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giovedì 29 ottobre 2015

Ecco come è “nato” ISIS, grazie ad Al Baghdadi, agente della CIA

Isis è apparso nelle nostre vite nel Luglio del 2014, quando il cosiddetto Abu Bakr Al Baghdadi si autoproclamò “califfo” del sedicente Stato Islamico. In quel periodo infatti, quando fece la sua comparsa mediatica, aveva già conquistato, con il silenzio-assenso degli USA, dell’ONU e della comunità internazionale, e coperto dal totale silenzio dei media occidentaliuna buona parte del territorio iracheno e di quello Siriano,  sottraendo territori non solo al governo di Assad, ma anche alle altre formazioni islamiste, rispetto alle quali ISIS è meglio equipaggiato. Tanto che dopo alcuni scontri, molti jihadisti di Al Nusra e dell’FSA sono confluiti nelle fila di ISIS, visto che il califfo riconosce un trattamento migliore ai propri uomini.
In quel periodo Al Baghdadi aveva già messo le mani sull’ingente patrimonio custodito nella Banca Centrale di Mosul, negli altri istituti bancari, su alcuni giacimenti di petrolio in Iraq e di gas in Siria, e sulle armi che gli USA avevano lasciato in dote al governo fantoccio iracheno.
Ovviamente l’avventura dell’ISIS, pur senza questa denominazione, era iniziata molto prima. Procediamo per gradi.
Gli USA per creare le condizioni per creare ISIS si sono premurati di abbattere Saddam e far esplodere la guerra in Siria. Dove il piano sarebbe stato quello di spodestare Bashar Assad e sostituirlo con un governo fantoccio non in grado di mantenere il controllo sul territorio. Come è accaduto in Iraq.
Ovviamente non è un caso nemmeno che sia stato spodestato Gheddafi, in un momento in cui il Rais non creava problemi e non rappresentava una minaccia. Anche in Libia dopo aver spalleggiato gli islamisti per buttare giù Gheddafi, il paese è stato lasciato in mano ad un governicchio che non aveva ne l’autorevolezza ne i mezzi per mantenere il controllo del paese, infuocato dalle bande islamiste.
Lo pseudocaliffo Al Baghdadi, leader carismatico dell’ISIS, è legato alla CIA, così come il suo luogotenente in Siria, Abu Omar Al Shishani,”il ceceno” , ex militare georgiano noto per il suo coraggio e bravura sul campo di battaglia. E’ lui la massima autorità militare in Siria. Egli è uomo di fiducia di Al Baghdadi, oltre ad essere un vero e proprio “divo”, idolatrato e stimatissimo tra le truppe ISIS.
Il loro lavoro è stato sicuramente coadiuvato dalla CIA e presumibilmente da altri servizi segreti di paesi alleati agli USA. Al Baghdadi era noto nell’ambiente islamista, ed è stato addirittura detenuto in un campo di reclusione americano in Iraq. Per motivi ignoti non ha fatto la fine dei detenuti che da oltre 12 anni sono rinchiusi a Guantanamo, bensì è stato liberato. Ed è diventato il “califfo”.
Durante l’occupazione americana in Iraq, gruppi armati erano già attivi sul territorio. Al Baghdadi, Al Shishani ed altri, grazie al sostegno ed ai finanziamenti ricevuti non solo dalla CIA, ma anche da alcuni governi mediorientali, come Arabia Saudita e Qatar, è riuscito a mettere in piedi una sorta di esercito, assoldando ex detenuti, banditi, ex militari e poliziotti, mercenari di varia origine.
In uno scenario come quello iracheno, dove la miseria dilagava (e dilaga) assoldare mercenari non è così difficile. Anche perché gli uomini del califfo è notorio percepiscano oltre 300$ al mese, molto più dei militari del governo. Oltre al fatto che hanno modo di saccheggiare e ottenere ulteriori introiti.
Quando il governo americano se ne è andato, la situazione in Iraq era molto tesa. Oltre alle bande che si opponevano al governo a suon di autobombe e attentati, erano operative sul territorio molte bande di criminali. C’erano e ci sono molte armi in giro. I militari americani riuscivano malapena a mantenere la situazione sotto controllo solo dispiegando moltissimi uomini. Una fittissima rete di checkpoint e pattuglie.
Quando l’esercito USA se ne è andato, la presenza di uomini sul territorio è diminuita di 10 volte. La polizia irachena e l’esercito non disponevano nemmeno di un numero sufficiente di uomini, per mantenere il controllo di una situazione tanto calda. Senza considerare il fatto che nel frattempo, Al Baghdadi e soci, si stavano organizzando.
Gli USA si sono “premurati” di lasciare al comando del paese un governo privo di autorevolezza, e privo di una struttura capace di mantenere il controllo e l’ordine nel paese.
Appare evidente che nulla sia “casuale”. Gli americani di certo non fanno errori così grossolani. Solo un ingenuo può pensare ad errori di valutazione. In realtà, avevano valutato benissimo, in base ai loro veri scopi.
I miliziani di Al Baghdadi hanno iniziato la loro azione assaltando i depositi di armi dell’esercito iracheno, dove venivano custodite le armi ed i mezzi militari che gli americani hanno lasciato all’esercito iracheno. I depositi erano scarsamente protetti, e quando alcune centinaia di uomini lo hanno attaccato, hanno trovato poca resistenza. I militari dopo aver constatato la superiorità numerica, sono scappati, e quelli catturati dai miliziani hanno fatto una brutta fine.
Una volta che hanno messo le mani su armi e denaro, espandersi è stato piuttosto facile.  Già a Settembre del 2014 secondo gli analisti l’ISIS aveva maturato una disponibilità economica di circa 2 miliardi di dollari, con un provento quotidiano di 2 milioni di dollari proveniente dal solo petrolio.
L’esercito iracheno per mesi ha rinunciato a qualsiasi azione offensiva, lasciando una città importante come Mosul, con 2.800.000 abitanti, nelle mani dei terroristi, che ormai hanno il controllo di una porzione di territorio dove vivono più di 8 milioni di persone.
Oggi ISIS dispone di oltre 80.000 miliziani, ed il numero delle nuove reclute supera i caduti sul campo. Avrebbero potuto fermarlo immediatamente, mentre è stato consentito ad Al Baghdadi di strutturarsi sempre di più. Solo il recente intervento russo ha inferto perdite di uomini e mezzi alle truppe del califfato, costringendo i miliziani ad arretrare, in Siria.
I tentacoli di ISIS sono presenti anche in Libia. E con i barconi, secondo le fonti di intelligence, il califfo avrebbe inviato in Europa degli uomini, premesso che molti degli islamisti più radicali, sono immigrati di seconda o terza generazione. Spesso disposti ad effettuare attacchi kamikaze, che nel mondo sono in aumento.
Tra l’altro gli uomini del califfo hanno messo le mani su 40kg di uraniocustoditi all’Università di Mosul. Una quantità che utilizzata con finalità terroristiche, potrebbe produrre numerosi danni.

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