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venerdì 23 gennaio 2015

Ad Aleppo, l’Occidente cerca un escamotage per salvare le sue orde del terrore dall’accerchiamento

Tony Cartalucci - L’Esercito Arabo Siriano starebbe per circondare completamente i militanti che ancora occupano la città settentrionale di Aleppo da quando la invasero da territorio NATO nel 2012. Una volta che l’accerchiamento sarà completato, gli analisti credono che la città sarà liberata, similmente a quanto successe con la liberazione di Homs più a sud.
La disperazione dei militanti di fronte a questa fase finale della battaglia per Aleppo è evidente nei tentativi dei loro sponsor occidentali di mediare un cessate il fuoco e organizzare “aiuti”. Tentativi simili erano stati fatti invano verso la fine della battaglia per Homs, a metà 2014, ora sotto il controllo del governo siriano. Piccole sacche di militanti furono isolate nella città, permettendo di ristabilire l’ordine nella gran parte di essa e della regione circostante.
Mentre il governo siriano riguadagna sistematicamente controllo di una nazione sovvertita da terroristi appoggiati dall’Occidente e accompagnati da un torrente apparentemente inesauribile di soldi, armi ed equipaggiamento, la disperazione di questi interessi occidentali è visibilmente aumentata.
Il Guardian, maggiore propagandista nella distorsione del conflitto da quando questo cominciò nel 2011, sta ora provando a forgiare una narrativa chiamando in causa la sicurezza globale, affermando che i “ribelli moderati” potranno tenere Aleppo e respingere le forze dell’ISIS solo se la NATO stabilirà il divieto di sorvolo sopra la città. In un resoconto dal titolo “I ribelli siriano si preparano a difendere le rovine di Aleppo mentre l’esercito e le milizie si avvicinano”, il Guardian afferma:
“Fino ad ora le conquiste del regime sono state combattute duramente, la maggioranza delle incursioni sono state respinte dai ribelli e dai locali, entrambi ancora indeboliti dalle perdite di uomini nella guerra contro l’ISIS. Nel frattempo l’ISIS si è appostato 20 miglia lontano e deride il Fronte Islamico con una stazione radio che ha installato e che trasmette regolarmente slogan islamici che insultano i membri del gruppo.
Nino herido en aleppo
‘Sono state perdite strategiche per noi’, dice il comandante di Aleppo riguardo alle conquiste dell’ISIS. ‘Eppure gli americani dubitano del nostro impegno nel combatterlo? Quando sono tornati in Siria, noi pensavamo che il meno che potessero fare fosse di impedire il volo all’aviazione di Assad. Invece questa ha bombardato la città più di prima che gli americani arrivassero. Naturalmente noi crediamo che siano d’accordo con il regime. E’ ovvio.'”
Ovviamente la realtà è che gli USA hanno meramente usato l’ISIS come pretesto per violare lo spazio aereo siriano, con l’intenzione poi di stabilire se possibile aree con divieto di sorvolo, a lungo pianificate, per bloccare l’aviazione siriana. Proprio come in Libia, il divieto di sorvolo non farebbe che consegnare il resto della Siria all’ISIS e agli altri affiliati di Al Qaeda, che chiaramente costituiscono le maggiori forze impegnati nella lotta al governo siriano, e che chiaramente sono i beneficiari della gran parte del supporto fornito dalla NATO e dai loro partner regionali, come Arabia Saudita, Qatar e Israele.
La battaglia per Zahraa, una delle poche enclavi sciite della Siria settentrionale, sta venendo combattuta da Jabhat al-Nusra, allineata con al-Qaeda, e con la quale il Fronte Islamico ha un’intesa ma non un’alleanza formale. Dopo aver a malapena resistito durante l’anno scorso, al-Nusra ha recentemente conquistato vaste porzioni di territorio vicino al confine turco, riaffermando la sua influenza alle spese dei gruppi non jihadisti. La dinamica, in rapida evoluzione, sta costringendo a un nuovo confronto con il Fronte Islamico, il quale afferma di aver atteso inutilmente l’aiuto promesso dagli stati arabi ma mai consegnato. Si dovrebbe notare che, mentre il Guardian afferma che i militanti circondati ad Aleppo siano in lotta con l’ISIS, lo stesso resoconto ammette che tali militanti si coordinano con Al Nusra, elencata dal Dipartimento di Stato USA tra le organizzazioni terroristiche straniere.
Ammette il Guardian:
“Queste stesse forze dell’ISIS che sarebbero in lotta con i ‘ribelli moderati’ hanno visto migliaia di cosiddetti ‘moderati’ disertare e passare dalla loro parte, portando con loro grandi somme di denaro occidentale e armi. Il fatto che Al Qaeda, sia Al Nusra che l’ISIS, paiano prosperare lungo il confine turco indica che il supporto della NATO non sta andando affatto ai ‘ribelli moderati’, ma invece intenzionalmente ad Al Qaeda, o a gruppi moderati che la NATO sa lavorare con Al Qaeda o in procinto di unirvisi.”
Tramite una minaccia da esso stesso creata, che si è perpetuata fino ad oggi e che prospera lungo i confini della NATO, si rifugia in territorio NATO e ne riceve forniture ininterrotte con assoluta impunità, l’Occidente cerca di estorcere al mondo, con la paura della diffusione dell’ISIS, un maggiore intervento militare che comprenda divieti di sorvolo e forse politiche più energiche, come il ritaglio di “porti sicuri” dai quali l’ISIS possa organizzare operazioni militari più vaste ed efficaci all’interno della Siria.
Come denunciato nel 2007 sul New Yorker dal giornalista veterano Seymour Hersh, due volte vincitore del premio Pulitzer, l’Occidente ha cospirato per rafforzare e scatenare intenzionalmente mercenari terroristi affiliati ad Al Qaeda attraverso il mondo arabo, per combattere una guerra per procura contro l’Iran e il suo crescente arco di influenza. Il supporto statunitense doveva passare per l’Arabia Saudita, affinché gli USA apparissero estranei e per favorire la compartimentalizzazione. Ciò che sta accadendo in Siria oggi è chiaramente la manifestazione testuale del meticoloso rapporto di 9 pagine di Hersh.
Per scompigliare questa cospirazione criminale la Siria e i suoi alleati devono assicurarsi che il conflitto in corso venga denunciato come un’invasione terrorista, non come una “guerra civile”, e che ogni strategia formulata per combattere questa piaga terrorista includa il governo siriano, evidentemente la forza più capace di contenere Al Qaeda nel Levante fin dal 2011. Perciò, più aiuti l’Occidente e i suoi alleati regionali forniscono a questo fronte terrorista, maggiore supporto ha la Siria sul teatro globale per combatterlo, mettendo la politica estera occidentale all’angolo e permettendo ai siriani di riportare finalmente l’ordine nella loro nazione assediata.
Fonte: Journal-neo
Traduzione: Anacronista

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