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venerdì 21 febbraio 2020

Lo “schema Soros” e l’immigrazione indotta




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1, 2, 3… TANA PER SOROS!
Per carità, sarà solo un caso, una coincidenza di quelle che servono agli scettici per dimostrare che non c’è un senso nelle cose. Fatto sta che ogni volta che la società civile, gli umanitaristi della domenica, le sentinelle democratiche scendono in piazza contro il cattivo di turno (che si chiami Putin, Trump o Marine Le Pen), dietro a loro fa capolino la faccia di Soros o meglio, il suo portafoglio.
Anche nell’ultimo caso, quello del Decreto esecutivo sull’immigrazione voluto da Trump, le proteste inscenate in tutta America sono state organizzate da gruppi mantenuti con i soldi del filantropo miliardario.
Come ha evidenziato Aaron Klein su Breitbart, gli avvocati che hanno messo in piedi le azioni legali contro il Decreto Trump, appartengono a tre associazioni per i diritti degli immigrati: la ACLU (American Civil Liberties Union), il National Immigration Law Center e l’Urban Justice Center. Tutte e tre sono finanziate, per milioni di dollari, dalla Open Society di Soros (la ACLU addirittura ha ricevuto 50 milioni solo nel 2014).
Una delle avvocatesse in prima linea nella battaglia legale, Taryn Higashi, è componente dell’Advisory Board dell’Inziativa per l’Immigrazione Internazionale della Open Society.

Dopo le manifestazioni di protesta all’indomani del voto e la Marcia delle Donne, questa è la terza iniziativa anti-Trump che vede la ragnatela di Shelob/Soros dispiegarsi contro quella parte dell’America colpevole di non aver votato la sua candidata in busta paga, Hillary Clinton.
Come direbbe Poirot: “una coincidenza è solo una coincidenza, due coincidenze sono un indizio, tre coincidenze sono una prova”; e se ci aggiungiamo anche la famosa battaglia contro le “fake-news” che inquinano la purezza dell’informazione mainstream (salvo poi scoprire che a produrre fake news è proprio il mainstream), diciamo che abbiamo la quasi certezza che a Soros non è andata molto giù l’elezione di Trump.
Soros-Obama-ClintonSOROS E L’IMMIGRAZIONE ILLEGALE
Tra tutte le cause “progressiste” che Soros finanzia, quella per agevolare l’immigrazione clandestina è forse la più curiosa (ed anche la più rivelatrice).
Nel 2014 il New York Times rivelò che la decisione di Obama di modificare la legge sull’immigrazione per facilitare il riconoscimento degli irregolari, fu spinta dalla campagna delle associazioni pro-immigrati divenute una “forza nazionale” grazie all’enorme quantità di denaro versato nelle loro casse dalle ricchissime fondazioni di sinistra tra cui, appunto, la Open Society di Soros (oltre alla sempre presente Ford Foundation); “Negli ultimi dieci anni – scrive il NYT – questi donatori hanno investito più di 300 milioni di dollari nelle organizzazioni di immigrati” che lottano “per riconoscere la cittadinanza a quelli entrati illegalmente”.
Ora, Soros, che di mestiere fa lo speculatore finanziario, è uno che con i soldi non produce ricchezza ma povertà. Il suo lavoro è, di fatto, scommettere sulla perdita degli altri; lui vince se il mondo perde.
Soros appartiene a quella aristocrazia del denaro per la quale, crisi economiche guerre, sono linfa vitale per il proprio portafoglio (e per il proprio potere).
E infatti i suoi miliardi li ha fatti (e continua a farli) mettendo in ginocchio le economie di mezzo mondo; ne sappiamo qualcosa anche noi italiani che nel 1992, subimmo l’attacco speculativo orchestrato dal suo fondo “Quantum” che bruciò il corrispettivo di 48 miliardi di dollari delle nostre riserve valutarie, costringendo la Lira ad uscire dallo Sme (insieme alla sterlina inglese).
E se “destabilizzare le economie” è il suo lavoro, destabilizzare i governi è il suo hobby; e così Soros finanzia da anni rivoluzioni colorate (dall’est Europa alle Primavere Arabe) che altro non sono che guerre civili all’interno di Stati sovrani per sostituire governi legittimi con replicanti a lui rispondenti; e adotta (finanziando campagne elettorali) candidati particolarmente inclini a fare le “guerre umanitarie” con cui stravolgere intere aree del mondo.
soros-quoteLO SCHEMA SOROS: POVERI-PROFUGHI-IMMIGRATI
Per semplificare (anche troppo) lo chiameremo “SCHEMA SOROS” anche se in realtà è un preciso disegno dell’élite tecno-finanziaria per costruire il proprio sistema di potere globale.
Lo “Schema Soros” funziona così: l’élite prima produce i poveri, poi trasforma alcuni di loro in profughi attraverso una bella guerra umanitaria o una colorata rivoluzione (in realtà i profughi sono meno della metà degli immigrati) e poi li spinge ad entrare illegalmente in Europa e in Usa grazie alle sue associazioni umanitarie, ricattando i governi occidentali e i leader che essa stessa finanzia affinché approvino legislazioni che di fatto eliminano il reato di immigrazione clandestina. Il tutto, ovviamente, per amore dell’Umanità.
In questo schema un ruolo centrale ce l’ha il sistema dei media e della cultura nel manipolare l’immaginario simbolico e costruire il “pericolo xenofobo e populista” contro chiunque provi ad opporsi a questo processo.
E francamente fa uno strano effetto vedere la sinistra americana di Obama e della Clinton solidarizzare con i profughi dopo aver lanciato sulla loro testa 26.000 bombe solo nel 2016 (quasi 50.000 in due anni) e venduto ai loro governi più armi di qualsiasi amministrazione americana, nel rumorosissimo silenzio di Soros e dei benpensanti che oggi scendono in piazza contro Trump.
A COSA SERVE L’IMMIGRAZIONE INDOTTA?
L’immigrazione in atto non è un processo naturale ma indotto per consolidare un modello incentrato non sulla ricchezza reale (produzione di beni e consumo) a vantaggio di tutti, ma su quella “irreale” del debito e dell’usura, a vantaggio di pochi.
La globalizzazione non è altro che il processo di concentrazione della ricchezza mondiale nelle mani di un numero sempre più ristretto di persone (quel famoso 1% che detiene il 50% della ricchezza globale).
Per l’Occidente il vero sconvolgimento è la dissoluzione della classe media, l’erosione ormai costante di quella che è stata il motore trainante dello sviluppo economico e civile dell’ultimo secolo e mezzo.
Non è un caso che “l’abbattimento della borghesia” (sogno di ogni ideologia totalitaria di destra e di sinistra) va di pari passo con i tentativi di smantellamento delle democrazie in atto in Occidente attraverso l’ascesa di governi tecnocratici e revisioni costituzionali scritte direttamente dai banchieri.
Per Soros e per l’élite tecno-finanziaria, “la democrazia è un lusso antiquato” (come scrisse il Financial Times, la Bibbia del gotha finanziario); e i meccanismi di sovranità popolare e rappresentanza parlamentare sono un intralcio alla gestione diretta del potere.
Il processo d’immigrazione indotta serve proprio a questo: disarticolare l’ordine sociale e culturale, generare conflitti endemici (guerra tra poveri), imporre legislazioni più autoritarie, alterare l’equilibrio demografico e generare un’appiattimento della stratificazione sociale per ridurre il peso di quella classe media, elemento da sempre in conflitto con le élite.
Per Soros e i suoi amici è molto più funzionale una società a due livelli: una élite con in mano grande potere economico (e decisionale) in grado di gestire anche i flussi informativi (e formativi) e una massa sempre più povera, dipendente da questa élite e dall’immaginario che essa costruisce; e nel progetto globalista, le identità nazionali e religiose (proprio perché pericolose costruttrici di senso) devono essere annullate all’interno di una massa indistinta e perfettamente funzionale al sistema di dominio.
Il sogno di un mondo governato da pochi plutocrati passa per la dissoluzione dell’Occidente come lo conosciamo e l’immigrazione di massa costruita a tavolino e legittimata persino nelle dichiarazioni ufficiali dei tecnorati sulla “Migrazione Sostitutiva”serve a trasformare il loro sogno nel nostro incubo.

GIAMPAOLO ROSSI



martedì 18 febbraio 2020

Scienziati cinesi: "Il coronavirus è uscito da un laboratorio vicino al mercato di Wuhan"

CORONAVIRUS: LA VERITA’…

I biologi Botao Xiao e Lei Xiao della South China University gettano nuove ombre sullʼiniziale diffusione del virus


Uno studio prodotto da alcuni scienziati della South China University getta nuove ombre sulle prime fasi di diffusione del coronavirus. Secondo fonti ufficiali, il virus sarebbe stato trasmesso all'uomo da pipistrelli contaminati venduti in un mercato del pesce di Wuhan, I biologi Botao Xiao e Lei Xiao, nel loro rapporto, hanno invece scritto che il coronavirus avrebbe avuto origine in un laboratorio vicino al mercato della città epicentro dell'epidemia.


Gli scienziati hanno contestato la versione ufficiale secondo la quale l'agente patogeno si sarebbe trasmesso direttamente dai pipistrelli all'uomo in quanto la probabilità che questi animali potessero volare sopra il mercato era "molto bassa". Inoltre, come risulta dalle testimonianze, il pipistrello non sarebbe un cibo venduto in città e in particolare in quel mercato. 

Il laboratorio nei pressi del mercatoCosì i ricercatori hanno analizzato l'area circostante al mercato e hanno identificato due laboratori che conducono ricerche su pipistrelli e agenti patogeni. Il più vicino, il Wuhan Center for Disease Control and Prevention, si trova a soli 280 metri dal centro di diffusione del virus. In passato uno scienziato che lavora in quel laboratorio ha riferito di essere stato attaccato dagli stessi pipistrelli due volte e, conoscendo l'estremo pericolo della possibile infezione, si è messo in entrambe le occasioni in quarantena volontaria per 14 giorni. Secondo gli scienziati, dunque, "è plausibile che il virus sia trapelato dal laboratorio e abbia così contaminato i pazienti iniziali, anche se in studi futuri saranno necessarie solide prove".

Il secondo laboratorioMa non è finita qui, perché gli stessi studiosi della South China University hanno analizzato anche la possibilità che il coronavirus sia fuoriuscito da un secondo laboratorio, posto a 12 chilometri di distanza dall'ormai noto mercato del pesce di Wuhan. In un recente studio, si evidenziava come al suo interno gli scienziati stessero testando un particolare virus sui pipistrelli, partendo dalla primordiale Sars. E secondo quanto pubblicato dal pool di ricercatori, questo derivato potrebbe essere trapelato dal laboratorio. 

 Le conclusioni In attesa di maggiori evidenze lo studio si conclude con un avvertimento: "Potrebbe essere necessario rafforzare i livelli di sicurezza nei laboratori a rischio biologico ad alto rischio, che potrebbero essere trasferiti lontani dai centri urbani e da altri luoghi densamente popolati".

WUHAN: CHI PARLA SCOMPARE (Giornalisti desaparecidos)


Magaldi: Salvini e Meloni si decideranno a battersi per noi?



Salvini che sparacchia su Bruxelles ma poi incarica Giorgetti di correggere il tiro, e intanto (evidentemente mal consigliato) bacchetta le donne che scambierebbero l’aborto per un’alternativa alla contraccezione, giusto per deliziare gli antiabortisti cronici. La Meloni risponde da par suo: condanna il bieco Fiscal Compact ma al tempo stesso assolve il suo gemello, il pareggio di bilancio. Gli altri politici? Non pervenuti: quei temi, nemmeno li sfiorano per scherzo. In questo frangente si salva solo l’indifendibile, inesistente Renzi: almeno, ha il coraggio di puntare sulla prescrizione, come ciambella di salvataggio in un sistema-giustizia che impiega secoli per emettere una sentenza, spesso dopo aver messo alla gogna presunti colpevoli che poi si scoprono innocenti. Ma che razza di paese è mai questo? C’è qualcuno che ha idea di come si potrebbe pilotare l’Italia, nel 2020 e soprattutto nei prossimi anni, in base a una parvenza di disegno strategico? Pare di no, purtroppo: si vive solo alla giornata, rincorrendo effimeri consensi. E mentre Lega e Fratelli d’Italia colpiscono nel mucchio, senza un piano preordinato né una visione leggibile, il Pd si limita all’eterno ruolo di cameriere italiano dell’Ue, attorniato dal fantasma imbarazzante dei 5 Stelle: dopo aver tradito tutte le promesse, i grillini credono di cavarsela tagliando futuri parlamentari e attuali vitalizi.
Stendendo un velo pietoso su Zingaretti, Di Maio e l’intera scolaresca di Conte, non c’è molto di che consolarsi neppure osservando gli ultimi svolazzi propagandistici dell’opposizione: «Alla fine, queste continue oscillazioni non pagano», sostiene Salvini agita il crocifissoGioele Magaldi, fondatore di un gruppo d’opinione – il Movimento Roosevelt – nato nel 2015 per tentare di inoculare nei partiti italiani il virus della sovranità democratica. Sotto osservazione, in particolare, c’è l’ex Carroccio, salito dal 4 al 30% in pochissimi anni, destando – a seconda dei casi – grandi speranze e grandi paure. «La Lega di Salvini, spesso ingiustamente criticata – dice Magaldi – deve puntare a rendersi più progressista, più laica, più “larga” nella percezione dell’elettorato, e anche più congruente, più coerente, con meno distanza tra le parole e i fatti». Per Magaldi, «non si cresce agitando in modo disorganizzato alcuni temi, che possono piacere di volta in volta agli uni o agli altri: si cresce se si ha un progetto convincente per l’Italia». E questo «vale per la Lega, ma anche per gli altri partiti, inclusi quelli di governo». Secondo il leader “rooseveltiano”, l’Italia ha bisogno di un progetto lungimirante, «non a breve termine, non fatto di improvvisazioni e di esternazioni naïf».
Analogo messaggio per Giorgia Meloni, se è vero che ha bocciato il Fiscal Compact dichiarando però di approvare l’omologo pareggio di bilancio, dato che – secondo la nota canzoncina, clamorosamente falsa – avremmo “vissuto al di sopra nei nostri mezzi”: «Questo è un obbrobrio della peggiore cucina neoliberista, quella grossolana che usava Margaret Thatcher quando doveva parlare ai semi-analfabeti». Spiegazione semplicissima: «Il pareggio di bilancio non ha alcun valore economico e non ha nulla a che fare con una gestione oculata delle risorse», protesta Magaldi: «E’ una cosa vecchia come il cucco, già appartenente alla “teologia” liberista (non ancora neoliberista)». Triste archeologia dell’Italia post-unitaria: «Quintino Sella impose al paese il pareggio di bilancio con un costo sociale tremendo, reprimendo i poveri che scendevano in piazza a Giorgia Melonireclamare il pane». Per Magaldi, «sono pagine infami della storia italiana: il pareggio di bilancio, voluto dalla destra storica nella seconda metà dell’Ottocento, è stato qualcosa di iniquo e classista, in un contesto di grandi disuguaglianze – come quello che viviamo oggi».
Attenzione: «Se le persone fin qui hanno premiato Fratelli d’Italia e la Lega, è perché hanno creduto di poter proiettare delle speranze di rottura con il paradigma neoliberista, finora egemone proprio nelle istituzioni della Disunione Europea». Nel momento in cui, invece, «ci si dimostra stupidamente conformati a quel paradigma», allora i conti non tornano più: «Come si fa a dirsi contro il Fiscal Compact ma a favore del pareggio di bilancio? E’ una contraddizione sciocca». Chiosa Magaldi: «Vorrei invitare la Meloni e Salvini a parlare di meno, studiare di più e ascoltare di più: ne trarranno beneficio sia loro, sia il popolo italiano». E a proposito di formazione personale: non era Salvini quello che si era messo finalmente a “studiare”, per accrescere la sua statura politica in vista di un rinnovamento radicale della governance del paese? «Confermo», risponde Magaldi, in web-streaming su YouTube: «Salvini ha iniziato un percorso di studi per capire come va il mondo, anche da un punto di vista più “sottile” e meno percepito, sul piano essoterico». Chiaro riferimento al mondo delle superlogge internazionali, che secondo lo stesso Magaldi (autore del saggio “Massoni”, edito da Chiarelettere nel 2014) reggono dietro le quinte i destini del pianeta.
Del resto, aggiunge il presidente del Movimento Roosevelt (massone progressista e “gran maestro” del Grande Oriente Democratico), sono sempre gli stessi salotti super-riservati a giocarsi la partita, anche nell’Italia di oggi: «I due pesi massimi Magaldiche si stanno sfidando, in vista dell’elezione al Quirinale dopo Mattarella, sono i supermassoni Romano Prodi e Mario Draghi, grandi protagonisti dell’involuzione neoaristocratica e post-democratica dell’Unione Europea». La differenza? «Insieme a Christine Lagarde, ora alla guida della Bce, Draghi vorrebbe passare al campo progressista, smentendo la sua stessa storia: sarebbe una rivoluzione decisiva e utile per tutti, ammesso che poi ai propositi seguano anche le azioni». Come dire: il campionato è lungo e i big match devono ancora venire, ma intanto le squadre si stanno scaldando in vista di un derby clamoroso: da una parte Prodi e l’eternità dell’austerity “teologica”, dall’altra il possibile ritorno a un’economia keynesiana che faccia sparire, di colpo, lo spauracchio fittizio del debito e il ricatto dello spread. Ergo: meglio evitare di perdere tempo in chiassate estemporanee, acchiappa-voti. L’unica cosa da fare, per Magaldi, è allenare i muscoli per quando i voti serviranno davvero: urge una politica capace di cogliere la sfida e cambiare volto al futuro, ma sul serio, affrontando gli oligarchi europei una volta per tutte. Salvini e Meloni prendano nota: perché cazzeggiare ancora al Bar dello Sport, visto che c’è da ricostruire l’Italia?

IL VATICANO DEVE QUERELARE ZAGAMI


Blog  di Leo Lyon Zagami:

ESCLUSIVO MONDIALE: il fidanzato di papa Francesco è nominato segretario personale


Papa Francesco e il quarantenne sacerdote uruguaiano, Gonzalo Emilio, si conoscono dal 2006, quando il cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, si è messo in contatto con lui dopo aver notato il sacerdote durante la messa e subito sentito innamorato del suo bellezza. Poco dopo l’incontro, il cardinale Bergoglio chiamò padre Emilio, che inizialmente pensava che fosse uno scherzo di uno dei suoi amici sacerdoti. Da allora, la loro storia d’amore è sbocciata ed è diventato uno dei segreti meglio custoditi del Vaticano.
Tuttavia, il rapporto attorno al fidanzato di Bergoglio, padre Emilio, divenne più pubblico il 17 marzo 2013 (quattro giorni dopo l’elezione di Francesco al trono papale), quando papa Francesco, mentre salutava i fedeli riuniti fuori Porta Sant’Anna , invitò il padre Emilio lo seguirà in chiesa dove celebrerà la sua prima messa con i fedeli dopo la sua elezione. Alla fine della liturgia, Francesco lo chiamò al suo fianco e lo presentò, chiedendo a tutti di pregare per lui e il suo lavoro con i bambini di strada, era un po ‘come l’introduzione del suo compagno segreto, hanno detto alcuni membri del Vaticano LGBTQ Comunità.
La foto di quel momento insolito che mostra un giovane bello e sorridente sacerdote mano nella mano  con un visibilmente felice Papa Francesco, che sembrava come se stesse uscendo da un matrimonio gay, è stato parzialmente ri-pubblicato ieri dal sito del Vaticano Notizie del Vaticano nel presentazione ufficiale che ha accompagnato la nomina di Padre Emilio a nuovo segretario personale del Papa, omettendo la parte inferiore della foto originale che mostra loro tenendosi per mano in un modo molto intimo:
Sembra che papa Francesco abbia trovato il “suo” padre Georg. […]
Padre Emilio sostituirà padre Fabián Pedacchio, che una volta era stato descritto come una ” spia del cardinale Bergoglio a Roma”,  che ora è libero di tornare al suo precedente lavoro nella Congregazione per i vescovi, come annunciato a novembre 2019 da il segretario stampa vaticano Matteo Bruni che ha comunicato che Pedacchio tornerà a tempo pieno alla Congregazione per i vescovi.
Nel giugno 2013, apparentemente sotto pressione, padre Pedacchio ha fatto una dichiarazione piuttosto strana: “Voglio mantenere un profilo basso. Sto facendo del mio meglio per assistere al Santo Padre, senza rivelare nulla della vita privata di Papa Francesco ”.
Fonti vaticane fidate hanno detto a leozagami.com che padre Pedacchio è stato rimosso dal suo ufficio in modo che papa Francesco non solo potesse finalmente vivere la sua vita sentimentale in privato con padre Gonzalo Emilio, ma anche iniziare a preparare le basi per le sue dimissioni dopo la morte di papa Ratzinger “….

Non voglio, non posso crederci. Il Vaticano  deve   querelare il massone per calunnia!


venerdì 14 febbraio 2020

“The Ahuman Manifesto”: Una soluzione ai cambiamenti climatici? L’estinzione umana (Folli di estrema sinistra che casualmente sono anche professori universitari)

Una accademica della Cambridge ha proposto un nuovo modo radicale per risolvere i cambiamenti climatici, ovvero l’estinzione umana.
Patricia MacCormack, professoressa di filosofia continentale all’Università Anglia Ruskin, ha appena pubblicato il suo nuovo libro The Ahuman Manifesto, pubblicato a Cambridge mercoledi` scorso.
Il libro sostiene che a causa del danno arrecato ad altre creature viventi sulla Terra, dovremmo iniziare gradualmente a eliminare gradualmente la riproduzione. Ma invece che procurare disgusto e rigetto, ha generato discussioni grazie al suo tono gioioso e ottimista, sul futuro della Terra – senza l’umanità.
Tocca anche diversi argomenti cari alle persone “woke”, come la religione il veganismo (non e` woke essere vegani) al concetto di politica identitaria, e come la creazione di una societa` gerarchia ci abbia lasciato ciechi di fronte alla distruzione che stiamo causando al nostro habitat e ad altre forme di vita.
Parlando con CambridgeshireLive, la professoressa MacCormack ha sottolineato come è arrivata a questo punto di vista e come queste idee non siano così provocatorie come potrebbero inizialmente sembrare. (Nel mondo woke nulla e` troppo estremo, guarda l’aborto al nono mese ad esempio)
Ha detto: “Sono arrivata a questa idea riflettendo su un paio di nozioni. Sono stata introdotta alla filosofia a causa del mio interesse per il femminismo e per la teoria queer, i diritti riproduttivi, quindi, sono stati per lungo tempo un mio interesse – questo mi ha portata a saperne di più sui diritti degli animali, grazie a questo sono diventata vegana.
“La premessa di base del libro è che siamo nell’era dell’Antropocene, l’umanità ha causato problemi di massa, tra questi vi e` la gerarchizzazione della societa` in cui le persone bianche, di sesso maschile, eterosessuali e di talento hanno successo, e le persone di razze, generi e sessualità diversi e coloro che hanno disabilità lottano per aver lo stesso successo dei bianchi.
“È qui che entra in gioco l’idea di smantellare la politica identitaria: meritano diritti non per quello che sono, ma perché semplicemente sono.
“Il libro sostiene anche che dobbiamo smantellare la religione e altri poteri forti come la chiesa del capitalismo o il culto di sé, in quanto fa sì che le persone agiscano secondo regole imposte piuttosto che rispondere riflettendo alle situazioni che si presentano davanti a loro”.
L’argomento centrale del Manifesto Ahuman può essere riassunto in questo modo: l’umanità è già ridotta in schiavitù dal capitalismo e, a causa del danno che ciò ha causato, l’eliminazione graduale della riproduzione è l’unico modo per riparare il danno fatto al pianeta.
Inoltre, l’umanità deve vedere che non è l’unica forza dominante vivente, ma prima di tutto deve smantellare la gerarchia consolidata. Questo argomento non ha ricevuto tutto il disaccordo che ci si potrebbe aspettare.
La professoressa MacCormack ha continuato: “Tutti sono d’accordo con le idee nel libro fino a quando non viene detto loro che avrebbero dovuto agire in prima persona. C’è molto accordo sul fatto che questi cambiamenti potrebbero funzionare per il mondo, ma quando si impone sulle persone, diventa proattivo.
Non si tratta della nostra morte, ma di celebrare gli strumenti che esistono per prendersi cura di una Terra in via di distruzione.
“Le persone si chiedono perché non penso che gli esseri umani siano esseri eccezionali e dominanti, ma quando chiedo loro perché lo pensano, non ricevo mai una buona risposta. Il modo in cui percepiamo il mondo non è unico, non pensiamo mai alla vita animale.
“Anche Extinction Rebellion si concentra solo sull’effetto che questo avrà sulla vita umana quando il cambiamento climatico è qualcosa che influenzerà ogni essere vivente sul pianeta.”

DIEGO FUSARO: L'inganno della "lotta all'odio". Fabio Fazio smascherato con Spinoza


Coronavirus e bioterrorismo.Tutto quello che devi sapere per difenderti.


SEGRETARIO PD FESTEGGIA LE FOIBE CON FOTO TITO


Zaia ha cacciato un consigliere leghista perché ha detto un’ovvietà – gli italiani sono bianchi -, il Pd non caccia chi celebra le foibe:

Il segretario del circolo di Bruino, Stefano Marengo, pubblica la foto dell’infoibatore con un cuore nel .
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fonte  https://voxnews.info/2020/02/12/segretario-pd-festeggia-le-foibe-con-foto-tito/

Londra: Il Times dice che abbracciare i ruoli di genere tradizionali e` una forma di estremismo simile all’ISIS

Il Times di Londra è diventato l’ultimo punto di riferimento dei media nel suggerire che abbracciare i ruoli di genere tradizionali è una forma di estremismo con un articolo che afferma che le cosiddette “mogli tradizionali” sono alla pari con le “spose dell’ISIS”.
“Una crescente comunità online di donne sta rifiutando il femminismo a favore della sottomissione agli uomini. Le tecniche usate per radicalizzarle sono simili a quelle usate per controllare le spose dell’Isis ”, scrive Julia Ebner.
Ebner lavora per l’Institute for Strategic Dialogue (ISD), un think tank che collabora con i governi nazionali, Google e altri “per contrastare l’odio e l’estremismo nel Regno Unito”.
Apparentemente, le donne che scelgono di essere sottomesse agli uomini nel quadro di un matrimonio tradizionale rappresentano ora un movimento estremista.
La ricercatrice autoproclamatasi “antifascista” Becca Lewis ha reagito a un pezzo della BBC sulle “mogli tradizionali” etichettandolo come “propaganda suprematista bianca”.
Il New York Times ha anche pubblicato un articolo in cui si afferma che ” la cosiddetta mamma tradizionale è un ceppo virulento del nazionalismo bianco.
Forse la cosa più divertente di tutta questa isteria è il fatto che le “mogli tradizionali” sono in gran parte solo un meme su Twitter.
Tuttavia, esiste una piccola minoranza di persone che vivono in Occidente e vogliono abbracciare ruoli di genere più tradizionali basati sulla fede, al fine di sfuggire al degrado infernale della modernità che ha contribuito a registrare alti tassi di depressione e suicidio tra i giovani.
E per questo, sono demonizzati alla pari dei terroristi.
I media ti odiano.