Il Pomodoro Pachino è schiacciato dai trattati Ue e dalle importazioni. È questa la triste panoramica dipinta da Il Fatto Quotidiano che mostra come un prodotto italiano d’eccellenza sia attualmente in uno stato di agonia.
Una storia non nuova, purtroppo, che interessa varie coltivazioni italiane. Come le arance, ad esempio, messe in ginocchio da un sistema che non ripaga la qualità e il Made in Italy.
Pomodoro Pachino: da oro rosso a prodotto destinato al macero
Il pomodoro Pachino è una coltivazione tipica dell’Italia Meridionale, in particolare della Sicilia. Si tratta di un prodotto caratterizzato da una polpa molto gustosa e consistente, una buccia di color rosso vivo, brillante, e un’ottima conservazione. È un prodotto conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, per questo viene chiamato oro rosso.
Negli ultimi anni, però, il pomodoro Pachino ha subito un duro colpo dal mercato. Colpa in parte delle importazioni massicce dai Paesi esteri. Una svalutazione che ha provocato un crollo economico. Il prezzo di mercato, infatti, è così basso che i coltivatori non ce la fanno più. Il lavoro non ripaga e conviene di più lasciare i pomodori a macerare sulle piante piuttosto che raccoglierli.
La disperazione dei coltivatori
«Produrre un chilo di pomodoro mi costa un euro, tra l’acquisto della piantina e i costi della plastica, dei gancetti, delle tasse, degli operai che devono raccoglierlo e poi trasportarlo. Adesso il ciliegino si vende a 50-60 centesimi al chilo, a 30 il pomodoro da insalata. Non vale la pena raccoglierlo» a parlare è Sebastiano Cinnirella, imprenditore agricolo, intervistato dai microfoni de Il Fatto Quotidiano.
Una situazione che, spiega Cinnirella, è sempre stata difficile, ma che negli ultimi tempi è andata peggiorando sempre di più.
Un nemico che viene dall’estero
Difficile riuscire a sostenere tutti i costi, quando nei supermercati ci sono prodotti importati, come ad esempio il datterino del Camerun, in vendita a 1,39 euro al kg. Prezzi contro cui i produttori locali non riescono assolutamente a competere. Colpa, affermano, dei trattati siglati dall’Unione Europea con i paesi del Nord Africa e che prevedono “misure di liberalizzazione reciproche per i prodotti agricoli” e “per i prodotti agricoli trasformati”.
Pomodoro Pachino: il silenzio assordante delle istituzioni
Gli agricoltori hanno anche cercato di rivolgersi alle istituzioni. Come Aldo Beninato che, afferma, avrebbe parlato con ben 5 ministri in questi ultimi anni. Stringendo in mano, alla fine, solo promesse.
«Il ministro Maurizio Martina si era impegnato per la vendita alla grande distribuzione, promettendo per questa un percorso di filiera.Tutto questo non c’è stato, siamo abbandonati a noi stessi», racconta.
Il ministero, rispondendo all’interrogazione di alcuni deputati siciliani del Pd, aveva dato un margine di speranza, affermando che i politici si sarebbero “attivati presso la Commissione europea per richiedere un intervento in merito al livello dei prezzi di ritiro applicabili per taluni prodotti ortofrutticoli, tra i quali le diverse tipologie di pomodoro”.
Al momento, la situazione continua a essere difficile per gli agricoltori locali, che potrebbero dover abbandonare la coltivazione di un prodotto d’eccellenza, conosciuto in tutto il mondo. Una perdita enorme non solo per la Sicilia, ma per tutto il mercato italiano.
fonte https://www.ambientebio.it/societa/pomodoro-pachino-rischia-la-scomparsa-causa-europa/
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