15 ottobre – Basta che i trucchi di Mario Draghi facciano cilecca perché la cosiddetta “comunità di destino” cominci a sgretolarsi. Lo scrive l’agenzia Eir osservando che il governo francese ha dichiarato il Patto di stabilità morto e sepolto il 1° ottobre, e il programma di acquisti della BCE potrebbe non partire mai a causa dell’opposizione crescente non solo a Berlino, ma persino a Parigi.
La nuova Commissione Europea si scredita prima di nascere mentre il partito anti-UE UKIP stravince la prima elezione per un seggio parlamentare in Gran Bretagna. Persino il settimanale Der Spiegel ha ammonito, in un articolo di Henrik Mueller (5 ottobre), che “il prossimo grande crac è solo questione di tempo”.
Stigmatizzando la politica dei salvataggi delle banche, il settimanale tedesco ha scritto che “non è stato imparato niente dalla crisi finanziaria; il debito dell’economia mondiale è cresciuto costantemente”. Il debito aggregato pubblico/privato era 107 mila miliardi di dollari nel 2008, e da allora è aumentato a 150 mila miliardi, circa due volte e mezzo il PIL mondiale, scrive Der Spiegel. La prossima crisi globale “sarà più grave dell’ultima”.
Un altro avvertimento – prosegue l’Eir – è giunto dal presidente dell’Associazione delle Casse di Risparmio tedesche, Georg Fahrenschon, che ha dato una conferenza stampa l’11 ottobre a Washington. “Quarantun anni dalla fine del sistema di Bretton Woods e dall’introduzione dei tassi di cambio fluttuanti, dobbiamo giungere alla conclusione che le regole del sistema monetario mondiale non sono coerenti”, ha affermato. Fahrenschon si è detto particolarmente preoccupato dello sganciamento dell’economia finanziaria da quella reale. Tutto ciò punta nella direzione dellosgretolamento dell’Eurozona. Il processo in corso è quello identificato su questa newsletter all’indomani della crisi ucraina: l’establishment industriale tedesco costringerà la Germania ad una svolta dettata dagli interessi a lungo termine del paese, in conflitto esistenziale con la traiettoria dell’UE.
fonte (OPI)
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