L’accusa è chiara: Italia responsabile di crimini contro l’umanità. Vengono citati Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, figuriamoci se poteva mancare il “fascista” Marco Minniti e ovviamente Matteo Salvini. Ma la notizia più bizzarra forse riguarda il Corriere della Sera che, utilizzando le solite tecniche di propaganda da “senso di colpa”, pubblica foto fake.
Andiamo con ordine. L’accusa, racchiusa in 250 pagine di esposto che verrà presentato alla Corte Penale internazionale dell’Aja, viene da Omer Shatz, esperto dell’Istituto di studi politici di Parigi, e dal giornalista franco-spagnolo Juan Branco.
Il Corriere cita testualmente che “esternalizzando le pratiche di respingimento dei migranti in fuga dalla Libia alla Guardia costiera libica, pur conoscendo le conseguenze letali di queste deportazioni diffuse e sistematiche (40 mila respingimenti in 3 anni), gli agenti italiani e dell’UE si sono resi complici degli atroci crimini commessi contro nei campi di detenzione in Libia”.
Sotto indagine le politiche migratorie del governo, le stesse che hanno quasi azzerato gli sbarchi (purtroppo senza eliminarli) e notevolmente diminuito i morti.
Ma ci sono dettagli più divertenti, e tanto per cambiare riguardano la stampa nostrana.
Sempre il Corriere, infatti, pubblica come immagine dell’articolo una foto strappalacrime nel pieno stile delle “storie che hanno commosso il web”, raffigurando delle mani di colore nero – dunque presumibilmente di clandestini – che fuoriescono dallo spioncino di una cella.
Immagine empatica ed evidentemente pubblicata con l’intento di suscitare pena e senso di colpa nel lettore. Peccato che, come ha fatto notare la pagina satirica Gog & Magog, l’immagine ritragga la porta di uno sbarramento con il lucchetto aperto.
Eppure sarebbe bastato così poco per evitare certe figuracce. Consigliamo ai colleghi del Corriere di utilizzare altre immagini per poter catturare l’attenzione. Magari qualche foto vera potrebbe essere un buon punto di partenza, ma ci accontentiamo almeno di visioni credibili.
(di Stelio Fergola)
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