastici di
storia ingegnosamente compilati; abbiamo così fatto nascere l'idea che ogni
assassino politico sia un martire, morto per l'ideale del benessere umano. Una
"reclame" così estesa ha moltiplicato il numero dei liberali e ha
ingrossato le file dei nostri agenti di migliaia di Gentili.
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo XX
Oggi mi occuperò del nostro programma finanziario, che ho
riservato per la fine della mia relazione, in quanto è il problema più
difficile ed anche perché costituisce la clausola finale dei nostri piani.
Prima di discuterlo, vorrei rammentarvi ciò che vi ho già accennato, e cioè che
tutta la nostra politica si riduce ad una quistione di cifre.
Quando assumeremo il potere, il nostro governo autocratico
eviterà, per il suo interesse personale, di imporre al popolo delle tasse
pesanti e terrà sempre presente la parte che deve rappresentare; quella cioè,
di un padre, di un protettore. Ma siccome l'organizzazione del governo
assorbirà vaste somme di denaro, sarà tanto più necessario di procacciare i
mezzi necessari per mantenerla. Quindi dovremo studiare e risolvere questo
problema con la massima cura, procurando che il peso delle imposte sia
distribuito equamente.
Per mezzo di una finzione legale il nostro sovrano sarà
proprietario di tutti i possedimenti dello Stato (ciò si mette in pratica colla
massima facilità). Egli potrà prelevare quelle somme di denaro che saranno
necessarie per regolare la circolazione monetaria del Paese. Quindi il metodo
più adatto per soddisfare le spese governative sarà la tassazione progressiva
della proprietà. Così le imposte saranno pagate senza l'oppressione e la rovina
del popolo, e l'ammontare relativo dipenderà dal valore di ciascuna proprietà
individuale. I ricchi dovranno comprendere che hanno il dovere di dare una
parte della loro soverchia ricchezza al governo, perché questo garantisce loro
il possesso sicuro del rimanente, ed inoltre dà loro di diritto di guadagnare
del denaro onestamente. Dico onestamente, perché il controllo della società
impedirà i furti sul terreno legale. Questa riforma sociale deve essere la
prima e più importante del nostro programma, essendo la garanzia principale
della pace. Essa non ammette indugi di sorta.
La tassazione dei poveri è l'origine di tutte le rivoluzioni
e produce sempre un grave danno al governo, perché questo, sforzandosi di
estorcere denaro dal popolo, perde l'occasione di ottenerlo dai ricchi. La
tassazione del capitale farà diminuire le ricchezze dei privati, nelle cui mani
le abbiamo lasciate accumulare sino ad ora appositamente, perché i plutocrati
agissero da contrappeso ai governi dei Gentili e alle loro finanze. La
tassazione progressiva applicata proporzionalmente alle fortune individuali,
produrrà assai più del sistema attuale di tassare tutti egualmente. Questo
sistema è, al momento attuale (1901) essenziale per noi, perché genera il
malcontento fra i Gentili [Si noti che questa conferenza fu tenuta nel 19O1.
(Nota del T. inglese)]. Il potere del nostro sovrano si baserà principalmente
sul fatto, che egli sarà garante dell'equilibrio del potere e della pace
perpetua del mondo. Quindi, per ottenere questa pace, i capitalisti dovranno
rinunciare ad una parte delle loro ricchezze, salvaguardando così l'azione del
governo. Le spese dello Stato devono essere pagate da coloro che sono meglio in
grado di sostenerle e col denaro che si potrà togliere ad essi. Tale misura
farà cessare l'odio delle classi popolari per i ricchi, perché esse vedranno in
costoro i necessari sostegni finanziari del governo, riconosceranno in essi,
inoltre, i sostenitori della pace e del benessere pubblico. Le classi povere
comprenderanno che i ricchi forniscono i mezzi per i benefizi sociali.
Per evitare che le classi intelligenti, vale a dire i
contribuenti, si lagnino soverchiamente del nuovo sistema di tassazione, daremo
ad esse dei resoconti particolareggiati, esponendo chiaramente il modo come il
loro denaro viene speso; eccettuato, si capisce, quella parte che sarà
impiegata per i bisogni privati del Sovrano e per le esigenze
dell'amministrazione.
Il Sovrano non avrà alcuna proprietà privata, perché tutto
ciò che è nello Stato gli apparterà. Se al Sovrano fosse concesso di possedere
privatamente, sembrerebbe che non è di sua proprietà tutto ciò che è nello
Stato.
I congiunti del Sovrano, eccettuato il Suo erede, il quale
sarà anche mantenuto a spese del governo, dovranno servire come funzionari
governativi, oppure lavorare, allo scopo di conservare il diritto di possedere:
il privilegio di essere di sangue reale non concederà loro il diritto di vivere
alle spalle dello Stato.
Vi sarà una tassa di bollo progressiva su tutte le vendite e
compere, nonché tasse di successione. Qualunque contratto senza il bollo
necessario sarà considerato illegale, ed il proprietario antecedente sarà
obbligato a pagare al Governo una percentuale sulla tassa dal giorno della
vendita. Ogni documento di garanzia del trasferimento di un diritto di una
proprietà, ecc., da una persona ad un'altra, dovrà essere portato ogni
settimana all'ispettore locale delle tasse, unendovi una dichiarazione con nome
e cognome del possessore attuale e del precedente, nonché l'indirizzo
permanente di ambedue.
Simile procedura sarà necessaria per i trasferimenti
sorpassanti un certo valore; eccedenti cioè l'ammontare della spesa media
giornaliera. La vendita delle cose più necessarie sarà soggetta soltanto ad una
marca da bollo di valore stabilito.
Calcolate quante volte il valore di una simile tassazione
sorpasserà la rendita dei governi Gentili. Lo Stato dovrà tenere in riserva una
certa quota di capitale, e nel caso che la rendita proveniente della tassazione
venisse a sorpassare questa somma specificata, la somma risultante in più dovrà
essere rimessa in circolazione. Queste somme in eccesso saranno spese
organizzando ogni sorta di lavori pubblici.
Protocolli dei savi anziani di Sion
La direzione di questi lavori dipenderà da un dipartimento
governativo, e quindi gli interessi delle classi operaie saranno strettamente
collegati a quelli del governo e del loro Sovrano. Una parte di questo denaro
soverchio sarà destinato a premiare le invenzioni e le produzioni. È di prima
importanza d'impedire che la moneta rimanga inattiva nelle banche dello Stato,
al disopra di una somma specificata che possa essere destinata a qualche scopo
speciale; perché il denaro è fatto per circolare, e qualunque congestione di
denaro ha sempre un effetto disastroso sul corso degli affari dello Stato,
giacché la moneta agisce quale lubricante del meccanismo statale, e se il
lubricante si condensa, il funzionamento della macchina si arresta in
conseguenza. Il fatto che le cartelle di rendita hanno sostituito la moneta in
gran parte, ha creato una congestione simile a quella ora descritta. Le
conseguenze di questo fatto sono abbastanza evidenti.
Istituiremo pure un dipartimento per la revisione dei conti,
sicché il Sovrano possa a qualunque momento ricevere un rendiconto completo
delle spese del governo e delle sue rendite. Ogni rendiconto sarà tenuto
rigorosamente al corrente, fuorché quelli del mese in corso e del precedente.
L'unica persona che non avrebbe alcun interesse a derubare la banca dello Stato
è il suo proprietario - il Sovrano -. Per questa ragione il suo controllo
impedirà qualunque possibilità di perdite o di spese non necessarie.
Saranno aboliti i ricevimenti di etichetta, che sciupano il
tempo prezioso del Sovrano, e ciò per dargli maggiori opportunità di attendere
agli affari dello Stato. Sotto il nostro governo il Sovrano non sarà circondato
da cortigiani, i quali generalmente si pavoneggiano intorno alla sua persona
soltanto per vanità, e si preoccupano esclusivamente dei propri interessi,
trascurando, come fanno, il benessere dello Stato.
Tutte le crisi economiche da noi combinate con tanta astuzia
nei paesi dei Gentili, sono state determinate ritirando il denaro dalla
circolazione. Lo Stato si è trovato nella necessità per i suoi prestiti di fare
appello alle grandi fortune che sono congestionate pel fatto che la moneta è
stata ritirata dal governo. Questi prestiti hanno imposto dei pesanti carichi
sui governi, obbligandoli a pagare interessi, e così sono legati mani e piedi.
La concentrazione della produzione nelle mani del
capitalismo ha prosciugato tutta la forza produttrice del popolo insieme alle
ricchezze dello Stato. La moneta, al momento attuale, non può soddisfare i
bisogni della classe operaia, perché non è sufficiente per tutti. L'emissione
della moneta deve corrispondere all'aumento della popolazione, e bisogna
considerare i bambini come consumatori di moneta fino dal giorno della loro
nascita. Una verifica della moneta di tanto in tanto è una quistione vitale per
il mondo intero.
Sapete, io credo, che la moneta aurea è stata la distruzione
di tutti gli Stati che l'hanno adottata, perché non poteva soddisfare ai bisogni
della popolazione; tanto più che noi abbiamo fatto del nostro meglio, perché
fosse congestionata e tolta dalla circolazione. Il nostro governo avrà una
moneta basata sul valore della potenza di lavoro del paese; essa sarà di carta,
e magari anche di legno. Emetteremo una quantità di moneta sufficiente per ogni
suddito, aumentandone la quantità alla nascita di ogni bambino e diminuendola
per la morte di ogni individuo. I conti governativi saranno tenuti da governi
locali separati e da uffici provinciali. Per evitare ritardi nei pagamenti
delle spese governative, il Sovrano in persona emetterà ordini regolanti i
termini di pagamento di dette somme, mettendo così fine ai favoritismi usati
qualche volta dai ministri delle finanze ad alcuni dipartimenti. I resoconti
degli introiti e delle spese dello Stato saranno tenuti insieme, perché si
possa sempre confrontarli.
I piani che faremo per la riforma delle istituzioni di
finanza dei Gentili saranno applicati in maniera tale che essi non se ne
accorgeranno mai. Metteremo in evidenza la necessità di riforme, come se siano
dovute allo Stato disordinato raggiunto dalle finanze dei Gentili. Dimostreremo
che la prima ragione di questa cattiva condizione finanziaria, sta nel fatto
che essi principiano il loro anno finanziario facendo un calcolo approssimativo
pel bilancio annuo governativo, l'ammontare del quale aumenta di anno in anno,
e per la ragione seguente: si riesce a stento a far durare le somme assegnate
al bilancio governativo annuale sino alla metà dell'anno; quindi si presenta un
nuovo bilancio governativo riveduto, e la somma relativa viene spesa
generalmente in tre mesi. Dopo questo viene votato un bilancio supplementare, e
alla fine dell'anno i conti sono sistemati mediante un bilancio di
liquidazione.
Il bilancio di un anno è basato sulla spesa totale dell'anno
precedente, quindi in ogni anno avviene una deviazione di circa il 50 per cento
sulla somma nominale, ed il bilancio annuo alla fine di un decennio è
triplicato. Grazie a simile procedura, tollerata dai Gentili negligenti, le
loro riserve sono state prosciugate. Quindi, quando giunse il periodo dei
prestiti, questo periodo vuotò le banche statali, portandole sull'orlo del
fallimento.
Potete facilmente comprendere, che un'amministrazione delle
finanze di questo genere, che abbiamo indotto i Gentili a seguire, non può
essere adottato dal nostro governo. Ogni prestito dimostra la debolezza del
governo e la sua incapacità a comprendere i suoi diritti. Ogni prestito, come
la spada di Damocle, pende sulla testa dei governanti, che invece di prelevare
certe somme direttamente dalla nazione per mezzo di una tassazione temporanea,
vanno dai nostri banchieri col cappello in mano.
I prestiti all'estero sono come sanguisughe che non si
possono distaccare dal corpo del governo, finché non cascano da sé, o finché il
governo non riesce a sbarazzarsene. Ma i governi dei Gentili non desiderano di
togliersi di dosso queste sanguisughe; al contrario ne aumentano il numero, ed
è perciò che il loro Stato è destinato a morire dissanguato e per colpa loro.
Perché, cosa è un prestito all'estero se non un sanguisugo? Un prestito è una
emissione di carta governativa che implica l'impegno di pagare un interesse
ammontante ad una certa percentuale della somma totale di denaro preso in
prestito. Se un prestito è al cinque per cento, in venti anni il governo avrà
inutilmente pagato una somma equivalente a quella del prestito per coprirne la
percentuale. In 40 anni avrà pagato due volte ed in 60 anni tre volte la somma
iniziale, ma il prestito resterà sempre un debito non pagato.
Da questo calcolo è evidente che simili prestiti, dato
l'attuale sistema di tassazione (1901), toglieranno fino l'ultimo centesimo al
povero contribuente per pagare gl'interessi ai capitalisti stranieri, dai quali
lo Stato ha preso in prestito il denaro invece di raccogliere dalla nazione,
per mezzo di tasse, la somma necessaria libera di interessi.
Fin tanto che i prestiti erano interni, i Gentili non
facevano che trasferire il denaro dalle tasche dei poveri in quelle dei ricchi;
ma da quando riuscimmo, corrompendo chi di ragione, a far sostituire prestiti
all'estero a quelli all'interno, tutte le ricchezze degli Stati affluirono
nelle nostre casseforti, e tutti i Gentili principiarono a pagarci ciò che si
può chiamare tributo.
A causa della loro trascuratezza nella scienza del governo,
o a causa della corruzione dei loro ministri, o della loro ignoranza in fatto
di finanza, i sovrani Gentili hanno reso i loro paesi debitori delle nostre
banche ad un punto tale, che non potranno mai redimere le loro ipoteche. Dovete
comprendere quante fatiche e quante pene abbiamo sopportato per riuscire a
produrre un simile stato di affari.
i protocolli dei savi anziani di Sion
Nel nostro governo avremo grande cura che non succeda una
congestione di danaro e quindi non avremo prestiti di Stato, eccezione fatta di
buoni del Tesoro all'uno per cento, per impedire che il pagamento della
percentuale esponga il paese ad essere succhiato dalle mignatte.
Il diritto di emettere obbligazioni sarà concesso
esclusivamente alle ditte commerciali, le quali non avranno alcuna difficoltà a
pagare le percentuali con i loro profitti, perché prendono in prestito il
denaro per imprese commerciali. Ma il governo non può trarre profitto da denaro
preso in prestito, perché si rende debitore unicamente per spendere ciò che si
è fatto imprestare. Il nostro governo compererà anche azioni commerciali,
diventando così un creditore invece di esser come ora un debitore e pagatore di
tributi. Questa misura metterà fine all'indolenza e alla negligenza, che ci
furono utili fintanto che i Gentili furono indipendenti, ma sarebbero dannose
al nostro governo. La vacuità del cervello puramente animale dei Gentili è
dimostrata dal fatto, che quando prendevano denaro ad imprestito da noi con
interessi essi non riuscirono a capire, che ogni somma così ottenuta avrebbero
dovuto in ultima analisi farla uscir fuori dalle risorse del loro paese,
insieme coi relativi interessi. Sarebbe stato assai più semplice di prelevare
senz'altro tale danaro dal popolo, senza doverne pagare gli interessi ad altri.
Questo dimostra il nostro genio ed il fatto che il nostro è il popolo eletto da
Dio. Siamo riusciti a presentare ai Gentili il problema dei prestiti sotto una
buona luce così favorevole, che essi hanno persino creduto di ricavarne
profitto.
I nostri conti presuntivi, che produrremo al momento
opportuno, che sono stati elaborati coll'esperienza dei secoli, e che
ponderavamo mentre i Gentili governavano, differiscono da quelli di costoro per
la loro straordinaria lucidità, dimostreranno quanto siano benefici i nostri
piani. Questi metteranno fine ad abusi come quelli per mezzo dei quali siamo
diventati i padroni dei Gentili e che non possono essere permessi nel nostro
regno. Il nostro bilancio governativo sarà sistemato in modo tale che nessuno,
dal regnante in persona all'impiegato più insignificante, potrà stornarne la
più piccola somma e servirsene per qualsiasi altro uso diverso da quello
primieramente prestabilito, senza essere scoperto. È impossibile governare con
successo senza un piano definitivamente prestabilito. Persino i cavalieri e gli
eroi muoiono, quando prendono una strada senza sapere dove conduca e quando
partono per un viaggio senza essere bene equipaggiati. I sovrani dei Gentili,
che furono, anche col nostro aiuto, indotti a trascurare l'adempimento dei loro
doveri governativi per mezzo di rappresentazioni, divertimenti, pompe ed altri
svaghi, non furono altro che dei paraventi per nascondere i nostri intrighi.
Le relazioni dei nostri seguaci, che venivano mandati a
rappresentare il Governo nei suoi doveri pubblici, furono compilate dai nostri
agenti. In ogni occasione queste relazioni riuscirono gradite alle menti poco
accorte dei Sovrani, perché erano sempre accompagnate dai vari suggerimenti per
future economie. Essi avrebbero potuto domandarsi come fosse possibile far
economie mettendo nuove tasse; ma essi non chiesero nulla.
Voi sapete in quali condizioni di caos finanziario si sono
ridotti per colpa loro, con la loro negligenza. Essi hanno finito per fallire
malgrado le ardue fatiche dei loro sudditi.
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo XXI
Aggiungerò ora qualche parola a ciò che vi dissi alla nostra
ultima assemblea, e vi farò una spiegazione dettagliata dei prestiti
all'interno. Ma non discuterò ulteriormente i prestiti all'estero, perché essi
hanno riempito i nostri forzieri di denaro tolto ai Gentili ed anche perché il
nostro governo universale non avrà vicini esteri dai quali esso possa prendere a
prestito. Ci siamo serviti della corruzione degli amministratori e della
negligenza dei sovrani Gentili per raddoppiare e triplicare il denaro
imprestato da noi ai loro governi e del quale in realtà non abbisognavano. Chi
potrebbe fare altrettanto a noi? Quindi mi occuperò soltanto dei prestiti
all'interno.
Quando il governo annunzia un prestito di questo genere,
apre una sottoscrizione per i certificati relativi. Questi, perché siano alla
portata di tutte le borse, saranno di tagli piccolissimi. I primi
sottoscrittori possono comprare sotto alla pari. Il giorno seguente il prezzo
dei titoli viene alzato, per dare l'impressione che tutti desiderano comprarli.
Nel corso di pochi giorni le casseforti dell'erario sono
colme con tutto denaro che è stato sottoscritto in più. (Perché continuare ad
accettare denaro per un prestito già soverchiamente sottoscritto?). La
sottoscrizione ha evidentemente sorpassato di molto la somma richiesta; in
questo consiste tutto il risultato; evidentemente il pubblico ha fiducia nel
governo.
Ma quando la commedia è finita, rimane il fatto che vi è un
grosso debito, e che per pagarne gli interessi il governo deve ricorrere ad un
nuovo prestito, il quale alla sua volta non annulla il debito dello Stato; ma
anzi lo aumenta. Quando la capacità governativa di prendere in prestito è
esaurita, gli interessi dei nuovi prestiti debbono essere pagati con nuove
tasse; le quali non sono altro che nuovi debiti contratti per coprirne altri.
Allora viene il periodo di conversione dei prestiti; ma
dette conversioni non fanno che diminuire la quantità dell'interesse da pagare,
senza cancellare il debito. Inoltre si possono fare solamente col consenso dei
creditori. I Governi quando danno l'avviso di queste conversioni, accordano ai
creditori il diritto di accettarle, o di essere rimborsati dei loro denari se
non desiderano di accettarle; ma se ognuno reclamasse il proprio denaro, i
Governi sarebbero presi nella propria rete e non potrebbero rimborsare tutto il
denaro. Fortunatamente i sudditi dei governi Gentili non si intendono molto di
finanza, ed hanno sempre preferito di subire un ribasso nel valore dei loro
titoli ed una diminuzione di interessi, piuttosto che rischiare un nuovo
investimento. Così hanno spesse volte dato la possibilità ai loro governi di
sbarazzarsi di un debito, che probabilmente ammontava a parecchi milioni.
I Gentili non oserebbero fare una cosa simile con i prestiti
all'estero, ben sapendo che in tal caso noi tutti richiederemo il rimborso del
nostro denaro. Con un'azione simile il governo dichiarerebbe apertamente il suo
fallimento, e ciò dimostrerebbe chiaramente al popolo che i suoi interessi non
hanno nulla di comune con quelli del suo governo. Desidero di fermare la vostra
attenzione in modo speciale su quanto ho detto, ed anche sul seguente fatto,
che attualmente tutti i prestiti all'interno sono consolidati dai cosidetti
prestiti temporanei; vale a dire, da debiti a breve scadenza, formati dal
denaro depositato nelle Banche dello Stato e nelle Casse di Risparmio. Questo
denaro, essendo a disposizione del Governo per un periodo di tempo
considerevole, serve a pagare gli interessi dei prestiti all'estero, ed il
Governo deposita nelle Banche, invece di esso, dei titoli di Stato, i quali
coprono tutti i deficit nelle casseforti statali dei Gentili.
Quando il nostro sovrano sarà sul suo trono mondiale, tutte
queste scaltre operazioni finanziarie svaniranno. Distruggeremo il mercato dei
valori pubblici, perché non permetteremo che il nostro prestigio sia scosso dal
rialzo e ribasso dei nostri titoli, il cui valore sarà stabilito per legge alla
pari, senza possibilità alcuna di qualsiasi variazione di prezzo. Il rialzo
origina il ribasso, ed è per mezzo dei rialzi che abbiamo cominciato a
discreditare i titoli pubblici dei Gentili.
Alle Borse sostituiremo enormi organizzazioni governative,
che avranno il dovere di tassare le imprese commerciali in quel modo che il
governo crederà opportuno. Queste istituzioni saranno in grado di gettare sul
mercato milioni e milioni di azioni commerciali, o di comperarle in un sol
giorno. Quindi tutte le imprese commerciali dipenderanno da noi, e vi potete
immaginare quale forza sarà la nostra.
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo XXII
Con tutto quello che ho detto sino ad ora, ho cercato di
farvi un quadro dal vero del mistero degli avvenimenti attuali nonché dei
passati, i quali scorrono tutti nel fiume del destino, e se ne vedranno le
conseguenze nel futuro prossimo. Vi ho mostrato i nostri piani segreti, per
mezzo dei quali agiamo sui Gentili, nonché la nostra politica finanziaria: devo
aggiungere ancora solo poche parole. Nelle nostre mani è concentrata la più
grande potenza del momento attuale, vale a dire la potenza dell'oro. In due
soli giorni possiamo estrarre qualsiasi somma dai depositi segreti dei nostri
tesori. È ancora necessario per noi di provare che il nostro regno è voluto da
Dio? È possibile che, possedendo così vaste ricchezze, non riusciamo a
dimostrare che tutto l'oro da noi ammassato in tanti secoli, non aiuterà la
nostra vera causa per il bene, cioè per il ripristinamento dell'ordine sotto il
nostro regime? Forse bisognerà ricorrere in certa misura alla violenza; ma tale
ordine sarà certamente ristabilito. Dimostreremo di essere i benefattori che
hanno restituito la libertà e la pace al mondo torturato. Offriremo al mondo
questa possibilità di pace e di libertà, ma certamente ad una condizione sola,
e cioè che il mondo aderisca strettamente alle nostre leggi. Inoltre faremo
chiaramente comprendere a tutti, che la libertà non consiste nella
dissolutezza, né nel diritto di fare ciò che si vuole. Dimostreremo pure che né
la posizione, né il potere, dànno ad un uomo il diritto di propugnare principi
perniciosi, come ad esempio la libertà di religione, l'uguaglianza, o idee
simili. Renderemo inoltre ben chiaro, che la libertà individuale non dà il
diritto a chicchessia di eccitarsi o di eccitare altri facendo dei discorsi
ridicoli alle masse turbolenti. Insegneremo al mondo che la vera libertà
consiste unicamente nell'inviolabilità di persona, di domicilio e di proprietà
per chiunque aderisce onestamente a tutte le leggi della vita sociale.
Insegneremo che la posizione di un uomo sarà in relazione al concetto che egli
ha dei diritti altrui, e che la sua dignità personale deve vietargli
fantasticherie circa sé stesso.
La nostra potenza sarà gloriosa, perché sarà immensa e
regnerà e guiderà e certamente non darà ascolto ai caporioni popolari, o a
qualunque altro oratore vociferante parole insensate alle quali si attribuisce
l'altosonante titolo di "principii elevati", mentre non sono altro
che utopie. La nostra potenza sarà l'organizzatrice dell'ordine in cui consiste
la felicità dei popoli. Il prestigio di questa potenza sarà tale, che avrà
l'adorazione mistica, nonché la soggezione di tutte le nazioni. Una potenza
vera non si piega ad alcun diritto, neanche a quello di Dio. Nessuno oserà
avvicinarsi ad essa allo scopo di toglierle sia pure un briciolo della sua
forza.
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo XXIII
Perché il popolo si abitui all'ubbidienza, deve essere
educato alla modestia e alla moderazione; quindi diminuiremo la produzione
degli oggetti di lusso. Con questi mezzi introdurremo per forza la moralità,
che ora viene corrotta dalla continua rivalità nel campo del lusso.
Patrocineremo le industrie casalinghe, per danneggiare le fabbriche private. La
necessità di tali riforme è anche nel fatto che i padroni di grandi fabbriche
private spesse volte incitano, forse anche inconsciamente, i loro operai contro
il governo.
La popolazione impiegata nelle industrie locali non conosce
il significato delle parole: "senzalavoro" ; e questo fa sì che essa
è attaccata al regime esistente e la invoglia ad appoggiare il governo. La
disoccupazione è il più grande pericolo per il Governo; essa avrà servito al
nostro scopo appena, per mezzo suo, saremo giunti al potere.
L'ubriachezza sarà pure proibita e considerata un delitto
contro l'umanità e come tale punita, perché sotto l'influenza dell'alcool
l'uomo somiglia alla bestia.
Le nazioni si sottomettono ciecamente soltanto ad una
potenza forte che sia totalmente indipendente da esse e nelle cui mani esse
vedano scintillare una spada che serva come arma di difesa contro tutte le
insurrezioni sociali. Perché dovrebbero desiderare che il loro sovrano abbia
l'anima di un angelo? Anzi, esse devono vedere in lui la personificazione della
forza e della potenza. Deve sorgere un regnante che sostituisca i governi
esistenti, viventi sopra una folla che abbiamo demoralizzato colle fiamme della
anarchia. Questo regnante dovrà anzitutto spegnere queste fiamme, che senza
tregua sprizzano da ogni lato. Per raggiungere questo scopo, egli dovrà distruggere
tutte le società che possono dar origine a queste fiamme, anche a costo di
versare il suo proprio sangue. Egli dovrà costituire un esercito bene
organizzato, che lotterà energicamente contro l'infezione anarchica che può
avvelenare il corpo del governo.
Il nostro Sovrano sarà prescelto da Dio e consacrato
dall'alto allo scopo di distruggere tutte le idee influenzate dall'istinto e
non dalla ragione, da principi brutali e non dall'umanità. Al momento attuale
questi concetti prevalgono con grande successo, e le conseguenze sono i furti e
la violenza compiuti sotto lo stendardo del diritto e della libertà. Queste
idee hanno distrutto tutte le organizzazioni sociali, conducendo così al regno
del Re di Israele. Ma la loro azione nefasta sarà finita appena il regno del
nostro Sovrano comincerà. Allora le spazzeremo via tutte, perché sulla strada
del nostro Sovrano non possa esservi del fango. Allora potremo dire alla
nazione: "Pregate Iddio e prosternatevi a Colui che porta il segno della
predestinazione del mondo, di Cui Iddio in persona ha guidato la stella
affinché nessuno fuorché Lui potesse liberare l'umanità da ogni peccato".
I protocolli dei savi anziani di Sion - Protocollo XXIV
Ora parlerò del mezzo di cui ci serviremo per rafforzare la
dinastia del Re Davide, affinché essa possa durare fino al giorno del giudizio
finale. Il nostro modo di render sicura la dinastia consisterà, in massima,
nell'applicazione dei medesimi principii che hanno posto il maneggio degli
affari del mondo nelle mani dei nostri savi; cioè la direzione e l'educazione
dell'intera razza umana. Diversi membri del seme di David prepareranno i Re ed
i loro Successori, i quali saranno eletti non per diritto ereditario, ma per la
loro capacità individuale. Questi successori saranno iniziati ai nostri misteri
segreti politici ed ai nostri piani di governo avendo massima cura perché
nessun altro possa averne conoscenza. Queste misure saranno necessarie perché
tutti sappiano che sono degni di regnare solamente gli iniziati ai misteri
dell'alta politica. Solo a tali uomini sarà insegnata l'applicazione pratica
dei nostri piani, servendosi dell'esperienza di molti secoli. Saranno iniziati
alle conclusioni dedotte dalle osservazioni sul nostro sistema politico ed
economico, nonché a tutte le scienze sociali. Insomma, apprenderanno il vero
spirito delle leggi che sono state stabilite dalla natura stessa per governare
l'umanità.
I successori diretti del Sovrano saranno scartati, se
durante la loro educazione daranno prova di essere frivoli o di cuore mite,
oppure qualora mostrino qualche altra tendenza che potrebbe essere deleteria al
loro potere, che potrebbe renderli incapaci di governare, o anche essere
pericolosa al prestigio della corona.
Solamente agli uomini capaci di governare con fermezza,
benché forse con crudeltà, saranno affidate le redini del governo dai nostri
anziani. In caso di malattia, o di perdita di energia, il nostro Sovrano sarà
costretto a cedere le redini del governo a quelli della sua famiglia che
avranno dimostrato di essere più capaci di lui. I progetti immediati del Re, e
tanto più quelli per il futuro, non saranno conosciuti neanche dai suoi più
intimi Consiglieri. Solamente il nostro Sovrano ed i Tre che lo avranno
iniziato, conosceranno il futuro. Nella persona del Sovrano, che regnerà con
una volontà incrollabile, controllando sé stesso come l'umanità, il popolo
vedrà - per così dire - il destino personificato e le sue vie umane. Nessuno
conoscerà i fini dei Sovrano quando emetterà i suoi ordini, quindi nessuno
oserà ostacolare il suo misterioso cammino.
S'intende che il Sovrano dovrà essere capace di eseguire i
nostri piani. Quindi non salirà al trono fino a che la sua intelligenza non sia
stata accertata dai nostri savi. Perché tutti i sudditi amino e venerino il
loro Sovrano, egli dovrà spesso parlare in pubblico. Questo farà armonizzare le
due potenze, vale a dire, quella della popolazione e quella del regnante, che
abbiamo scisso nei paesi gentili, facendo sì che si temessero vicendevolmente
questo noi facemmo perché queste due potenze, una volta scisse, cadessero sotto
la nostra influenza. Il Re di Israele non deve essere sotto l'influenza delle
sue passioni e specialmente di quelle dei sensi. Egli non deve permettere agli
istinti animali di avere il sopravvento sullo spirito. La sensualità, più di
qualunque altra passione, distrugge sicuramente tutte le forze mentali e di
preveggenza; essa distrae il pensiero degli uomini verso il lato peggiore della
natura umana. Il Sostegno dell'Universo nella persona del Regnante Mondiale,
germogliato dal Seme Santo di Davide, deve rinunciare a tutte le passioni
personali per il bene del suo popolo. Il nostro Sovrano deve essere
irreprensibile.
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