LA BOMBA STA PER ESPLODERE- INVIATA DENUNCIA CON RELATIVA
DOCUMENTAZIONE - Agorà News on Line
riceviamo da parte della Sig.ra (OMISSIS - per la sua tutela) fatto degno di nota e pubblichiamo
integralmente
Fano 16
dicembre 2013
Al Procuratore Regionale
della Corte dei Conti
Procura Regionale delle Marche
Via Matteotti, 2
60121 ANCONA
Oggetto: denuncia per occultamento atti pubblici e truffa ai
danni dello Stato riguardante
Il Bando di gara a procedura aperta per la realizzazione del
Polo archivistico di Urbino reso
noto dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e
Paesaggistici delle Marche – Ancona.
Io sottoscritta M. A.
(omissis) nata a (Omiss) il (omissis) e residente a
a (omissis) , inoltro questa denuncia per occultamento atti
pubblici e per truffa
ai danni dello Stato da parte del Direttore dell’Archivio di
Stato di Pesaro e Sezioni di Fano e Urbino,
Dott. Antonello de Berardinis, Responsabile del Procedimento
del Bando di cui sopra, in accordo con
il Direttore Generale
degli Archivi di Stato, Dott. Luciano Scala e con l’Amministrazione comunale di
Urbino, rappresentata
dal Sindaco, Dott. Franco Corbucci, e
per le quali affermazioni, ho documentazione
che allego in copia
alla presente, spiegando i fatti come di seguito:
1)In data 1 dicembre 2008, via Fax, - Doc. 1 - trasmetto al
Direttore Generale per gli Archivi Dott.
Luciano Scala, esposto – Doc. 2 – del 29 marzo 2008,
inoltrato al Prof. Paolo Carini, Direttore
Regionale Beni Culturali e Paesaggistici delle Marche –
Ancona -, perché rimasto lettera morta
non avendo prodotto alcun intervento istituzionale da parte
della competente Direzione
Regionale.
2)L’esposto inviato attesta :
a)la motivazione della mia legittima richiesta: visionare i
propri documenti personali per esercitare
il diritto alla
salute. I suddetti documenti coprono un arco cronologico dal 1918 al 1940 e
fanno
parte degli archivi storici del Novecento del Comune di
Urbino, prodotti dalle istituzioni pubbliche
soppresse negli anni
Ottanta e Novanta, vigilati e tutelati dall’Amministrazione archivistica.
Preciso che ad Urbino non ci sono stati né bombardamenti né
incendi.
b)la condotta non trasparente del funzionario ministeriale
Otello Pedini, collaboratore del Dott. Scala,
in quanto mi ha richiesto, per le vie brevi, di inviare mio
copioso carteggio documentale presso il proprio
recapito romano. Il 20 novembre 2006, spedivo – posta celere
, via Di Villa Certosa , 17 interno 1 Roma -,
il carteggio amministrativo datato dal 1998 al 2006.
c)il paradossale comportamento delle autorità preposte alla
tutela e vigilanza degli archivi storici , in partico
lare della Dott.ssa
Maria Palma, Soprintendente archivistico per le Marche – Ancona -che di
fatto non solo
hanno impedito il
reperimento dei documenti , ma anche di verificare l’esistenza degli stessi
archivi
entro i quali c’erano
gli stessi documenti richiesti.
Per quanto suesposto schematicamente, chiedevo al Prof.
Carini, ai sensi dei propri compiti istituzionali ,
di verificare
l’esistenza degli archivi elencati nell’esposto, al fine di reperire i miei
documenti.
Neppure dal Direttore Generale Dott. Scala ho avuto
risposta ufficiale.
Stando all’iter procedurale, posso legittimamente
dichiarare, che il Direttore Generale ha insabbiato
Il mio esposto , e conseguentemente anche l’insabbiamento
del Prof Carini nei miei confronti.
Detto questo, mette conto precisare, che il Dott. Scala
conosceva istituzionalmente l’esistenza o non
degli archivi in questione, per il semplice motivo che erano
il “contenuto storico” del progetto del
Polo archivistico di Urbino .
Fin dal suo insediamento alla Direzione Generale, ha seguito
in stretta collaborazione con il Sindaco
di Urbino, Dott. Franco Corbucci, sindaco attuale, e con il
Direttore dell’Archivio di Stato di Pesaro
e Sezioni di Fano e Urbino Dott. Antonello de Berardinis, il
percorso amministrativo-scientifico-organiz
zativo del progetto culturale.
Palazzo Gherardi, edificio monumentale di proprietà
dell’amministrazione comunale di Urbino era la
futura sede del Polo archivistico, ed in sintesi doveva essere un grande deposito di archivi a
disposizione
dei cittadini.
Evidenzio che il
progetto citato, a cura della amministrazione archivistica centrale - essendo
partito,
come attestato dagli atti pubblici , nel 2005, con la
collaborazione del Comune di Urbino- era
ragionevolmente
costituito da elenco di fondi archivistici, redatto dal Comune di Urbino, dalla
competente Soprintendenza archivistica delle Marche, organo
statale preposto alla tutela e vigilanza
sull’ente pubblico, nello specifico sul Comune, Asur e dal
competente Archivio di stato di Pesaro sulle
amministrazioni pubbliche statali.
Sostanzialmente il progetto si basava sul numero e quantità dei fondi archivistici che andavano poi ad
occupare gli spazi all’interno di Palazzo Gherardi in
termini di scaffalature compatt e
rafforzamento
dei solai come prevede la normativa archivistica,
organizzazione dei servizi a favore dei cittadini e i costi
finanziari.
3)In data 11 novembre 2009, si rende noto il Bando di gara a
procedura aperta per la realizzazione del
Polo archivistico di Urbino – Doc. 3 – redatto dal
Dptt. Antonello de Berardinis, Direttore
dell’Archivio
di Stato di Pesaro e Sez. di Fano e Urbino, Responsabile del
Procedimento,
(bando e progetto erano in www,marche.beniculturali,it)
importo complessivo netto dell’appalto Euro 450.000,26,
che descrive in dettaglio le attività previste in base al
finanziamento:1)schedatura, riordinamento,
inventariazione
documentale degli archivi storici del COMUNE DI URBINO, ASUR DI URBINO (gli archivi
dell’Università di Urbino, Cappella SS. Sacramento di Urbino non fanno parte della questione);
2)trasferimento nelle nuovi sedi;3)spolveratura e
disinfestazione; 4)digitalizzazione e regestazione;
5)portale del Polo archivistico di Urbino-centro
multimediale;6)attrezzature.
Sottolineo due aspetti:
-il primo è che Palazzo Gherardi al 2009 e ancora
attualmente , è da ristrutturare.
Sono stati spesi finanziamenti pubblici per le attività di
cui sopra , senza avere a disposizione
la sede. Ne consegue che il punto 2 è falso.
-il secondo aspetto è
che nell’elenco degli archivi appartenenti al Comune di Urino e all’Asur di
Urbino,
non sono specificati
i seguenti “ fondi archivistici “in questione , che in questa sede elencherò:
-archivio dell’ex ufficiale sanitario- registri dei parti.
-archivio di igiene e sanità pubblica.
-archivi ospedalieri prima della riforma del sistema
sanitario Legge n.833/1978 – archivio cartelle cliniche
relative ai ricoveri risalenti al 1927, cartelle dei
deceduti, registri di pronto soccorso, registri di ricovero
dal 1950.
-archivio del Servizio degli Esposti ( illegittimi) formato
e detenuto per legge dal Sindaco del Comune di
Urbino fin dal 1916, costituito dai fascicoli per sonali dei
cittadini.
-archivi degli enti assistenziali, Irab, Ipab , Eca con
relativi inventari dei beni mobili ed immobili.
Negli anni 1993-1994 il Direttore dell’archivio di Stato di
Pesaro precedente a quello attuale ha recuperato
archivio parziale del pregiatissimo fondo delle Irab,
trasferendolo alla Sezione di Urbino.
-i fascicoli degli allegati ai registri di nascita e di
morte del Comune di Urbino dal 1908 al 1960.
Il Dott. Scala, essendo a conoscenza della sparizione del
patrimonio storico del Novecento del Comune di
Urbino, patrimonio dell’Unesco e che la sede – Palazzo
Gherardi- a quell’anno era fatiscente ,
ed è ancora
da restaurare – al
fine di coprire questo scandalo, autorizza il bando per dire ai cittadini che
tutto va
bene.
Altresì il Direttore Generale è informato istituzionalmente
dei risultati di tutta una serie di errori
e
scelte inverosimili dell’amministrazione centrale che
gestisce “la cultura nazionale”, prive di un
percorso trasparente e di procedure corrette.
Si tratta di altre vicende che riguardano Urbino:
-gli appalti per Palazzo Chiocci, immobile di proprietà del
Comune di Urbino, sede della Sezione
Archivio di stato di Urbino, mai realizzata.
-gli appalti per i locali all’interno della Scuola
elementare Pascoli, ove la Sezione di cui sopra si è stata
trasferita
nell’ottobre del 2007. Gli interventi strutturali eseguiti sono contrari ai più
elementari
principi di buona conservazione del patrimonio storico
culturale, di proprietà statale.
La scuola di cui sopra è di proprietà dell’amministrazione
comunale di Urbino.
Appalti per Palazzo Chiocci, ubicato in Piazza Gherardi:
-Dopo aver speso tra il 1998/2001: 415.625.260 milioni per
le indagini diagnostiche strutturali per il
Restauro effettuate dalle ditte S.A.PP. srl. Di Roma e
I.C.O.R di Piobbico (PU); 213.298.700 milioni per
la progettazione dello studio ARCOTECH di Roma ; 51.212.800
per le ritenute d’acconto; 22.710.152
per gli svincoli a garanzia
Palazzo Chiocci risultava inadeguato come sede archivistica.
Appalti Scuola elementare” G. Pascoli “ in via Piano di S.
Lucia:
- i lavori di adeguamento degli ambienti eseguiti dall’amministrazione centrale, non dovevano
essere
realizzati perché non risolvevano le grandi problematiche
delle infiltrazioni d’acqua , già note ai funzionari
tecnici della Direzione Generale.
Non solo. Gli interventi effettuati hanno aggravato la
situazione dei locali in termini di umidità e notevoli
infiltrazioni d’acqua visibili sono sui muri della sede. Gli
intonaci appaiono rigonfi e in procinto di sgretolarsi
e ci sono
significative presenze di muffe.
I locali , in
particolare quelli di deposito ove è conservato il patrimonio storico di
inestimabile valore,
non solo non sono idonei per l’ottimale conservazione, ma
corre il rischio di macerare in mezzo alla
notevole infiltrazioni d’acqua ,se non si interviene.
In barba a quanto
detto semplicemente, la Direzione Generale ha speso di soldi pubblici
690.844,87 euro,
così ripartiti: impresa VIGNONE costruzione generali srl di
Roma: adeguamento impianti, estintori,
cartellonistica, modifiche impianto di sicurezza e impianto
di deumidificazione; Wood srl 169.800,00:
forniture varie e trasferimento ad Ancona di 5 impianti
compatt; arch. Valerio Cavalieri di Roma :24.804,79;
Arcobaleno 831,160: pulizia locali; Creditori vari4.958,14;
IKNE Arte 26.784,00:inaguarazione sede;
CNT:15.200,00: trasloco materiale archivistico; Tesoro dello
Stato 4.844,68; gara trasloco 51.00.
A questi appalti, che sono un’offesa al buon senso e all’efficienza di una corretta
amministrazione pubblica,
il Dott. Scala era informato istituzionalmente di altri
vergognosi appalti riguardanti la nuova sede per
l’Archivio di Stato
di Pesaro individuata in Rocca Costanza di proprietà demaniale, mai realizzata
e per la Sezione
Archivio di Stato di Fano individuata in Palazzo Nolfi di proprietà del Comune
di
Fano , mai
realizzata.
Spreco di miliardi di euro per lavori strutturali per delle
sedi di Archivi di Stato, mai realizzate.
Nella Provincia di
Pesaro e Urbino alla fine degli anni Novanta , la Direzione Generale per gli
Archivi
si è attivata al fine di creare le nuovi sede archivistiche
per Urbino, Pesaro e Fano, spendendo miliardi
di euro per niente.
Alla luce di quanto suesposto chiedo a Codesta
Amministrazione Giudiziaria di indagare
sulla gestione
oscura di una
amministrazione pubblica che coordina la memoria storica dei cittadini
italiani, “ la
cultura italiana”
spendendo inutilmente i soldi dei contribuenti.
In fede
M.A. (omissis)
by Emanuela Rocca
http://www.agoranewsonline.com/1/editoriale_3397589.html
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