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giovedì 17 novembre 2016

IL TRENO PER LA LIBERTA’ DA EURO & UE PASSA IL 4 DICEMBRE: VOTIAMO NO E FAREMO UN PASSO DA GIGANTE VERSO LA SALVEZZA


Mentre negli Stati Uniti i democratici sono ancora sotto shock per la pesantissima sconfitta della più impresentabile candidata alle presidenziali che la storia americana ricordi e, come accade ad ogni latitudine quando il voto popolare si discosta dai desideri delle élites, sono partiti attacchi al suffragio universale e vere e proprie sollevazioni popolari contro il risultato delle elezioni, nella Ue ha iniziato a serpeggiare il terrore.
L’impresentabile presidente della commissione Junker, più famoso come intenditore di superalcolici e leader di un paese noto per essere un paradiso fiscale che per le proprie capacità, non ha difatti perso tempo per rilasciare dichiarazioni al limite dell’offesa nei confronti del neo presidente USA, la cui colpa è quella di voler mettere la parola fine alla follia neoliberista tanto cara a Soros ed ai potentati finanziari mondiali.
A ruota si sono spesi Tusk, e Schultz, anch’essi impegnati a compiacere gli oligarchi finanziari nella gara a chi offende di più Trump. Naturalmente non poteva rimanere in silenzio l’ex presidente della repubblica Napolitano, con la sua affermazione “La vittoria di Trump è un evento sconvolgente per il suffragio universale.” D’altra parte, lui è uno che se ne intende di democrazia, avendo appoggiato tutte le invasioni sovietiche volte a stroncare gli aneliti di libertà delle popolazioni soggiogate dai regimi comunisti.
In tutto questo bailamme, i segnali che per la Ue e per l’italico stivale si preannunciano tempi diversi rispetto a quelli auspicati dagli oligarchi, è evidente dalla caduta delle quotazioni dell’euro, franato il 14/11 a 1,0722 sul dollaro, rispetto all’1,085 di una settimana prima.
Notate nulla di strano in questo dato?
Cosa dicevano gli “analisti” prima del voto presidenziale? Esatto: in caso di vittoria di Trump avevano previsto il crollo del dollaro e perdite colossali nelle borse. Avete notato nulla di tutto questo? Noi no. Anzi, l’indebolimento dell’euro sconta proprio le scelte politiche del neo presidente americano, sicuramente molto meno accomodanti verso gli oligarchi Ue, gli unici rimasti ad obbedire ciecamente alle élites finanziarie mondiali.
Rose e fiori quindi per il futuro?
Dipende: se gli italiani il 4 dicembre daranno una sonora spallata al rappresentante italiano dei potentati globalisti votando NO al referendum ed imitando i cittadini di Bulgaria e Moldova che hanno rifilato un sonoro schiaffone elettorale ai partiti filo UE, sicuramente la situazione sarà destinata ad evolvere positivamente per gli italiani.
In caso di vittoria del Sì, diventeremo l’ultima colonia degli ultraliberisti. E non è un caso che le oligarchie finanziarie abbiano iniziato a far pressione sugli italiani facendo nuovamente lievitare lo spread tra BTP e Bund tedesco, facendo capire che, qualora i cittadini non si piegassero ai loro voleri votando per il Sì, scateneranno una nuova tempesta sul debito pubblico italiano come fatto nel 2011.
Il punto è, cari lettori, che con la situazione del sistema bancario italiano ormai al collasso, dato che le sofferenze sono in ulteriore aumento secondo il bollettino di Bankitalia, il destino di quello che fu il belpaese è comunque segnato: se rimarremo nella Ue e nel rapporto di cambio fisso spacciato per moneta unica, faremo comunque default, a prescindere dalla speculazione internazionale.
Lo faremo perché il sistema bancario e quello produttivo imploderanno e verranno spazzati via dall’arrivo della troika, che consegnerà nelle mani delle banche straniere e delle multinazionali quel poco che rimane delle nostre imprese, condannandoci ad un futuro di schiavi a 400 euro al mese, così come la maggior parte dei lavoratori tedeschi grazie alle “meravigliose” riforme Hartz IV.
E non è un caso se proprio oggi i vertici di Mps hanno annunciato l’offerta di conversione “volontaria” di quasi 5 miliardi di euro di obbligazioni subordinate in azioni (carta straccia) dove alla parola “volontaria” corrisponde in concreto la seguente minaccia, formulata dalla medesima dirigenza di Mps: “Se i detentori di obbligazioni decideranno di non convertirle in azioni, Mps finirà in bail in”. Capite?
Se vincerà il NO, si scatenerà la speculazione contro il debito pubblico italiano nel tentativo di far arrivare ugualmente la troika a Roma, ma a quel punto, senza una costituzione riformata in senso dittatoriale, ci sarà la possibilità di dar voce alle istanze sovraniste e mandare a quel paese ue ed euro, seguendo le orme del Regno Unito e potendo contare su un appoggio più che probabile oltre oceano.
Non ci credete? Bene: chi è stato il primo leader politico incontrato da Trump dopo le elezioni? Nigel Farage, l’artefice del trionfo del brexit e da sempre il nemico giurato degli oligarchi.
Siamo nel momento più favorevole per rompere le catene che stanno strangolando il nostro stato ed il futuro dei nostri figli, mandando a quel paese gli oligarchi ue e lo strumento con cui ci stanno schiavizzando, ovvero l’euro.
Il treno per la libertà passa una sola volta, perderlo sarebbe la fine per il popolo italiano: il 4 dicembre non ci sono scuse: è necessario votare NO e far sentire in modo possente il dissenso verso le oligarchie finanziarie incarnate dalla ue. Con buona pace della maggior parte dei giornalisti nostrani che si stanno dannando l’anima per dimostrare che il suffragio universale, la democrazia, la libertà di pensiero sono mali da cancellare perché solo le oligarchie sanno governare le masse.
Ora, o mai più.
Luca Campolongo
fonte  http://www.stopeuro.org/il-treno-per-la-liberta-da-euro-ue-passa-il-4-dicembre-votiamo-no-e-faremo-un-passo-da-gigante-verso-la-salvezza/

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