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venerdì 16 ottobre 2015

PESTICIDA CANCEROGENO: L’ITALIA È UNO DEI MAGGIORI UTILIZZATORI

Le associazioni ambientaliste chiedono di sospendere l’uso del glifosato

Le associazioni ambientaliste hanno iniziato una battaglia contro il glifosato lanciando il manifesto ‘Stop Glifosato’ per chiedere al Governo e ai Ministeri competenti di applicare il principio di precauzione in nome della tutela della salute pubblica, vietando definitivamente e in maniera permanente la produzione, la commercializzazione e l’uso di tutti i prodotti a base di glifosato.
Lo scorso marzo, spiega Legambiente, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) lo ha classificato come ‘probabile cancerogeno umano’, dichiarando inoltre: ‘esistono prove convincenti in grado di dimostrarne la cancerogenicità negli animali di laboratorio…. Il glifosato, inoltre, causa danno al DNA e ai cromosomi nelle cellule umane…’
Nel nostro paese il glifosato è addirittura incluso nel Piano Agricolo Nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei fitofarmaci. Si crea così una sorta di paradosso perché  l’uso sostenibile dei fitofarmaci promuoverà l’uso sostenibile di un prodotto cancerogeno!
Legambiente spiega che la battaglia non è soltanto italiana: ‘Alcuni rivenditori in Svizzera e in Germania lo hanno rimosso, la Francia si è impegnata a farlo entro il 2018 e gli stati tedeschi chiedono un divieto su scala comunitaria. L’Autorità danese per l’ambiente e il lavoro lo ha dichiarato come cancerogeno mentre paesi come El Salvador e Sri Lanka lo hanno completamente vietato e in Colombia è stata vietata l’irrorazione aerea sulle colture di coca.’
Ecco le associazioni che hanno aderito: Associazione biodinamica italiana – Asso-Consum – Campagna Nazionale in difesa del latte materno dai contaminanti ambientali- Federbio – Forum Italiano dei movimenti per l’acqua – ISDE – Associazione Mediciper l’Ambiente – Legambiente – MDC – Movimento in difesa del cittadino – Navdanya International – Nutrizionisti per l’ambiente
Per aderire al Manifesto Stop Glifosato scrivere acomunicazione@aiab.it
a.po

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