Vladimir Shalak, accademico delle Scienze russo, è progettista di un software che analizza i contenuti di Twitter (Scai4Twi, Content Analysis System for Twitter). Un esercizio per nulla ozioso, anzi molto utile per l’intelligence, come vedremo.
L’accademico Shalak ha studiato 19 mila tweets originali (esclusi i re-tweet) che trattano di rifugiati, ricevuti dagli immigranti.
La maggior parte di questi tweet (hashtag #refugee), indicano la Germania (50%) e l’Austria come i paesi dove gli immigrati sono meglio accolti.
La maggior parte di questi tweet (hashtag #refugee), indicano la Germania (50%) e l’Austria come i paesi dove gli immigrati sono meglio accolti.
E il 93% dei tweet dedicati alla Germania contenevano messaggi entusiastici sulla generosità illimitata dei tedeschi: notizie, in arabo, sui terni che recano sulle fiancate il benvenuto in arabo, tifosi di calcio che negli stati inneggiano “Wilkommen” ai profughi, video di profughi ricevuto con fiori e dolci nelle stazioni, video-spot di immigrati che gridano “Amiamo la Germania!”.
Quanto ai 5704 tweets originali diffusi con l’hashtag #RefugeeWelcome più il nome di un paese, l’analisi mostra una “preferenza” ancora più alta per la Germania.
L’ovvia domanda che si è poi posto l’accademico Shalak è stata: da dove originano questi tweets con hashtag #RefugeeWelcome + Germania? Non di tutti si sono potute identificare le fonti di provenienza, che sono state evidentemente “nascoste” dagli autori. Ma di quelli di cui si è potuto risalire alle fonti, ecco i risultati:
Solo il 6 per cento di questi vengono dalla Germania! Quasi la metà vengono da paesi anglofoni: Regno Unito, Usa, Australia (!), Canada, per non parlare dell’India: sembra che i cittadini del mondo che parlano inglese si siano messi d’accordo per invitare suriani, afghani, negri africani, in casa d’altri. Ed è
difficile immaginare cittadini indiani – o australiani – così caldamente interessati a diffondere tra i profughi medio-orientali l’idea che in Germania saranno accolti a braccia aperte. Ma la cosa si spiega se si sa che l’India è all’avanguardia come fornitrice di servizi telecom-computeristici. Lo scienziato russo ha identificato una vasta operazione condotta per mezzo di “botnet”.
Che sono, nel gergo informatico, “malware o altri software dannosi che trasformano i computer d’altri, ignari utenti, in “robot” che eseguono automaticamente operazioni sul web ad insaputa dei proprietari del computer stesso”. L’accademico ha identificato una vera tempesta di netbot moltiplicatori di messaggi:
il 27 agosto, 40 netbot automatici @changing_news, @changing_news1,…, @changing_news39 simultaneamente diffusi dagli Stati Uniti alle 8.33 del mattino:«A new welcome: Activists launch home placement service for refugees in Germany and Austria #News #Change #Help»
Il primo settembre, lo stesso gruppo di botnet ripete il messagio.
Il 29 agosto, sono 80 i botnet a postare il messaggio
“Migliaia di rifugiati ricevuto a Dresda, migliaia di persone sono scese in strada…”
Il 31 agosto, 50 botnet dall’Australia (creati tutti, si noti, un anno prima: il 14 febbraio 2014, alle 6 del mattino) diffondo la notizia che
“le tifoserie calcistiche tedesche danno il benvenuto ai profughi”..
Il 1 settembre, altri 95 botnet di proprietà di un “Media for Social and Cultural Impact”, con sede a Dallas (Texas) diffonde il messaggio:
«German Soccer Fans Welcome Refugees Amid Ongoing Crisis: As Europe faces the challenge of a wave of migration…»
Inutile dire che l’effetto moltiplicatore provocato dai “robot” ha creato nei disperati dei campi-profughi in Turchia, Libano e Giordania, e addirittura in afghani e pakistani, lo stato d’animo collettivo che ha provocato l’ondata cui stiamo assistendo, incoraggiata ed amplificata poi dalla stupidità dei media e dei nostri politici. Sul fine cui mira simile strategia, ognuno può darsi la risposta. La mia è: ricordiamo che gli Stati Uniti sono dall’11 Settembre, l’Impero del Caos. Come ha spiegato George Friedman fondatore di Stratfor, ad un eletto pubblico delCouncil on Foreign Relations, in Ucraina come in Afghanistan,
“Una volta destabilizzato il paese, il nostro dovere è compiuto”.
Precisamente, Friedman è un docente allo US Amy War College e membro della RAND (un megafono del sistema militare-industriale), un influente insider nei meccanismi di potere americani, e un ebreo nato a Budapest.
Sopra: George Friedman
“Soltanto l’integrazione Germania-Russia può minacciarci, non lo permetteremo (…) La destabilizzazione è il solo scopo delle nostre azioni estere. Non instaurare la democrazia; quando abbiamo destabilizzato un Paese, dobbiamo dirci: «Missione compiuta», e tornare a casa.“La nostra incognita è la Germania. Che cosa farà? Non lo sa nemmeno lei. Gigante economico e nano politico, come sempre nella storia”.
La polizia tedesca tace gli stupri
“Le donne nei campi di prima accoglienza tedeschi sono pagate 10 euro per fare sesso con i rifugiati in cerca d’asilo, che all’80 per cento sono maschi adulti. Le guardie del campo fanno finta di non vedere perché anche loro fanno affari trafficando droga e armi”.
Lo ha scritto Soeren Kern, dirigente di un Gatestone Institute, un think tank preoccupato per i diritti umani il cui presidente è John Bolton, un fanatico neocon che è stato sottosegretario di stato con Bush figlio, ambasciatore all’Onu, diffusore principe della menzogna per cui Saddam aveva le armi di distruzione di massa, fanatico promotore delle guerre e destabilizzazioni, membro della American Enterprise, del PNAC (Project for a New American Century) che auspicò una “Nuova Pearl Harbor” – avvenuta poi l’11 settembre.
Sopra: John Bolton
Il Gatestone tiene una lista degli stupri commessi dagli asilanti, musulmani per lo più, nei centri di raccolta germanici.
Una tredicenne medio-orientale ricoverata con la madre (che aveva già subito violenza nel campo turco) a Detmold, Germania centrale. Un ragazzo di 14 anni, tedesco, stuprato da un arabo in un treno…”.
La polizia nella cittadina – bavarese di Mering ha avvertito i genitori di non lasciar i loro figlio giovani da soli, dopo che l’11 settembre
“un uomo di pelle scura che parlava un tedesco cattivo ha stuprato una sedicenne che tornava a casa dalla stazione ferroviaria, la quale è vicina a un campo di migranti”.
Spiega la Kern del Gatestone: “Decine di altri casi di stupri o tentati stupri restano irrisolti”. La polizia nasconde i fatti all’opinione pubblica “per non legittimare i critici dell’accoglienza ai profughi” e non provocare “una crescita dell’estrema destra xenofoba”. Il che, potrei giurarci, è invece negli auspici di Bolton e dei creatori di tweets da Dallas. Forse perché tutti gli israeliani vogliono che l’Europa diventi come sono loro, razzisti, e che odino tutti i musulmani. Forse semplicemente per disgregare la società tedesca troppo compatta culturalmente, e devastare l’economia, magari provocando scontri di strada, meglio se sanguinosi fra immigranti e neonazi tedeschi (in Ucraina li hanno allevati).
E d’accordo. L’Impero del Caos fa’ il suo lavoro. Non si può dire nemmeno che nasconda i suoi propositi su Germania ed Europa: Friedman di Stratfor avrà tanti difetti, ma non quello di non essere chiaro e diretto.
Ma che lavoro fanno i nostri politici, i nostri tecnocrati a Bruxelles e i nostri media, è un altro discorso. Perché favoriscono il piano. Perché demonizzano e calunniano chi cerca di resistervi?
Ma che lavoro fanno i nostri politici, i nostri tecnocrati a Bruxelles e i nostri media, è un altro discorso. Perché favoriscono il piano. Perché demonizzano e calunniano chi cerca di resistervi?
Sopra: Horst Seehofer e Victor Orban
Perché la resistenza c’è, ed è di livello politico alto. Il 23 settembre scorso, il potente partito democristiano della Baviera, CSU, alleato d ella Merkel, ha invitato con tutti gli onori Victor Orban, il premier ungherese. Il capo della CSU, Csu Horst Seehofer, ha salutato in Orbano il “difensore delle norme europee” e delle frontiere di Schengen. Censura, sull’evento, dei nostri media. Con una eccezione: Il Manifesto, che ha condito lo statista magiaro coi soliti insulti: “vuol reintrodurre la pena di morte”, è “in odore di antisemitismo”, eccetera.
Viene da ripetere la domanda angosciata che Vladimir Putin ha posto a noi occidentali, ai nostri governanti: “Ma comprendete quello che state facendo?”
Fonte: maurizioblondet.it
Immagine in apertura: protesta contro l'accoglienza dei profughi in Germania (fonte)
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