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lunedì 25 agosto 2014

Gaia Chon, quando l'arte ha mille facce




Raccontare il personaggio di Gaia Chon è un po' come risolvere il cubo di Rubik: operazione lunga, complessa, col rischio di dover ricominciare da capo con la convinzione di non averci capito nulla. Poi, quando finalmente le nove facce sono tutte al loro posto, si ha la sensazione che ogni parte del cubo racconti un lato diverso di questa attrice italiana di origini cinesi per via di un nonno che non ha mai conosciutoHa 32 anni, vive a Bologna dopo aver girovagato per lo Stivale tra Rimini, Roma, Trieste e via discorrendo. Ogni città l’ha segnata. In fin dei conti, il traguardo è sempre stato un punto di ri-partenza. E Bologna che oggi fa parte del suo presente, potrebbe essere che di qui a poco tempo si trasformi in passato. Ma questa, a voler ben vedere, è la sua normalità. I viaggi, che siano reali o virtuali, fanno parte della sua persona. come descriverla? Attrice, fotomodella, blogger.

Più semplicemente artista sui generis, capace di prendere un pezzo di teatro, disintegrarlo e poi ricostruirlo a proprio piacimento. Oppure raccontare un'esperienza reale come se fosse la fantasia di una notte di mezza estate. Gaia Chon è davvero tutto e niente, ma qui la letteratura non centra. Da dove partire? Forse dalla sua adolescenza, dai primi set come fotomodella a 15 anni, da recitazione studiata con passione fin dall'anno successivo. Salire su un palco e rappresentare qualcun altro con le sue emozioni è diventato un fil rouge che non l'ha più abbandonata. Sperimentare, come detto, è quasi un obbligo per il suo animo sensibile e curioso, al tempo stesso delicato e insicuro. Sentimento che, di tanto in tanto, affiorano ancora oggi. La malinconia la accompagna alternandosi alla felicità. Due poli che continuano a battagliare nella sua persona. Gaia cresce in una Bologna così fortemente impegnata - socialmente e culturalmente - che alla lunga influenza il suo desiderio di crescere umanamente e artisticamente

D'altronde, per una città che ha saputo stregare un genio come Lucio Dalla, basta aprire lo sguardo e l'immensità ti entra dentro nel giro di qualche secondo. Certo, non è da tutti. In fin dei conti l’arte sta anche negli angoli più nascosti del mondo, bisogna semplicemente avere la forza e la volontà di andarsela sempre a ricercare. E lei così ha fatto. A quel punto, ecco che la sua vita inizia a deviare dalla presunta normalità. "Le amiche andavano in vacanza a Riccione, e io nel caldo di teatri di periferia, a studiare, provare, faticare: ma anche a conoscermi e sperimentarmi". Inizia la sua vita su un palco, si cimenta nel teatro di prosa e in quello di ricerca, dal teatro-danza agli spettacoli per bambini nelle scuole elementari. Inizia a notarla anche la tv: per alcuni anni è lei l’inviata della trasmissione web e Sky “Castzine”, dove intervista artisti emergenti e realtà poco conosciute in giro per tutta Italia. Bussa anche alle porte del cinema, "ma ho scoperto che in Italia non siamo pronti a valorizzare un’artista mista come me: non andavo bene per i ruoli da italiana, ma quando gli agenti mi mandavano ai provini per personaggi stranieri mi sentivo dire che non ho nulla di cinese". Una doccia fredda.

La sua carriera sembra essere al capolinea. Addio teatro, Gaia si butta nella presentazione di eventi e rassegne culturali, prestandosi per ricerche fotografiche. almeno lì, problemi di etnie non ce ne sono. Un incidente stradale e un video che conquista Youtube la riportano sulla "retta" via. La popolarità va di pari passo al successo che ottengono le sue performance con registi e attori. "Ho scritto a quattro mani un reading sull’anzianità nel mondo gay che è stato presentato a Bologna in un convegno pre-gay pride. Mi interesso di discipline naturali tra cui lo yoga di cui sono anche insegnante ed ho realizzato performance a metà strada tra lo yoga e la danza. Amo il teatro come forma di espressione e tengo gruppi di teatroterapia, essendo prima di tutto una testimonial di come l’arte possa aiutare a liberare blocchi interiori".

E poi la sua vita, d'improvviso, prende ancora un'altra strada. Anzi, ne aggiunge una alle precedenti. Il nome è quello di un blog: timangioamore. Uno dei più visitati d'Italia. Uno dei più fuori dal comune e fuori dagli schemi. Ma lo scandalo vero sta tutto nella scrittura. "Ho da sempre amato scrivere, per anni ho tenuto diari segreti e a scuola mi ripromettevo di scrivere romanzi, ma per pigrizia mi sono sempre limitata a racconti erotici da far leggere per lo più alle amiche per farle divertire". Già, perchè gli argomenti sono spesso piccanti. Un blog che è un racconto di se stessa, della sua vita, delle sue emozioni e delle sue fantasie, unite al piacere dell'altro. "Il blog nasce da una riflessione personale: da quanto le relazioni attuali siano spesso situazioni in cui si divora l’altro, con passione, curiosità, entusiasmo... e rapidamente si sputa, come qualcosa che ci ha saziato ma non nutrito. Non abbiamo tempo nè voglia per nutrirci, oggi il mondo è veloce: dobbiamo correre in questa jungla che è il precariato, la crisi, essere egoisti...". Il blog diventa una sorta di oasi che corre parallela alla realtà. 

Scrivere è uno sfogo, spesso una liberazione, sempre e comunque un divertimento. Un diario on line aperto al mondo intero. Già questo, basta e avanza per stuzzicare l'universo maschile. "Spesso dal blog emerge il mio lato più ombroso, perchè è nei momenti di tristezza o passione che mi viene voglia di scrivere, quando la carica emotiva è tale che sento il bisogno di esternarla come un vulcano che esplode. Non ho pretese e non voglio emulare le tante scrittrici erotiche, ma è innegabile che i post più letti sono quelli a tinte forti: nel blog ho parlato di anoressia, di violenze domestiche, di padri assenti, ma su quelli nessuno ha mai commentato. Quello che mi chiedo è se davvero le persone siano insensibili o se forse il sesso non sia un grande anestetizzante...".

Già, perchè il blog non è solo erotismo, ma uno spaccato sull'Italia intera. Un modo per riflettere su quello che significa, oggi, essere uomini e donne. Essere amanti, innamorati, delusi e sognatori. In un blog ci sta un lato dell'Italia che spesso viene trascurato. Gaia Chon ha avuto il coraggio di portarlo a galla, in prima persona. E una città come Bologna, probabilmente, ha favorito tutto questo. La scrittura è arte, e il contesto è quello adatto. "L’anno scorso mi è arrivata un’attenzione mediatica improvvisa, che non ha portato però ad un reale cambio lavorativo o a progetti concreti. Mi ha portato i contro della celebrità ma non i pro, quindi mi capitava di essere fermata per la strada ma io continuavo con la solita vita, i progetti indipendenti, il teatro di ricerca dove devi essere attrice-regista-pr... Così quando un uomo mi ha corteggiata non ho pensato che, mentre io mostravo sincera le mie fragilità e debolezze di donna vera, lui voleva “il personaggio”, la “web celebrities” di cui vantarsi con gli amici, che mi criticavano ma sbirciavano tutto di me".

Ed è questa sfaccettatura che il blog racconta. O, meglio, da cui nasce e si sviluppa. Una morbosità tutta italiana del farsi i fatti altrui per parlarne con gli amici. "Alle prime difficoltà di una normale coppia questa persona si è fatta di nebbia. Così, tra la rabbia e la tristezza..ho deciso di aprire un blog, cosa che volevo fare da tempo". Un blog che spezza la relazione, spalanca a battute velenose e luoghi comuni. Ma Gaia Chon non molla. Timangioamore continua ancora oggi ad essere aggiornato. E' parte di lei, lo si capisce dall'attenzione e dalla cura con cui ne parla. E' una sua creatura. "La verità è che scrivendo ho acquisito forza e consapevolezza, ed ho raccolto molti incoraggiamenti da parte di donne che come me si erano sentite divorate dalle relazioni e da uomini bugiardi, ma ho avuto molti feedback da ragazzi, desiderosi di condividere il loro mondo erotico più di quanto avrei immaginato".
fonte http://www.italianosveglia.com/gaia_chon_quando_larte_ha_mille_facce-b-72789.html

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