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mercoledì 13 giugno 2018

Ancora una volta Venezia ...


Dopo aver vissuto tanti anni facendo del viaggio la mia religione, mi sono reso conto che ci sono luoghi esauribili in una serata, in una settimana, in un anno; e ce ne sono altri che sono invece inesauribili perché dentro di loro c’è un’anima in perenne divenire.
Quel che a me interessa in un luogo è soprattutto il fluire sotterraneo del vivere umano ( quel che i Romani chiamavano “genius loci” ) e non sono ossessionato dalla ricerca di particolari ed esterni “dinamismi” , visto che il più delle volte si tratta di energie solo apparentemente in movimento e del tutto superficiali.
Venezia è la “meta”.
Provo un amore sconfinato per un luogo che è riduttivo chiamare città.
Sarà meglio non indagare. Potrei scoprire che sei fatta della stessa materia di cui sono fatti i sogni…” fa dire Hugo Pratt a Corto Maltese in una delle sue celeberrime tavole.
Dimensione onirica e realtà vi si confondono come in nessun altro posto.
La sua struttura labirintica, così profondamente misterica, la fa rassomigliare ad un gioco.
Nella luce tersissima, madreperlacea di un tramonto, priva dei rumori di una città comune, Venezia è un’enorme cassa acustica per quei suoni caldi, domestici, intimi, di vita quotidiana. Anche il semplice sciabordìo di una gondola assurge a melodia. La suggestione è grande.
Ogni volta che vi ho soggiornato è stato come vederla per la prima volta. Non esistono i rigurgiti soavi e limitanti del passato, né le tristezze e i rimpianti, le gioie e le piacevolezze indotte dai ricordi. Sono felice ogni volta di una pienezza nuova.
Ancora una volta ci sono tornato e non ha fatto eccezione.
Abituato a muovermi con fare ondivago e dominato dall’ispirazione, ho abbandonato la programmazione e la disciplina per non disperdere preziose energie mentali e fisiche. Il piacere è stato la mia sola stella polare e nell’intricato tessuto delle calli, nella stratificazione di una storia millenaria, nell’universalità di cultura, di saperi e di innumerevoli opere d’arte e architettoniche disseminate ovunque, ho cercato tutto quanto potesse concorrere alla realizzazione dei miei sogni.
Neppure la calura opprimente dell’ estate o le uggiose spire delle grigie stagioni hanno saputo vincere nel tempo la forza del mio sempre più attuale e vivo desiderio di possederla.

Rosario Tiso





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