di Maurizio Blondet
Esiste un ministro dell’Interno? Perché se esiste, invece di inveire a vuoto – e di fatto rassegnandosi – alla decisione GIURIDICAMENTE psichedelica con cui la GIP di Agrigento ha voluto scarcerare la Carola di Sea Watch, avrebbe preso contatto l’ufficio legale del ministero ( ho la sensazione che debba essercene uno) , per far esaminare da vicino l’ordinanza e le argomentazioni giuridice della dottoressa Vella.
Perché quella decisione sia molto, ma molto discutibile. Anzi, contestabile in sede giudiziaria.
Copio e incollo qui parte dell’articolo di Stefano Alì, che circola sul web, e che palesemente è un esperto di cose legali.
Scarcerazione di Carola Rackete: Ordinanza irresponsabile
Sentendo della scarcerazione di Carola Rackete sono rimasto sbigottito e ho voluto verificare gli atti. L’ordinanza è assurda.
Il GIP di Agrigento non ha convalidato l’arresto e ha ordinato la scarcerazione di Carola Rackete. Motivazioni assurde che scardinano l’ordinamento delle Forze Armate.
Ho già scritto che il Decreto Sicurezza bis è scritto con i piedi (Decreto sicurezza bis: Salvini depenalizza reati e blatera di arresti).
La giudice nega responsabilità penali fino alla sera del 29 giugno e, in parte, fin qui ha ragione.
Quando a pagina 12 scrive:
Peraltro, l’eventuale violazione dell’art. 11 comma 1 ter – si ribadisce sanzionata in sola via amministrativa […]
dice esattamente quanto avevo scritto nell’articolo precedente: Salvini ha depenalizzato, ma solo per le navi che trasportano clandestini, il “Rifiuto di obbedienza a nave da guerra” (art. 1099 del Codice della Navigazione).
È vero che le sentenze non si commentano. Si rispettano. Però è anche vero che se una giudice pensa di scardinare l’ordinamento delle Forze Armate, allora diventa dovere civico ribellarsi.
Le abberrazioni dell’Ordinanza di scarcerazione di Carola Rackete
Dopo aver proposto l’unica riga che condivido, andiamo alle stranezze.
Sempre a pagina 12, si legge:
Beh, è estremamente strano che si parli di salvataggio e di naufragio.
Qui alcune ricostruzioni che la presentano diversamente:
(Il Migrant Rescue Watch dimostra che quello operato il 12 giugno dalla capitana “non è stato un salvataggio in mare – è stato semplicemente un altro dei prelievi coordinati (con gli scafisti)..
Peggio: “anche i video diffusi dalla stessa SeaWatch ” mostrano che la Carola e il suo equipaggio si sono prodotti nel trasferimento affrettato ed estremamente pericoloso dei “migranti” dal gommone (in perfette condizioni peraltro) alla nave – al solo scopo di fare prima della guardia costiera libica, che stava arrivando! Sono video “self-incriminating”
1/2 12.06.19 VIDEO released by #NGO #SeaWatch3 shows haste & extremely dangerous transfer of persons to a moving vessel. All to avert the arriving Libyan Coast Guard!
Continua Stefano Alì: “Ma fosse stato solo questo non mi sarei permesso di commentare la sentenza. Potrebbe darsi che nessuno lo abbia fatto notare alla Giudice. Entriamo, adesso, nella sfera di competenza della Giudice Vella: Leggi e sentenze.
La sentenza della Corte Costituzionale citata “mentula canis”
A pagina 11 la Giudice scrive:
Salto sulla sedia!
La Corte Costituzionale può aver mai negato la qualifica di Nave da Guerra a una motovedetta della Guardia di Finanza?
Ma le unità della Guardia di Finanza sono iscritte nel registro delle unità militari e battono la “Bandiera italiana di Guerra”.
Poi noto che la parte virgolettata è estremamente breve. Poco prima aveva riportato nella sua interezza l’intera informativa della Guardia di Finanza.
Come mai?
Si tratta di una sentenza che riguarda l’ammissibilità a un referendum sulla smilitarizzazione della Guardia di Finanza. Referendum che, per inciso, la Consulta ha ritenuto inammissibile.
C’entra come i cavoli a merenda.
Ed ecco il “passaggio incriminato”
(Per la lettura integrale rimando all’articolo originale. Qui mi limito a riportare le conclusioni di Stefano Alì:
“L’argomento del contendere era altro e nessuna parte del Codice della Navigazione è stato giudicato incostituzionale!”! dalla Corte
Anzi, l’articolo 200 è richiamato nella sua interezza dopo aver semplicemente fornito alcuni “spunti”.
Ulteriore elemento di “comprensione”, di cui un Giudice non dovrebbe aver bisogno, è il riferimento agli artt. 5 e 6 della legge 13 dicembre 1956, n. 1409 (Norme per la vigilanza marittima ai fini della repressione del contrabbando dei tabacchi).
La “Giudice” è disattenta? Legge ciò che le pare tralasciando ciò che non conferma i suoi convincimenti politici?
Tenta di scardinare incostituzionalmente l’ordinamento delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine.
Potremmo dire che l’unico riferimento giuresprudenziale che la “Giudice” ritiene «condivisibile» è completamente “inconferente”, per dirla in termini tecnici.
In volgo, sarebbe «non c’entra una beneamata mazza”.
La Corte di Cassazione sulle motovedette GdF quali “Navi da Guerra”
Parrebbe che la Giudice, pur di andare a trovare una frase che potesse consentirle la scarcerazione di Carola Rackete abbia pure “saltato” alcuni importanti orientamenti giurisdizionali.
È il caso, ad esempio, della Sentenza della Corte di Cassazione penale – sez. III – ° 31403 del 31/09/2006.
A me pare un filino più pertinente della Sentenza della Corte Costituzionale. Non pare così alla “Giudice”?
O, secondo la GIP Alessandra Vella, la Cassazione nel 2006 ha emesso una sentenza incostituzionale, secondo la SUA PERSONALE interpretazione della Sentenza della Consulta del 2000?
E che dice a proposito delle imbarcazioni della Guardia di Finanza :
La Giudice spieghi
- Travisando le motivazioni della Consulta, si rende conto che, di fatto, ha reso vigenti alcune delle modifiche previste dal Referendum rigettato dalla Corte Costituzionale?
- Rifiutando di riconoscere la qualifica di “Nave da Guerra” alla motovedetta della Guardia di Finanza, si rende conto che ha scardinato l’intero ordinamento delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine?
- Come mai la Giudice Penale Alessandra Vella risale a una inconferente sentenza della Consulta del 2000 (estrapolandone 4-5 parole) glissando su una conferentissima sentenza della Cassazione Penale del 2006 interamente dedicata all’argomento?
(Viene la curiosità: si può, nell’Italia di oggi, opporsi e far dichiarare nulla le decisione della GIP Vella?
Per Stefano Alì si può fare di più:
Arrestare la Giudice Vella?
Sia mai che qualche Giudice competente per giudicare i giudici di Agrigento apra un fascicolo.
Potrebbe anche considerare quell’ordinanza di scarcerazione di Carola Rackete quale “Delitto contro la Personalità dello Stato”.
Chi invoca l’intervento di Bonafede, non ha capito come funziona l’ordinamento giudiziario”.
(Qui il testo integrale: http://ilcappellopensatore.it/2019/07/scarcerazione-di-carola-rackete-ordinanza-irresponsabile/)
Cosa è il delitto contro la Personalità dello Stato, lo trova subito una gentile twitterologa:
La magistratura italiana ha ancora una volta meritato l’alto prestigio etico di cui gode tra la popolazione, essendosi anche questa volta dimostrata rigorosamente “terza” e non diparte, oltreché (si capisce) illustrandosi per la superiore scientificità e professionalità con cui una GIP di Agrigento corregge una sentenza della Cassazione ritenendola, a suo giudizio, incostituzionale.
Ci sarà un giudice in Italia?
Perché umanitari salvatori di naufraghi ne abbiamo.
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