CHI DETIENE LA SOVRANITA' IN EUROPA?
sintesi dell'intervento di Marco Mori
al Forum di Assisi del 20-24 agosto 2014
Premessa: quale dovrebbe essere la situazione italiana se fosse rispettata la legalità costituzionale.
1. Partiamo con il rammentare a chi spetterebbe detenere la sovranità in base alla nostra Costituzione:
2. Esaminiamo ora il concetto di limitazione di sovranità:
3. Compresa la differenza tra cessione e limitazione di sovranità ed appurato il limite assoluto dei principi fondamentali della Carta, occorre esaminare gli ulteriori due requisiti necessari affinché una limitazione di sovranità possa considerarsi legittima. Si deve quindi esaminare cosa s’intenda con “condizioni di parità”.
4. Infine, ultimo requisito da esaminare è il vincolo di scopo della limitazione della sovranità. Ovvero si può limitare una sovranità nel momento in cui lo si fa per aderire ad un organismo che promuova la pace e la giustizia tra le nazioni. Non ogni sovranità è dunque limitabile, e ciò emerge anche dalla piana lettura dei verbali della costituente, laddove la proposta di comprimere qualsiasi sovranità fu addirittura bocciata espressamente.
Fatta questa doverosa premessa esaminiamo, per sommi capi, quali siano le conseguenze sulla sovranità nazionale patite in seguito all’introduzione dei vincoli esterni imposti dall’UE.
1. In ambito monetario abbiamo pacificamente una cessione integrale di sovranità compiuta in favore di un organismo che sfugge a qualsivoglia controllo democratico, la BCE. In particolare i trattati UE prevedono che sia la banca centrale europea a decidere la politica monetaria ed ad emettere moneta (esclusivamente in favore delle banche commerciali) senza neppur poter prendere consiglio dalle nazioni e addirittura dagli altri organi dell'Unione Europea. La nostra banca centrale inoltre non è prestatrice di ultima istanza, ed anzi non può concedere qualsivoglia tipo di agevolazione creditizia agli Stati.
2. L’Italia ha pertanto ceduto, e non solo limitato, la propria sovranità monetaria, dovendo così ricorrere ai mercati per soddisfare ogni sua esigenza di cassa, con conseguente impossibilità di alzare la base monetaria e di essere quindi padrona del proprio destino occupazionale. Senza moneta non è possibile fare politica economica: davvero non male per una Repubblica fondata sul lavoro.
E' chiaro infatti che la piena occupazione si può ottenere unicamente tramite politiche monetarie atte ad incrementare l’inflazione necessaria ad assorbire la disoccupazione secondo l’unanimemente riconosciuto principio della c.d. "curva di Phillips". Se invece si taglia anche in fase di recessione, si finisce per distruggere la domanda interna, aprendo la strada agli scenari deflattivi a cui stiamo assistendo.
3. L’Italia ha altresì rinunciato alla propria sovranità in materia di politiche economiche (ancora una volta si deve parlare di cessione e non di limitazione) per fini assolutamente diversi da quelli di ottenere la pace e la giustizia tra le nazioni. Anzi le politiche economiche imposte dai trattati UE e dai regolamenti (a partire dal poco noto 1466) stanno finendo con l’incrementare l’odio tra le nazioni.
4. La disoccupazione, la deflazione dei salari e la progressiva disattivazione delle garanzie costituzionali minime previste nella nostra carta avvengono perché lo Stato è obbligato, per rispettare i parametri imposti dall’UE, a tagliare ogni uscita ed ad aumentare le tasse, sottraendo così ricchezza all’economia reale e deprimendo la domanda interna.
5. In particolare l’Europa ha prima imposto un vincolo massimo di indebitamento annuo rispetto al PIL (3%) prevedendo programmi di sorveglianza da parte della commissione idonei a sanzionare gli Stati inadempienti. Poi, nonostante che tale tetto avesse creato recessione in molti paesi, ha via via aumentato detti vincoli arrivando ad imporre una riduzione effettiva del debito fino al 60% del P.I.L. ed il pareggio in bilancio per ogni nazione. Con il “two pack” si è completato il PSC (Piano di Stabilità e Crescita) che impone la riduzione del debito in vent’anni proprio entro il parametro del 60% del P.I.L. Si badi bene che tali vincoli esistono anche laddove una nazione avrebbe modo di fare deficit maggiori, in quanto i mercati assorbirebbero le relative emissioni obbligazionarie.
6. Ovviamente, non avendo la possibilità di emettere moneta, l’unico modo per ridurre il debito pubblico è matematicamente quello di saccheggiare i risparmi nazionali, vendere ogni bene pubblico, oppure impoverire le nazioni vicine (esattamente come ha fatto la Germania fino ad oggi). Non vi sono altri sistemi. Tali saccheggi riguardano sia il patrimonio pubblico che quello privato e portano all’inevitabile smantellamento dei diritti inviolabili dell’uomo, che diventano secondari rispetto alle regole economiche imposte. Ogni cosa diviene privata e passa nelle mani di chi emette la moneta.
7. Un sistema così concepito annulla la sovranità popolare e si propone unicamente lo scopo manifesto di smantellare lo Stato, che così soccombe difronte alla logica del liberismo assoluto (oppure ordoliberismo come ama chiamarlo Luciano Barra Caracciolo, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato ed altro membro fondamentale di "Riscossa Italiana").
8. Trattasi di una forma di libero mercato assai anomala, come evidente laddove si considera che chi può approvvigionarsi di moneta direttamente da BCE al tasso ufficiale di sconto (dunque a tassi bassissimi e irraggiungibili sia per gli Stati che per qualsiasi altro privato non facente parte del circuito bancario) certamente non compete in pari condizioni con ogni altro soggetto privato, ma anzi diventa un vero e proprio monopolista.
9. Dunque la sovranità non si è spostata ad organi sovranazionali democratici, ma addirittura, in gran parte, è letteralmente evaporata ed è sostituita da altro tipo di sovranità, quella dettata dal monopolio del potere economico. Ovvero la sovranità basata sulla legge del più forte, che oggi pende in favore di chi ha la proprietà della moneta al momento della sua creazione.
Ecco chi detiene la sovranità in Europa. |
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