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venerdì 29 gennaio 2016

Coltano 1945 Una storia dimenticata


Coltano è una vasta tenuta a qualche chilometro da Pisa, circondata da pini marittimi secolari, non è facile trovarla partendo da Pisa , si percorrono chilometri di strade sterrate che si intersecano sfiorando case coloniche isolate, alla fine percorrendo Via dei Pini, si giunge in una gigantesca distesa , ora coltivata ad erba medica contornata da piccoli canali di scolo. Se si fa attenzione si può sentire il rumore degli aerei che decollano o atterrano al vicino aeroporto. Le cascine non sono tutte abitate.
Il silenzio fa da cornice ad un pennone alla cui sommità sventola una bandiera Italiana e a poca distanza si erge un monolite di pietra arenaria, bianco, con affisso in alto a destra, un crocefisso metallico e una targa anch’essa metallica, che testualmente recita <in questo luogo, dal maggio al settembre 1945, sorgeva il campo americano POW 337, dove 35688 soldati della R.S.I. soffrirono una dura prigionia. Ai caduti e ai dispersi dedichiamo>.
Coltano, è anche un segreto militare, di cui i Governi Americani non parlano, un segreto sepolto negli schedari militari del Pentagono. POW significa letteralmente Prisoner of War, la frase sulla pietra è già di per sé esplicativa: in Toscana, nella primavera del 45, le autorità militari Americane requisirono questa ed altre zone , Coltano, Scandicci e Laterina e vi installarono dei campi di prigionia, esattamente i POW 334 a Scandicci, il 339 a San Rossore, i 336 il 337 e il 338 a Coltano, mentre il POW 335 sorse a Metano.
Il più famigerato fu il 337, dove in condizioni di sopravvivenza pura e semplice, furono ristetti circa 36 mila Italiani appartenenti a vario titolo alla R.S.I., circondati da una doppia recinzione di filo spinato, con delle torri attrezzate di potenti fotoelettriche e mitragliatrici. Questo inferno era costituito da almeno 10 settori, denominati Lager, ognuno abitato da 3500 prigionieri, militari, sottufficiali e truppa, ufficiali di tutti i corpi, San Marco, Fanti, Bersaglieri, Paracadutisti, Brigate Nere, MVSN, X Mas, Battaglione Barbarigo, Cacciatori degli Appennini, Militi della GNR, oltre ad appartenenti al Partito Fascista, in più c’erano anche le Mascotte, i ragazzini, spesso adolescenti che in uniforme facevano parte dei reparti, tutti insieme in un unico infernale calderone. Le donne , per lo più Ausiliarie del S.A.F. ( Servizio Ausiliario Femminile ) erano in un settore a parte.
Le truppe Statunitensi che gestivano il campo con pugno di ferro, erano Afroamericani, Filippini e Bianchi coadiuvati da prigionieri dell’esercito Germanico di provenienza altoatesina, veri e propri Kapò, che odiavano ferocemente gli Italiani e comunque in virtù della loro collaborazione godevano di un trattamento privilegiato nel vitto e nell’alloggio. Per gli Americani i prigionieri ,erano solo “Fascist Shit”, merde fasciste, e come tali andavano trattati.
Il campo di Coltano, era una distesa di terra brulla senza un filo d’erba a causa del continuo calpestio di migliaia di piedi, in questa pianura assolata dormivano , per terra, sotto una misera tendina, migliaia di sventurati, senza scarpe e con degli stracci per vestiti. Quando pioveva il campo si trasformava in un acquitrino fangoso. Il vitto era una pappina che veniva distribuito accompagnato da una fetta di pancarrè, oltre a una bustina di essenza di limone per cancellare il sapore di cloro dell’acqua dei pozzi.
Molti si ammalarono di tifo e TBC, altri furono uccisi dalle sentinelle di colore che la sera si sbronzavano e conseguentemente avevano il grilletto facile. Le punizioni , molto frequenti, erano il palo e la gabbia, chi sgarrava era legato ad un palo con le mani dietro la schiena e la gabbia era un luogo dove il prigioniero, anche per giorni, stava sdraiato su una superficie di pietre aguzze che lo segnavano nel corpo e nello spirito. Ci fu chi non resistette e impazzì, finendo presso il Manicomio di Volterra.
Il Campo di Coltano è tuttora un segreto militare per il Governo Americano che non ha mai voluto e non vuole ammettere ufficialmente una simile violazione della Convenzione di Ginevra da parte di un Governo che si dice civile ed evoluto. Non esistono registri ufficiali dei detenuti e neppure dei deceduti. Anche i vari governi Italiani non hanno mai voluto pubblicizzare queste atrocità compiute peraltro sul territorio Nazionale da truppe occupanti. Nel campo , morirono per fame, malattie e maltrattamenti, circa 500/600 Italiani, che al riparo da occhi indiscreti, furono sepolti in un ex campo di calcio, a Castelfiorentino e in seguito esumati e messi nell’Ossario Militare di Livorno. Quando il campo fu chiuso, nell’ottobre del 1945, quasi tutti gli internati vennero liberati, altri furono tradotti in altri istituti di pena per essere processati per reati commessi in qualità di esponenti della R.S.I.
Nessuno in Italia , tranne pochissimi, conoscono questa terribile storia che lentamente sta sparendo nelle nebbie del tempo, certamente altre enormi tragedie di questa qualità sono state scoperte e hanno polarizzato l’attenzione del mondo, ma questa è stata seppellita e nessuno ne vuole parlare, come uno dei tanti tabù che costellano gli ultimi e più recenti anni della storia di questo paese, commettendo un ulteriore torto verso questi sventurati che hanno pagato la loro scelta.
Roberto Nicolick

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