Ci eravamo riproposti di non parlare più dei processi farsa, perché escono più pagliacciate di quante se ne possano scrivere, e non abbiamo né tempo né voglia di far parte del circo. Però, a seguito delle troppe falsità da parte di alcuni, e dai troppi silenzi da parte di altri, ci ritroviamo ancora a parlare di pagliacciate. E queste a volte hanno nomignoli particolari, tipo “trattativa Stato Mafia”.
Allora: ricominciamo da capo. Mori condannato. Per cosa? Per (art. 338 del c.p.) Minaccia al corpo dello Stato. L’articolo recita: «Chiunque usa violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario o a una rappresentanza di esso, o ad una qualsiasi pubblica autorità costituita in collegio, per impedirne, in tutto o in parte, anche temporaneamente, o per turbarne comunque l’attività, è punito con la reclusione da uno a sette anni»
E qui, senza saper nè leggere nè scrivere, ci sarebbe da chiedere quali sarebbero le violenze o minacce. O in che modo tali presunte minacce (verso non si sa chi) possano definirsi trattativa tra Stato e Mafia.
Viceversa, a noi risultano altri dati importanti.
1) Matteo Messina Denaro è ancora latitante #macheabbiamolanelloalnaso?
2) il magistrato Teresa Principato, fece richiesta di pote re avere l’aiuto del capitano Ultimo nella caccia a Messina Denaro, atto che generò una spaccatura all’interno della Procura di Palermo. A questa richiesta si opposero Ingroia e Messineo. #macheabbiamolanelloalnaso?
3) Il procuratore Messineo fu sottoposto a indagine del CSM per aver consentito la fuga di Matteo Messina Denaro, a cui il Ros stava arrivando. Fu al centro della bufera, e due ann idi lavoro del Ros finirono nella spazzatura. E il latitante è ancora libero. #macheabbiamolanelloalnaso?
4) Ciancimino trasportò candelotti di dinamite usando anche la scorta che (di certo non il Ros) qualcuno gli aveva assegnato #macheabbiamolanelloalnaso?
5) la più grande discarica europea di rifiuti tossico nocivi, furto del riciclaggio di gran parte del patrimonio di Don Vito, di proprietà di Massimo Ciancimino, è stata cercata e trovata da Ultimo dopo che il magistrato Ingroia aveva disposto l’archiviazione perchè “era impossiible rintracciarla”. #macheabbiamolanelloalnaso?
6) Il processo contro Mori, è un processo figlio di altri due processi paralleli, finiti con assoluzione con formula piena, però abbiamo riletto le intercettazioni di Massimo Ciancimino, che sulla Procura riferisce quanto segue: “Che loro (I magistrati, n.d.r.) acquistano potere e visibilità… il vero potere è poi potersi sedere al tavolo della trattativa con grossi che gestiscono il potere.. per loro questo è. #macheabbiamolanelloalnaso?
7) il Processo contro Mori è un processo con una condanna senza prove a carico. #macheabbiamolanelloalnaso?
8) Dell’Utri, che avrebbe cospirato con NON TUTTA L’ARMA, ma con due uffiali, (2 di numero) è lo stesso Dell’Utri contro il quale il ROS avviò l’inchiesta per cui fu condannato, e tra I testimoni dell’accusa c’erano proprio Mori e Obinu. #macheabbiamolanelloalnaso?
9) qualcuno ci spieghi il ruolo di Dell’Utri nel periodo delle stragi, periodo in cui neanche si conosceva la faccia di Berlusconi e nessuno sapeva che sarebbe entrato in politica #macheabbiamolanelloalnaso?
10) Qualcuno di voi ha capito in cosa consiste la mediazione tra DUE ufficiali e gli interlocutori, cioè Stato e Cosa Nostra? #macheabbiamolanelloalnaso?
11) Nessuno credo abbia avvisato Ingroia che le parentele con i mafiosi possono arrecare danno ai procuratori che indagano. Parla chiaro la storia di Sergio Maria Sacco, cognato di Messineo, oppure di Vincenzo Giammanco, legato sia a Cosa Nostra che al procuratore omonimo. Eppure Ingroia ha voluto aiutare la figlia di Bontade, e gli amici di Cuffaro, con le assunzioni senza freni alla società che lui in realtà era tenuto a controllare sulla quale avrebbe dovuto vigilare, e che gli ha fruttato una condanna per peculato per indagini della Guardia di Finanza, con conseguente sequestro di beni. La società avrebbe dovuto subire tagli e sprechi, e si ritrova assunti legati a Cosa Nostra, in una maniera o nell’altra. #macheabbiamolanelloalnaso?
12) Per quale motivo il procuratore di Palermo Francesco Messineo invitò il suo sostituto Verzera che indagava per usura bancaria e riciclaggio a “soprassedere, in attesa di ulteriori acquisizioni” all’iscrizione nel registro degli indagati dell’allora direttore di Banca Nuova Francesco Maiolini, a lui legato da “rapporti di amicizia”? Rapporti continuati anche durante l’indagine della procura di Palermo e così consolidati che Messineo in passato aveva chiesto e ottenuto da Maiolini “un posto di lavoro per suo figlio”. Lo scrive il Csm nell’incolpazione. #macheabbiamolanelloalnaso?
13) Per quali motivi Ingroia tenne per 5 mesi le intercettazioni che riguardavano Messineo, prima di trasmetterle a Caltanissetta? Le intercettazioni di cui al punto 12?. Le intercettazioni in questione, risalgono al giugno 2012 e furono “conosciute dal dott. Ingroia presumibilmente sin da allora”, nota il Csm; tuttavia la Procura di Caltanissetta venne “informata soltanto nel novembre 2012, ovvero soltanto pochi giorni prima” che Ingroia “lasciasse l’incarico di aggiunto presso la procura di Palermo”. #macheabbiamolanelloalnaso?
14) Come è possibile che, sulla base le stesse identiche perizie tecniche agli atti sul papello di Massimo Ciancimino, una sentenza definitiva sancisca che non può essere considerato autentico, e una sentenza successiva di primo grado, senza nuovi elementi, abbia potuto sconfessare la precedente ritenendo il documento autentico? (in caso contrario, se presunta come possibilmente falsa la prova-principe, non avrebbero potuto condannare gli imputati) #macheabbiamolanelloalnaso?
Vi lasciamo alle forse dimenticate parole che Utimo disse in una nostra intervista risalente al 2014, di certo illuminante
“Io credo che la presunta trattativa debba essere rivendicata […] dalle persone dell’associazione mafiosa Cosa Nostra che hanno trattato con pezzi deviati dello Stato, così da minimizzare il loro ruolo nelle stragi e ottenere benefici giudiziari. Invece, la cosa che mi disorienta è che non la rivendicano gli avvocati di Riina o di Provenzano, ma pezzi della magistratura dello Stato democratico, che evidentemente si sostituiscono funzionalmente agli avvocati dei criminali che sono la parte perdente di questa presunta trattativa, in quanto tutti detenuti con pene pesanti. Questo è inquietante ma è un dato oggettivo. Non è una critica. E’ un allarme sociale di legalità, un grido alle generazioni più giovani. E’ una metaforica chiamata alle armi. “Attenzione, c’è una trattativa, dicono che c’è una trattativa. La rivendicano pezzi dello Stato e non i mafiosi, che ne avrebbero un fondamentale e vitale interesse. Cioè, paradossalmente, funzionalmente gli avvocati dei mafiosi sono i PM. E i mafiosi non dicono niente. SE E’ VERO questa è un’azione eversiva. Questo è un golpe funzionale. Chi crede nella democrazia è chiamato a diferderla.”
[…] se c’è stata una trattativa tra lo Stato democratico e Riina o altri mafiosi, è gravissimo, ma la cosa più grave di questa è che la rivendicazione del fatto che c’è stata una trattativa, non la fa Riina […] e tutti i mafiosi che hanno perso e che sono tutti detenuti, ma la fanno PEZZI dello Stato al posto e nell’interesse oggettivo dei Corleonesi e dei mafiosi.
[…] credo che ci siano agli atti delle circostanze che dimostrano che la nuora di questo procuratore (Aliquó, n.d.r) lavorava nello studio di un certo Di Miceli, commercialista, e che questo Di Miceli viene indicato da Anselmo Francesco Paolo, da Ganci Calogero, e da altri collaboratori di giustizia, come l’interfaccia a cui Cosa Nostra poteva rivolgersi quando c’erano problemi con la Procura della Repubblica di Palermo.
(intervista completa si trova qui: …)
MOLTI PUNTI MERITEREBBERO CHIAREZZA, MA COME SI PUÒ SPERARE CHE LA MAGISTRATURA INDAGHI SU SE STESSA, IN QUESTO PAESE?
fonte https://www.censurati.it/2018/04/26/trattativa-stato-mafia-il-circo-dei-ridicoli-continua/
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