Piaccia o meno, George Soros è indiscutibilmente una delle personalità più influenti dei nostri giorni. Il magnate ungherese naturalizzato americano, che con un patrimonio personale di24,9 miliardi di dollari risulta essere tra le trenta persone più ricche del pianeta, divenne famoso in Italia durante il cosiddetto “mercoledì nero” del 16 settembre 1992, quando la lira italiana e la sterlina inglese furono costrette ad uscire dalSistema Monetario Europeo (SME) a seguito di una speculazione finanziaria da lui condotta attraverso il fondoQuantum: operazione che lo stesso Soros non ha mai rinnegato e di cui non si è mai pentito. Quel giorno lo “squalo” della finanza vendette lire allo scoperto comprando dollari, e ciò costrinse la Banca d’Italia a vendere 48 miliardi di dollari di riserve per sostenere il cambio, portando a una svalutazione della nostra moneta del 30%.
Come dichiarò all’Huffington Post nel 2013, “gli speculatori fanno il loro lavoro, non hanno colpe. Queste semmai competono ai legislatori che permettono che le speculazioni avvengano. Gli speculatori sono solo i messaggeri di cattive notizie”. L’ex presidente del Consiglio Bettino Craxi raccontò, in una rara intervista, ciò che successe in quei giorni: “Il finanziere squalo Soros fece una colossale speculazione sulla lira, guadagnando non so quale cifra colossale. Dopo questa sua impresa, a riconoscimento, ebbe la laurea ad honoris causa dell’Università di Bologna. Grandi intrighi, grandi avventure, alle quali sono portati grandi gruppi finanziari”. Laurea che Soros ricevette nel 1995 su spinta di chi? Del professor Romano Prodi, amico personale del milionario americano e futuro leader dell’Ulivo. La seconda grande speculazione degli anni ’90 su una valuta di cui si rese protagonista fu quella del 1997, dove la sua azione causò il deprezzamento delle monete malesi e thailandesi, dando il via alla crisi asiatica finanziaria che coinvolse anche Indonesia e Corea del Sud.
Il suo impareggiabile fiuto per le speculazioni e per gli affari, tuttavia, non si è affatto affievolito nel corso degli anni e ciò ha permesso a lui e alla sua compagine di trarre profitto da tutti i recenti grandi avvenimenti, a cominciare dalla Brexit. Come gli analisti David Galland e Stephen McBride hanno evidenziato in un articolo pubblicato su Garret/Galland Research, Soros, “Soros ha recentemente rimosso e rivenduto 264 milioni di partecipazioni da Barrick Gold, il cui valore in azioni è aumentato del 14% dopo la Brexit. Nel 2007 ha piazzato un numero di aste tendenti al ribasso nel settore immobiliare degli Stati Uniti, traendo così un profitto di oltre un miliardo di dollari”.
Negli ultimi anni, tuttavia, il magnate ha preferito dedicare gran parte del proprio tempo alle innumerevoli attività “filantropiche” portate avanti attraverso la “Open Society Foundations”, organizzazione da lui fondata nel 1993 e lasciando altresì al figlio Robert Daniel Soros la presidenza del “Soros Fund Management”. Dopo essere diventato uno degli uomini più ricchi del pianeta, la priorità del magnate è quella di essere una delle personalità più influenti sulla scena politica mondiale, bandiera del pensiero “progressista” e mondialista – è un fedele seguace del filoso Karl Popper e del concetto di “società aperta” – che rifiuta identità, confini e nazioni. Negli ultimi 20 anni George Soros ha finanziato, per mezzo della “Open Society Foundations”, tutte le organizzazioni e associazioni capaci di diffondere i suoi valori e ideali, sia negli Stati Uniti che in Europa. Nessuna “teoria del complotto”, ma tutto documentato nero su bianco grazie al lavoro degli hacker di DC Leaks, i quali lo scorso 13 agosto hanno pubblicato ben 2576 files trafugati dai server dei principali funzionari e partner della Open Society Foundations, rendendo pubbliche le strategie messe in atto dall’organizzazione al fine di influenzare l’esito delle elezioni e l’opinione pubblica.
Tra le ong e associazioni italiane finanziate da Soros vi è il “Centro Studi ed Iniziative Europeo”, la “Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti (COSPE)”, l’”Arcigay”, l’Associazione 21 luglio, l’”Associazione Upre Roma”, la “Fondazione Romani Italia”, e altre Ong attive nel nostro Paese e in tutta Europa come la “Transparency International” e la “United fot Intercultural Action”; i politici italiani a lui più vicini risultano essere inoltre l’europarlamentare Barbara Spinelli, l’ex Ministro Cécile Kyenge e l’ex Segretario della CGIL Sergio Cofferati. L’intromissione di Soros negli affari europei è riconducibile direttamente alla “rivoluzione colorata” ucraina di “Euromaidan”, di cui in questi giorni ricorre il terzo anniversario. In un’intervista del maggio 2014 rilasciata dalla CNN, Soros ammise di essere responsabile della creazione di una fondazione in Ucraina che contribuì alla deposizione dell’allora legittimo leader del governo e alla successiva instaurazione del governo filo-europeo e filo-americano diPoroshenko.
L’obiettivo naturalmente era quello isolare la “tradizionalista” Russia dell’odiato nemicoVladimir Putine di ridurre la sua sfera d’influenza nell’est europa: presidente russo che recentemente il magnate ha definito, in merito al conflitto siriano, “un criminale di guerra”. In Europa la “Open Society Foundations” ha un ruolo da assoluta protagonista nell’attuale emergenza migratoria. Oltre a finanziare molte associazioni impegnate nell’accoglienza dei rifugiati, Soros è anche uno degli artefici del piano Merkel; piano che è stato redatto dall’ “European Stability Initiative”, il cui presidente,Gerald Knaus, è un socio in affari di Soros.
In molti, per questo motivo, lo accusano di contribuire a destabilizzare l’Europa attraverso l’arrivo di orde di migranti solo per far fronte ai propri interessi. “Ho deciso di destinare 500 milioni per investimenti che rispondano alle esigenze di migranti, rifugiati e comunità ospitanti”, ha annunciato il milionario ottantaseienne dalle pagine del Wall Street Journallo scorso 20 settembre – “voglio investire in start-up, aziende già create, iniziative sociali e attività fondate dagli stessi migranti e rifugiati. Verranno presi in considerazione buoni progetti di investimenti che potranno favorire migranti in tutto il mondo”.
Negli Stati Uniti, oltre ad aver finanziato la campagna elettorale di Hillary Clinton con 8 milioni di dollari, sono innumerevoli le ong di area “progressista” sponsorizzate dalla Open Society Foundations al fine di accrescere il potere politico e l’influenza di George Soros nel Paese, tra cui vale la pena citare l’associazione umanitaria “Human Rights Watch”, “Media Matters for America” di David Brock e, non ultime, “MoveOn.Org” e “USAction”, ong responsabili delle manifestazioni anti-Trump svoltesi in tutte le principali città degli Stati Uniti. Lo speculatore farà di tutto pur di mettere i bastoni tra le ruote al neo-presidente repubblicano e alla sua politica isolazionista e di distensione con la Russia. Per l’agenda mondialista” di George Soros e del suo impero, un asse Trump-Putin sarebbe infatti una bruttissima notizia o rappresenterebbe, quantomeno, un pessimo affare. Il magnate eserciterà tutto il suo potere e la sua influenza per impedire a Trump di fare fede alle sue promesse sull’immigrazione clandestina, così come in Europa contrasterà – e lo sta già facendo – tutte le forze politiche che si dichiarano contrarie all’accoglienza indiscriminata e selvaggia.
“I vantaggi dettati dall’immigrazione superano di gran lunga i costi dell’integrazione – ha detto in una recente intervista riportata dalla Cnbc – i migranti economici possono migliorare la produttività, generare crescita e aumentare la capacità di assorbimento del paese beneficiario”.
fonte http://www.occhidellaguerra.it/18512-2/
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