PINOTTI BLING BLING - LA MINISTRA MINACCIA QUERELE CONTRO DAGOSPIA SULLA STORIA DEI GIOIELLI RICEVUTI IN KUWAIT, MA IL MINISTERO ANCORA NON HA PRODOTTO NESSUNA RICEVUTA: DOVE SONO FINITI I DONI ARABI? NON DOVREBBERO ESSERE IN CASSAFORTE?
Dal ministero ribadiscono che ''i doni ricevuti sono ab origine nella esclusiva disponibilità del ministero e dell'ufficio amministrativo deputato, secondo quello che prevedono le norme''. Bene, allora basterebbe mostrare i preziosi con la ricevuta di consegna. E che abbia una data certa...
Tommaso Montesano per “Libero Quotidiano”
Non solo l' orologio per lei e i gioielli per le figlie. Dalle autorità del Kuwait il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, avrebbe ricevuto in regalo anche un collier di preziosi.
A rivelarlo è ancora una volta il sito di gossip e informazione Dagospia, lo stesso che il giorno prima aveva raccontato nei dettagli quanto accaduto a margine della missione italiana a Kuwait City in occasione della firma dell' accordo per la fornitura di materiale militare all' Emirato (28 caccia Eurofighter Typhoon, una commessa da circa otto miliardi di euro). Ossia il dono, per Pinotti, di un orologio Rolex Oyster Perpetual Datejust 31, del valore di oltre 40mila euro.
Il ministro della Difesa, però, non ci sta, smentisce tutto e annuncia querele.
Infatti dopo la nota di mercoledì, nella quale Pinotti ha definito «prive di qualsiasi fondamento le notizie apparse su un sito web», ieri la numero uno di via XX Settembre è passata alle vie di fatto, annunciando di «aver dato incarico ai propri legali di procedere contro i responsabili di questa campagna di diffamazione».
A scatenare la rabbia di Pinotti, le nuove rivelazioni di Dagospia non solo sul collier di diamanti, ma anche sul burrascoso contatto andato in scena con Matteo Renzi due sere fa, dopo la prima puntata del sito sui regali kuwaitiani. Il ministro della Difesa e il presidente del consiglio, infatti, avrebbero avuto un colloquio - «non si sa se telefonico o di persona» - proprio sulla vicenda dei doni di cortesia ricevuti da Pinotti lo scorso aprile. E a Dagospia risulta che il «colloquio sarebbe stato tutt' altro che gradevole».
LA BORDATA
Troppo, per la senatrice del Pd alla guida del ministero di via XX Settembre. «Il ministro, come già reso noto ieri (mercoledì, ndr), ha sempre seguito le prescrizioni contenute nel decreto della presidenza del consiglio dei ministri del 20 dicembre 2007 riguardo i cosiddetti doni di rappresentanza». Il riferimento è alla normativa che obbliga il destinatario di regali del valore superiore a 300 euro - poi ulteriormente ridotto da Mario Monti, con la direttiva del febbraio 2012, a 150 euro - a non accettarli, per lasciarli in custodia alle rispettive amministrazioni.
E proprio così, ribadisce la Difesa, ha agito Pinotti: «I doni ricevuti sono ab origine nella esclusiva disponibilità del ministero e dell' ufficio amministrativo deputato, secondo quello che prevedono le norme».
L' articolo due del decreto firmato dall' allora premier Romano Prodi stabilisce che spetta alle singoli amministrazioni individuare l' ufficio «ove tenere l' apposito registro in cui iscrivere i doni di rappresentanza». Registro nel quale devono essere indicati «la descrizione del bene, l' indicazione del donatore, la stima effettuata, la data e il motivo della consegna, la destinazione effettuata» tra le «sedi ufficiali o di rappresentanza» dell' amministrazione.
A tutt' oggi, tuttavia, non è stata ancora fornita copia della ricevuta che attesti l' avvenuta consegna dei doni al ministero della Difesa.
Di certo per Pinotti non è un periodo fortunato. È di ieri la notizia che il suo portavoce alla Difesa, Andrea Armaro, è stato sentito in qualità di persona informata sui fatti dai magistrati della Basilicata titolari dell' inchiesta «Tempa rossa», sul petrolio lucano.
ALTRI GUAI
Inchiesta che nel frattempo continua. Sempre a detta di Dagospia, il prossimo passo degli inquirenti potrebbe essere quello di chiarire quale ruolo ha svolto nella vicenda la società Difesa Servizi Spa, titolare della gestione degli asset e dei marchi delle Forze armate. Amministratore delegato della società è Pier Fausto Recchia, già capo della segreteria tecnica di Pinotti allo stesso ministero della Difesa e componente della direzione nazionale del Pd dal dicembre 2013.
PINOTTI KUWAIT
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/pinotti-bling-bling-ministra-minaccia-querele-contro-dagospia-124680.htm
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