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mercoledì 5 ottobre 2016

LA BOMBA STA PER ESPLODERE- INVIATA DENUNCIA CON RELATIVA DOCUMENTAZIONE. di Emanuela Rocca

LA BOMBA STA PER ESPLODERE- INVIATA DENUNCIA CON RELATIVA DOCUMENTAZIONE - Agorà News on Line
riceviamo da parte della Sig.ra  (OMISSIS - per la sua tutela)  fatto degno di nota e pubblichiamo integralmente                                                                                              
       Fano 16 dicembre 2013 
                                   
                                                                                                      Al Procuratore Regionale
                                                                                                      della Corte dei Conti
                                                                                                      Procura Regionale delle Marche
                                                                                                      Via Matteotti, 2
                                                                                                      60121                ANCONA


Oggetto: denuncia per occultamento atti pubblici e truffa ai danni dello Stato riguardante
Il Bando di gara a procedura aperta per la realizzazione del Polo archivistico di Urbino reso
noto dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici delle Marche – Ancona.

Io sottoscritta  M. A. (omissis)   nata a (Omiss) il  (omissis) e residente a
a (omissis) , inoltro questa denuncia per occultamento atti pubblici e per truffa
ai danni dello Stato da parte del Direttore dell’Archivio di Stato di Pesaro e Sezioni di Fano e Urbino,
Dott. Antonello de Berardinis, Responsabile del Procedimento del Bando di cui sopra, in accordo con
 il Direttore Generale degli Archivi di Stato, Dott. Luciano Scala e con l’Amministrazione comunale di
 Urbino, rappresentata dal  Sindaco, Dott. Franco Corbucci, e per le quali affermazioni, ho documentazione
 che allego in copia alla presente, spiegando i fatti come di seguito:

1)In data 1 dicembre 2008, via Fax, - Doc. 1 - trasmetto al Direttore Generale per gli Archivi Dott.
Luciano Scala, esposto – Doc. 2 – del 29 marzo 2008, inoltrato al Prof. Paolo Carini, Direttore
Regionale Beni Culturali e Paesaggistici delle Marche – Ancona -, perché rimasto lettera morta
non avendo prodotto alcun intervento istituzionale da parte della competente Direzione
Regionale.
2)L’esposto inviato attesta :
a)la motivazione della mia legittima richiesta: visionare i propri documenti personali per esercitare
 il diritto alla salute. I suddetti documenti coprono un arco cronologico dal 1918 al 1940 e fanno
parte degli archivi storici del Novecento del Comune di Urbino, prodotti dalle istituzioni pubbliche
 soppresse negli anni Ottanta e Novanta, vigilati e tutelati dall’Amministrazione archivistica.
Preciso che ad Urbino non ci sono stati né bombardamenti né incendi.
b)la condotta non trasparente del funzionario ministeriale Otello Pedini, collaboratore del Dott. Scala,
in quanto mi ha richiesto, per le vie brevi, di inviare mio copioso carteggio documentale presso il proprio
recapito romano. Il 20 novembre 2006, spedivo – posta celere , via Di Villa Certosa , 17 interno 1 Roma -,
il carteggio amministrativo datato dal 1998 al 2006.
c)il paradossale comportamento delle autorità preposte alla tutela e vigilanza degli archivi storici , in partico
lare della Dott.ssa  Maria Palma, Soprintendente archivistico per le Marche – Ancona -che di fatto non solo
 hanno impedito il reperimento dei documenti , ma anche di verificare l’esistenza degli stessi archivi
 entro i quali c’erano gli stessi documenti richiesti.

Per quanto suesposto schematicamente, chiedevo al Prof. Carini, ai sensi dei propri compiti istituzionali ,
di  verificare l’esistenza degli archivi elencati nell’esposto, al fine di reperire i miei documenti.
Neppure dal Direttore Generale Dott. Scala ho avuto risposta  ufficiale.

Stando all’iter procedurale, posso legittimamente dichiarare, che il Direttore Generale ha insabbiato
Il mio esposto , e conseguentemente anche l’insabbiamento del Prof Carini nei miei confronti.

Detto questo, mette conto precisare, che il Dott. Scala conosceva istituzionalmente l’esistenza o non
degli archivi in questione, per il semplice motivo che erano il “contenuto storico” del progetto del
Polo archivistico di Urbino .
Fin dal suo insediamento alla Direzione Generale, ha seguito in stretta collaborazione con il Sindaco
di Urbino, Dott. Franco Corbucci, sindaco attuale, e con il Direttore dell’Archivio di Stato di Pesaro
e Sezioni di Fano e Urbino Dott. Antonello de Berardinis, il percorso amministrativo-scientifico-organiz
zativo del progetto culturale.
Palazzo Gherardi, edificio monumentale di proprietà dell’amministrazione comunale di Urbino era la
futura sede del Polo archivistico, ed in sintesi doveva  essere un grande deposito di archivi a disposizione
dei cittadini.
 Evidenzio che il progetto citato, a cura della amministrazione archivistica centrale - essendo partito,
come attestato dagli atti pubblici , nel 2005, con la collaborazione del Comune di Urbino-  era
 ragionevolmente costituito da elenco di fondi archivistici, redatto  dal Comune di Urbino,   dalla
competente Soprintendenza archivistica delle Marche, organo statale preposto alla tutela e vigilanza
sull’ente pubblico, nello specifico sul Comune, Asur  e  dal competente Archivio di stato di Pesaro sulle
amministrazioni pubbliche statali.
Sostanzialmente il progetto si basava  sul numero e quantità dei  fondi archivistici che andavano poi ad
occupare gli spazi all’interno di Palazzo Gherardi in termini di scaffalature compatt  e rafforzamento
dei solai come prevede la normativa archivistica, organizzazione dei servizi a favore dei cittadini e i costi
finanziari.
3)In data 11 novembre 2009, si rende noto il Bando di gara a procedura aperta per la realizzazione del
Polo archivistico di Urbino – Doc. 3 – redatto dal Dptt.  Antonello de Berardinis, Direttore dell’Archivio
di Stato di Pesaro e Sez. di Fano e Urbino, Responsabile del Procedimento,
(bando e progetto erano in www,marche.beniculturali,it)
importo complessivo netto dell’appalto Euro 450.000,26,
che descrive in dettaglio le attività previste in base al finanziamento:1)schedatura, riordinamento,   
 inventariazione documentale degli archivi storici del COMUNE DI URBINO, ASUR DI URBINO  (gli archivi
dell’Università di Urbino, Cappella SS. Sacramento  di Urbino non fanno parte della questione);
2)trasferimento nelle nuovi sedi;3)spolveratura e disinfestazione; 4)digitalizzazione e regestazione;
5)portale del Polo archivistico di Urbino-centro multimediale;6)attrezzature.

Sottolineo due aspetti:
-il primo è che Palazzo Gherardi al 2009 e ancora attualmente , è da ristrutturare.
Sono stati spesi finanziamenti pubblici per le attività di cui sopra , senza avere a disposizione
la sede. Ne consegue che il punto 2 è falso.
-il secondo aspetto  è che nell’elenco degli archivi appartenenti al Comune di Urino e all’Asur di Urbino,   
  non sono specificati i seguenti “ fondi archivistici “in questione , che in questa  sede elencherò:
-archivio dell’ex ufficiale sanitario- registri dei parti.
-archivio di igiene e sanità pubblica.
-archivi ospedalieri prima della riforma del sistema sanitario Legge n.833/1978 – archivio cartelle cliniche
relative ai ricoveri risalenti al 1927, cartelle dei deceduti, registri di pronto soccorso, registri di ricovero
dal 1950.
-archivio del Servizio degli Esposti ( illegittimi) formato e detenuto per legge dal Sindaco del Comune di
Urbino fin dal 1916, costituito dai fascicoli per sonali dei cittadini.
-archivi degli enti assistenziali, Irab, Ipab , Eca con relativi inventari dei beni mobili ed immobili.
Negli anni 1993-1994 il Direttore dell’archivio di Stato di Pesaro precedente a quello attuale ha recuperato
archivio parziale del pregiatissimo fondo delle Irab, trasferendolo alla Sezione di Urbino.
-i fascicoli degli allegati ai registri di nascita e di morte del Comune di Urbino dal 1908 al 1960.

Il Dott. Scala, essendo a conoscenza della sparizione del patrimonio storico del Novecento del Comune di
Urbino, patrimonio dell’Unesco e che la sede – Palazzo Gherardi-  a quell’anno era fatiscente , ed è ancora
 da restaurare – al fine di coprire questo scandalo, autorizza il bando per dire ai cittadini che tutto va
 bene.
Altresì il Direttore Generale è informato istituzionalmente dei risultati di tutta una serie di errori  e
scelte inverosimili dell’amministrazione centrale che gestisce “la cultura nazionale”, prive di un
percorso trasparente e di procedure corrette.
Si tratta di altre vicende che riguardano Urbino:
-gli appalti per Palazzo Chiocci, immobile di proprietà del Comune di Urbino, sede della Sezione
Archivio di stato di Urbino, mai realizzata.
-gli appalti per i locali all’interno della Scuola elementare Pascoli, ove la Sezione di cui sopra si è stata
 trasferita nell’ottobre del 2007. Gli interventi strutturali eseguiti sono contrari ai più elementari
principi di buona conservazione del patrimonio storico culturale, di proprietà statale.
La scuola di cui sopra è di proprietà dell’amministrazione comunale di Urbino.

Appalti per Palazzo Chiocci, ubicato in Piazza Gherardi:
-Dopo aver speso tra il 1998/2001: 415.625.260 milioni per le indagini diagnostiche strutturali per il
Restauro effettuate dalle ditte S.A.PP. srl. Di Roma e I.C.O.R di Piobbico (PU); 213.298.700 milioni per
la progettazione dello studio ARCOTECH di Roma ; 51.212.800 per le ritenute d’acconto; 22.710.152
per gli svincoli a garanzia
Palazzo Chiocci risultava inadeguato come sede archivistica.

Appalti Scuola elementare” G. Pascoli “ in via Piano di S. Lucia:
- i lavori di adeguamento degli ambienti eseguiti  dall’amministrazione centrale, non dovevano essere
realizzati perché non risolvevano le grandi problematiche delle infiltrazioni d’acqua , già note ai funzionari
tecnici della Direzione Generale.
Non solo. Gli interventi effettuati hanno aggravato la situazione dei locali in termini di umidità e notevoli
infiltrazioni d’acqua visibili sono sui muri della sede. Gli intonaci appaiono rigonfi e in procinto di sgretolarsi
 e ci sono significative presenze di muffe.
 I locali , in particolare quelli di deposito ove è conservato il patrimonio storico di inestimabile valore,
non solo non sono idonei per l’ottimale conservazione, ma corre il rischio di macerare in mezzo alla
notevole infiltrazioni d’acqua ,se non si interviene.
 In barba a quanto detto semplicemente, la Direzione Generale ha speso di soldi pubblici 690.844,87 euro,
così ripartiti: impresa VIGNONE costruzione generali srl di Roma: adeguamento impianti, estintori,
cartellonistica, modifiche impianto di sicurezza e impianto di deumidificazione; Wood srl 169.800,00:
forniture varie e trasferimento ad Ancona di 5 impianti compatt; arch. Valerio Cavalieri di Roma :24.804,79;
Arcobaleno 831,160: pulizia locali; Creditori vari4.958,14; IKNE Arte 26.784,00:inaguarazione sede;
CNT:15.200,00: trasloco materiale archivistico; Tesoro dello Stato 4.844,68; gara trasloco 51.00.

A questi appalti, che sono un’offesa al buon senso  e all’efficienza di una corretta amministrazione pubblica,
il Dott. Scala era informato istituzionalmente di altri vergognosi appalti riguardanti la nuova sede per
 l’Archivio di Stato di Pesaro individuata in Rocca Costanza di proprietà demaniale, mai realizzata
 e per la Sezione Archivio di Stato di Fano individuata in Palazzo Nolfi di proprietà del Comune di
 Fano , mai realizzata.
Spreco di miliardi di euro per lavori strutturali per delle sedi di Archivi di Stato, mai realizzate.
 Nella Provincia di Pesaro e Urbino alla fine degli anni Novanta , la Direzione Generale per gli Archivi
si è attivata al fine di creare le nuovi sede archivistiche per Urbino, Pesaro e Fano, spendendo miliardi
di euro per niente.

Alla luce di quanto suesposto chiedo a Codesta Amministrazione Giudiziaria  di indagare sulla gestione
oscura di una  amministrazione pubblica che coordina la memoria storica dei cittadini italiani, “ la
 cultura italiana” spendendo inutilmente i soldi dei contribuenti.

In fede
M.A. (omissis)

by  Emanuela Rocca
http://www.agoranewsonline.com/1/editoriale_3397589.html

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