Alla fine, dopo gli annunci alterni degli ultimi giorni, è arrivata la notizia: il ministro dell’Interno, il leghista Matteo Salvini, è formalmente inquisito dalla Procura di Agrigento per i fatti della Diciotti, la nave della Guardia costiera con a bordo 177 migranti bloccata nel porto di Catania per 5 giorni. Insieme a Salvini i reati di sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale sono stati contestati anche a un capo di gabinetto, Matteo Piantedosi. Ed ora cosa succede? Dopo la trafila procedurale la richiesta arriverà alla camera di competenza che può negare l’autorizzazione a procedere qualora ritenga che l’inquisito abbia agito per difendere un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante, oppure per perseguire un interesse pubblico ritenuto prioritario nell’esercizio della funzione di governo. Nessuno è mago, ma con Salvini che ieri ringraziava Conte per il supporto ricevuto, coloro che sperano che il M5S scarichi il ministro dell’Interno sembrano aver fatto male i conti.
Sulla decisione di Salvini di non far sbarcare i migranti si è scatenata la stampa Italiana parlando di barbarie, tentato omicidio plurimo, di caccia all’Ebreo come negli anni ’30, il tutto seguendo la scia di Roberto Saviano. Costui, forse da un attico Newyorkese, cinque giorni fa ricordava che Salvini calpesta la Costituzione ed implicitamente lo fa chi sostiene il governo M5S-Lega, da lui definito infame. Allo stesso tempo invitava i nostri parlamentari a salire a bordo della nave Diciotti, senza esservi stato, per verificare le condizioni di vita dei migranti. Alle dure parole di Saviano hanno fatto eco quelle di Martina, Boschi, Boldrini, Re Enzi e prelati contro un governo che, esercitando diritti propri di uno stato sovrano, stava gestendo un caso di un problema ben più grande. Alcuni hanno espresso le loro accuse durante la visita fatta alla nave a Catania, lanciando invettive già sentite che sostanzialmente rimangono attacchi privi di fondamento reale. Ai migranti, come nei casi precedenti, non sono state negate cure e approvvigionamenti, né sono stati vessati o rispediti da soli in alto mare.
La costituzione italiana stabilisce che il ministro dell’Interno è competente in materia di affari interni inerenti lo stato italiano, di attuare la politica interna del medesimo e di salvaguardare i diritti relativi l’immigrazione. La politica dello stato passa attraverso l’esecutivo e questo, espresso dall’attuale governo, ha stabilito di dire NO al business di esseri umani e all’immigrazione clandestina. In che modo Salvini abbia violato la Costituzione come sostiene Saviano, pur applicando rigidamente alcune prerogative proprie del suo ruolo, non è chiaro.
Al di là delle implicazioni ed interpretazioni giuridiche, dal Giugno scorso Salvini sta dimostrando a tutti – oppositori del PD, Chiesa, UE, e anche a Saviano – che l’Italia non riceve più migranti di cui, proprio in base ai rapporti tra gli stati membri, deve farsi carico l’Europa intera e i cento accolti ora dalla Chiesa, che probabilmente saranno ridistribuiti fra le varie parrocchie, non sminuiscono il risultato. E questo ancora prima di considerare che i migranti della Diciotti potrebbero ben essere tutti clandestini – che l’Italia respinge – della cui gestione avrebbe dovuto occuparsi Malta. Questo perché la Diciotti, cosa che molti media non dicono, ha raccolto i migranti al largo di Lampedusa dopo che il 15 Agosto un SOS era stato lanciato in acque Maltesi dal “Rescue Coordination Center” di La Valletta. L’unità della Guardia Costiera è così andata in soccorso di un barcone scortato verso il territorio Italiano da una nave “fantasma” che, a trasponder spento per evitare di essere identificata, si è volatilizzata.
La vicenda appare sempre più come un’emergenza creata ad hoc per causare all’Italia un problema che altri, dimostratisi meno responsabili, avrebbero dovuto gestire. Salvini, come nel caso dell’Aquarius che “salvava” migranti nel Golfo della Sirte in Libia prendendoli dalle mani degli scafisti per poi dichiarare di averli raccolti nel canale di Sicilia, conosce i retroscena di come il carico umano della Diciotti è arrivato a Catania. Ed è per questo che si fa ritrarre quando mangia contento un panino, mentre i migranti su suggerimento dei visitatori del gotha della sinistra erano invitati a fare lo sciopero della fame per protesta, ed è pronto ad incontrare il procuratore di Agrigento col sorriso sulle labbra, consapevole di aver vietato lo sbarco su decisione del governo che, come ha dichiarato Di Maio, stava cercando una soluzione al problema.
Potrebbe dimostrare di avere agito nell’interesse dello stato italiano anche senza l’appoggio dell’alleato 5 Stelle, che invece ha e che ha ribadito che la decisione di Salvini ottemperava ad una risoluzione comune. Inquisiranno l’intero esecutivo? Ne vedremmo delle belle, ma non sarà necessario arrivare a tanto poiché è già chiaro a tutti che Salvini, disposto a rinunciare all’immunità e farsi processare, sta ad anni luce dagli Alfano, i Berlusconi ed i Re enzi del passato, che in caso di indagini della magistratura si sono sempre trincerati nel privilegio negando ogni addebito anche di fronte all’evidenza. Lui no. Lui conferma di aver fatto il proprio dovere!
Il caso della Diciotti ha mostrato una volta di più come l’Italia sia considerata dall’UE. Quest’ultima, dopo l’impegno sottoscritto in primisda Francia e Germania due mesi fa, nel momento in cui serve ridistribuire i migranti e affrontare l’emergenza si volta dall’altra parte. Oltre alla Chiesa a farsi avanti sono state Albania – nazione che ha fatto domanda per entrare in UE e ancora non ne fa parte! – e Irlanda, nel giorno della visita del pontefice. Nei 3.000 km che separano Tirana da Dublino, in cui risiedono la diplomazia e i “Grandi” d’Europa, nessuno in Francia, Germania, Belgio o Olanda ha alzato la mano, dimostrando così ancora una volta che Salvini ha ragione: nei salottini di Bruxelles da anni se ne fregano dell’Italia a cui è stata affibbiato, con la compiacenza dei politici Italiani degli ultimi anni che lo hanno accettato senza battere ciglio, il ruolo di campo profughi d’Europa, destinato ad accudire e mantenere la meglio gioventù africana e medio-orientale, senza troppi sofismi su chi cerca asilo perché fugge da guerre o vuole giustamente ricostruirsi con impegno una nuova vita, e la massa di coloro che cercano solo un modo facile per farsi mantenere e partecipare in qualche modo al benessere del “nuovo mondo”, e per i quali cittadinanza ed integrazione sono parole vuote.
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