La Francia ha vinto il mondiale grazie alla multiculturalità?
Si, ma non provieniente da secolare accoglienza ai migranti bensì...
La conquista di un Impero francese in Africa fu presentato come una crociata morale. Nel 1886, Jules Ferry dichiarava: “Le razze superiori hanno un diritto sulle razze inferiori, e un dovere di civilizzarle”. Furono offerti i diritti di piena cittadinanza – assimilazione – sebbene “l’assimilazione fosse sempre di serie B e le popolazioni coloniali fossero trattate come soggetti non come cittadini.”
La missione civilizzatrice della Francia lasciò segni indelebili sui suoi ex territori. Sebbene i paesi africani francofoni avessero acquisito delle forme statali e il riconoscimento dell’indipendenza, continuarono ad essere il terreno di caccia della Francia. Contrariamete alle aspettative, l’indipendenza non intaccò l’assimmetria delle relazioni che la Francia aveva imposto alle sue ex colonie. Attraverso una rete di connessioni, link, accordi e patti, la Francia riuscì a garantire una “indipendenza dipendente” che continua a perseguitare gli Stati africani.
Poco prima che la Francia si arrendesse alle richieste di indipendenza negli anni 60, organizzò meticolosamente le sue ex colonie (paesi CFA) in un sistema di “solidarietà compulsiva” che consisteva nell’obbligare i 14 stati africani a mettere a riserva il 65% della loro valuta estera nel Tesoro francese oltre a un’altra fetta del 20% di passività. Significa che questi 14 paesi accedono solo al 15% della loro stessa moneta!! Se hanno bisogno di più moneta, devono prendere in prestito la loro moneta alla Francia a tassi commerciali! ! Ed è stato così sin dagli anni 60.
La Francia ha il diritto di prelazione sull’acquisto delle risorse naturali trovate nei paesi francofoni così anche se i paesi africani potessero ottenere migliori prezzi altrove non possono vendere a nessun altro fino a quando la Francia non rinunci formalmente a quelle risorse.
Le società francesi nella concedere i contratti devono sempre avere la prelazione, solo dopo la Francia questi paesi possono prendere in considerazione altri offerenti. Non importa se i paesi CFA possono ottenere migliori prezzi altrove.
Tutti i presidenti dei paesi CFA che hanno tentato di abbandonare la zona CFA, hanno avuto pressioni politiche finanziarie da parte dei presidenti francesi successivi.
Quindi questi stati africani sono contribuenti francesi, tassati a tassi vertiginosi, eppure i cittadini di questi paesi non godono della cittadinanza francese e non hanno accesso ai beni e ai servizi pubblici che loro stessi contribuiscono a produrre con i loro redditi.
Alle zone CFA è richiesto di fornire finanziamenti privati ai politici francesi durante le elezioni in Francia.
Il Prof. Mamadou Koulibaly, relatore dell’assemblea ivoriana nazionale e Docente di economia mette a fuoco la devastazione economica causata agli stati membri africani del CFA (Communauté Financière d’Afrique – French Community of Africa) attraverso l’aggancio costante alla moneta francese, prima il franco e adesso l’euro.
Ma le autorità francesi hanno metodicamente tentato di cancellare dagli statuti della Banca centrale africana quelle misure talvolta preventive tendenti ad evitare una situazione in cui il conto operazioni diventasse indebitato su base permanente. Qualsiasi soggetto sensibile sulle operazioni del franco CFA viene classificato segreto di stato e solo i funzionari del Tesoro sono in grado di fornire l’esatto importo di moneta appartenente ai paesi della zona franco detenuto nel conto operazioni. Solo questi alti ufficiali possono rivelare il tasso di retribuzione e il costo di mantenimento di tale conto. Tutto il sistema è circondato da segretezza, opacità e autoritarismo.
Le economie della zona CFA sono fragilissime: gli effetti causati dal meccanismo operativo del franco CFA sono asimmetriche: i paesi più spendaccioni possono utilizzare le loro riserve estere fornite da altri paesi più prudenti. La solidarietà monetaria della zona CFA avvantaggia i più ricchi di loro e incoraggia lo sfruttamento dei più poveri della zona. L’esistenza di un sistema stabile e unificato monetario non ha portato all’emergere di un sistema bancario finanziario efficiente nei paesi CFA. Delle 107 banche della zona, 42 sono state dichiarate in bancarotta nel 1990. La rete bancaria ricostituita dopo è molto dipendente dalle banche della Francia metropolitana.
La Francia incoraggia i paesi CFA a vivere al di sopra dei loro mezzi. La differenza tra il Gabon, uno Stato membro della zona CFA le cui riserve in valuta estera sono depositate in Francia e il Ghana non membro del CFA che ha la sua moneta, o tra il Camerun e il Kenya, il Benin e la Tunisia è che lo stato patrimoniale parla da solo.
Per decenni la Francia ha contribuito direttamente alla violenza e all’instabilità che ha disperato l’Africa. Colpi di stato, contro colpi, assassini, destabilizzazioni e rapimenti, nessun altro paese tra le potenze coloniali ha afflitto il maggiore continente della terra con così tanta disperazione e dilapidazione.
Attraverso il patto coloniale imposto dalla Francia “le colonie franco africani” hanno ricevuto una moneta nuova chiamata franco CFA. In tutti i 14 paesi della zona sono stati costretti ad adottare la moneta unica: la Costa D’Avorio, la Guinea, il Mali e il Senegal nell’Africa occidentale francofona, il Camerun, la Repubblica del Congo e il Gabon, nell’Africa centro africana. Il patto è continuato per oltre 5 decenni dopo l’indipendenza formale delle colonie africane agli inizi degli anni ’60.
Il livello di potere usurpato dalla Francia a questi paesi attraverso il controllo monetario è strabiliante. Tutti i membri del CFA sono costretti a depositare fino all’85% dei loro proventi in valuta estera su un conto del Tesoro francese nazionale. La Francia in cambio ha il diritto di investire i fondi alla Borsa di Parigi come vuole e ha la prerogativa di NON comunicare ai governi africani i rendimenti di detti investimenti. Non solo, ma il tesoro francese può ridare in prestito la moneta alle nazioni africane con gli interessi per il privilegio di prendere in prestito la loro stessa moneta. Inoltre i prestiti sono limitati a un massimo del 20 per cento del reddito pubblico corrente del Paese.
Come commentatore politico Christof Lehmann osserva, “E’ uno scandalo che sotto il sistema monetario francese così tanta Africa rimanga povera e muoia di fame invece di usufruire delle sue grandi ricchezze naturali e della produttività dei suoi popoli. Con il dominio monetario esercitato da Parigi, l’Africa sta di fatti sostenendo l’economia della Francia e a sua volta l’economia dell’Europa” [per l’Italia non vale, perché la Francia sta dilapidando l’economia italiana, che contribuisce notevolmente all’economia di paesi come Francia, Norvegia, Germania, Belgio, Lussemburgo, Olanda e Gran Bretagna, NdT]
Lehmann evidenzia che la storia dimostra che tutti i leader politici africani che hanno tentato di interrompere il sistema francafricano di sfruttamento è stato costantemente liquidato dalla Francia con colpi di stato e assassini.
Per cui caro Mancini si regoli, se si vuole vincere un Mondiale di calcio oggi non bastano mica più gli oriundi, bisogna aver preparato il terreno per secoli.
Traduzione: Nicoletta Forcheri
fonte Stefano Davidson
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