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"... perchè se vince il no, addio agli 80 euro" |
In attesa della lettera agli italiani del premier Matteo Renzi che verrà recapitata alle famiglie negli ultimi 10 giorni della campagna referendaria, arriveranno nel fine settimana le telefonate casa per casa. Sabato e domenica i volontari dei comitati locali di Basta un Sì sono mobilitati per una campagna telefonica capillare in tutta Italia. Spiegare la riforma e convincere sulle ragioni del Sì.
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Centinaia di migliaia di telefoni pronti a squillare nel week end: solo a Bologna, come si leggeva nelle cronache locali nei giorni scorsi, i volontari sono pronti a 140mila chiamate. Nel capoluogo emiliano si attingerà ai numeri a disposizione grazie all'albo degli elettori delle primarie del centrosinistra: si tratta di circa 70mila numeri fissi e 70mila cellulari.
Stessa cosa a Cesena dove i numeri in possesso dei dem sono 16mila. E comunque, database a parte, si può sempre attingere al vecchio elenco telefonico.
I volontari avranno un 'copione' per la chiamata: "Lei lo sa che il 4 dicembre si vota per il referendum costituzionale? Sa qual è il seggio dove deve andare a votare?". A queste domande poi seguiranno quelle specifiche sulla riforma con risposte pronte a sminare eventuali dubbi e perplessità dei cittadini.
Proprio per questo, sempre a Bologna ad esempio, per il 'call center' di Basta un Sì sono stati selezionati degli studenti di Giurisprudenza in modo che abbiano maggiore confidenza con la materia. L'operazione si ripeterà nel prossimo fine settimana, l'ultimo prima del voto del 4 dicembre, e non è escluso che nella campagna vengano coinvolti big del Pd. Magari con un bis di: "Pronto? Sono Maria Elena". Il ministro Boschi diede una mano con le telefonate ai romani per la campagna di Roberto Giachetti alle ultime amministrative.
Adnkronos
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Referendum, il ricatto di lady Etruria: «Se vince il No, addio agli 80 euro»
«Se vince il no, addio agli 80 euro», ha detto a Porta a porta la ministra Elena Boschi, madrina della riforma del Senato oggetto dell' imminente referendum. Dopo le lusinghe e le promesse, siamo al ricatto: se non mi voti me la pagherai, in contanti. Adesso abbiamo la prova di a che cosa servissero gli 80 euro concessi da Renzi alla vigilia delle elezioni europee: a comprare voti.
Altro che ripresa e rilancio di consumi: io ti compro, e se cambi idea ti vendo. Ottanta euro è il nostro prezzo secondo il duo Renzi-Boschi. Ottanta euro è il prezzo della Costituzione.
E no, cara Boschi. Il nostro prezzo è più alto, molto più alto, talmente alto che lei, il suo premier e il suo governo non potete pagarlo. Nelle vostre casse, piene di soldi nostri, non ci sono abbastanza euro. Comprare la buonafede dei cittadini per poi lasciarli in mutande è un vizio diffuso da quelle parti, come dimostra la vicenda di Banca Etruria, cassaforte di famiglia.
Ma questa volta si è andati oltre. La Costituzione non ha clienti e la democrazia appartiene a tutti gli italiani. Perché terrorizzare vecchiette e sprovveduti con la minaccia degli ottanta euro? Roba da chiamare i carabinieri, come quando malintenzionati ti citofonano con la scusa del contatore del gas. Barano sul voto all' estero, sulla par condicio televisiva, e ora pure sugli ottanta euro, che ovviamente non possono essere sospesi in caso di vittoria del no.
Il governo ha davvero paura, Matteo Renzi vede avvicinarsi il precipizio e perde la testa: non vota il bilancio europeo (che ovviamente passa lo stesso), manda in giro la Boschi a ricattare gli italiani e rispolvera lo spauracchio del caos: se perdo vado a casa e dopo di me sarà il diluvio universale.
Lo stesso che diceva Cameron sulla Brexit, la Clinton su Trump. Non è successo nulla del genere e non succederà certo il 5 dicembre in Italia. Se cadrà qualche goccia di pioggia non c' è problema. Tutti abbiamo un ombrello in casa. E dopo, finalmente, tornerà il sole invece di questo continuo cielo plumbeo e minaccioso. Teniamo duro, mancano solo due settimane.
Alessandro Sallusti Il Giornale
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Referendum, Agcom: stop a diffusione sondaggi e manifestazioni di opinione
A partire dalle 24 di oggi, venerdì 18 novembre, e fino alla chiusura dei seggi elettorali, è vietato rendere pubblici o comunque diffondere i risultati di sondaggi demoscopici sull'esito del referendum o comunque relativi al quesito referendario. Lo sottolinea l'Agcom con riferimento al referendum costituzionale previsto per il prossimo 4 dicembre.
L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ricorda che tale divieto si estende - ai sensi dell'articolo 23 della delibera 448/16/CONS - anche alle manifestazioni di opinione che, per modalità di diffusione, possono comunque influenzare l'elettorato.
Per la stampa - quotidiana, settimanale e periodica - si tiene conto della data di effettiva distribuzione al pubblico: ne consegue che l'ultimo giorno utile per la diffusione in edicola delle edizioni cartacee risulta essere oggi.
Adnkronos
http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=120751
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