premio

In classifica

sabato 16 agosto 2014

Tratta di donne a scopo di sfruttamento sessuale


I Clienti Italiani delle "Ragazze di Benin City"

Godo .. pensando ai tanti "bastardi" che mi dicevano "ti amo", e poi mi pagavano per 5 minuti di sesso magari accontentandosi di accarezzare i miei capezzoli .. (Maris)

Come associazione riceviamo molte richieste di "aiuto" .. ma gran parte non sono richieste di aiuto ricevute dalle ragazze nigeriane vittime di tratta, ma sono richieste che ci arrivano dai loro "clienti, amici, amanti" italiani. Cinica, si sono cinica .. Non ci interessano le richieste di aiuto di italiani fatte a nome di ipotetiche "ragazze nigeriane" che poi non vogliono farsi aiutare. Italiano che vai a "puttane", che pretendi da una ragazza che stai pagando per 5 minuti di sesso ??

La nostra esperienza.
La tratta di esseri umani è una grave violazione dei diritti fondamentali della persona, in "primis" il diritto alla libertà e all'autodeterminazione. È un fenomeno sociale molto mutevole, che, nella forma dello sfruttamento sessuale, si è reso visibile nelle nostre città a metà degli anni ‘90. Cambiano le rotte e le modalità di ingresso in Italia, ma non cambia la sua essenza.

La tratta di esseri umani è una forma moderna di schiavitù. Le sue vittime sono principalmente donne e minori, ma anche uomini, provenienti da paesi che vivono una situazione politica, economica e sociale caratterizzata da crisi e instabilità. I trafficanti usano mezzi quali l’inganno, la violenza, le minacce, il rapimento, la frode, l’abuso di potere o di una posizione di vulnerabilità per reclutare queste persone nei paesi di origine al fine di  trasportarle, trasferirle e sottoporle allo sfruttamento sessuale o lavorativo e all'accattonaggio.

Il fenomeno della tratta di donne a scopo sessuale a Udine ha visto per prime coinvolte ragazze nigeriane e albanesi, le prime assoggettate da connazionali e costrette,attraverso ritiwoodoo, minacce e violenze alle famiglie di origine, al pagamento di debiti molto elevati, le seconde costrette alla prostituzione da bande di connazionali che le sottoponevano a ogni genere di violenze.

Dal 2000 circa sulle strade di Udine, ma anche su buona parte del territorio provinciale, la visibilità della prostituzione si è molto ridotta e il fenomeno, a seguito di pressanti controlli da parte delle Forze dell’Ordine, si è spostato al chiuso, negli appartamenti e nei locali, vedendo coinvolte ragazze dell’Europa dell’est, donne latino-americane e cinesi.

L'invisibilità del fenomeno ha reso sempre più difficile l’azione degli operatori e aumentato la solitudine delle donne che,essendo spostate da un luogo all'altro nel giro di poche settimane, non hanno possibilità di venire a conoscenza dei progetti attivi sul territorio e sono maggiormente vulnerabili di fronte alle violenze degli sfruttatori e dei clienti, come dimostrato da ricerche e progetti rivolti alla prostituzione "indoor" realizzati in più parti d’Italia.

Le ragazze vittime di tratta si possono "salvare".
Le ragazze, seppur con leggi che non condividiamo perché troppo restrittive, si possono "salvare". Sarebbero molte di più con leggi "diverse", con leggi che guardano più all'essere umano che è vittima e non allo status di clandestinità in cui si trovano queste ragazze. Queste donne sono "vittime" e vanno "protette" mentre l'attuale legge nazionale (Bossi-Fini) guarda a queste donne come semplici "clandestine".

Il Friuli, come regione autonoma, su questo tema si è dotata di una legge che va incontro alla nostre esigenze. Una legge che mette in "rete" tutte le associazioni che si occupano di queste tematiche e che aiutano le donne vittime di tratta a fini di sfruttamento sessuale (L. 228/2003 misure contro la tratta di persone).

A livello nazionale le ragazze vittime di tratta e di sfruttamento si possono avvalere dell'articolo 18(Legge N.189 30 luglio 2002 Bossi-Fini), permesso di soggiorno a fini di giustizia, a nostro avviso ampiamente insufficiente per coprire tutte le casistiche, ma comunque uno strumento da "utilizzare".

Progetti attivi.
I progetti si pongono come obiettivi l’individuazione, l’orientamento, la tutela e la successiva integrazione sociale delle persone vittime dei reati di riduzione in schiavitù e tratta (articoli 600 e 601 del Codice Penale, tratta di persone e sfruttamento) attraverso la realizzazione di progetti individualizzati di accoglienza e assistenza o rimpatri assistiti nella prima fase e di programmi di assistenza ed integrazione sociale nella seconda. Alle vittime vengono garantiti ascolto, orientamento, assistenza legale, accoglienza protetta, accompagnamenti di varia natura (accesso ai servizi socio-sanitari, pratiche burocratiche e di segretariato sociale, orientamento ai corsi di alfabetizzazione e formazione professionale, ricerca lavorativa e alloggiativa, ecc..)
(Maris)
https://www.facebook.com/notes/709226355816392/

Nessun commento:

Posta un commento