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giovedì 19 marzo 2020

Avvertimento!🇺🇸🇮🇱Un film proibito diventa realtà?! No al vaccino


Coronavirus - Rothschild si strofina le mani



L'epidemia di coronavirus ha precipitato i prezzi delle azioni. Ciò che rende la felicità degli speculatori tra le più grandi fortune del pianeta.
Così,  Le Canard incatenato rapporti che Alessandro e David Rothschild, in due giorni (11 e 12 marzo 2020), ha acquisito - direttamente o attraverso una partecipazione Concordia - 570.000 azioni della Banca Rothschild & Co.

Si tratta di un'operazione di speculazione molto ampia poiché queste 570.000 azioni sono state riacquistate per un prezzo inferiore di oltre un terzo rispetto a un mese prima (16,60 contro 25,50).

Il Golpe Franco/Tedesco approfittando della Pandemia prima che l'Euro imploda


mercoledì 11 marzo 2020

Coronavirus, l'ex ministro Girolamo Sirchia: "Sanità italiana distrutta dagli economisti, colpa dell'Ue.

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Pietro Senaldi 
  • a
  • Professore, ma che ci fa qui? «Devo esserci, sennò si ferma tutto. Abbiamo seri problemi a trovare donatori di sangue, stiamo rimandando gli interventi chirurgici e abbiamo difficoltà ad assistere i malati cronici che hanno bisogno costante di trasfusioni. Donare sangue non è pericoloso ma il coronavirus spaventa, abbiamo registrato un calo del 70%, anche se ora fortunatamente la situazione sta migliorando». Dietro la scrivania, al secondo piano del padiglione Marangoni del Policlinico di Milano, alla distanza di sicurezza di oltre un metro, che non infrangerà mai nel corso di tutta la conversazione, siede un gigante, un esempio per la nazione. Girolamo Sirchia è l' uomo che, da ministro della Salute del secondo governo Berlusconi, ha dovuto affrontare l'epidemia di Sars nel 2003 e lo ha fatto così bene che la maggior parte degli italiani oggi neppure si ricorda che il virus sia passato da queste parti. Oggi ha 86 anni e presiede ancora l'Associazione di donatori Amici dell'Ospedale Policlinico che ha fondato 46 anni fa. Da due decadi è entrato nella fascia d'età dove il coronavirus ha le maggiori probabilità di essere letale, potrebbe starsene a casa a godersi i frutti del suo successo, invece è in prima linea. Uomo d'altri tempi, e non per l'anagrafe. «Ormai non vado in sala operatoria e in queste stanze non ci sono malati - spiega - se sono qui non è per coraggio ma perché la mia presenza serve, si metta nei panni di uno che ha bisogno, ad esempio, di un talassemico che senza trasfusione non vive».
Professore, l'emergenza coronavirus ha riaperto la polemica sui tagli alla sanità fatti da chi ha governato negli ultimi dieci anni: lei cosa ne pensa?
«Purtroppo abbiamo subito l'influenza negativa di alcuni economisti, che sono intelligenze importanti ma pericolose: vivono di slogan e formule ma sono lontani dalla realtà e dalla società».
Una critica ai tecnici da un ex ministro tecnico?
«Io arrivavo dagli ospedali, conoscevo la vita e la sofferenza. L'Italia invece, ma direi tutta l'Europa, negli ultimi anni si è messa in mano a dei guru, spesso al servizio della grande finanza internazionale e delle banche, che hanno imposto al Paese un Mes da 120 miliardi come contributo a un Fondo Salva-Stati, che è in realtà un fondo di salvataggio delle banche franco-tedesche».
Professore, fa il sovranista?
«Non è un discorso sovranista, ma di buon senso. Io non parteggio per un partito, faccio il cittadino. Credo che non possiamo e non dobbiamo uscire dall'Ue ma bisogna capire che essa, così com'è, ci porta a fondo. Quasi tutti i governi italiani degli ultimi anni hanno avallato le disastrose strategie economiche globaliste della Ue per incapacità e debolezza. Erano e sono esecutivi con scarso consenso popolare, minacciati da continui rating negativi e dallo spread. È ora di finirla, dobbiamo mandare al governo uomini capaci e non manichini disponibili a firmare ogni compromesso».
Sono venuto qui per parlare di sanità e lei mi parla di politica
«Le due cose sono collegate. La cattiva politica ha ammazzato la sanità pubblica italiana e sta ammazzando tutta l'economia del Paese. I tagli sono figli della spending-review, che i nostri politici si sono bevuti per ottenere il plauso dei globalisti. Il risultato è che non abbiamo sostituito i medici che andavano in pensione e per anni non abbiamo rimpiazzato i primari perché costava troppo e trasformavamo i vice in facenti funzione. Ci ritroviamo con macchinari vetusti e non assumiamo più infermieri, noleggiamo quelli delle cooperative, che ti mandano gente volenterosa ma che non parla neppure l'italiano. E poi, la sciagura delle sciagure per la sanità: abbiamo iniziato a fare le gare d'appalto al massimo ribasso, che premiano solo i prodotti scadenti. La potenza cinese l'abbiamo costruita noi con la nostra imbecillità da spending-review».
Mi faccia un esempio...
«Le mascherine contro il coronavirus. Per tranquillizzare i donatori ho contattato un'azienda italiana che le produceva. Mi ha detto che ha chiuso il settore perché nessuno le comprava in quanto gli ospedali acquistavano quelle cinesi, che sono una porcheria ma costano poco. Ora noi tutti per le strade giriamo con mascherine poco utili a frenare la diffusione del virus. L'Italia è diventata povera e insicura grazie agli economisti che hanno imposto la globalizzazione cavalcata dagli speculatori e l'Europa si è accodata pur vedendo che i Paesi crollavano».
Non è troppo pessimista?
«Siamo in mano a pazzi o a gente prezzolata. Tutte le persone normali che conosco cercano di comprarsi una casa e mettere da parte quattro soldi. Bene, ora gli economisti dicono che la casa di proprietà è un male perché sottrae risorse al mercato e allo stesso tempo criminalizzano chi risparmia perché non fa girare l'economia. I media spacciano queste tesi deliranti come volere popolare, ma io non conosco nessuno che le condivida».
Parliamo un attimo di sanità
«Quella pubblica sta andando a farsi benedire. Per l'emergenza coronavirus sta facendo l'impossibile ed è un bene che anche quella privata si sia disposizione».
C'è stata molta confusione intorno al coronavirus: il governo ha sbagliato qualcosa?
«La comunicazione è stata pessima. Quando arrivò la Sars, io ero il ministro e facevo una conferenza stampa al giorno. Come governo, abbiamo pagato la Rai per avere degli spazi informativi in cui io parlavo alla nazione. Certo, io ero un medico affermato e quindi trasmettevo autorevolezza. Oggi il ministero della Salute non si è fatto sentire. Andava in tv Conte con il maglioncino, ma lui è lo stesso che tre settimane fa aveva parlato di allarmismo bocciando la proposta dei governatori leghisti di mettere in quarantena chi arrivava dalla Cina e che ha accusato l'Ospedale di Codogno di non aver rispettato le direttive».
È stato un errore?
«Certo. Isolare i cinesi che tornavano dal loro Capodanno, dove si abboffano di ogni schifezza, avrebbe frenato il contagio. La quarantena non è un'offesa. Conte e Speranza hanno sdrammatizzato e accusato la Lega di razzismo; ora gridano al lupo, ma chi li ascolta? Se lo Stato non parla con una voce unica e coerente, il Paese va nel panico, ovvio. Gli italiani hanno capito che all'inizio la vicenda è stata affrontata dal punto di vista politico e non sanitario e molti hanno perso fiducia».
Pure i virologi hanno fatto confusione: ognuno diceva la sua
«I medici hanno le loro responsabilità. Molti hanno avuto atteggiamenti narcisisti. Se lei mette un medico davanti a una telecamera, lui parla anche se è spenta. Detto questo, è naturale che se il governo non parla con voce autorevole, chiunque abbia libera tribuna. Le epidemie non sono argomenti da trattare nei talk-show, come la politica».
Sono stati molto criticati i governatori Fontana e Zaia, l'uno per essersi messo la mascherina, l'altro per aver detto che in Cina mangiano i topi
«Fontana è un amministratore straordinario. Anche io al suo posto mi sarei messo la mascherina. È una polemica stupida e faziosa. Quanto a Zaia, forse è stato un po' troppo ruvido, ma ha detto la verità. I cinesi, specie in campagna, convivono con animali selvatici e mancano di servizio sanitario. Non è politicamente corretto dirlo ma è ovvio che il virus si è diffuso a causa delle loro cattive abitudini alimentari e sanitarie, come è accaduto in passato con altre patologie».
Che sviluppi avrà il virus?
«Siamo in fase espansiva, mi attendo una crescita esponenziale. Con le quarantene stiamo cercando di rallentare il contagio per ridurlo numericamente e renderlo compatibile con il sistema sanitario nazionale. Non essendoci vaccino, il virus si sconfigge solo con il tempo, quando cambia il clima e ci saranno più guariti. Il caldo è nemico del corona e più immunizzati abbiamo, più difficile che esso circoli».
Che tempi prevede?
«Se la crescita, come è auspicabile, da geometrica si riduce ad aritmetica, la fase espansiva dovrebbe essere meno preoccupante fino a spegnersi entro circa 2-3 mesi».
Il coronavirus esploderà anche in Europa?
«Lo sta già facendo. Mi risulta che la Germania in realtà sia messa peggio di noi. E la Francia raggiungerà presto i nostri livelli».
È normale che il nostro servizio sanitario si sia fatto trovare impreparato all'emergenza?
«No, è accaduto perché l'Italia, a causa della spending review, ha smantellato i motori di sviluppo del Paese. Scuole e università sono state ridotte al livello di dover affittare le aule per racimolare soldi. Della sanità, si è detto. Quanto alla ricerca, pur avendo le intelligenze non produciamo più nulla e siamo costretti a comprare tutto dall'estero».
Lei come riuscì a sconfiggere la Sars?
«Era un virus più letale ma meno contagioso rispetto al corona. Un uomo da solo non inventa la ruota, io avevo una serie di conoscenze nazionali e internazionali che mi ha aiutato a gestire l'emergenza».
È quello che è mancato al nostro governo, isolato e con tutto il mondo che ha puntato il dito contro di noi e ci ha accusato di essere gli untori del male
«È andata così, ma non voglio infierire. La verità è che gli eventi catastrofici non si possono fronteggiare solo in emergenza, vanno predisposte e mantenute delle strategie e delle azioni di contrasto. Io, da ministro, creai il Centro di Controllo malattie, che ha il compito di studiare l'evolversi delle patologie nel mondo e prepararsi ad affrontare ipotetiche epidemie. Il suo lavoro era predisporre piani di contrasto da attivare in caso d'emergenza e magari di fare contratti che, quando scatta l'allarme, permettano di acquistare quel che ci serve, come le mascherine, con un canale prioritario. Certo sono cose che costano, se tagli la sanità, non te le ritrovi e quando arriva l'emergenza piangi. Se avessimo utilizzato bene i due mesi intercorsi tra la comparsa dell'epidemia in Cina e i primi casi in Italia, forse si poteva ottenere di più in termini di contrasto al COVID-19».


Giulietto Chiesa: difendiamoci, niente sarà più come prima

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Sappiamo già che andremo in recessione. La crisi è sicuramente molto grave, molto seria, e sarà una crisi non soltanto italiana: sarà una crisi mondiale. Cosa ha che fare, col Mes? Con tutta probabilità, nel caso venisse approvato, questo cosiddetto “meccanismo salva-Stati”, presto ci troveremmo in una situazione insostenibile, in Italia. Perché adesso ci lasceranno sforare, ci lasceranno spendere un po’ di più – o meglio, ci diranno che potremo spendere un po’ di più. Quanto più spenderemo (e credo che dovremo spendere molto, per fermare questa emergenza), tanto più fra qualche mese ci diranno che siamo inadempienti, che siamo in debito e che dovremo pagare. E siccome dovremo pagare, ci dovremo rivolgere a questo nuovo organismo internazionale, che ci darà i soldi. Cioè: ci darà i soldi prendendoli dalle nostre tasche, perché sono i soldi che ci abbiamo messo noi. Quindi dovremo pagare al tasso d’interesse che loro decidono e che noi non potremo controllare, perché saranno “i mercati” a dire quanto e quando dovremo pagare. Non potremo farlo, e dunque ci commissarieranno. Quindi il Mes è uno scivolo, per andare velocemente in Grecia. E a prendere queste decisioni, come sempre, non sono quelli che governano in Italia: queste decisioni si prendono un po’ più in su, al piano di sopra. E i “padroni universali” sfruttano anche le crisi che nascono: lo fanno per fregare la gente, cioè tutti noi.
Sostanzialmente, quindi, noi andiamo verso una grave crisi sociale: per pagare la quale, la prima cosa che decideranno di fare sarà mettere i soldi nelle tasche di tutti gli italiani, nei loro conti correnti. Ci porteranno via i soldi: quello che abbiamo Mesrisparmiato, tutti insieme, resterà a disposizione delle banche. Poi c’è la dimensione mondiale della crisi (sanitaria, epidemica, pandemica). Abbiamo di fronte un problema nuovo: la società nella quale viviamo non è più sostenibile. Quello che sta accadendo ci dice che è cominciata l’era della insostenibilità. Il che vuol dire che dobbiamo abituarci a pensare in termini molto più vasti, perché quello che sta accadendo non è transitorio: è un cambio d’epoca. Forse non tutti se ne sono ancora accorti, ma io lo dico perché vorrei che ce ne accorgessimo. Questo è un cambio d’epoca, nel quale tutti i criteri e i parametri della nostra vita saranno rimessi in discussione: l’economia, la cultura, la morale, i rapporti sociali. Tutto sta saltando.
Quello su cui tutti vivevamo tranquilli, più o meno, era l’accettazione di una società che, ora lo vediamo, non può più stare in piedi. Non sta in piedi, sicuramente, insieme alla democrazia. Tant’è vero che in questo momento noi oggi siamo qui (su YouTube, ndr) perché non c’è democrazia: è una democrazia sospesa. Dobbiamo cominciare a pensare di organizzarci in un mondo diverso, che non sarà più quello dell’altro ieri. E organizzarci per difenderci significa mettere in piedi degli strumenti che ci consentano, appunto, di sapere che cosa sta accadendo. Questa informazione che noi oggi stiamo dando, in questa forma, dice questo: o noi avremo un canale di comunicazione per il popolo, in grado di dire la verità al popolo, o ci troveremo improvvisamente indifesi in una situazione in cui non potremo agire. E’ l’inizio di una nuova riflessione politica, per tutto il movimento di opposizione al potere dei “padroni universali”. Vi saluto con un augurio: che questa riflessione la facciamo tutti insieme, in qualunque parte d’Italia, e possibilmente anche in qualunque parte del mondo. Buona fortuna.
(Giulietto Chiesa, intervento nella diretta web-streaming “Mes, fermare il contagio” trasmessa su “ByoBlu” e “Pandora Tv” il 7 marzo 2020, registrata su YouTube).

MES: FERMARE IL CONTAGIO!



Il cosiddetto “Meccanismo Europeo di Stabilità” (MES) va fermato. Sono in gioco, assieme alla democrazia e all’indipendenza nazionale, l’economia del Paese, la stessa possibilità di uscire dalla crisi. Il MES è uno degli strumenti con i quali l’Unione europea impone l’austerità e schiaccia gli Stati pur di tenere in piedi il sistema liberista che fa perno sul mercato unico e l’euro. I cittadini, attraverso i loro rappresentanti in parlamento, possono ancora opporsi alla ratifica di un trattato pensato per imporre all’Italia nuovi e micidiali vincoli che metteranno a rischio i risparmi delle famiglie, le banche e le aziende di cui ci si vuole impadronire a basso prezzo. In vista di una grande manifestazione nazionale che verrà organizzata a ridosso della votazione alle Camere si è deciso di ribadire un secco NO MES!

fonte byoblu

DIEGO FUSARO a LA7: Vi faccio rivelazioni shock sul Coronavirus, la UE, i militari USA e la Cina


"FACCIAMO CROLLARE IL CASTELLO DI TERRORE DELL'EURO COME IL MURO DI BERLINO" ► VALERIO MALVEZZI



Un duro attacco quello dell'#Economista Valerio #Malvezzi nei confronti dei #governi che si sono susseguiti nell'ultimo ventennio sul territorio italiano. Indipendentemente dal colore e dalla parte #politica, è alle scelte di ciascuno di quei governi che secondo lui si deve la grave situazione di #crisi in cui ci troviamo ora. Da anni, spiega il #Professore, ci convincono che la strada più giusta sia quella di tagliare la #spesapubblica, quella di indebitarsi con un sistema di #bancheprivate, quella che ci fa credere che non possiamo avere una #BancaCentrale. Ebbene, oggi il potere di risollevarci da questa crisi che coinvolge la #salute dei #cittadini e l'#economia di tutto il #Paese lo avrebbe proprio una Banca Centrale, questo, spiega ancora l'economista, se non avessimo deciso di mettere tutto nelle mani dell'#UnioneEuropea. A 'Un giorno speciale' Valerio Malvezzi ha ripercorso tutte le tappe che hanno portato a questa "incapacità" di gestire l'emergenza sanitaria. Ecco cosa ha detto in diretta a Francesco Vergovich e Fabio Duranti. "A quanto ammontano i #danni? Ho parlato con commercialisti della mia rete: Campania, Puglia, Piemonte, Firenze, Toscana… Avevo fatto una previsione di 35 miliardi. Oggi potrei dire almeno il doppio, ma la verità è che nessuno in questo momento è in grado di sapere il danno per una sola ragione: che si sta sbagliando tutto. Ieri è uscita una dichiarazione del #MEF che ha parlato di mantenere il controllo della spesa pubblica. Ma siete matti? In una situazione come questa rompete ancora con il controllo della spesa pubblica? Qui bisogna inondare l'economia e la sanità di risorse pubbliche. Credito di imposta? Ma siete rincitrulliti? Ma cosa pensate di fare? Non potrà essere utilizzato! Sono delle prese in giro, qui bisogna tagliare l'Iva su interi settori. 1989, Muro di #Berlino: un sistema che aveva torrette, mitragliatrici, cannoni, filo spinato e cani da guardia era durato dal 1962 al 1989, cioè circa 28 anni. Improvvisamente in una notte tutto quel castello di terrore crolla, semplicemente perché le persone si alzano in piedi. Io allora voglio fare questo ragionamento. Noi è dal 1992 che abbiamo deciso di entrare nell'Euro, guarda caso in quell'anno fu distrutta con #Tangentopoli un'intera classe politica italiana e fu colpito come emblema un signore che aveva osato bloccare a #Sigonella i #Marines circondandoli con i carabinieri italiani, Bettino #Craxi. Dal 1992 al 2020 sono di nuovo 28 anni, 28 anni nei quali ci hanno spiegato che bisogna tagliare la spesa pubblica, 28 anni nei quali ci hanno spiegato che bisogna indebitarsi con un sistema di banche private, 28 anni nei quali ci hanno spiegato che non possiamo avere una Banca Centrale, cioè un prestatore di ultima istanza che in una situazione come questa avrebbe inondato l'economia di soldi per aiutare i medici, gli infermieri e i malati negli ospedali. Dopo 28 anni basterebbe solo che le persone capissero cosa è successo: si è deciso di far straguadagnare delle banche speculative private, come è successo in #Grecia qualche anno fa. Io spero che ci sia ancora qualcuno che abbia l'orgoglio italiano per dire 'io non posso più accettare di ascoltare persone che dicono che in questo momento ci vuole più #Europa'. Più Europa nel momento in cui, in questo momento esatto in cui io sto parlando, c'è un Parlamento Europeo deserto, i parlamentari non stanno ascoltando e se ne fregano del problema sanitario italiano. Questa è l'Unione Europea che sta aiutando l'#Italia".

fonte Radio Radio TV

MES: IL CAVALLO DI TROIA CHE METTE IN QUARANTENA GLI STATI DA MANDARE IN DEFAULT - Nino Galloni



L'economista Nino Galloni, raggiunto da Byoblu nella sua abitazione romana, sui danni all'economia derivanti dalla chiusura del Paese, e su quelli ancora più grandi che causerà l'approvazione della riforma del MES. La democrazia si ferma qui: "il Mes", per Nino Galloni, "è il cavallo di troia che mette in quarantena gli stati da mandare in default".

fonte byoblu

sabato 7 marzo 2020

AL NUSRA SI SCHIERA IN PRIMA LINEA IN UCRAINA




I rinforzi nelle file di gruppi terroristici in Medio Oriente sono arrivati ​​ai militanti di Kiev in prima linea contro la Repubblica popolare di Lugansk (Donbass) secondo quanto riferito dall’ Ufficio della polizia popolare della LPR.
Il fenomeno dei “foreign fighters” non è certo un fenomeno nuovo nello sviluppo del conflitto in Siria, ed era stato collocato nel primo posto fra i pericoli di terrorismo nell’Unione Europea.
L’estremismo violento nella regione viene generalemte percepito attraverso la lente della radicalizzazione islamista e i combattenti stranieri che si sono uniti al Daesh o ad Al Nusra in Siria e in Iraq.
Foreign Fighters di provenienza Kosovo e Albania
Non è un fatto trascurabile che i combattenti jihadisti radicalizzati hanno posto le loro basi nei Balcani dove hanno trovato un ambiente favorevole per impiantarsi e costituire una forza mercenaria a disposizione dei vari conflitti regionali. Un teatro di impiego di queste formazioni sta diventando l’Ucraina.
“A causa del basso organico delle unità delle forze armate ucraine e dell’insoddisfacente livello di addestramento al combattimento del personale delle forze armate ucraine, la leadership ucraina continua ad attirare mercenari islamici dai paesi del Medio Oriente verso la zona operativa punitiva nel Donbass “, ha dichiarato Ivan Filiponenko, addetto stampa dell’UNM.
Il dipartimento della difesa della Repubblica di Lugansk ha annunciato le informazioni ricevute dall’intelligence: nell’area di n. Muratovo sono arrivati a due camion con munizioni.
Secondo testimoni oculari, insieme alle munizioni, fino a dieci sconosciuti di aspetto orientale in uniforme nera sono arrivati ​​allla postazione di schieramento temporaneo della 93a brigata.
“È stato possibile stabilire che queste persone appartenevano al gruppo islamico radicale Jabhat Fath al-Sham (precedentemente Jebhat al-Nusra) e sono arrivati da Severodonetsk, dove erano stati addestrati sotto la guida dei militanti di Hizb-ut-Tahrir-al – Islami “. A questo proposito, prevediamo un aumento dell’intensità degli attacchi provocatori e del lavoro dei gruppi di ricognizione di sabotaggio nemico al fine di aggravare la situazione in questa direzione “, ha affermato Filiponenko.
Si noti che n. Muratovo si trova dall’altra parte della prima linea del villaggio di lunga data di Donetsk, che è stato coperto da attacchi di artiglieria per 6 anni.
Molti dei foreign fighters provengono dall’area della ex Jugoslavia dove, durante il conflitto alimentato dalla NATO, era stato attratto un nucleo considerevole di questi militanti provenienti da tutto il mondo. Successivamente, due decadi più tardi, la regione ha trovato un motivo di impiego per questi combattenti, esportando mercenari jihadisti nelle zone di guerra del Medio Oriente e in Ucraina.
Se si ripercorre la Storia di quella regione, si nota che i semi dell’Islam radicale erano stati impiantati con la formazione del battaglione El Mujahid all’interno dell’Esercito Bosniaco, composto da combattenti stranieri estremisti. Dai paesi del Golfo sono arrivati ,dopo la guerra, finanziamenti ed appoggio per islamizzare la zona e impiantare in quella regione comunità islamiche con sostegno sociale per le persone e con formazione religiosa assicurata per le nuove generazioni. Questo ha consentito poi l’arruolamento di molti giovani radicali che vengono avviati nei fronti di guerra dove richiesti.
Tale contesto spiega perchè si è creato un flusso di combattenti jihadisti verso l’ Ucraina che non mancherà di dare il suo contributo all’intensificazione del conflitto contro i separatisti filo russi del Donbass.
Traduzione: Sergei Leonov

E’ stata la Germania a infettare l’Europa, inguaiando l’Italia






Se qualcuno non aveva ancora capito che l’Europa unita non esiste, a spiegarglielo ora provvede il coronavirus: di fronte all’emergenza sanitaria, un peso massimo come l’Italia viene lasciato completamente solo. Da Bruxelles, nessuna indicazione su come affrontare l’epidemia in modo coordinato. Ma c’è chi fa peggio: la Germania. Sarebbero stati proprio i tedeschi a infettare il resto del continente. O almeno: è tedesco il primo caso conclamato di coronavirus in Europa, ben prima del famigerato focolaio di Lodi. Ma a Berlino si sono ben guardati dal segnalarlo: e così il virus si è diffuso, estendendosi ovunque, ma lasciando alla sola Italia il ruolo pubblico dell’untore. Lo afferma Marco Pugliese, in una ricostruzione sul “Sussidiario”: potrebbe essere stato un 33enne tedesco ad avere diffuso il coronavirus in Europa. Però Berlino ha taciuto le informazioni e l’Italia ne sta pagando il prezzo. La notizia mette in imbarazzo «sua maestà la Germania». E così, «il paese più affidabile per antonomasia, in Europa, si scopre nudo». Attenti: «Mentre in Italia si litigava riguardo a quarantene e selfie in ristoranti cinesi, in Germania si consumava il fatto che avrebbe dato origine all’epidemia di coronavirus destinata a stravolgere il Belpaese».
Il “paziente zero”, un uomo di 33 anni, il 20 e il 21 gennaio aveva partecipato ad un meeting a Shanghai, insieme a una collega. «La donna, in Germania dal 19 al 22 gennaio, era asintomatica. Accusò primi malori il 26 gennaio, proprio durante il volo di ritorno in Cina, e risultò positiva al virus 2019-nCov». La donna, continua Pugliese sul “Sussidiario”, informò tempestivamente i colleghi tedeschi della sua positività. Ma nel frattempo l’uomo, reduce da una breve influenza, era già rientrato al lavoro: «Fu trovato positivo, anche se ormai asintomatico». Oltre a ciò, il 28 gennaio risultarono positivi altri tre impiegati dell’azienda. «Il caso creò scalpore, per il fatto che fossero presenti soggetti privi di sintomi». Secondo Pugliese, è proprio questo «l’episodio chiave all’origine della diffusione europea». Osserva il giornalista: «Le sequenze genetiche del coronavirus ottenute dalla ricerca italiana non sono ancora numerose, ma attestano una certezza: non è colpa degli italiani se l’infezione si è diffusa». Una mappa genetica pubblicata da “nextrstrain.org” evidenzia inoltre come lo stesso caso tedesco «potrebbe essere stato all’origine di una catena di contagi, ed essere collegato a molti casi in Europa e in Italia».
Le infezioni in Messico, Finlandia, Scozia e Italia, e perfino i primi casi in Brasile, appaiono geneticamente simili al focolaio di Monaco, aggiunge il “Sussidiario”. «Uno scenario totalmente capovolto, rispetto a quello narrato nell’ultimo periodo». E qui è intervenuta la grande manipolazione: la Germania ha comunicato il tutto «con una certa furbizia, giocando con le parole». Il primo contagio è stato infatti descritto come “unicum scientifico”, abilmente veicolato come “scoperta di contagio asintomatico”. «Vero, ma eludendo si trattasse d’un focolaio». Poi, tramite il ministro della salute, Berlino «ha parlato di pandemia, ma descrivendo il tutto come “problema mondiale”». Di fatto, «una narrazione in cui la Germania “scopre” e “avverte”». Falso: «In realtà ha in casa un focolaio mal controllato (e non apertamente comunicato) e delle dichiarazioni fumogene riguardo possibili pandemie». Tutto questo, «senza esporre alla dura legge del mercato la Germania, che nel frattempo non utilizzava tamponi e classificava contagi e decessi dovuti all’influenza classica, di fatto puntando la pistola fumante verso Roma».
Aggiunge lo stesso Pugliese: «Molti tedeschi in ferie, soprattutto in Italia, vennero tamponati al ritorno in Germania e trovati positivi. Dando la notizia in questo modo, l’intento era di far passare gli italiani come responsabili del contagio europeo, almeno indirettamente». E così, «l’Italia «finiva sott’acqua, con un Conte incredulo e frastornato dinanzi all’aumento dei casi, con il governo in discussione e sotto accusa. Il crollo in Borsa ha fatto il resto: «Mercati e mezzo mondo hanno iniziato a sfiduciare il paese, all’improvviso solo e considerato poco affidabile». E’ stata «una narrazione tremenda, che ha fatto crollare l’economia italiana tramite uno scossone peggiore a quello dovuto all’11 Settembre». Hanno vinto i “furbi”:  «Germania (e anche Francia) hanno continuato con una politica mediatica d’omissione, che di rimbalzo ha portato l’Italia sull’orlo del baratro». Il governo tedesco? «Non ha solo cercato di contenere il morbo, ma anche il nefasto effetto economico prodotto dall’immagine di un “paese in quarantena”. Dopo la scoperta del “paziente zero”, anche l’Ecdc (European center for disease prevention and control), infatti, lascia intendere che anche altri Stati Ue siano già nello stessa situazione dell’Italia ma non lo dicano».
Ora, riassume Pugliese, non interessa colpevolizzare chi s’ammala e diffonde, ma sottolineare «una pessima quanto faziosa comunicazione europea, che in aggiunta a qualche errore del nostro governo ha trasformato l’Italia nella nazione untrice per antonomasia (una situazione simile alla Cina)». L’Italia si è vista quindi caricata di un doppio fardello: «Da una parte contenere il virus con misure forti, dall’altra evitare di passare come “grande focolaio europeo”, a tutto discapito della salute e della Borsa». Uno scenario deleterio, conclude il “Sussidiario”, da cui in queste ore si sta cercando di uscire «grazie ad uno studio che di fatto scagiona il nostro paese, ma ci fa capire quanto la Ue sia in pezzi», visto che «quel che ha subito l’Italia avrebbe potuto essere evitato». Una Ue sempre più in frantumi e una Germania non proprio affidabile: «Sono le due certezze partorite da questa crisi, che è sempre più logorante». Ma perché a pagare è sempre l’Italia? «Perché è il paese più giovane di tutti», sostiene Gianfranco Carpeoro, saggista, su YouTube: «Siamo una nazione unita solo da 150 anni. Prima, gli abusi stranieri sulla penisola erano ancora peggiori». Ma l’Ue non dovrebbe impedire tutto questo? «Certo, se solo esistesse: ma una vera Unione Europea non è mai nata».
Se qualcuno non aveva ancora capito che l’Europa unita non esiste, a spiegarglielo ora provvede il coronavirus: di fronte all’emergenza sanitaria, un peso massimo come l’Italia viene lasciato completamente solo. Da Bruxelles, nessuna indicazione su come affrontare l’epidemia in modo coordinato. Ma c’è chi fa peggio: la Germania. Sarebbero stati proprio i tedeschi a infettare il resto del continente. O almeno: è tedesco il primo caso conclamato di coronavirus in Europa, ben prima del famigerato focolaio di Lodi. Ma a Berlino si sono ben guardati dal segnalarlo: e così il virus si è diffuso, estendendosi ovunque, ma lasciando alla sola Italia il ruolo pubblico dell’untore. Lo afferma Marco Pugliese, in una ricostruzione sul “Sussidiario”: potrebbe essere stato un 33enne tedesco ad avere diffuso il coronavirus in Europa. Però Berlino ha taciuto le informazioni e l’Italia ne sta pagando il prezzo. La notizia mette in imbarazzo «sua maestà la Germania». E così, «il paese più affidabile per antonomasia, in Europa, si scopre nudo». Attenti: «Mentre in Italia si litigava riguardo a quarantene e selfie in ristoranti cinesi, in Germania si consumava il fatto che avrebbe dato origine all’epidemia di coronavirus destinata a stravolgere il Belpaese».
Il “paziente zero”, un uomo di 33 anni, il 20 e il 21 gennaio aveva partecipato ad un meeting a Shanghai, insieme a una collega. «La donna, in Germania dal 19 al 22 gennaio, era asintomatica. Accusò primi malori il 26 gennaio, proprio durante il volo diAngela Merkelritorno in Cina, e risultò positiva al virus 2019-nCov». La donna, continua Pugliese sul “Sussidiario”, informò tempestivamente i colleghi tedeschi della sua positività. Ma nel frattempo l’uomo, reduce da una breve influenza, era già rientrato al lavoro: «Fu trovato positivo, anche se ormai asintomatico». Oltre a ciò, il 28 gennaio risultarono positivi altri tre impiegati dell’azienda. «Il caso creò scalpore, per il fatto che fossero presenti soggetti privi di sintomi». Secondo Pugliese, è proprio questo «l’episodio chiave all’origine della diffusione europea». Osserva il giornalista: «Le sequenze genetiche del coronavirus ottenute dalla ricerca italiana non sono ancora numerose, ma attestano una certezza: non è colpa degli italiani se l’infezione si è diffusa». Una mappa genetica pubblicata da “nextrstrain.org” evidenzia inoltre come lo stesso caso tedesco «potrebbe essere stato all’origine di una catena di contagi, ed essere collegato a molti casi in Europa e in Italia».
Le infezioni in Messico, Finlandia, Scozia e Italia, e perfino i primi casi in Brasile, appaiono geneticamente simili al focolaio di Monaco, aggiunge il “Sussidiario”. «Uno scenario totalmente capovolto, rispetto a quello narrato nell’ultimo periodo». E qui è intervenuta la grande manipolazione: la Germania ha comunicato il tutto «con una certa furbizia, giocando con le parole». Il primo contagio è stato infatti descritto come “unicum scientifico”, abilmente veicolato come “scoperta di contagio asintomatico”. «Vero, ma eludendo si trattasse d’un focolaio». Poi, tramite il ministro della salute, Berlino «ha parlato di pandemia, ma descrivendo il tutto come “problema mondiale”». Di fatto, «una narrazione in cui la Germania “scopre” e “avverte”». Falso: «In realtà ha in casa un focolaio mal controllato (e non apertamente comunicato) e delle dichiarazioni Ecdcfumogene riguardo possibili pandemie». Tutto questo, «senza esporre alla dura legge del mercato la Germania, che nel frattempo non utilizzava tamponi e classificava contagi e decessi dovuti all’influenza classica, di fatto puntando la pistola fumante verso Roma».
Aggiunge lo stesso Pugliese: «Molti tedeschi in ferie, soprattutto in Italia, vennero tamponati al ritorno in Germania e trovati positivi. Dando la notizia in questo modo, l’intento era di far passare gli italiani come responsabili del contagio europeo, almeno indirettamente». E così, «l’Italia «finiva sott’acqua, con un Conte incredulo e frastornato dinanzi all’aumento dei casi, con il governo in discussione e sotto accusa. Il crollo in Borsa ha fatto il resto: «Mercati e mezzo mondo hanno iniziato a sfiduciare il paese, all’improvviso solo e considerato poco affidabile». E’ stata «una narrazione tremenda, che ha fatto crollare l’economia italiana tramite uno scossone peggiore a quello dovuto all’11 Settembre». Hanno vinto i “furbi”:  «Germania (e anche Francia) hanno continuato con una politica mediatica d’omissione, che di rimbalzo ha portato l’Italia sull’orlo del baratro». Il governo tedesco? «Non ha solo cercato di contenere il Conte con la Merkelmorbo, ma anche il nefasto effetto economico prodotto dall’immagine di un “paese in quarantena”. Dopo la scoperta del “paziente zero”, anche l’Ecdc (European center for disease prevention and control), infatti, lascia intendere che anche altri Stati Ue siano già nello stessa situazione dell’Italia ma non lo dicano».
Ora, riassume Pugliese, non interessa colpevolizzare chi s’ammala e diffonde, ma sottolineare «una pessima quanto faziosa comunicazione europea, che in aggiunta a qualche errore del nostro governo ha trasformato l’Italia nella nazione untrice per antonomasia (una situazione simile alla Cina)». L’Italia si è vista quindi caricata di un doppio fardello: «Da una parte contenere il virus con misure forti, dall’altra evitare di passare come “grande focolaio europeo”, a tutto discapito della salute e della Borsa». Uno scenario deleterio, conclude il “Sussidiario”, da cui in queste ore si sta cercando di uscire «grazie ad uno studio che di fatto scagiona il nostro paese, ma ci fa capire quanto la Ue sia in pezzi», visto che «quel che ha subito l’Italia avrebbe potuto essere evitato». Una Ue sempre più in frantumi e una Germania non proprio affidabile: «Sono le due certezze partorite da questa crisi, che è sempre più logorante». Ma perché a pagare è sempre l’Italia? «Perché è uno Stato giovanissimo», sostiene Gianfranco Carpeoro, saggista, su YouTube: «Siamo una nazione unita solo da 150 anni. Prima, gli abusi stranieri sulla penisola erano ancora peggiori». Ma l’Ue non dovrebbe impedire tutto questo? «Certo, se solo esistesse: ma una vera Unione Europea non è mai nata».