Un tursiope rimasto intrappolato in un pezzo di plastica nelle acque delle Hawaii (© Flip Nicklin/Minden Pictures/Corbis)
Immaginate una discarica grande più di due volte l'Italia, riempita con ogni tipo di pattumiera immaginabile. Fatto? Perfetto. Ora immaginatela mentra galleggia nel bel mezzo del Pacifico. No, non è un film dell'orrore a tema catastrofico-ambientale, ma una sommaria descrizione del Great Pacific Garbage Patch, meglio nota come l'Isola dei Rifiuti, un immenso ammasso di plastica e immondizia accumulato dalle correnti marine tra la California e le isole Hawaii. (guarda come si crea in questo multimedia)
Mina (ecologica) vagante
Considerata da anni una delle più grandi minacce all'ecosistema oceanico, questa incredibile discarica galleggiante non solo non accenna a ridursi, ma secondo le ultime ricerche si sta addirittura espandendo. Lo affermano gli oceanografi dello Scripps Institute in un articolo pubblicato sull'ultimo numero di Biology Letters. Secondo i ricercatori, l'aumento della massa di immondizia galleggiante sta mettendo in grave pericolo i più piccoli abitanti dell'Oceano.
(Guarda i bidoni dell'immondizia più strani del mondo)
Molti insetti e creature marine stanno infatti deponendo le uova sul materiale plastico che ricopre le acque anzichè sui detriti naturali che normalmente dovrebbero galleggiare sulla superficie. «Si tratta di qualcosa che non dovrebbe trovarsi lì e che nel medio periodo potrebbe danneggiare irrimediabilmente il micro-habitat che si trova alla base dell'intero ecosistema oceanico» ha dichiarato alla stampa Miriam Goldstein, una delle ricercatrici.
La strage degli innocenti
Già nel 2006 il Los Angeles Times aveva raccontato la triste fine di oltre 200.000 albatross dell'atollo Midway che, sorvolando la distesa di pattume, hanno scambiato i rifiuti per cibo, morendo così intossicati, soffocati o disidratati.
Ma da dove arriva tutta questa immondizia? Dal giro del Pacifico Settentrionale, un insieme di correnti marine e di venti che raccoglie gran parte dei detriti che si trovano in mare trasportandoli tutti nella stessa zona.
Secondo le ricerche l'80% circa dei rifiuti umani che si trovano in mare arrivano dalla terra ferma, trasportati dai venti e dalle piogge. Solo un modesto 20% viene gettato o abbandonato direttamente in acqua. E un pezzo di plastica, una volta che ragginge il mare, può vagare indistrubato per secoli.
I ricercatori affermano che ogni chiolometro quadrato di mare ospita oltre 30.000 rifiuti plastici, le cui dimensioni possono anche essere inferiori al centimetro. E questo spiegherebbe come mai, secondo le analisi, oltre il 10% del pesce pescato dagli oceanografi dello Scripps Institute aveva ingerito plastica.
Mina (ecologica) vagante
Considerata da anni una delle più grandi minacce all'ecosistema oceanico, questa incredibile discarica galleggiante non solo non accenna a ridursi, ma secondo le ultime ricerche si sta addirittura espandendo. Lo affermano gli oceanografi dello Scripps Institute in un articolo pubblicato sull'ultimo numero di Biology Letters. Secondo i ricercatori, l'aumento della massa di immondizia galleggiante sta mettendo in grave pericolo i più piccoli abitanti dell'Oceano.
(Guarda i bidoni dell'immondizia più strani del mondo)
Molti insetti e creature marine stanno infatti deponendo le uova sul materiale plastico che ricopre le acque anzichè sui detriti naturali che normalmente dovrebbero galleggiare sulla superficie. «Si tratta di qualcosa che non dovrebbe trovarsi lì e che nel medio periodo potrebbe danneggiare irrimediabilmente il micro-habitat che si trova alla base dell'intero ecosistema oceanico» ha dichiarato alla stampa Miriam Goldstein, una delle ricercatrici.
La strage degli innocenti
Già nel 2006 il Los Angeles Times aveva raccontato la triste fine di oltre 200.000 albatross dell'atollo Midway che, sorvolando la distesa di pattume, hanno scambiato i rifiuti per cibo, morendo così intossicati, soffocati o disidratati.
Ma da dove arriva tutta questa immondizia? Dal giro del Pacifico Settentrionale, un insieme di correnti marine e di venti che raccoglie gran parte dei detriti che si trovano in mare trasportandoli tutti nella stessa zona.
Secondo le ricerche l'80% circa dei rifiuti umani che si trovano in mare arrivano dalla terra ferma, trasportati dai venti e dalle piogge. Solo un modesto 20% viene gettato o abbandonato direttamente in acqua. E un pezzo di plastica, una volta che ragginge il mare, può vagare indistrubato per secoli.
I ricercatori affermano che ogni chiolometro quadrato di mare ospita oltre 30.000 rifiuti plastici, le cui dimensioni possono anche essere inferiori al centimetro. E questo spiegherebbe come mai, secondo le analisi, oltre il 10% del pesce pescato dagli oceanografi dello Scripps Institute aveva ingerito plastica.
fonte http://www.focus.it/
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