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lunedì 27 agosto 2018

FATE UN ATTO POLITICO: COMPRATE “LA VERITA'”

E’ solo la prima risposta possibile, ovviamente. E’ il solo mezzo di comunicazioe  che sostenga Salvini.
Contro il regime della malavit, quello di prima:
L’ammiraglio Pettorino è stato nominato comandante generale delle Capitanerie di porto il 10/2/18 dall’ex Premier Gentiloni, a 20 giorni dal voto.
























Ecco perché a Genova non si toccano i Benetton:
“…La Severino, nel corso della sua lunga carriera di avvocato di primissimo piano, ha difeso anche Romano Prodi nel processo sulla vendita della Cirio; da docente universitaria, Paola Severino ha anche collaborato, alla Luiss, con la cattedra di Giovanni Maria Flick, che successivamente è stato ministro di Grazia e giustizia nel governo Prodi…”
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/tutte-auto-strade-portano-prodi-ndash-rsquo-ex-ministro-paolo-181312.htm
21 ago 2018 17:30
TUTTE LE (AUTO)STRADE PORTANO A PRODI – L’EX MINISTRO PAOLO COSTA, GROS PIETRO E ORA (COME DAGO-ANTICIPATO) LA SEVERINO COME LEGALE: ECCO TUTTI GLI UOMINI E LE DONNE DEL “MORTADELLA” PASSATI A LAVORARE PER I BENETTON – OLTRE AGLI AVVOCATI, PER GESTIRE LA TRAGEDIA DI GENOVA LA FAMIGLIA RINFORZA LE COMUNICAZIONI CON L’EX PORTAVOCE DEL MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI, GIANLUCA COMIN
Sarà certamente un caso, ma l’ armata di professionisti della comunicazione e avvocati che i Benetton stanno mettendo in campo per difendere le concessioni di Atlantia ha un minimo comune denominatore che si chiama Romano Prodi.
Ieri La Verità, passando al microscopio l’ elenco dei protagonisti della politica che dopo aver concluso la loro esperienza nelle istituzioni si sono accomodati su prestigiose poltrone di comando delle società della famiglia Benetton, ha portato alla luce il caso di Paolo Costa, ministro dei Lavori pubblici tra il 1997 e il 1998.
Paolo Costa Paolo Costa
Costa, nel 2010, è stato chiamato a presiedere il consiglio di amministrazione di Spea Engineering, una controllata di Autostrade per l’ Italia; nel 2016 il gruppo Atlantia ha vinto la gara per la privatizzazione dell’ aeroporto di Nizza e di due altri piccoli scali regionali e i Benetton gli hanno chiesto di sedere nel consiglio di sorveglianza dell’ aeroporto francese.
Sempre La Verità ha ricordato che a cedere in concessione, nel 1999, una parte delle autostrade italiane al gruppo Benetton fu «l’ allora presidente dell’ Iri, Gian Maria Gros Pietro, gran frequentatore di salotti che contano e amico di Romano Prodi. Subito dopo la privatizzazione delle autostrade, Gros Pietro fu assunto dai Benetton per presiedere le autostrade. Stipendio: 1 milione di euro l’ anno».
(Foto: pietro lunardi, gian maria gros pietro, silvio berlusconi, gilberto benetton e vito gamberale)
Al team di prodi difensori di Atlantia, ieri, si sono aggiunte altre due vecchie conoscenze del professore bolognese. La più nota è certamente Paola Severino: stando al sito Dagospia, l’ ex ministro della Giustizia del governo guidato da Mario Monti farà parte del team di legali pronti a combattere al fianco dei Benetton per scongiurare la revoca della concessione annunciata dal governo e per limitare il più possibile i danni economici provocati al gruppo dalla tragedia di Genova.
paola severino
La Severino, nel corso della sua lunga carriera di avvocato di primissimo piano, ha difeso anche Romano Prodi nel processo sulla vendita della Cirio; da docente universitaria, Paola Severino ha anche collaborato, alla Luiss, con la cattedra di Giovanni Maria Flick, che successivamente è stato ministro di Grazia e giustizia nel governo Prodi.

Tra i suoi clienti eccellenti c’ è stato anche Francesco Gaetano Caltagirone, che ha avuto la Severino come avvocato nell’ inchiesta di Perugia su Enimont. Ricordiamo che i Benetton hanno avuto partecipazioni, poi dismesse, in Rcs, nel Sole 24 Ore e in Caltagirone editore.
Non c’ è solo il settore legale a essere rinforzato in queste ore: i Benetton stanno puntando molto sulla comunicazione, considerato che le prime reazioni seguite al crollo del ponte Morandi hanno lasciato molto a desiderare.

La famiglia nei giorni scorsi ha deciso di affidare la gestione della comunicazione alla società Barabino & Partners, il cui titolare, Luca Barabino, è genovese, ma ieri è arrivata la notizia di un altro «rinforzo»: si tratta della Comin and partners, società di primo piano nel settore della consulenza strategica nella comunicazione e nelle relazioni istituzionali.
La società è stata fondata da Gianluca Comin, docente di Strategie di comunicazione e tecniche pubblicitarie alla facoltà di Economia dell’ Università Luiss Guido Carli, ex portavoce del ministero dei Lavori pubblici nel primo governo Prodi.

Carlo Tarallo per “la Verità”
https://www.maurizioblondet.it/fate-un-atto-politico-comprate-la-verita/

Salvini inquisito?! W l'Inquisizione!!!



Alla fine, dopo gli annunci alterni degli ultimi giorni, è arrivata la notizia: il ministro dell’Interno, il leghista Matteo Salvini, è formalmente inquisito dalla Procura di Agrigento per i fatti della Diciotti, la nave della Guardia costiera con a bordo 177 migranti bloccata nel porto di Catania per 5 giorni. Insieme a Salvini i reati di sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale sono stati contestati anche a un capo di gabinetto, Matteo Piantedosi. Ed ora cosa succede? Dopo la trafila procedurale la richiesta arriverà alla camera di competenza che può negare l’autorizzazione a procedere qualora ritenga che l’inquisito abbia agito per difendere un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante, oppure per perseguire un interesse pubblico ritenuto prioritario nell’esercizio della funzione di governo. Nessuno è mago, ma con Salvini che ieri ringraziava Conte per il supporto ricevuto, coloro che sperano che il M5S scarichi il ministro dell’Interno sembrano aver fatto male i conti.
Sulla decisione di Salvini di non far sbarcare i migranti si è scatenata la stampa Italiana parlando di barbarie, tentato omicidio plurimo, di caccia all’Ebreo come negli anni ’30, il tutto seguendo la scia di Roberto Saviano. Costui, forse da un attico Newyorkese, cinque giorni fa ricordava che Salvini calpesta la Costituzione ed implicitamente lo fa chi sostiene il governo M5S-Lega, da lui definito infame. Allo stesso tempo invitava i nostri parlamentari a salire a bordo della nave Diciotti, senza esservi stato, per verificare le condizioni di vita dei migranti. Alle dure parole di Saviano hanno fatto eco quelle di Martina, Boschi, Boldrini, Re Enzi e prelati contro un governo che, esercitando diritti propri di uno stato sovrano, stava gestendo un caso di un problema ben più grande. Alcuni hanno espresso le loro accuse durante la visita fatta alla nave a Catania, lanciando invettive già sentite che sostanzialmente rimangono attacchi privi di fondamento reale. Ai migranti, come nei casi precedenti, non sono state negate cure e approvvigionamenti, né sono stati vessati o rispediti da soli in alto mare.
La costituzione italiana stabilisce che il ministro dell’Interno è competente in materia di affari interni inerenti lo stato italiano, di attuare la politica interna del medesimo e di salvaguardare i diritti relativi l’immigrazione. La politica dello stato passa attraverso l’esecutivo e questo, espresso dall’attuale governo, ha stabilito di dire NO al business di esseri umani e all’immigrazione clandestina. In che modo Salvini abbia violato la Costituzione come sostiene Saviano, pur applicando rigidamente alcune prerogative proprie del suo ruolo, non è chiaro.
Al di là delle implicazioni ed interpretazioni giuridiche, dal Giugno scorso Salvini sta dimostrando a tutti – oppositori del PD, Chiesa, UE, e anche a Saviano – che l’Italia non riceve più migranti di cui, proprio in base ai rapporti tra gli stati membri, deve farsi carico l’Europa intera e i cento accolti ora dalla Chiesa, che probabilmente saranno ridistribuiti fra le varie parrocchie, non sminuiscono il risultato. E questo ancora prima di considerare che i migranti della Diciotti potrebbero ben essere tutti clandestini – che l’Italia respinge – della cui gestione avrebbe dovuto occuparsi Malta. Questo perché la Diciotti, cosa che molti media non dicono, ha raccolto i migranti al largo di Lampedusa dopo che il 15 Agosto un SOS era stato lanciato in acque Maltesi dal “Rescue Coordination Center” di La Valletta. L’unità della Guardia Costiera è così andata in soccorso di un barcone scortato verso il territorio Italiano da una nave “fantasma” che, a trasponder spento per evitare di essere identificata, si è volatilizzata.
La vicenda appare sempre più come un’emergenza creata ad hoc per causare all’Italia un problema che altri, dimostratisi meno responsabili, avrebbero dovuto gestire. Salvini, come nel caso dell’Aquarius che “salvava” migranti nel Golfo della Sirte in Libia prendendoli dalle mani degli scafisti per poi dichiarare di averli raccolti nel canale di Sicilia, conosce i retroscena di come il carico umano della Diciotti è arrivato a Catania. Ed è per questo che si fa ritrarre quando mangia contento un panino, mentre i migranti su suggerimento dei visitatori del gotha della sinistra erano invitati a fare lo sciopero della fame per protesta, ed è pronto ad incontrare il procuratore di Agrigento col sorriso sulle labbra, consapevole di aver vietato lo sbarco su decisione del governo che, come ha dichiarato Di Maio, stava cercando una soluzione al problema.
Potrebbe dimostrare di avere agito nell’interesse dello stato italiano anche senza l’appoggio dell’alleato 5 Stelle, che invece ha e che ha ribadito che la decisione di Salvini ottemperava ad una risoluzione comune. Inquisiranno l’intero esecutivo? Ne vedremmo delle belle, ma non sarà necessario arrivare a tanto poiché è già chiaro a tutti che Salvini, disposto a rinunciare all’immunità e farsi processare, sta ad anni luce dagli Alfano, i Berlusconi ed i Re enzi del passato, che in caso di indagini della magistratura si sono sempre trincerati nel privilegio negando ogni addebito anche di fronte all’evidenza. Lui no. Lui conferma di aver fatto il proprio dovere!
Il caso della Diciotti ha mostrato una volta di più come l’Italia sia considerata dall’UE. Quest’ultima, dopo l’impegno sottoscritto in primisda Francia e Germania due mesi fa, nel momento in cui serve ridistribuire i migranti e affrontare l’emergenza si volta dall’altra parte. Oltre alla Chiesa a farsi avanti sono state Albania – nazione che ha fatto domanda per entrare in UE e ancora non ne fa parte! – e Irlanda, nel giorno della visita del pontefice. Nei 3.000 km che separano Tirana da Dublino, in cui risiedono la diplomazia e i “Grandi” d’Europa, nessuno in Francia, Germania, Belgio o Olanda ha alzato la mano, dimostrando così ancora una volta che Salvini ha ragione: nei salottini di Bruxelles da anni se ne fregano dell’Italia a cui è stata affibbiato, con la compiacenza dei politici Italiani degli ultimi anni che lo hanno accettato senza battere ciglio, il ruolo di campo profughi d’Europa, destinato ad accudire e mantenere la meglio gioventù africana e medio-orientale, senza troppi sofismi su chi cerca asilo perché fugge da guerre o vuole giustamente ricostruirsi con impegno una nuova vita, e la massa di coloro che cercano solo un modo facile per farsi mantenere e partecipare in qualche modo al benessere del “nuovo mondo”, e per i quali cittadinanza ed integrazione sono parole vuote.


Tutto o quasi quello che arriva in Italia dovremmo tenercelo, perché implicitamente qualcuno “più saggio” di noi ha deciso che ce lo meritiamo e, mentre si riempie la bocca di solidarietà ed uguaglianza e spara a zero sull’”Italia vomitevole” e la “lebbra populista”, chiude porti e confini e spara ai migranti se gli va, pur di mantenere pulito il proprio giardinetto.
Questo anche gli Italiani meno attenti alla politica cominciano a capirlo, e solo sprovveduti o manipolatori che tentano di distrarre l’opinione pubblica vogliono far passare il messaggio che coloro che hanno sostenuto Salvini e la sua linea anche nel caso della Diciotti siano solo razzisti invasati. In realtà il consenso cresce fra tutti, fra gente costretta da anni a vivere con retribuzioni da miseria in città in declino tra immigrazione e criminalità, e che non può emigrare attraverso l’Atlantico negli USA per tentare di avere una vita migliore. E cresce fra persone di tutte le estrazioni sociali che, di fronte ai fatti delle ultime due settimane si convincono in numero sempre maggiore che nazionalizzando le autostrade e spendendo un po’ meno per le gioie di una convivenza forzata imposta dall’UE e un po’ di più per gli Italiani – 3.6 miliardi di euro spesi dall’Italia nel 2017 per l’immigrazione, a fronte di aiuti UE di 800 milioni ricevuti in 5 anni – il ponte Morandi non sarebbe crollato e avremmo qualche strada e scuola in condizioni migliori. Provate a spiegargli che non è così!
Salvini non è un personaggio da leggenda celto-germanica alla Re Artù o Sigfrido di Xanten, ma nell’immaginario collettivo nazionale sta diventando sempre di più il Capitano, l’eroe che mantiene la barra dritta sfidando tutti in difesa degli Italiani, ribadendo un principio cardine della linea del governo e di uno stato di cui protegge la sovranità. Con buona pace di Saviano – che non fiata quando Macron chiudi porti e confini, e rulla con le ruspe i campi di immigrati a casa propria – della Boldrini – che, mentre dice che il governo deve vergognarsi e va a visitare i migranti sulla Diciotti, non si è vista ai funerali delle vittime di Genova, stranieri ed Italiani di tutte le origini – e della pletora di esponenti di PD e Leu che hanno fatto la passerella a Catania.
Ben venga quindi l’inquisizione di Salvini! L’inquisizione condannò al rogo Savonarola, che divenne simbolo della ribellione eretica, ma poi santificato nel ‘900. Giovanna D’Arco fu bruciata come strega, per essere poi eletta Santa Patrona, emblema del coraggio ed eroina di Francia. A Galilei prospettarono la tortura e fu costretto a ritrattare, ma alla fine furono le sue idee di matrice copernicana a rivoluzionare la concezione del cosmo, non certo quelle dei suoi aguzzini. Per questo “l’inquisizione politica” non danneggia Salvini, che ha vinto e non brucerà sul rogo di governo, se non in quello che i suoi avversari gli hanno riservato nel loro immaginario politico, dove la “sinistra” mondialista, dopo aver digiunato un giorno, danza scalza attorno alle fiamme che avvolgono l’eretico, mentre celebra l’affrancamento dei poveri migranti dalla fame africana, grazie al supporto della plutocrazia di Soros e compagni che li “proteggono”.
E’ proprio il capitale neoliberista, devastatore di diritti, governi, umanità e risorse, a fomentare i flussi migratori portandoli fuori controllo in nome del profitto. Come giustamente argomenta Diego Fusaro, “il nemico non è chi ha fame”, vittima inconsapevole, “ma chi affama”, e il non capire e il non contrastare tale spinta è segno della più becera ottusità o interesse. La sinistra italiana, che per confusione o altro ha finito con l’appoggiare il pensiero neoliberista, vuole legittimare il nuovo modello del migrante per giustificare l’esistente, nel tentativo di mantenere per se uno status quo in una nazione che ha macellato con riforme sociali scellerate quali Jobs Acts, Buona Scuola e mantenendo la Legge Fornero.
Chiusa nella propria visione ideale (?) la sinistra va a far visita ai migranti della Diciotti, e blatera contro un governo razzista e nemico della civiltà che avrebbe come modello l’Alabama degli anni ’60, ma non ha invocato solidarietà o umanità per i 285.000 Italiani costretti ad emigrare nel 2016 in pieno New Deal Re-enziano perché impossibilitati a trovare lavoro in Italia. Per loro, o per il 1.900.000 Italiani costretti ad andarsene dalle regioni del Sud negli ultimi 16 anni non ha speso una parola, o proposto digiuni di solidarietà. Che dire? W nuovamente l’inquisizione e la coerenza di questa gente, che l’unica cosa che dimostra, oltre alla spasmodica difesa del proprio interesse, è la totale assenza di contenuti e di comprensione dei problemi reali dei cittadini.
C’è da augurarsi che vi siano ancora uno o due casi Diciotti a breve, e poi il consenso degli Italiani che hanno sostenuto la linea di Salvini e Di Maio, pronto a tagliare i fondi ad un’UE che non si fa scrupolo di mettere i piedi in testa all’Italia e di rimangiarsi gli impegni presi, salirà dal 73% al 99%. Allora la “sinistra” forse si desterà dal letargo per trovarsi da sola come quello che sul colle la faceva controvento, e capirà troppo tardi la realtà che ancora le sfugge, pur avendola sotto gli occhi: gli Italiani ormai preferiscono mantenere a vita Toninelli e Salvini che per un solo giorno 10.000 clandestini!
Buon risveglio!

Alessandro Guardamagna
Fonte: www.comedonchisciotte.org
27.08.2018

L'EROE GUERRAFONDAIO DI TUTTI I MONDI NON C'E' PIU'! LUNGA VITA A JOHN MCCAIN




Stanotte è morto all’età di 81 anni, il senatore repubblicano, componente primario dell’establishment politico americano, John Sidney McCain III. Se ne va uno degli attori principali della politica americana del ventesimo e ventunesimo secolo. Se ne va colui che il New York Time ha definito: “ Il più grande leader politico del nostro tempo.” Se ne va colui che è stato un arcinemico di Donald Trump e dei suoi sostenitori. Se ne va il tardo eroe dei democratici per il suo militantismo anti-trumpiano. Un sondaggio condotto due giorni fa dice che McCain era amato da circa il 60% dei democratici contro il 48% dei repubblicani. Un amore democratico  morboso dovuto alla militanza anti-trumpiana del senatore dell’Arizona. La santificazione democratica di  McCain rasenta il ridicolo, con buona pace della memoria corta di molti democratici i quali durante le elezioni presidenziali del 2008 avevano definito McCain un sociopatico, un suprematista bianco, razzista, islamofobo, mentecatto, nazista, “moralmente ed eticamente inadatto a essere il presidente degli Stati Uniti.” (The Atlantic- SEP 17, 2008)
Il rapporto di amore passionale sfociato fra i democratici e il senatore McCain non aveva niente a che vedere con un genuino riallineamento politico di queste due entità, ma andava ricercato piuttosto in un rapporto di interesse reciproco. McCain, come altri neocons del calibro di Max Boot, Bill Kristol e via dicendo, lasciati orfani dal partito repubblicano modellato a immagine di Trump, sono stati costretti a cercare nuove sponde da dove continuare ad alimentare il loro impeto guerrafondaio; i democratici d’altro canto cercavano alleati nella loro partigiana resistenza all’invasore alieno Trump. Un rapporto di interesse quindi,  non di genuino amore.
Sono passate tre ore dalla morte di McCain e mentre scrivo questo articolo siamo soggetti a un continuo tributo mediatico alla memoria del senatore, eroe e prigioniero di guerra. Tutti i canali ne stanno decantando le gesta, siamo sottoposti a una indigestione di lodi che rasentano il ridicolo. Tenete conto che queste entità politiche e mediatiche sono le stesse che sputano veleno su Trump 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno. Ci vorrebbe un po di equilibrio da parte di certa gente…  L’ultima volta che ho visto un’unità di intenti mediatica e politica di questa portata a cui ora siamo soggetti qui negli Stati Uniti è stato quando i mass-media hanno elogiato in modo unanime, su tutti i canali, George W. Bush per aver invaso due paesi sulla scia dell’11 settembre.
Aldilà del rispetto per la sofferenza di una persona e della sua famiglia in questi momenti di dolore, se non si fa una breve ma onesta analisi, si manca allora di rispetto anche verso coloro che le sofferenze e i dolori li hanno subiti per colpa di una uomo che per decenni  ha infiammato ed iniettato veleno non solo nella politica americana ma in quella di mezzo mondo.
La lista dei peccati e delle scorribande di McCain è abbastanza lunga. Per cominciare, fra i contribuenti alla sua fondazione, troviamo gente del calibro della famiglia Rothschilds, del governo Saudita, del filantropo George Soros. Quest’ultimo fra l’altro ha contribuito finanziariamente più volte alle campagne politiche di McCain.
McCain ce lo ritroviamo in Siria prima dell’inizio della guerra civile, in Ucraina prima della rimozione violenta di Viktor Yanukovych, nei Balcani prima dell’attacco alla Serbia. Ce lo ritroviamo ultras militante anti-Gheddafi prima della guerra civile in Libia. Cè lo ritroviamo  vocalmente allineato alle forze della primavera araba. Ce lo ritroviamo attivo sostenitore di quel Saakashvili che ha incendiato l’Ossezia del Sud e torturato i prigionieri nelle carceri Georgiane. Ce lo ritroviamo attore principale e instancabile sostenitore delle sanzioni all’Iraq durante il regno di Saddam Hussein, sanzioni che costarono la vita a migliaia di civili innocenti. Uno dei principali promulgatori e promotori delle due guerre del golfo. Ce lo ritroviamo sostenitore energiico e indefesso nell’espansione della NATO sino ai confini Russi. Insomma sostenitore convinto di guerre interventiste, esportatrici di democrazia mirate ai cosiddetti cambi di regime.
Se si vuole vedere un mondo sotto la ottica delle guerre neoconservatrici allora John McCain è la quintessenza delle aggressioni militari americane degli ultimi trenta anni. Il disprezzo per la vita di innocenti civili è  quello che in realtà ha propagato John McCain negli anni più attivi della sua politica. Il sangue sparso in Libia, Siria, Ucraina, Balcani, Iraq etc.  grida ancora giustizia, quella giustizia superiore a cui ora McCain dovrà dar conto.
Lo so,  vi diranno che non si può criticare McCain, perché McCain è un eroe; ma un eroe per chi? Forse per la sua prima moglie che tradì e lasciò per un’altra donna molto più giovane?  Forse per quelle accusatrici di molestie e rapporti sessuali extra matrimoniali venute fuori allo scoperto e ignorate dalla maggioranza della grande stampa? Eroe per le milioni di vittime che le guerre sponsorizzate da McCain hanno provocato? Eroe perché il senatore John McCain disse a chiunque non avesse gradito la sua decisione di consegnare il dossier di Christopher Steele all’FBI “di andare tranquillamente all’inferno.”. Sappiamo bene come la pensano i saggi conformisti di questi tempi decadenti : McCain è un eroe mentre Trump è un villano.
Meglio lasciarsi con le parole del nostro “amato” George Soros che dal suo account Twitter ci manda un messaggio di pace e speranza:  “Ricordiamo John McCain, un guerriero coraggioso dei diritti umani che si è sempre opposto alla repressione e alle torture” Meno male che ci pensa il nostro caro George ad illuminarci sulla strada di Damasco. Anche se quella strada, grazie alle opere miracolose dei discepoli di McCain, si ritrova disseminata di buche bombarole.
Ora però mi sento in colpa perché è volato all’aldilà  un vero  santo. Io l’avevo sotto il naso e non l’ho capito, apprezzato e venerato per quello che era realmente. R.I.P John McCain che ti sia concesso il perdono divino…

Gianfranco Campa
Fonte: http://italiaeilmondo.com
Link. http://italiaeilmondo.com/2018/08/26/leroe-guerrafondaio-di-tutti-i-mondi-non-ce-piu-lunga-vita-a-john-mccain-di-gianfranco-campa/
26.08.2018
http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=6757

La vera storia di John McCain


QUELLO CHE NON VI HANNO DETTO SUL CASO DELLA NAVE DICIOTTI

QUELLO CHE NON VI HANNO DETTO SUL CASO DELLA NAVE DICIOTTI

Antonio Socci 
Sa Defenza 



Sul caso della nave Diciotti c’è stata molta disinformazione e bisogna fare un po’ chiarezza con alcune domande.

PRIMA DOMANDA

La prima, che si ripropone ad ogni tentato sbarco, è questa: se – come dice Boeri e con lui tutta la sinistra e i media – questi migranti vengono qui da lontani paesi dell’Asia e dell’Africa smaniosi di poterci pagare le pensioni e farci vivere nel lusso, perché nessuno dei paesi europei sgomita per accaparrarseli?

Perché non approfittano di questa straordinaria opportunità per assicurare il futuro dei loro pensionati? Perché fanno il fuggi fuggi?

Perché oppongono un rifiuto totale e vogliono ad ogni costo regalare all’Italia e alla sola Italia, questo privilegio? Possibile che siano così masochisti? Rischiano di far saltare la UE pur di costringere l’Italia ad accettare questo straordinario regalo: un caso estremo di altruismo, si direbbe.

SECONDA DOMANDA

I nostri famosi “altruisti”, quelli che fanno i solidali, ma col portafoglio dello Stato, cioè degli italiani, quelli che sono accorsi a Catania, ma non si sono visti ai funerali di Genova (tranne Martina che è stato fischiato), né si vedono nei luoghi del terremoto: perché tutti costoro hanno inveito contro Salvini che non vuole far sbarcare i migranti e non hanno detto una sola parola sui paesi europei che vengono meno agli impegni presi e si rifiutano di prendersi anche quote minime di questi migranti?

Riescono solo a mettere all’indice i governi sovranisti di Visegrad (con cui Salvini è alleato) e che rifiutano le quote.

E’ ciò che anche ha ripetuto Massimo Cacciari in tv, pensando così di sfoderare un formidabile argomento contro il ministro dell’Interno.

Solo che Salvini aveva già risposto andando oltre la ripartizione in quote. Infatti ha spiegato: “Stop invasione. Il mio obiettivo è bloccare barconi e barchini, è organizzare nei Paesi africani degli sportelli che decidano chi ha diritto di partire e chi no, seguendo il modello australiano. Basta col businnes per gli scafisti”.

Poi il ministro ha aggiunto la descrizione del “nostro progetto di investimenti per aiutare veramente i paesi africani, dopo anni di nulla cosmico targato PD”.


TERZA DOMANDA

Proprio negli stessi giorni in cui si è svolta la vicenda Diciotti, sono accaduti dei fatti nell’enclave spagnola di Ceuta, dove c’è un’alta barriera per impedire ai migranti africani di entrare in Europa (a proposito di muri e di blocco navale).

Infatti il governo progressista spagnolo mercoledì scorso ha mandato la polizia a scontrarsi coi migranti. Gli 800 agenti della Guardia Civil spagnola hanno sparato proiettili di gomma e usato getti d’acqua. Alla fine diversi sono stati i feriti, ma un centinaio di migranti sono riusciti a entrare.

Però il giorno dopo, giovedì, le 116 persone che ce l’avevano fatta sono state rispedite oltre il confine, in Marocco, dalla Guardia Civil.

Fra l’altro El Paìs, citando fonti della polizia, scrive che ci sono “le mafie dietro gli assalti dei migranti alle frontiere di Ceuta e Melilla”.

Ecco dunque la domanda: perché nessuno dei “solidali” che sono accorsi a Catania (dove i migranti vengono nutriti e curati e non certo presi a sberle) ha protestato contro il trattamento durissimo delle forze dell’ordine spagnole (e prima di quelle francesi)?

Perché non si è vista nessuna maglietta rossa? Perché UE, Onu, Amnesty Internazional, Ong, Emergency, Vaticano, don Luigi Ciotti, Saviano eccetera non hanno emesso vibrate proteste?

Se fosse l’Italia – e in particolare il ministro Salvini – a erigere barriere di filo spinato, a mandare la polizia che spara proiettili di gomma e getti d’acqua contro i migranti per ricacciarli oltre la frontiera e a sostenere che ci sono “le mafie dietro gli assalti dei migranti alle frontiere” cosa accadrebbe?

Giustamente ieri il ministro dell’Interno (solo lui) ha commentato: “Dopo aver superato il confine spagnolo a Ceuta e aggredito gli agenti di pattuglia, questi signori sono stati rimandati in Marocco (…). Se lo fa la Spagna va bene, ma se lo propongo io allora sono razzista, fascista e disumano”.

Viene anche da chiedersi anche perché gli spagnoli non vogliono saperne di queste masse di migranti desiderose di pagare le loro pensioni. Com’è che solo gli italiani dovrebbero abboccare a questa storiella?

FAME

Infine a proposito del presunto sciopero della fame che alcuni ospiti della Diciotti avrebbero iniziato, Salvini ieri ha ricordato che “in Italia (dati 2017) vivono 5 milioni di persone in povertà assoluta (1,2 milioni di bambini)” e costoro “lo sciopero della fame lo fanno tutti i giorni, nel silenzio dei buonisti, giornalisti e compagni vari”.

E’ dunque incomprensibile che questi ospiti della nave Diciotti, a cui è offerto lo stesso cibo che è offerto al personale italiano, lo rifiutino.

C’è anche da chiedersi come davvero stanno le cose a bordo della nave. Perché ieri, in un’intervista, il comandante della Diciotti Massimo Kothmeir ha descritto una situazione del tutto diversa da quella che in questi giorni hanno rappresentato i media.

In sintesi ha detto: A bordo non avevamo bambini. Non c’è emergenza sanitaria, la situazione è più che soddisfacente, i migranti mangiano, stanno bene. E non hanno la sensazione di essere sequestrati dal governo”.

VERITA’ NON DETTE

C’è infine da porsi una domanda (la quarta) sulla provenienza di questi migranti che sono partiti da Eritrea, Siria, Bangladesh, Egitto e Isole Comore.

Se si prende un carta geografica si vedrà che si tratta di luoghi lontanissimi dall’Italial’Eritrea è davanti alla ricchissima Arabia Saudita, molto a sud della Mecca, le isole Comore sono nell’Oceano Indiano, nell’altro emisfero e il Bangladesh è più lontano da noi della Cina.

Qualcuno ci spieghi cosa c’entra l’Italia con loro. Perché ce li ritroviamo a Catania? Com’è che questa gente arriva sulle nostre coste? Dai loro paesi e assurdo e difficilissimo arrivare qua, oltretutto sono lontanissimi anche per mentalità, storia e cultura da noi. Chi, come e perché vuole convogliare migranti da tutto il mondo sulle coste italiane? Quali interessi ci sono in gioco?

Anche per coloro che fuggono come profughi da situazioni di guerra (per esempio i siriani) è assurdo che arrivino sulle coste italiane.

Gianandrea Gaiani ha scritto che “in base alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951 nessuno di coloro che sono arrivati in Europa illegalmente avrebbe diritto ad asilo o altre forme di accoglienza” perché “la Convenzione prevede l’obbligo di asilo per chi fugge direttamente da Stati in preda a guerra e violenze, ma impone che le domande di asilo vengano stilate nei campi profughi dei paesi confinanti con quelli in cui la loro vita è in pericolo”.

Dunque per le Convenzioni internazionali neanche i profughi (e sono una piccola minoranza fra i migranti) possono scegliere questo o quel paese a loro piacimento con l’obbligo – per quello da lui deciso – di accoglierlo e mantenerlo.

Perciò, prima di invocare i trattati internazionali, sarebbe bene che i nostri buonisti si informassero.

COERENZA

Fra costoro va citata Emma Bonino che ieri ha rilasciato a “Repubblica” un’intervista furibonda contro Matteo Salvini. Un’intervista che suscita due considerazioni.

Primo: il suo movimento si chiama “Più Europa” e invece di protestare contro i Paesi della Ue che – sulla nave Dicioti – se la sono data a gambe facendo perdere le tracce (quindi “meno Europa” fino a sparire), la Bonino arriva a dire: “i nostri partner europei ci guardano allibiti”.

Come se a scandalizzare fossimo noi italiani e non loro. Così trasforma gli imputati in nostri giudici e l’Italia – che ha il merito di aver salvato la vita di questi migranti – nell’imputata.

Secondo: l’intervista inizia con questa frase: “la vita altrui non vale più niente”E’ proprio sicura di poter pontificare sul diritto alla vita l’on Bonino, simbolo della lotta per l’aborto? La vita dei bambini (i più indifesi) nel grembo delle madri quanto vale?
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Antonio Socci
Da “Libero”, 25 agosto 2018

MORTO John McCain!! Amico dei nazisti ucraini e dell’ISIS!


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“Sapete perché John McCain non si é curato quando gli hanno diagnosticato il tumore?”
“Perché aveva capito male quando il medico gli disse ‘E’ tutto nella tua testa’!”.
John McCain non merita alcuna pietà.
Era un uomo basso, meschino, vergognoso, biasimevole da ogni punto di vista.
Figlio di Ammiraglio, discendente da una famiglia di ufficiali di Marina, riuscì a conseguire il brevetto di pilota navale come 894esimo studente (su 899!) nel suo corso e solo perché istruttori e valutatori temevano di compromettersi bocciando un tale ‘rampollo’.
Come pilota di marina distrusse due aerei e colpì dei cavi dell’alta tensione in Spagna mentre “faceva lo scemo” alla cloche.
Con ogni probabilità causò il più grave incidente mai occorso su una portaerei americana moderna per fare uno stupido ‘scherzo’.
Abbandonò la nave che aveva messo in pericolo con la sua bravata e senza licenza o permesso, riparò a Saigon, dove venne trovato parecchi giorni dopo.
Anche se fosse stato innocente sull’incidente l’abbandono del posto gli sarebbe dovuto costare la corte marziale, ma di nuovo la fama del padre lo protesse.
Riuscì a farsi abbattere dalla contraerea vietnamita e per il resto della vita inventò balle incredibili sulla sua prigionia per facilitare la propria carriera politica.
Imperialista fino all’ultimo, fu coinvolto nel sostegno agli ucropitechi nazisti e ai takfiri tagliagole.
Come tutti coloro che avevano annunciato “la fine di Assad”, é stato smentito dai fatti.
Che bruci all’inferno.

Importanti dirigenti come l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, deputati come Luigi Marattin e Alessia Morani, nonché l’organo ufficiale – Democratica – di quello che fu il principale partito di sinistra in Italia, hanno oggi salutato con parole commosse, la dipartita del senatore statunitense John McCain. Fin qui, potrebbe obiettare qualcuno, cosa c’è di male?
A questo punto bisogna ribaltare la domanda e chiedere: può un partito che si definisce di sinistra elogiare un falco neoconservatore come John McCain?
Forse dopo aver letto questo breve riassunto sulla ‘carriera’ da guerrafondaio di McCain, redatto da ‘Geopolitics Alert’, sarà più facile rispondere ai due quesiti.
Afghanistan e Iraq
Ovviamente, ogni senatore degli Stati Uniti (a parte Barbara Lee della California) ha votato per dare al presidente George W. Bush il potere di invadere l’Afghanistan dopo gli eventi dell’11 settembre. Tuttavia, McCain non era soddisfatto di andare verso l’invasione dell’Afghanistan. No, aveva in mente altri bersagli già dal giorno successivo alla caduta delle torri.
Nonostante la dichiarazione di McCain nel 2014 che “la guerra in Iraq probabilmente non sarebbe accaduta” se avesse vinto le primarie repubblicane del 2000 e le elezioni generali, questa affermazione sembra ridicola. Il 12 settembre 2001, McCain è apparso su MSNBC presentando un ampio elenco di paesi che riteneva fornissero un “porto sicuro” a gruppi come Al Qaeda. Questa lista, ovviamente, includeva l’Iraq e molte altre nazioni che appaiono più avanti in questa lista.
Siria
Un altro paese nell’elenco del 2001 (ovviamente) era la Siria. Ora, il regime di Bush potrebbe non avere mai avuto la possibilità di continuare a rovesciare i paesi del Medio Oriente (grazie al fallimento in Iraq e all’esposizione su quella guerra venduta sulle bugie). Ma McCain non ha mai perso di vista il suo odio per Bashar Al-Assad.
Poco dopo la “primavera” araba “scoppiata” in Siria, McCain – e il suo partner onnipresente nei crimini di guerra il senatore Lindsey Graham – ha trovato rapidamente canali di comunicazione con “l’opposizione siriana”. Pochi mesi dopo che gli Stati Uniti hanno appoggiato le proteste in Siria (avendo anche il loro ambasciatore presente), McCain e Graham iniziarono a chiedere armi per iniziare a dirottarle verso il Free Syrian Army e altri gruppi “ribelli”.
Libia
I piani di McCain per la Siria non hanno mai funzionato nel modo desiderato, ma probabilmente avrebbe dovuto sapere che non avrebbero mai prodotto un risultato positivo. Se McCain non voleva guardare a l’Iraq come dimostrazione, aveva un altro esempio più recente che avrebbe potuto usare: l’intervento della NATO in Libia.
Circa un anno prima che McCain decidesse di voler armare i takfiri siriani, aveva sostenuto la necessità delle bombe edel le no-fly zone in Libia. McCain voleva anche azioni più severe contro il paese. Che adesso è diventato un anarchico e selvaggio far west che ospita ogni sorta di orrori dallo Stato Islamico alla nuova tratta degli schiavi.
Africa Occidentale e Centrale
McCain è anche un paladino della “guerra al terrore” in altre parti dell’Africa. Sebbene McCain non abbia sostenuto direttamente i terroristi in alcuni paesi africani, ha comunque chiesto un maggiore intervento degli Stati Uniti in tutto il continente.
Questo elenco include paesi che si trovano ad affrontare insurrezioni islamiche, come il Mali. McCain ha anche chiesto piani come “il dispiegamento di forze speciali” per salvare le ragazze rapite da Boko Haram in Nigeria e l’intervento in Sudan, dove McCain e sua moglie hanno investito denaro per qualche tempo.
Iran
Un altro paese nella lista delle nazioni odiate, inizialmente presentata al sottosegretario alla Difesa di Bush, Paul Wolfowitz, e anche un altro obiettivo da lungo tempo di McCain è, ovviamente, l’Iran.
Anche se McCain ha sempre detto di “pregare” affinché non ci sia mai una guerra con l’Iran, la invoca incessantemente e scherza persino sul bombardare il paese quando sente che l’umore è giusto. La verità è che le posizioni di McCain verso l’Iran sono così ostili che persino le istituzioni neoconservatrici di punta come il Cato Institute pensano che sia troppo aggressivo.
Bosnia e Kosovo
Ma McCain non è soddisfatto del sostegno ai jihadisti salafiti nei tradizionali teatri mediorientali e nordafricani. Ha anche sostenuto i radicali violenti nella periferia dell’Europa. Questa tendenza in realtà iniziò a metà degli anni ’90, quando McCain fu un esplicito sostenitore dell’allora presidente Bill Clinton in Bosnia.
Molti musulmani raggiungono la Bosnia si uniscono ai mujaheddin che da allora si sono congiunti a gruppi come l’ISIS negli ultimi anni. E le bandiere ISIS possono occasionalmente essere viste nelle aree sunnite della Bosnia adesso. McCain stava ancora sostenendo potenziali movimenti Takfiri, quando ha recentemente accusato la Russia di interferire negli affari locali e chiesto un maggiore intervento degli Stati Uniti nel paese.
McCain prese decisioni simili quando sostenne l’intervento americano in Kosovo alla fine degli anni ’90. Nel conflitto in Kosovo, McCain ha sostenuto l’Esercito di liberazione del Kosovo: un’organizzazione jihadista genocida con legami con Al Qaeda sotto Osama Bin Laden.
Ucraina
Non fatevi ingannare pensando che McCain supporti solo i jihadisti nell’Europa dell’Est! Sostiene anche i nazisti che agiscono come squadroni della morte a Kiev nel conflitto ucraino in corso.
Questo, ovviamente, è iniziato nel 2014, ma McCain ha continuato a fornire sostegno ai crimini di Kiev nella regione del Donbass fino ad oggi.
Russia
La storia dell’odio di McCain nei confronti della Russia si estende fino alla Guerra Fredda. Non entreremo nella paura di McCain del comunismo che si è evoluta in una Russofobia generale. Ma diremo che non aveva molte scuse per concentrarsi sul fare minacce verso Mosca per un buon periodo di 15-20 anni.
Questo è cambiato nel 2008, con la guerra in Ossezia del Sud tra Georgia e Russia. Durante questo conflitto, McCain era la voce più forte a dire che gli Stati Uniti “dovrebbero immediatamente convocare una riunione del Consiglio Nord Atlantico per valutare le misure di sicurezza e revisione della Georgia che la NATO può prendere per contribuire a stabilizzare questa situazione molto pericolosa”.
Questa stessa situazione si è ripetuta in Ucraina nel 2014 ma i peggiori commenti di McCain sono arrivati quest’anno. Non appena la comunità dell’intelligence americana ha accusato la Russia di interferire nelle elezioni americane del 2016 – e senza prove – McCain è stato il primo a dire che l’evento è stato un “atto di guerra”.
Corea del Nord
La Repubblica Democratica Popolare di Corea (DRPK / Corea del Nord) è stata anche uno dei primi obiettivi di McCain nella sua lista dei desideri del 12 settembre. Più recentemente però, con il restyling da “oppositore di Trump” McCain ha puntato tutto sul regime change. Invitando Trump a colpire il paese armato di armi nucleari.
McCain ha promosso la diffusione della morte in tutto il mondo. Il giorno in cui lascerà il Congresso sarà una vittoria per l’umanità.
fonte  https://disquisendo.wordpress.com/2018/08/26/8954136/