Ogni governo dovrebbe attuare la politica estera a nome della propria gente. Ogni governo dovrebbe determinare quali nazioni hanno agito in amicizia con la propria gente. Nella maggior parte dell’Europa orientale, i migliori interessi della gente non vengono però presi in considerazione.
Con le relazioni tra Grecia e Turchia che sullo sfondo continuano a scaldarsi, l’idea tradizionale che Washington sia un alleato greco dovrebbe essere riesaminata ad Atene. La pubblicazione di documenti che mostrano Henry Kissinger, allora Segretario di Stato USA, a sostegno delle tattiche turche durante l’invasione di Cipro del 1974, è alquanto eloquente. Secondo la notizia, Kissinger disse a Gerald Ford che “la Turchia aveva il diritto di conquistare una parte dell’isola”. Il tanto decantato consigliere politico di Washington è anzi andato oltre, dicendo che credeva che “la Turchia sarebbe diventata un alleato migliore della Grecia”, nel giustificare il suo consiglio al presidente.
Nel documento declassificato della conversazione avvenuta alla Casa Bianca, il presidente Ford, Kissinger e (cosa interessante) il maggiore generale Brent Snowcroft erano i partecipanti. È giusto dire che sia Kissinger che Snowcroft sono parte integrante del problema che la politica estera americana è diventata. Entrambi sono stati consiglieri di ogni presidente dopo Nixon, ed entrambi sono istigatori e figure chiave dell’egemonia americana. Dalla Commissione Trilaterale al Council on Foreign Relations, entrambi hanno svolto ruoli chiave in operazioni di regime change, spionaggio, guerre per procura, dal Venezuela al Vietnam, aiutando a prosperare le reti commerciali americane all’estero. La scoperta di questi documenti dovrebbe essere una sveglia per ogni greco. Il messaggio in essi contenuto è: l’America all’estero non ha amici, solo leve. Cosa evidente se si pensa alla Dottrina Truman ed alla politica estera da allora.
Per chi non lo sapesse, l’operazione Attila venne lanciata dalla Turchia il 20 luglio 1974, in seguito al colpo di stato cipriota di cinque giorni prima. Il golpe di elementi connessi alla giunta militare greca diede ai turchi ed all’amministrazione americana il via libera per mettere un paletto nel cuore del cosiddetto “Regime dei Colonnelli” greco. La storia più ampia, il ruolo della CIA e della leadership americana, è però argomento di un altro articolo. Il ruolo di Kissinger e di Washington allora, ma anche ora, è la “verità” che ogni greco ed est europeo dovrebbe cogliere.
Cipro rimane divisa da quando gli Stati Uniti hanno sostenuto l’invasione da parte della Turchia. Le divisioni tra i ciprioti, a causa della brutale guerra civile che ha ucciso migliaia di persone e spostato altre decine di migliaia, sono cicatrici dalle quali i ciprioti trovano difficile guarire. Le iniziative diplomatiche volte a riunificare l’isola hanno di conseguenza fatto pochi passi avanti dal ’74. Per mostrare come Kissinger ed il ruolo dell’amministrazione Ford siano stati erroneamente rappresentati, cito dall’articolo del New York Times di quell’anno:
“Questa visione critica del ruolo americano è stata mitigata dai commenti per i quali Washington avrebbe probabilmente potuto fare comunque poco per impedire le ostilità. Molti però in Europa si chiedono perché gli Stati Uniti non ci abbiano provato più a fondo e perché si sia fatta vedere inefficace”.
Ai tempi, gli esperti semplicemente pensavano che Ford e Kissinger fossero stati “morbidi” sulla questione Cipro, quando in realtà svolsero un ruolo attivo. I giornalisti del periodo presumevano che Kissinger e quelli da lui consigliati si stessero ancora riprendendo dallo scandalo Watergate. L’incontro tra i tre ci dice però che dietro le quinte si stava pianificando. La lettura di questi archivi del NYT ci dimostra chiaramente come la politica estera americana venga prima inventata e poi propagandata dai media. Leggete qui l’arroganza:
“Il suo (un esperto di Washington) parere, condiviso da altri, era che il governo all’inizio avesse scelto una linea a sostegno del governo greco, la giunta spodestata otto giorni dopo il golpe come diretta conseguenza della crisi. Washington diede in effetti l’impressione di essere serena sulla cacciata del presidente Makarios, e sembrava addirittura disposta ad accettare il suo sostituto antiturco, Nikos Giorgiades Sampson, se solo Cipro fosse rimasto tranquillo”.
Potete leggere questi documenti da voi, via tweet di Euripides Evriviades, Alto Commissario per la Repubblica di Cipro nel Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord.
Credo di aver fatto passare il mio punto. I politici statunitensi si sono immischiati negli affari della Grecia e di altre nazioni, a danno della popolazione di quegli stati. Gli stessi giocatori sono peraltro ancora nella stanza dei bottoni. Kissinger tira ancora le leve, così come Snowcroft, così come i loro benefattori dietro le quinte. Chi può dire come sarebbe la situazione oggi se gli Stati Uniti fossero rimasti completamente fuori dalla vicenda di Cipro. Meglio ancora, se Kissinger ed il suo gruppo avessero fatto allora il proprio lavoro, Cipro sarebbe rimasta unita per tutti questi decenni. I ciprioti sembrano non riuscire a rimarginare le ferite: i loro parenti defunti e sfollati, il loro potenziale avrebbero potuto rendere il paese molto più forte.
Nessuno lo saprà mai.
Fonte: https://journal-neo.org/
Link: https://journal-neo.org/2018/09/07/how-kissinger-and-washington-sold-greece-out/
7.09.2018
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di HMG
http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=6808
Nessun commento:
Posta un commento