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martedì 31 luglio 2018

Multinazionali ed evasioni fiscali




Le multinazionali evadono milioni e milioni di euro di tasse (e non solo) e noi paghiamo ...

Mi verrebbe da dire: cittadini "cornuti e mazziati ". Producono il cibo veleno e gli dobbiamo pagare anche le tasse che loro evadono ?

Questa e' la conferma che la lotta all'evasione fiscale, per l'elite e' solo una maschera che gli serve per ottenere altri scopi . Tipo : arricchirsi, acquisire sempre piu’ potere e controllarci ... 

Hanno distrutto tutte le piccole e medie imprese perche' si devono arraffare tutto loro Loro, i ricchi padroni … tutto il resto poveri schiavi.

Hanno creato la : “ crisi globale organizzata” appositamente, diamoci un "etichetta"

Boicottate le multinazionali !

Europa - USA hanno fatto anche un patto di alleanza per favorire le Multinazionali che sono di proprieta' delle famiglie della monarchia e altre famiglie piu' potenti della terra .

Dietro ci sono sempre loro, cosa credevate ... ?



Patto Transatlantico Usa-Ue




Benvenuti nel mondo del transfer pricing, una pratica perfettamente lecita ma che può essere sfruttata per eludere il fisco e “ottimizzare” il proprio carico fiscale. Il prezzo di trasferimento indica quello a cui le imprese multinazionali acquistano e vendono prodotti o servizi tra loro diverse filiali.


Il trucco è semplice: 

Un’impresa vende succhi di frutta in Italia, e a fine anno realizza un milione di euro di profitti, sui quali sarebbe tenuta a pagare le tasse. L’impresa crea però una succursale di comodo in un paradiso fiscale, e questa succursale – sulla carta – vende mille litri di succo alla casa madre in Italia a 1.000 euro al litro. 

Risultato: 

La filiale in Italia ha un milione di euro in più di costi a bilancio, che va ad azzerare i profitti e quindi le tasse da pagare. Il corrispondente milione di profitti è ora nella succursale nel paradiso fiscale, dove le tasse sono basse o nulle. Se si vuole fare di più, basta vendere il succo a 2.000 euro al litro e non a 1.000 e fare si che la filiale in Italia risulti in perdita, potendo quindi accedere a sussidi pubblici per le imprese in difficoltà. Sussidi che naturalmente provengono dalle tasse dei cittadini. 


Comprereste un chilo di carta igienica a oltre 4.000 dollari ? E un litro di succo di mela per 2.052$? E penne a sfera per 8.500$, secchi di plastica per 972$, pinzette a 4.896$ l’una? 

Eppure sono esempi di transazioni effettivamente realizzate da alcune multinazionali, e non da responsabili acquisti improvvisamente impazziti. Parliamo invece di una delle più diffuse ed efficaci strategie per non pagare le tasse.

Se si vuole fare di più, basta essere un po’ più scaltri e vendersi il succo a 2.000 euro al litro e non a 1.000 per fare si che la filiale in Italia risulti in perdita, potendo quindi accedere ad aiuti, sussidi e contributi messi a disposizione dallo Stato per le imprese in difficoltà. 

Sussidi che provengono dalle nostre tasse, da quelle dei dipendenti che hanno la trattenuta in busta paga o da quelle di artigiani e piccole imprese che a differenza delle multinazionali non possono ricorrere a simili trucchi contabili e fiscali. Le stesse piccole imprese che subiscono la concorrenza sleale dei gruppi di maggiori dimensioni, che sfruttando tali scappatoie possono abbassare i costi.

Quelli riportati sono esempi semplificati ed estremi. Solitamente gli eccessi nei prezzi di trasferimento variano dal 5 per cento al 25 per cento rispetto a quelli di mercato, rendendo molto difficile scoprire tali pratiche. Ancora più complesso scoprirle quando sono relative a beni intangibili come brevetti o marchi. D’altra parte eserciti di consulenti sono a disposizione delle imprese e delle persone più facoltose, così come della criminalità organizzata, per spostare, riciclare e nascondere alle autorità giganteschi capitali.

Non è possibile fare nulla, quindi ? Al contrario, gli strumenti per contrastare tali fenomeni ci sarebbero. Uno è l’obbligo di rendicontazione Paese per Paese dei dati contabili delle imprese multinazionali, che oggi devono presentare unicamente dei dati aggregati nei loro bilanci. In questo modo non è possibile sapere fatturato, costi del lavoro, profitti e tasse pagate in ogni giurisdizione in cui operano, permettendo o per lo meno facilitando abusi come quelli descritti in precedenza. Un’altra misura è la richiesta di un registro pubblico delle imprese, e in particolare dei loro reali proprietari, per contrastare l’anonimato e le scatole cinesi societarie.

Proprio su quest’ultimo punto, nei mesi scorsi il Parlamento europeo ha votato a larghissima maggioranza per chiedere l’introduzione di un registro pubblico che permetta di mostrare quali siano i reali proprietari di ogni impresa. La parola passa adesso a Commissione e Consiglio, e sarà fondamentale nei prossimi mesi la spinta della presidenza di turno dell’Ue, ovvero dell’Italia.

In parallelo, accanto alla rendicontazione Paese per Paese dei bilanci e al registro pubblico, sui quali serve un accordo europeo e poi internazionale, molto si potrebbe fare anche su scala nazionale. Per esempio inserendo negli appalti pubblici delle condizioni o almeno un punteggio preferenziale per le imprese che dimostrano un comportamento fiscale corretto, ovvero che non ricorrono a filiali e succursali anonime e/o nei paradisi fiscali e che pubblicano i propri bilanci suddivisi per ogni giurisdizione in cui operano e in maniera trasparente. Già oggi diversi bandi prevedono punteggi addizionali per le imprese che hanno una certificazione sulla qualità dei propri processi produttivi o una maggiore attenzione all’ambiente. Perché non farlo anche in ambito fiscale? E’ possibile che lo Stato lavori con imprese che da un lato ottengono commesse pubbliche e dall’altro evadono le tasse?

Obbligare all’utilizzo di Pos e bancomat per gli acquisti sopra i 30 euro ma non prevedere sanzioni per chi non lo fa appare per lo meno inefficace, per usare un eufemismo. Non è con questi provvedimenti che si può pensare di combattere la grande evasione. Una reale trasparenza in ambito finanziario, fiscale e societario è la chiave per contrastare non solo l’evasione fiscalema anche mafiecorruzione, riciclaggioeconomia sommersa. L’Europa, anche in ragione della crisi, sembra finalmente intenzionata a muoversi. Se davvero c’è la volontà politica di cambiare rotta, l’Italia non può permettersi di perdere una tale occasione storica durante il proprio semestre di presidenza dell’Ue.

fonte http://mondos-porco.blogspot.com/2014/12/multinazionali-ed-evasioni-fiscali.html#more

L’Europa ha voluto la fine della Grecia, ora la guarda sprofondare all’inferno


Centinaia i morti e feriti. Questa non è una catastrofe naturale, è un crimine dell’Europa “unita” e dell’austerità che la Germania ha imposto alla Grecia.
I vigili del fuoco avevano un quarto degli automezzi fuori uso per tagli alla spesa pubblica, e senza tute antincendio.
Le ONG erano tutte impegnate a soccorrere africani davanti alla Libia.
Decine di greci sono morti nele loro auto, per l’ingorgo delle vie di fuga.
Grecia, il dramma dei turisti annegati per sfuggire alle fiamme: “Ci sono cadaveri ovunque”
Mati, la località di villeggiatura degli ateniesi, è stata distrutta: «Questo paese non esiste più» (La Stampa)
Gavino Sanna
‏ @GavinoSanna1967
Grecia
Paese di cultura e civiltà millenaria distrutto in pochi decenni di adesione a uno dei progetti più antisociali e disumani della storia: trasformare stati sovrani in colonie, alla mercé dei mercati e del capitalismo predatorio di paesi più potenti.
Così Cottarelli su Twitter
BenedettoDellaVedova
@bendellavedova
Diremo a italiani che #Ue è unica prospettiva di libertà, diritti, integrazione civile ed economica possibile.
Abbiamo identità e programma: #PiuEuropa è il partito dell’Italia europea, vera alternativa a sovranisti. Intervista @Agenzia_Italia
Il racconto di ciò che è letteralmente esploso stamattina attorno ad Atene lo abbiamo riportato in questo articolo di cui riportiamo la cronaca:
Le fiamme stanno devastando alcuni boschi che lambiscono la capitale greca: 50 persone sono morte, altre 150 sono rimaste ferite e undici di loro versano in gravissime condizioni.
E’ pesantissimo il bilancio delle vittime causate dagli incendi divampati nella giornata di ieri in Grecia:
50 persone sono morte (26 sono state trovate senza vita nella stessa casa), altre 150 sono rimaste ferite e migliaia sono in fuga dalle fiamme che sono divampate in due grandi aree verdi che lambiscono Atene, con centinaia di vigili del fuoco al lavoro per domarli.
Le autorità hanno dichiarato lo stato di emergenza e chiesto l’aiuto dell’Unione Europea.
Tratto da: terrarealtime
https://ununiverso.it/2018/07/30/leuropa-ha-voluto-la-fine-della-grecia-ora-la-guarda-sprofondare-allinferno/

La dittatura finale dei Sepolcri Imbiancati.

La dittatura finale dei Sepolcri Imbiancati.


Alla Messa, un’amica mi dice: “Nessun aiuto dall’Unione Europea per la Grecia devastata. Ma solo ieri Bruxelles era pronta a stanziare 6 mila euro per ogni africano che l’Italia accetti di prendersi. Quindi i soldi ci sono. Perché non per i greci?”.
Anzi: il Fondo Monetario non solo non dà un dollaro, ma anzi ha incitato Atene a “tener fede ai suoi impegni”, ossia  a  obbedire alle aggravate misure di austerità che le sono state imposte per tutti i prossimi 30 anni.
Un altro lettore  nota in questa faccenda il doppio standard  che l’ideologia mainstream adotta: “I greci devono espiare le colpe di loro governanti, gente corrotta, pigra eccetera. Ma scusate, i governi africani invece sono celebri per  la loro onestà e rettitudine? Perché gli africani sono degni di pietà e i greci no? Perché siete razzisti di m.”.

L’esibizione sfrontata della doppia morale

Fra i cattolici che hanno reagito protestando alla copertina di Famiglia Cristiana con Salvini “Vade retro Satana”, molte proteste erano di questo tipo: “Mario M: ” Quando il Pd promuoveva matrimoni omosessuali, eutanasia, liberalizzazione delle droghe, affidamento di bambini a coppie omosessuali, abolizione della legge 40, nessuno di voi ha mai paragonato un politico a Satana.. Invece ora che vi stanno togliendo il business dei migranti.. Il fumo quello vero di Satana esce fuori dalla vostra redazione…”
Giuseppe R. “Per i politici che vogliono adozioni gay matrimoni gay introduzione gender negli asili o quelli che vogliono abolire l’obiezione di coscienza per gli aborti ,non avete messo nessuno di quelli in prima pagina con il vade retro Satana …”.
Lettori credenti sono ovviamente più sensibili ed urtati dalla doppia morale, avendo più presente la frase del Vangelo: “Guardi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello e non  ti accorgi della trave che hai nell’occhio tuo”.  Ma ormai l’uso politico del doppio standard  contro l’attuale governo è così macroscopico e svergognato, esibito e senza scrupoli, da essere  notato come un fenomeno generale, continuo, totale   –  impressionante  e pauroso.
Tutta l’opposizione, di “sinistra” e di “destra” (globalista) ,  sono concordi nell’urlare indignazione per le “lottizzazione” e le nomine   “nei posti di potere”, alla  Rai come altrove:  ossia  nell’indignarsi per ciò che le “sinistre” hanno fatto,  quando sono state al  governo, in modo totale e senza  alcuno scrupolo di garanzia delle minoranze.
Il capo dello Stato Mattarella ha parlato di “Far West e barbarie che deve suscitare indignazione”  a proposito del fatto  della bambina zingara colpita, forse per  caso, da un fucile ad aria compressa. Molti han dovuto notare che il presidente non ha espresso alcun allarme né indignazione per Pamela fatta  a  pezzi dai nigeriani a  Macerata, né per la banda di venezuelani che nel giugno 2015   tranciarono col machete un braccio  – riattaccato dopo 8 ore d’intervento –  ad un controllore delle Ferrovie Nord che li aveva trovati senza biglietto (a proposito: i giudici d’appello hanno ridotto la pena ai criminali, non riconoscendo l’aggravante dei futili motivi);   più in generale,   se voleva applicare il termine “Far West”,  avrebbe potuto applicarlo alle condizioni di terrore, violenza e minaccia  che stranieri senza biglietto fanno regnare  nei treni  ormai abitualmente, aggredendo il personale, molestando e qualche volta stuprando le donne, onde ormai ogni viaggio specie in ore notturne diventa un incubo per personale e viaggiatori.
Magari potrebbe chiamare “Far West” il caso sempre più frequenti di poveri vecchietti che, tornando all’appartamentino nella casa popolare, lo trovano occupato da giovani minacciosi marocchini; o delle bande   di extracomunitari che abbattono le porte ed occupano appartamenti non loro.
Il presidente  pare avere una sensibilità etica e sociale molto selettiva: sensibilissima ai pallini ad aria compressa, ma insensibile ai machete  e ai tagliatori professionali di corpi umani. E’ una selettività morale comune a tutta  l’area “progressista”, che in queste stesse ore vediamo partecipare (coi suoi media) a dipingere ogni episodio di teppismo spicciolo come  “razzismo bianco” eccitato, ovviamente, da Salvini. L’ultimo mentre scrivo (stasera  i tg ne scoveranno altri)   è la giovane atleta Daisy Osakue, fatta segno al lancio di un uovo da parte di tizi  in auto a Moncalieri: un gruppetto di teppisti che già nei giorni scorsi era stato segnalato ai carabinieri per lancio di uova contro un pensionato, e poi “tre donne bianche che uscivano da un ristorante”.
Ebbene: Matteo Renzi ha immediatamente scritto che la ragazza è “stata selvaggiamente picchiata da schifosi razzisti”.
@matteorenzi
Segui @matteorenzi
Altro
#DaisyOsakue è una campionessa italiana. Ieri è stata selvaggiamente picchiata da schifosi razzisti. Gli attacchi contro persone di diverso colore della pelle sono una EMERGENZA. Ormai è un’evidenza, che NESSUNO può negare, specie se siede al Governo. Italia, #torniamoumani
02:47 – 30 lug 2018
Il sindaco di Moncalieri (dove abita la ragazza), intervistatissimo, proclama che Salvini “deve dire da che parte sta”, e che è colpa di Salvini se  c’è “questo clima”. Insomma ripete la parola d’ordine.
Nessuno aveva chiesto da quale “clima”  vengono le violenze degli extracomunitari sui treni, l’impunità di cui godono gli spacciatori nigeriani e i  venezuelani.
Certo un premio speciale per  impudenza va ad  un “liberista”, Oscar Giannino (lo pseudo-laureato di Chicago):  nel ministero dell’economia e finanza  si doveva cambiare la squadra dei burocrati, che erano tutti stati messi lì da Giancarlo Padoan e stanno remando contro i progetti del governo – il ministro Tria li  ha lasciati ai loro posti, qualcuno nella maggioranza l’ha criticato. Oscar Giannino proclama: “Tria e  il Quirinale devono difendere ad oltranza l’autonomia e l’indipendenza della Pubblica Amministrazione!”.  E  s’è scagliato contro “il linguaggio da epurazioni e purghe” che si userebbe nella maggioranza contro i burocrati .”La Pubblica amministrazione indipendente va difesa dai Partiti”.
Qualcuno ha tirato fuori un video – datato 2013 –  dove lo stesso Oscar Giannino urlava esattamente il contrario : “Il problema è la Ragioneria  dello Stato, il Tesoro. Chi vince le elezioni deve mandarli a casa. Ogni tanto ci vuole un colpo di mano”.

Ma qui siamo ancora, in fondo, nel pittoresco.

Tanto antifascista da essere antisemita

Il rabbioso, allucinante, smodato e  delirante linciaggio subito da Marcello  Foa da parte della “sinistra” che vuole sbarrargli la presidenza Rai – e ridicolmente ha fatto appello a  Berlusconi  perché gli faccia votare contro in Commissione: proprio loro che han sempre detto per anni che Berlusconi non deve ingerirsi nella tv di Stato, perché ha le sue tv private – ha però preso rapidamente un’altra, sinistra piega. Manifestazioni di odio e  di volontà omicida che hanno avuto il loro apice in un  tweet di  tale Daniela Coli, che si dichiara “docente di storia della filosofia politica –Università di Firenze”.
E’ questo: 
Ci sono sempre stati ebrei alleati del fascismo, anzi fascistissimi, onorati e remunerati. non è una novità. Ma si ricorda come finirono gli Ovazza? Bruciati in una stufa. @RoccoTodero
Qua mi pare  che l’abito del “doppio standard” abbia fatto una completa circonferenza, una rivoluzione  e uno spaventoso giro della morte, arrivando al suo opposto speculare: questa signora, poiché si sente “in lotta contro il razzismo”  (di Salvini),  si ritiene moralmente autorizzata a incitare all’odio razziale contro Foa, che lei crede  “fascista” (è chiaro che non ne ha mai letto un articolo); tanto da  violare impunemente il tabù sacrale dell’antisemitismo:  lei può essere antisemita perché è, lei, antifascista. Mentre Foa secondo lei lo è, e dunque gli augura di finire “bruciato in una stufa” come Ettore Ovazza, un banchiere ebreo fascista, ucciso nell’ottobre del 1943 da SS, che poi fecero sparire il cadavere bruciandolo in una stufa di una scuola. Lei è “contro ogni violenza” e “per l’accoglienza degli immigrati”, ergo si può augurare l’omicidio di Foa – che, insisto, non conosce, e  di cui ha sentito parlare i media solo da tre giorni.  Lei può esprimere odio, perché accusa Salvini di “spargere odio” e presume che anche Foa, in quanto indicato dalla Lega alla presidenza Rai,  sparge odio. Ovviamente si macchia di tutti i crimini morali che attribuisce ai  fascisti:  incitamento alla violenza, all’odio razziale, alla persecuzione antisemita – per antifascismo. Partecipa alla “lotta antifascista” indetta dalle sinistre.
La pericolosità di questi rigurgiti di “moralità” deve essere sottolineata, perché se ne trovano purtroppo tanti  nei  cosiddetti social:  un consigliere comunale  altoatesino  che per schierarsi al fianco della  giovane atleta nera di cui sopra, auspica che Salvini  finisca appeso per i piedi:
E’ fin troppo evidente che costoro si rifanno ai modelli della guerra partigiana, e sognano  di ripeterla – con l’appoggio delli superiori, dal Colle a Renzi  alla Boldrini.  Senza alcuna remora o scrupolo, sono  per la guerra civile contro il voto del popolo italiano: dunque si chiamano “democratici”.
Offro questi esempi, l’ultimo in particolare, ai tanti che ho incontrato nella vita i quali mi hanno detto e mi dicono: “Non ho bisogno, io, di credere in Dio per essere un uomo morale.  Non m i occorre che “Qualcuno mi detti i comandamenti. Non ho bisogno come te di avere paura di un castigo  eterno, io:  so da me come comportarmi  secondo giustizia”.  Qui si vede che, senza timor di Dio, senza mai fare un esame di coscienza, uno finisce per adottare come  umanità, giustizia, bontà, il loro contrario:  la disumanità, l’omicidio. Senza agganciare la morale al timor di Dio, a questo si arriva, ad essere criminali ritenendo di promuovere e lottare per il Bene.
Fino alla sovversione e al rovesciamento speculare delle stesse nozioni di ciò che è “bene” e “male”.   Mi hanno girato le osservazioni di un giovane brasiliano, dottor Almir Favarin, che si dichiara “teologo e psicanalista”:
“Viviamo in un momento in cui vogliono che i preti si sposino ma che le coppie sposate divorzino come nulla fosse. Vogliono che gli eterosessuali abbiano rapporti senza compromessi e senza il matrimonio, ma vogliono che le coppie gay si sposino nella chiesa. Vogliono che le donne abbiano corpi maschili e si vestano come uomini e assumano ruoli maschili. Vogliono che gli uomini diventino “fragili”, delicati, come se fossero donne. Un bambino con solo cinque o sei anni di vita ha già il diritto di decidere se vuole essere uomo o donna per tutta la vita, ma un minorenne per legge, non può rispondere per i suoi crimini. Non c’è spazio per i pazienti negli ospedali, ma c’è l’incoraggiamento e sponsorizzazione per coloro che vogliono cambiare sesso. C’è consulenza gratuita per coloro che desiderano lasciare l’eterosessualità e vivere l’omosessualità, ma non v’è alcun sostegno per coloro che vogliono lasciare l’omosessualità e vivere la loro eterosessualità e se cercano di farlo, è crimine. Essere pro-famiglia e religione è dittatura, ma urinare sulla croce è la libertà di espressione. Se questa non è la fine dei tempi, deve essere almeno la prova generale…”.
Infatti per un credente in questo consiste  il  Regno dell’Anticristo, precisamente:   che non arriverà come un Hitler  in uniforme militare, ma come un altruista, un infermiere e  risanatore, uomo pieno di bontà e giustizia.  I cui seguaci, per bontà, dovranno bruciare nelle stufe i “fascisti ebrei”, appendere per i piedi quelli che  non vogliono l’accoglienza,  selezionare i razzisti ed eliminarli.
Perché, ne sono convinto, i progressisti nemmeno possono capire di cosa  si stupisce Favarin: tutto ciò che a lui sembra strano non è forse il bene, la libertà, la tolleranza, l’apertura?

(anche contro Foa, in fondo, di cosa lo si rimprovera? Di aver espresso chiare opinioni  su Mattarella, sulle ONG,   su Putin: quello che è un esempio di onestà intellettuale  e coraggio lo squalifica, agli occhi dei “buoni”, dei “tolleranti di tutte  le opinioni”.   Preferiscono infatti chi non esprime opinioni, i   furbastri che si conformano all’andazzzo del potere – il regno dell’anticristo  sarà anche  la dittatura compiuta dei Sepolcri Imbiancati).
Maurizio Blondet
fonte https://www.maurizioblondet.it/la-dittatura-finale-dei-sepolcri-imbiancati/

Marcello Foa, wikipedia e fake news: come si distrugge la reputazione di un giornalista scomodo



DI ENRICA PERUCCHIETTI
unoeditori.com/blog
Wikipedia: e Foa diventa un complottista
È così che si distrugge la reputazione di un giornalista scomodo: il 28 luglio alle 16:37 (cioè soltanto sabato, “casualmente” nel pieno della discussione per la sua nomina alla presidenza RAI!) è stata modificata la pagina wikipedia di Marcello Foa aggiungendo la sezione “Controversie” (prima inesistente, basta controllare la cronologia che riporto qui sotto) in cui viene denigrato come un “complottista” per aver sostenuto l’esistenza di false flag e per aver parlato della teoria gender (che viene liquidata come una “teoria del complotto nata nell’ambito ecclesiastico negli anni ’90”).
…Quando conobbi Foa 
Ho la fortuna di conoscere personalmente Foa da qualche anno. Ci siamo incontrati a una riunione per il WAC (Web Activists Community) a Roma nello studio di Giulietto Chiesaquando scesi in rappresentanza della UNO Editori per discutere del progetto. Ovviamente lo conoscevo già di fama, lo avevo spesso citato nelle mie opere, a partire dal mio libro inchiesta su Renzi. Lo avevo sentito telefonicamente ma non lo avevo mai incontrato di persona. Mi sono trovata davanti un uomo gentilissimo, tanto umile quando disponibile, dotato di carisma e di ironia (dote rara), mentalmente elastico e al contempo metodico. Da quel momento ho potuto soltanto rafforzare la stima che ho di lui.
Mi rammarica ora assistere a un’ondata pretestuosa di violenza mediatica contro Foa.
Parte la campagna denigratoria
L’attuale campagna denigratoria che si è scatenata in queste ore intende trasformare Foa nell’esatto contrario di ciò che è: un serio, leale e onesto giornalista. Si vuole cioè screditarlo, additarlo come un venditore di fumo, un arrivista un ambizioso, persino un fascista (lui che è ebreo!) spulciando nei suoi vecchi post di Twitter o di Facebook, come se la carriera o l’onestà di un professionista si dimostrasse da alcuni post decontestualizzati. Quello che stanno scrivendo? Nulla di più lontano dalla verità.
Vi era già stata nelle precedenti settimana un’inchiesta dell’Espresso a cui era seguita la querela di Foa.
Ora le testate giornalistiche progressiste si scatenano seguendo lo stesso topos:
• è un sovranista (e allora? Meglio coloro che hanno svenduto il nostro Paese alla tecnocrazia europeista?),
• un populista,
• è filo-russo,
• diffonde fake news. Ebbene, per me questo non è giornalismo, è gossip.
Qualunque testata può scrivere qualunque cosa di chiunque citando fonti non pervenute o distorcendo dei post, perché è evidente dalla lettura approfondita degli articoli che chi scrive o non conosce Foa o è in malafede. Nell’epoca del politicamente corretto, la violenza dei guardiani del pensiero unico si abbatte come una furia su coloro che osano dissentire.
Tecniche “orwelliane” per manipolare l’opinione pubblica, tra spin e fake news
Quello che ovviamente si vuole fare è creare un frame, una cornice negativa in cui inserire l’immagine di Marcello Foa in modo da offrire all’opinione pubblica un’immagine distorta, falsa, dell’uomo e del professionista che è.
Il riflesso del bipensiero orwelliano è concentrato però nella seguente accusa:
lo definiscono ora lo “spin doctor” di Salvini, quando − paradossalmente − è stato proprio Foa a sdoganare al grande pubblico il fenomeno dello spin, spiegando e documentando in maniera magistrale come il potere orienta e all’occorrenza manipola l’informazione, servendosi anche dei media di massa. Quello che in origine era uno stato d’accusa documentato da anni di ricerche, si è rivolto contro di lui rendendolo mediaticamente “colpevole” di ciò che da anni condanna. E ora, come forma di contrappasso, lo spin si è rivolto contro di lui denigrandolo.
Nel suo Gli stregoni della notiziaAtto II, Foa documentava il fenomeno dello spin e mostrava persino come esistano società private che si occupano di confezionare materiale giornalistico ad hoc. Si tratta cioè di spin privati che vengono ingaggiati anche dai governi in segreto – Foa riporta ampi esempi di società assoldate dal governostatunitense − per rendere efficace e persuasiva una campagna, anche ricorrendo a menzogne e falsificazione per di raggiungere l’obiettivo desiderato.
Sì: falsificazione. False notizie come quelle che circolano in questi giorni sui media di massa, volte a terrorizzare l’opinione pubblica e a screditare il candidato alla presidenza RAI.
Breve ripasso dei VERI fatti: la Maggioni e la Commissione Trilaterale
Bisognerebbe invece ricordare a coloro che passivi si bevono queste menzogne, che l’ex presidente RAI, Monica Maggioni, è alla guida della Trilaterale Italia. Ricordo che la Commissione Trilaterale è  un gruppo di studio non governativo con sede a New York, fondato tra il luglio 1972 e il 1973 per iniziativa di David Rockefeller, Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski. Conta più di trecento membri (uomini d’affari, politici, intellettuali) provenienti dall’Europa, dal Giappone e dall’America settentrionale. A tutt’oggi le riunioni sono dei vertici a porte chiuse di altro profilo.
Quello che i membri della Trilateral vogliono è creare un potere economico mondiale superiore a quello politico dei singoli governi nazionali. Il fine era ed è tuttora una costante collaborazione tra le élite dominanti dell’Europa occidentale, del Giappone e degli Stati Uniti, e a coordinare le loro politiche nelle tre principali sfere di influenza.
La Trilaterale (come il Club Bilderberg) si preoccupa che la gente possa ribellarsi ai suoi progetti e quindi necessita della stampa per manipolare l’opinione pubblica e creare un adeguato “stato di spirito”: in passato propose anche limitazioni alla libertà di stampa nel senso di «restrizioni di quello che i giornali possono pubblicare in particolari e delicate circostanze».
L’idea di fondo, espressa nel libro La Crisi della democrazia pubblicato a firma di Crozier, Huntigton e Watanuki nel 1975, è come già spiegava Paolo Barnard, di “uccidere” la democrazia partecipativa dei cittadini mantenendone in vita solo l’involucro. Si vuole cioè svuotare da un lato le nazioni del proprio potere e della propria sovranità (ecco perché ora la parola “sovranista” fa così paura), facendo diventare dall’altro tutti noi dei soggetti passivi degli eventi, dei meri spettatori/lavoratori/consumatori.
I media servono cioè ad annientarci come protagonisti della democrazia, distraendoci con notizie inutili, terrorizzandoci di continuo o saturandoci con lo show spazzatura.
I media che attaccano Foa fanno il gioco di un potere incancrenito 
Un giornalista, degno del suo nome, dovrebbe ricoprire invece anche una funzione sociale, etica, civile. Ha una responsabilità. Non deve plasmare l’opinione pubblica al soldo dei lobbisti. Foa al contrario di molti suoi “colleghi” che ora lo attaccano ha la schiena dritta e denuncia da anni la manipolazione e il controllo sociale a danno dei cittadini.
I media che oggi lo attaccano stanno facendo il gioco di un potere incancrenito che teme l’ondata di rivoluzione che sta soffiando in Italia. Alcuni parassiti temono evidentemente di vedersi soffiare la linfa vitale da cui traggono da anni il sostentamento.
Non so se questa ondata si fermerà qui, se porterà a una débâcle o a veri e stabili cambiamenti.
So però che Marcello Foa può apportare pluralismo, rigore e spessore intellettuale al servizio pubblico televisivo, sempre che mercoledì mattina la Commissione di Vigilanza che dovrà ratificare o meno la sua nomina, riesca a compattarsi su almeno 27 voti. La maggioranza ne ha solo 21 e dunque i voti di Forza Italia diventano decisivi.
Tutto il resto è propaganda.
Il pensiero critico e l’informazione alternativa ai media mainstream oggi vengono perseguitati per silenziare il dissenso.
Non sono questi i metodi dei sistemi totalitari che si ammantano di slogan politicamente corretti e perseguitano con violenza chi non si piega ai loro diktat?
State attenti a chi non vuole che esprimiate la vostra coscienza critica ma che vi vuole passivi alla sua volontà; ne vale del vostro e del nostro futuro.

Enrica Perucchietti
Fonte: https://unoeditori.com
Link: https://unoeditori.com/blog/marcello-foa-wikipedia-e-fake-news-come-si-distrugge-la-reputazione-di-un-giornalista-scomodo-n228
30.07.2018
https://comedonchisciotte.org/marcello-foa-wikipedia-e-fake-news-come-si-distrugge-la-reputazione-di-un-giornalista-scomodo/