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mercoledì 17 giugno 2015

La corrotta e irresponsabile burocrazia UE cancella la messa al bando dei pesticidi

di William Engdahl - Con il pretesto delle discussioni top secret sul Partenariato Transatlantico per il Commercio e l’Investimento, e le enormi pressioni esercitate da giganti dell’industria chimica come Bayer AG e BASF, la Commissione UE ha silenziosamente accantonato i piani per rendere più stringenti le norme di sicurezza sui pesticidi. Il che non è una questione burocratica di poco conto. Sono a rischio la salute e la sicurezza di centinaia di milioni di persone nell’UE, per non parlare di animali, uccelli e insetti e dell’ecosistema nel suo insieme.
Nel 1999, 16 anni fa, la Commissione UE cominciò a considerare i possibili danni alla salute causati da una classe di pesticidi chimici noti come EDC, o “interferenti endocrini”. La tragedia è che Bruxelles non ha ancora fatto nulla per salvaguardare la salute dei suoi cittadini in base al principio di precauzione, per il quale: se qualcosa potrebbe nuocere, ci sono prove che nuoccia e non si può essere più precisi, meglio metterlo al bando finché si sia acquisita assoluta certezza; che si tratti di prodotti OGM, diserbante Roundup al glifosato, ECD o DDT.
Gli scienziati mettono in relazione l’esposizione agli ECD, anche a basse dosi, con un aumento di anomalie fetali, mutazioni genitali, minore numero di spermatozoi, malformazioni genitali, mancata discesa dei testicoli, infertilità, cancro e perfino riduzione del quoziente intellettivo. Uno studio recente condotto dalla Washington University School of Medicine ha trovato un collegamento tra 15 ECD contenuti in plastiche, prodotti per la cura personale, cosmetici e molti utensili domestici, e menopausa precoce.
Si stima che nell’UE il costo sanitario annuo dei danni derivanti dall’esposizione agli EDC sia tra i 157 e i 270 miliardi di euro. Si possono trovare interferenti endocrini nei contenitori alimentari, nelle plastiche, in mobili, giocattoli, moquette e cosmetici. Il professor Philippe Grandjean della Harvard University, facente parte dei 18 massimi endocrinologi mondiali che hanno condotto uno studio sugli effetti degli interferenti, ha commentato: “La cosa scioccante è che gran parte di quel costo è legata alla perdita di funzionalità cerebrale nella prossima generazione.” (TheGuardian.com).
In base a tali studi scientifici, l’UE aveva preparato una lista di 31 interferenti endocrini da mettere completamente al bando nel 2014. Sempre più studi avevano dimostrato che gli ECD producono effetti tossici in dosi estremamente basse, e perciò l’unica soluzione è bandirli completamente.
Angeliki Lyssimachou, tossicologa ambientale con Pesticides Action Network-Europe (PAN) ha affermato: “Se i criteri proposti dalla commissione fossero stati applicati correttamente, ormai sarebbero stati messi al bando 31 pesticidi, assolvendo così il compito di proteggere uomini e ambiente dall’esposizione cronica a bassi livelli di interferenti endocrini nei pesticidi.” Invece, ora l’UE favorisce l’opzione, appoggiata dall’industria, di misurare gli EDC, ovvero di stabilire dei limiti al di sotto dei quali l’esposizione verrebbe considerata sicura, sebbene non siano stati condotti studi complessivi sugli effetti a lungo termine sugli esseri umani.
L’industria chimica prevale sulla nostra salute e sicurezza
Apparentemente gli interessi del commercio internazionale di sostanze tossiche sono stati considerati più importanti dagli opachi e non eletti burocrati senza volto della Commissione UE a Bruxelles, che possiede un enorme potere anonimo sulla nostra vita quotidiana, lontano da controlli ed equilibri democratici.
Il burocrate chiave senza volto che ha impedito la messa al bando degli interferenti ha ora un nome: si chiama Catherine Day. Siede a fianco del presidente UE Jean Claude Junker e probabilmente esercita maggiore potere come attuale Segretario Generale della Commissione Europea, carica che detiene da 10 anni e due presidenze.
Secondo documenti UE ottenuti dal britannico Guardian, appena resi pubblici, l’irlandese Day cancellò la prevista messa al bando degli EDC il 2 luglio 2013, appena poche ore dopo la visita a Bruxelles di rappresentanti degli ufficiali statunitensi per il TTIP in missione in Europa. Quello stesso giorno, la Segretaria Generale Day inviò una lettera al Direttore Generale per l’Ambiente, il tedesco Karl Falkenberg, dicendogli di abbandonare le bozze dei criteri che avrebbero bandito gli EDC in base al principio di precauzione, in attesa venissero condotti studi sanitari a lungo termine.
Colossi chimici europei come la Bayer AG e la BASF si unirono alla Camera di Commercio Americana nell’esercitare forti pressioni contro la messa al bando. Nelle settimane precedenti il 2 luglio 2013, il comitato per il TTIP della Camera di Commercio Americana a Washington inviò una lettera alla Commissione UE, affermando: “Siamo preoccupati nel vedere che questa decisione [di mettere al bando gli EDC], oggetto di molti dibattiti scientifici, potrebbe venire presa su base politica, senza prima valutare i suoi effetti sul mercato europeo.” Anche la BASF lamentò che la messa al bando delle sostanze contenute nei pesticidi “restringerà il libero scambio di prodotti agricoli a livello globale.”
I documenti interni dell’UE ottenuti dal Guardian rivelano che una delegazione di alto livello della Camera di Commercio Americana incontrò gli ufficiali commerciali dell’UE il 2 luglio 2013, insistendo affinché l’UE facesse cadere i criteri previsti per identificare gli EDC, a favore di un nuovo “studio sull’impatto” che avrebbe lasciato gli EDC così com’erano. I documenti riportano che a un certo punto dell’incontro gli ufficiali dell’UE pregavano di considerare che “nonostante desiderassero il successo del TTIP, non avrebbero voluto esser visti abbassare gli standard dell’UE”.
Se anche fossero stati messi al bando tutti i 31 EDC che erano stati proposti, l’impatto sulle vendite di prodotti chimici nell’UE sarebbe forse arrivato a 9 miliardi di euro annui. Confrontatelo con i costi derivanti dall’esposizione a EDC, valutati fino a 270 miliardi annui.
Quando i giornalisti hanno richiesto alla Commissione UE di rendere pubblici gli appunti e le discussioni, una portavoce della Commissione ha replicato: “La Commissione non ha nessun obbligo di pubblicare i documenti interni. Come sapete, essa agisce in piena indipendenza e nell’interesse generale europeo.”
Mi scusi, signora portavoce, potrebbe ripetere, lentamente? “Come sapete, la Commissione Europea agisce in piena indipendenza e nell’interesse generale europeo”?
Catherine Day, difendendo il suo annullamento della messa al bando proposta, ha mentito e dichiarato che: “Ovviamente non c’è niente di vero nelle accuse secondo cui la nostra posizione è stata influenzata dall’industria o da nessun altro. La nostra preoccupazione è solo per la qualità e la coerenza del lavoro della commissione, ma non tutti vogliono aspettare per questo.” Sì, il suo lavoro alla Commissione è coerentemente distruttivo per la popolazione dell’UE, ma ecco perché Bruxelles preferisce restare il più senza volto possibile.
Continuiamo a lasciare che gli ineletti e immorali burocrati senza volto dell’UE esercitino il potere sulla nostra salute, su quella dei nostri figli e sulle nostre vite, permettendo i tossici OGM o gli EDC. Sembriamo ipnotizzati da qualcosa che ci rende passivi di fronte alle incredibili azioni palesemente dannose per tutti noi. Non è curioso?
Fonte: The Journal-neo.org
Traduzione: Anacronista
Nota: Dichiarazione di Matteo Renzi e del pres. Confindustria relativamente al TTIP (Trattato Trans Atlantico)
“Ogni giorno che passa è un giorno perso per l’intesa, il nostro è un appoggio totale e incondizionato”. La dichiarazione del premier Matteo Renzi non lascia spazio a dubbi o ripensamenti, il Ttip si farà e l’Italia è pronta a firmarlo in bianco. Dello stesso avviso il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che due giorni fa, intervenendo ad un convegno sul trattato transatlantico, ha dichiarato: “il negoziato va rilanciato mettendo in luce i vantaggi, che sono tanti. Bisogna perseguire con tenacia la strada del dialogo intercontinentale perché c’è sempre più bisogno di accesso al mercato”. Vedi: Il Primato Nazionale
Dichiarazione del ministro degli Esteri Italiano Gentiloni: “ il TTIP è uno dei punti da tenere in cima all’agenda della presidenza italiana dell’unione, almeno per impedire la paralisi del negoziato“.

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