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domenica 8 novembre 2015

La popolazione è sempre più ignorante, ed i media sempre più bugiardi

I media continuano a decantare il “grande successo di Expo” con una spudoratezza senza eguali. I numeri dicono che è stato un flop (e uno spreco) clamoroso, pur di riempire i padiglioni hanno portato in gita studenti e anziani, che nel migliore dei casi pagavano metà prezzo. Ma per i nostri politici ed i nostri media “è stato un successo”, e siccome la maggioranza della gente NON si informa, ma prende per buona la PROPAGANDA (niente a che vedere con l’informazione) dei mass media, finisce che la maggioranza delle persone ci credono.
Dopotutto cosa aspettarci da un paese che nella classifica di “Reporter Sans Frontieres” figura, unico paese tra i “grandi”, al 73° posto, insieme alle repubbliche caucasiche e sudamericane?Ci sono molte nazioni del terzo mondo dove c’è più libertà di stampa che da noi.
Immagine da Reporter Sans Frontieres - https://index.rsf.org/#!/
I media da sempre evitano di affrontare questioni scomode, occultano alcune notizie/informazioni, influenzano e orientano l’opinione pubblica. Ma se fino a qualche anno fa “edulcoravano” la realtà, la “modificavano”, la “miglioravano”; facevano in modo che un “grande insuccesso” fosse percepito come un “piccolo insuccesso“, oppure al contrario una piccola vittoria diventava una grande vittoria.
Ora si sono spinti molto più in la. Ormai l’informazione è totalmente scollegata dalla realtà, che un grande insuccesso diventa un grande successo. E questo modo di fare viene applicato a tutte le notizie.
E così, se un miliziano dell’ISIS combatte contro il governo di Assad, come voluto dagli americani, diventa miracolosamente un “ribelle moderato“.
Le nazioni che non si allineano e non si genuflettono alla volontà degli Stati Uniti e dei loro alleati divengono “stati canaglia” da combattere, dei “pericoli per la democrazia“. Basta pensare a Saddam e Gheddafi, che al contrario di quanto pensano coloro che si sono lasciati imbeccare dai media, pur essendo certamente dei dittatori dal potere assoluto, hanno governato meglio, e hanno fatto per la loro popolazione, molto più di quanto abbiano fatto altri despoti che invece sono nelle grazie dei potenti.
Secondo USA ed Europa, il governo ungherese di Victor Orban è un “pericolo per la democrazia“, mentre ad un paese come l’Arabia Saudita, l’ONU ha affidato il ruolo di garante dei diritti dell’Uomo. Un paese dove la pena di morte, mediante esecuzione pubblica, è largamente usata anche per reati assurdi. Si legge sulla scheda Wikipedia:
La pena di morte in Arabia Saudita, in ossequio ad un’interpretazione rigida della Sharia, è prevista per vari reati, tra i quali: omicidio, stupro, rapina a mano armata, traffico di droga, stregoneria, adulterio, sodomia, omosessualità, rapina su autostrada, sabotaggio e apostasia (ovvero rinuncia della religione Islamica – fu il caso, ad esempio, di Sadeq Mallallah).
Sono previsti tre metodi di esecuzione, ovvero l’impiccagione, la lapidazione e la decapitazione
Certamente il governo Orban non ha dato bella mostra di sè, in più occasioni, per esempio quando recentemente ha respinto a manganellate i migranti siriani stipati alla frontiera ungherese. Fatti che hanno avuto, ovviamente, grande risonanza anche sui media. Ma certamente non è per questo che Orban è finito nel mirino. Se non avesse cacciato il Fondo Monetario e rifiutato i diktat di Troika e BCE, delle manganellate ai migranti non si sarebbe preoccupato nessuno, così come nessuno si preoccupa o va a fare luce su quanto avviene in altri confini europei molto interessati dal fenomeno migratorio, come Ceuta e Melilla.
E’ brutto da dirsi, ma rispetto a qualche decennio fa, la società è peggiorata moltissimo. Sono peggiorate le persone, e di conseguenza le relazioni umane, dai rapporti familiari e di coppia, fino alle relazioni di amicizia e con gli sconosciuti.
C’è meno educazione, meno serietà, meno rispetto. Per gli altri, e anche per se stessi. Il materialismo ha raggiunto livelli siderali, patologici, e per soldi la gente è sempre più disposta a tutto. A eludere la legge, a fare del male agli altri, a fare del male a se stessi.
Siamo sempre più individualisti e concentrati su noi stessi, e del resto del mondo ce ne frega sempre meno.
Però c’è da evidenziare che mentre la “massa” è peggiorata, c’è stato un significativo aumento anche delle persone che hanno acquisito una certa consapevolezza circa le manipolazioni mediatiche ed il fatto che siamo governati da lobbies e gruppi paramassonici. Persone che sanno bene che i media mentono,e che giudicano le cose pensando con la propria testa, e non con quella del conduttore televisivo o del politico di turno. Persone che hanno una coscienza, che non si preoccupano solo del proprio orticello, ma della società a 360° e che a differenza della categoria precedente, capace di interessarsi ad una ingiustizia solo se questa lo riguarda in prima persona, si oppongono, anche solo moralmente, a tutte le ingiustizie, e desiderano un mondo migliore.
Ricordo negli anni 1990 il grande dibattito che anticipò l’intervento americano in Iraq. Prima di arrivare all’intervento militare, pianificato da anni e anni dal pentagono, dovettero fare un’opera di propaganda non indifferente, per spianare la strada alla guerra, per giustificarla.
All’epoca era impensabile un intervento improvviso, come quello che c’è stato in Libia, dove anche l’esercito italiano ha contribuito alle operazioni sganciando oltre 600 bombe sul territorio libico, in piena violazione della Costituzione, oltre che della volontà popolare contraria alle guerra. Ma in quei giorni non sembrava nemmeno che ci fosse una guerra, a poche centinaia di km dalle nostre coste.
I media parlavano di “alcuni raid mirati“, la verità è emersa solo a posteriori. E nessuno aveva capito bene che ci fosse un ampio intervento militare in corso, visto che i media non hanno voluto dare questa percezione.
In passato molte nazioni europee, tra cui Germania e Francia, si schieravano apertamente contro gli interventi militari americani, si attivavano a livello diplomatico per cercare di scongiurarlo, e per quanto possa sembrare inutile, poiché gli USA hanno sempre fatto ciò che volevano senza conseguenze di nessun tipo, la situazione era molto diversa, rispetto a quella di oggi, dove l’Europa è un blocco granitico schierato a fianco degli USA, anche a costo di rimetterci, come nel caso delle sanzioni alla Russia.
Come siamo arrivati a questo? Grazie all’accentramento dei poteri a Bruxelles, che ormai decide su molte questioni al posto dei governi nazionali. Ed in Europa il potere non è gestito dal Parlamento, come credono erroneamente i cittadini. Se vi sembra strano, informatevi: il potere è detenuto dalla Commissione Europea, non eletta dai cittadini, ma da gruppi come il Bilderberg e la Trilaterale, i cui uomini finiscono inevitabilmente nei principali posti di comando, nelle nazioni di provenienza ed in Europa.
Mentre i sentimenti contrari alle politiche americane sono cresciuti, in Europa, i governi europei sono filoamericani come non mai. Pronti a seguire washington fino alla terza guerra mondiale. Incapaci di muovere le benché minima critica alle politiche americane.
Che dietro a ISIS ci sia la longa manus dei servizi segreti occidentali, lo sanno tutti. Davvero credete che i nostri politici ed i giornalisti italiani non lo sappiano? Maddai…
La percezione è quella che il potere degli Stati Uniti in Europa sia aumentato. E formalmente è così. In realtà però, è più corretto dire chele stesse lobbies che hanno progressivamente assunto il controllo degli USA, alcune decine di anni fa, ora hanno esteso il loro dominio anche all’Europa.
I governi europei, sia a livello UE che di singole nazioni, nonché i principali partiti dei paesi europei, ed infine i mass media, sono controllati da uomini che rispondono ai medesimi poteri forti: Gruppo Bilderberg, Commissione Trilaterale, CFR, Aspen Institute e di una galassia di piccole associazioni, fondazioni, sempre riconducibili ai medesimi poteri, che fungono da “trait d’union” tra gli interessi delle più potenti lobbies e multinazionali ed il mondo della politica. Loro ordinano, i politici eseguono. Ed in cambio ottengono carriera e onori, mentre porsi contro questi poteri significherebbe essere estromessi, essere “linciati” mediaticamente e talvolta anche peggio. Oltre alle organizzazioni sopracitate, i principali ruoli di comando vengono assegnati anche a molti uomini provenienti dalle “big bank” americane, le grandi banche che hanno un giro d’affarisuperiore al PIL di intere nazioni europee: Goldman Sachs, Morgan Stanley, Citigroup, JP Morgan e poche altre potentissime banche, capaci di orientare e manipolare i famosi “mercati finanziari” in base alle loro esigenze. Dalla loro hanno anche le “agenzie di rating”, che spesso non sono “trasparenti” e “imparziali” come dovrebbero essere.
Il mondo ormai è finito nelle mani di pochissime famiglie, che controllano i governi di USA, Europa e alleati. Dall’altra parte della barricata c’è solo Putin e la Cina, o almeno, apparentemente è così.Personalmente non sono così sicuro che Putin sia fuori dai giochi del Nuovo Ordine Mondiale. Ne ho parlato alcuni mesi fa, in questo articolo.
Se Putin fosse veramente contro il Nuovo Ordine Mondiale, perché non dice la verità sul sistema monetario, che nel 99% delle nazioni del mondo è gestito da banchieri privati, tutti riconducibili a poche famiglie?Perché non ha rivelato al mondo la realtà sugli attentati alle Torri Gemelle, probabilmente sull’allunaggio e su molte altre questioni?

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