Il problema è gigantesco e, al tempo stesso, molto semplice. Milioni di uomini, donne e bambini vogliono fuggire dall’Africa subsahariana, dalla Libia, dalla Siria e da altri Paesi del Sud straziati dalla miseria e dalla guerra. La loro meta, o la loro illusione, è di raggiungere la Germania e le nazioni scandinave, luoghi che, spesso sbagliando, vengono ritenuti ricchi e disposti ad accogliere altra immigrazione. Ma il primo traguardo di questi disperati è l’Italia. E penso sia inutile spiegare il perché. Siamo un pontile che si estende nel Mediterraneo e dunque rappresentiamo un approdo naturale per chi parte dalle coste libiche.
È da parecchi anni che l’Italia funziona da prima tappa di un lungo cammino di tanti disperati.
Ce li ricordiamo tutti i tempi di Laura Boldrini, funzionaria dell’Onu per i rifugiati, che da Lampedusa ci incitava ad accettare tutti gli sbarchi. La si vedeva quasi ogni sera nei telegiornali: una giovane donna bella, spigliata, aggressiva e grande affabulatrice. Come una maestra severa, ci ammoniva a non essere egoisti e inospitali.
Lo dico con rispetto e senza ironia, ma credo che la signora si sia guadagnata allora la presidenza della Camera dei deputati. Era l’unica carta che poteva mettere sul tavolo, poiché non aveva nessuna competenza istituzionale o politica. A spingerla è stato quel mago illusionista di Nichi Vendola, che in questo modo ha conquistato per la sua protetta lo scranno più alto di Montecitorio.
Dopo la signora Boldrini, è arrivato a Lampedusa anche Papa Bergoglio. Doveva essere l’inizio d’autunno del 2013, forse il 3 ottobre, e c’era appena stata una tragedia in mare. Più di trecento migranti, stipati su un’imbarcazione malmessa, carne da macello per quei venditori di schiavi che sono gli scafisti, erano annegati. Papa Francesco fece quello che fanno i pontefici: pregò, parlò con la solita schiettezza, gettò in acqua una corona di fiori e ripartì. Si offerse di ospitare qualche profugo nei palazzi vaticani? Mistero.
Dobbiamo rimproverare Bergoglio per questo? Non mi passa neppure per l’anticamera del cervello. Da che mondo è mondo, i pontefici sono liberi di fare quello che vogliono, anche quando sbagliano. Sta di fatto che la presenza del Papa a Lampedusa, mostrata a tutto il pianeta da un’infinità di televisioni, risultò un involontario spot a favore dell’accoglienza italiana. Recitava: migranti, venite pure da noi perché nessuno vi respingerà.
Venerdì sera ho sentito al telegiornale di Sky un intelligente collega tedesco che lavora in Italia da corrispondente. Ha usato una parola che mi ha colpito: la presenza del Papa a Lampedusa è stata «il magnete» che ha attirato in casa nostra un numero crescente di disperati pronti a tutto per arrivare in Europa. Attraverso l’ingresso più facile e generoso.
Sta di fatto che il 18 ottobre 2013 il governo italiano ha varato l’Operazione Mare Nostrum. Affidata alla Marina militare, ha salvato molte vite umane che, altrimenti, sarebbero finite in pasto ai pesci. Dobbiamo rammaricarci per questo? No, sarebbe una follia. Come sempre, i nostri marinai, dai comandanti all’ultimo dei loro uomini, sono stati esemplari. E continuano a esserlo.
Ma come era inevitabile che accadesse, anche questo intervento eccellente ha avuto e ha una conseguenza negativa. Infatti la certezza di essere portati in salvo, curati da una prima assistenza sanitaria, accuditi e condotti a terra, ha moltiplicato il numero dei migranti. Soprattutto delle donne e dei bambini.
Certi numeri vanno presi con le pinze. Ma sembra certo che nei primi tre mesi di questo 2014 siano arrivati sulle coste siciliane almeno trentamila disperati, con un incremento pazzesco rispetto allo stesso trimestre del 2013. E molti altri sembrano pronti a partire. L’arrivo dell’estate moltiplicherà gli sbarchi. I funzionari che si occupano di emigrazione, e di riflesso il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ci hanno avvisati che in Libia aspettano di partire per l’Italia almeno 600 mila migranti. Lo faranno? Certamente, se non si provvede a scoraggiarli. Forse no, se il governo deciderà di attuare alcune misure.
L’opinione del Bestiario, per quel che conta, è che le misure minime siano almeno quattro. La prima è di sospendere subito Mare Nostrum, per un periodo di tempo limitato, ma definito in modo chiaro e senza ripensamenti. La seconda, la più dolorosa e insieme la più necessaria, è di respingere gli sbarchi, non in mare aperto, ma alla partenza. Ossia vicino alle coste libiche, ci sia o no l’accordo con la Libia, dove per altro non esiste un governo e al posto dei partiti politici ci sono dei clan o delle tribù che si combattono. Se qualche potere libico si mette di mezzo, bisogna aprire subito una vertenza all’Onu e sostenerla con la decisione necessaria. L’Onu manda dappertutto i suoi famosi caschi blu. E non si capisce perché non debba spedirli vicino alle coste libiche.
La terza misura è di costringere l’Europa ad accollarsi una parte decisiva delle spese che l’Italia affronta per soccorrere i migranti. Il pattugliamento costa nove milioni di euro al mese. Ma Caterina Maniaci, un’eccellente collega di Libero, ha documentato che esistono altri costi mensili per circa quattro milioni. La quarta misura è infliggere pene esemplari ai pochi scafisti arrestati. Vanno processati subito, condannati in modo pesante, rinchiusi nelle carceri dove vige il regime del 41 bis e dunque trattati come mafiosi sanguinari. Oggi che fine fanno? Stanno in galera o sono già liberi? Nessuno ce lo dice con chiarezza.
Riuscirà la politica italiana a prendere le misure qui suggerite o altre di analogo peso? Se devo essere sincero, temo di no. I partiti non mi sembrano all’altezza del compito. Il colossale problema dell’immigrazione clandestina, un reato che sbagliando è stato cancellato, è del tutto assente dal dibattito tra quel che resta del nostro sistema partitico. La Casta è rimasta prigioniera di uno schematismo coperto da ragnatele. Quello che dice: se respingi gli sbarchi sei di destra, uno sporco leghista alla Matteo Salvini. Se invece ritieni che l’Italia debba accettare chiunque, sei un buon samaritano di sinistra, nonché fedele seguace di Papa Bergoglio.
Nel frattempo i centri di accoglienza scoppiano. I migranti fuggono e spariscono, cercando di raggiungere l’Italia del nord con tutti gli espedienti possibili. Ne hanno già visti alla Stazione centrale di Milano mentre chiedevano l’elemosina, in attesa di saltare su qualche treno diretto al nord. Le città siciliane sono in allarme. Quella di Pozzallo, in provincia di Ragusa, è stata sommersa dall’invasione di clandestini partiti dalla Libia e si è chiusa come ai tempi dei barbari. Si cercano altri centri disposti a farsi sommergere dalle nuove maree umane in arrivo. Ma non sarà facile scovarli.
Che cosa aspetta la Casta a muoversi? Vuole che Beppe Grillo le dia il colpo di grazia? Oppure attende che ci scappi il morto: un italiano che accoppa un migrante troppo violento o il clandestino che si mette a rubare, a stuprare, a uccidere? Fra poco comincerà il semestre italiano in Europa. Cerchiamo di evitare che inizi con la solita ipocrisia impotente. Di chi è convinto che l’Italia, e i partiti annidati nelle loro comode casematte, se la cavino sempre. Un’illusione pericolosa, perché viviamo tempi feroci. Dove i salvati saranno pochi e i sommersi tanti. (Giampaolo Pansa)
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