Roma, 7 novembre 2015 — Domenica scorsa, il quotidianoRepubblica ha pubblicato un articolo di Eugenio Scalfari, uno dei più celebri giornalisti del paese, in cui questi sosteneva che Papa Francesco gli aveva detto che «alla fine di percorsi più o meno lungi, tutti i divorziati che avrebbero chiesto di ricevere la Comunione l’avrebbero ottenuta. I cattolici erano sbalorditi». Così scrive Damian Thompson, firma di prestigio del settimanale inglese Spectator, a proposito del caos in cui è immersa la chiesa causato, a suo giudizio, dal Pontefice in persona.
Lo Spectator, alla guerra del “Papa contro la Chiesa” ha dedicato la copertina dell’ultimo numero. “Lunedì, il portavoce del Papa, padre Federico Lombardi, ha detto che la ricostruzione di Scalfari era “in alcun modo affidabile” e “non può essere considerata il pensiero del Papa”». Il problema è che «questa è la quarta volta che il Papa ha scelto di concedere un’intervista a un uomo che si basa sulla sua memoria di novantenne. Nel loro ultimo incontro, secondo Scalfari il Papa avrebbe detto che il due per cento dei preti cattolici è pedofilo, inclusi vescovi e cardinali. Allora, i cattolici avevano concesso a Francesco il beneficio del dubbio, ora molti di loro dicono: lasciando perdere Scalfari, come si può avere fiducia in quel che dice il Papa?». Un vescovo di Roma che, scrive Thompson, appare a molti «fuori controllo».
Out of Control
«Nessun Pontefice a memoria d’uomo – osserva – ha lasciato spazio alla paura che ora sta avvolgendo la Chiesa: che il magistero conferito a Pietro da Gesù non è sicuro nelle sue mani». Milioni di cattolici guardano a Bergoglio come a un uomo che vive la carica che riveste «con leggerezza». «Ma chiunque lavori in Vaticano vi dirà che non è così. Francesco esercita il potere con una sicurezza di sé degna di san Giovanni Paolo II, il Papa polacco la cui guerra santa contro il comunismo si concluse con il crollo del blocco sovietico. Ma è qui che finiscono le somiglianze. Giovanni Paolo non ha mai nascosto la natura della sua missione. Era deciso a chiarire e consolidare gli insegnamenti della Chiesa. Francesco, al contrario, vuole muoversi verso una chiesa più compassionevole, meno legata alle regole. Ma si rifiuta di dire fino a che punto è disposto ad andare. A volte sembra un automobilista che guida a tutta velocità senza una mappa o uno specchietto retrovisore. E quando si impantana, come accaduto al Sinodo di ottobre sulla famiglia, si mette a colpire il cofano con un bastone».
Ma un Papa «non può comportarsi in questo modo senza cambiare la natura stessa della Chiesa. Forse è ciò che Francesco intendeva fare, ma questo lo si può solo immaginare, visto che deve ancora articolare un programma coerente di cambiamento e non è chiaro se è intellettualmente attrezzato per farlo. I cattolici fedeli credono che l’ufficio di Pietro sopravviverà a prescindere da chi lo detiene. Gesù l’ha promesso. Ma dopo il caos dell’ultimo mese, la loro fede è messa alla prova fino al punto di rottura. Jorge Bergoglio sembra rivelarsi l’uomo che ha ereditato il papato e l’ha distrutto».
Fonte: ilfoglio.it
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