Il treno lentamente scivola lungo i binari che bucano la montagna in
una lunga teoria di gallerie. Ad ogni squarcio di luce si
intravvedono riviere: la Liguria è una terrazza protesa sul mare!
Anche l’entroterra profuma di salsedine!
A Boccadasse ho
capito il concetto di “creuza de ma”.
Ripide stradine
che precipitano su gorghi marini che impazzano.
Lo sciabordìo
dell’acqua è come un richiamo prima che si sveli l’immensità
degli spazi aperti.
Boccadasse, già
Genova, non più Genova, è depositaria della cultura ligure più
autentica. Atmosfere bohemien nelle mansarde che si affacciano
sul mare; osterie dove l’anima aspra di una terra avara di doni si
sposa al respiro minerale, sapido, intenso delle brezze, delle
culture, dei sapori, dei profumi che reca il Mediterraneo.
Verso Levante è
Rapallo. Eleganza e signorilità promanano da ogni suo scorcio.
Non è
l’opulenta S. Margherita Ligure né la preziosa ,nello scrigno
naturale che l’accoglie, Portofino. Non è l’anfratto segreto di
S. Fruttuoso o la pittoresca Camogli.
E’ di più. E’
la poesia di Montale nei caffè dai “fumi che svolgono
tazze…”,delle mattine
” ancorate
come barche in rada…”.
Rapallo, vera
regina del Tigullio. Con l’incanto discreto del lungomare dove
regna la quiete. Dove nei ristoranti gourmet esibiscono giganteschi
porcini delle valli dell’entroterra prima di prepararli con
maestria. Dove la biblioteca comunale è ospitata in una villetta
stile liberty immersa nel verde e, in un’atmosfera ovattata, vi
passa il mondo. E dall’alto del Santuario di Montallegro la
abbracci tutta, Rapallo.
Corre il treno,
in un tratto che spiana. Poi viene inghiottito di nuovo dal budello
nero di una galleria, fino a fermarsi una , due, tre , quattro,
cinque volte. Fino a Riomaggiore, l’ultima delle Cinque Terre. La
meta è precisa: la via dell’amore, incantevole sentiero che si
snoda a mezza costa a strapiombo sul mare e collega Riomaggiore a
Manarola. Percorrerla è professione di fede nel sentimento che tutti
soggioga. Farlo con la propria compagna non ha eguali. Vale una
consacrazione. Scolpisce un ricordo indelebile.
La via
dell’Amore, nome più evocativo non c’è dato pronunciare!
Poi, il cerchio
dell’incanto si chiude con una visita fugace alla più bella delle
Cinque Terre. Un’occhiata rapida a quel nido d’aquile che è
Corniglia ed ecco la sagoma inconfondibile di Vernazza.
Il porticciolo è
fiabesco. Donne sparse prendono il sole sugli scogli. Una si muove
e si tuffa. Mi sovviene ancora Montale….
”…T’alzi
e t’avanzi sul ponticello esiguo/sopra il gorgo che stride:
il tuo
profilo s’incide contro uno sfondo di perla.
Esiti a sommo
del tremulo asse,
poi ridi, e
come spiccata da un vento
t’abbatti
fra le braccia
del tuo
divino amico che t’afferra.
Ti guardiamo
noi, della razza
Di chi rimane
a terra”
Rosario Tiso
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